Rosignano Marittimo  oggi   
Itinerari_Memoria_83 La lapide con i nomi dei caduti della Grande guerra posta in via Montanara 1965 - Motivazione della Medaglia d'oro al Valor Militare alla Bandiera del C.V.L, posta al primo piano del Municipio in via dei Lavoratori Dal 2001 la lapide a ricordo dell'eccidio del Saracino sulla via verso l'Emilia (SS206) Dal 2006 la targa ricordo in via della Fonte (Foto G. Zanoboni) La Cappella della Memoria, nella parte storica del cimitero di Rosignano M.mo. Il cippo in località Acquabona a ricordo del massacro dei Nocchi il 5 luglio 1944 (Foto G. Zanoboni) Dal 2005, la targa alla stazione di Vada in ricordo dei bambini ebrei deportati. Il cippo in ricordo dei caduti di Vada in piazza Garibaldi. Il cippo originario dedicato ad Oberdan Chiesa presso il Lillatro. Dal 2014 il cippo sul lungomare dei Pungenti a ricordo del bombardamento della zona il 15 giugno 1944. 2016 - Ricordo dell'operazione Herring sullo stradone Belvedere a Vada. Rosignano M. - Il bunker si trova sulla strada dietro la casa Nocchi, in località la Croce. (Arch.L.Luperini) Rosignano M. - I rifugi quasi scomparsi sono presso l’oratorio di via S. Antonio sulla strada che da via Roma conduce al cimitero. (Arch.L.Luperini) Rosignano M. - Fortino tedesco in località 'La Maesta' ora locale privato.(Arch. L. Luperini) Rosignano M. - Fortino tedesco in località 'La Maesta' ora locale privato.(Arch. L. Luperini) Rosignano M. - Fortino tedesco in località 'La Maesta' ora locale privato.(Arch. L. Luperini) Rosignano M. - Fortino tedesco per artiglieria vicino al fiume Fine sotto la strada del Saracino.(Arch. L. Luperini) Rosignano M. - Fortino tedesco per artiglieria vicino al fiume Fine sotto la strada del Saracino.(Arch. L. Luperini) Rosignano M. - Fortino tedesco per artiglieria vicino al fiume Fine sotto la strada del Saracino.(Arch. L. Luperini) Rosignano M. - Fortino tedesco per artiglieria vicino al fiume Fine sotto la strada del Saracino.(Arch. L. Luperini) Rosignano M. - Fortino tedesco per artiglieria vicino al fiume Fine sotto la strada del Saracino.(Arch. L. Luperini)
   

 

2008-2014 - Itinerari nella Memoria e fortificazioni tedesche.

                LA MAPPA CON GLI "ITINERARI NELLA MEMORIA"
Questa carta del territorio, è stata ufficialmente presentata il 27 gennaio 2008 e vi sono riportati sette luoghi, con una breve descrizione dei fatti accaduti:
a - il cippo posto in località Saracino a Rosignano Marittimo (Foto 4) in memoria della strage del 2 luglio 1944, dove persero la vita Angiolo Ricciarelli, Adele Turini, Ulisse Ricciarelli, Francesca Bettini, Emo Ricciarelli, lole Ricciarelli, Ermando Luppichini e Maria Pasqua Geppini;
b - la targa che si trova in Vicolo della Fonte, sempre a Rosignano Marittimo, (Foto 5) in ricordo dei due partigiani Lio Picchianti, ucciso il 5 luglio 1944 con un colpo alla schiena, e Goriano Gorini, prelevato dai nazisti su segnalazione di spie, barbaramente torturato e poi ucciso la mattina del 25 giugno 1944 a Collemezzano;
c - la Cappella della Memoria, (Foto 6) che si trova all’interno del cimitero del capoluogo, dove si trova il Registro della Pace e l’elenco nominativo di tutti i caduti civili e militari della Prima Guerra Mondiale, della Seconda Guerra Mondiale, della Guerra d’Africa e della Guerra di Spagna (vedi);
d - il cippo in località Acquabona, ancora a Rosignano Marittimo, (Foto 7) in memoria dell’eccidio della famiglia Nocchi, avvenuto il 5 luglio allorché furono barbaramente fucilati Napoli, Galliano, Luigi e Valtero Nocchi;
e - la targa apposta presso la stazione di Vada, (Foto 8) in ricordo dei bambini ebrei, ormai avviati alla deportazione, che nell’aprile 1944 grazie ad un bombardamento del treno su cui erano stati caricati, riuscirono a fuggire scampando così allo sterminio con l’aiuto del parroco Don Antonio Vellutini e delle famiglie di Vada (vedi);
f - il cippo di Piazza Garibaldi a Vada (Foto 9) in ricordo dell’eccidio del 20 giugno, in cui persero la vita Ruggero Lupichini, Delfo Rofi, Elio Vanni e Ivo Vanni, mentre grazie all’intervento del parroco Don Vellutini fu evitata una strage ben più ampia (vedi);
g - il cippo sulla spiaggia del Lillatro a Rosignano Solvay (Foto 10) in memoria del giovane antifascista livornese Oberdan Chiesa, che fu giustiziato all’alba del 29 gennaio 1944 (vedi).
A corredo della mappa anche un messaggio del Sindaco Nenci. “La memoria è una funzione della psiche volta ad assimilare informazioni attraverso un percorso di ricostruzione e concatenamento di tracce, secondo un processo che risulta in genere assai più efficace rispetto al semplice immagazzinamento di dati. Per questa ragione, in occasione del Giorno della Memoria e nella commemorazione del giovane antifascista Oberdan Chiesa, abbiamo voluto proporre ai cittadini di Rosignano e soprattutto agli studenti, i futuri portatori della memoria storica del nostro territorio, un vero e proprio “percorso geografico”, una mappa dei luoghi in cui si sono svolti fatti di sangue che hanno segnato Rosignano, poco prima della sua Liberazione, con l’auspicio che attraverso questa sorta di pellegrinaggio tra i segni che evocano un passato di ingiustizia, violenza e sofferenza, i giovani possano costruirsi una solida memoria storica ed un altrettanto solido bagaglio di valori di libertà, democrazia e rispetto”.
(Da Rosignano oggi 1/2008)
Successivamente il Percorso Memoria è stato a cura dell'AMPI e dell'Amministrazione Comunale, completato celebrando i morti legati al cannoneggiamento delle navi Valverde e del Foscari da parte dei tedeschi il 9 settembre 1943 davanti a Castiglioncello (vedi) e ricordando con un cippo sul lungomare dei Pungenti, il bombardamento del 15 giugno 1944 che causò 35 morti e la distruzione di scuole, ville ed edifici pubblici fra Castiglioncello e Rosignano Solvay (Foto 11)(vedi).
h - Dal 2016 pannelli in ricordo dell'operazione Herring sullo stradone Belvedere a Vada (vedi)
(Foto 6) - La Cappella della Memoria, all’interno della parte storica del cimitero di Rosignano M.mo. dove si trova il Registro della Pace e l’elenco nominativo di tutti i caduti civili e militari della Prima Guerra Mondiale, della Seconda Guerra Mondiale, della Guerra d’Africa e della Guerra di Spagna.
(Foto 2) - La guerra di redenzione del 1915-1918 mieté molte vittime di compaesani; in tutto il Comune i morti sul campo di battaglia, in prigionia, negli Ospedali, o successivamente per malattie contratte alla guerra, furono N. 182; per la sola frazione del Capoluogo, N. 65.
(Monografia storica del comune di Rosignano Marittimo  di P. Nencini 1925 scaricabile dal sito)
(Foto 7) - Sulla lapide: «Il 5 luglio 1944 in questi luoghi le truppe tedesche in ritirata compirono un vile massacro, fucilando sette innocenti, dopo averli strappati alle loro famiglie»:
Nocchi Napoleone (1881 anni 60 zio di Galliano),
Nocchi Galliano
(1903, cugino di Napoli anni 41),
Nocchi Luigi
(1919, figlio di Napol
eone anni 25),
Nocchi Valtero
(1927, figlio di Galliano anni 17).
Caccialupo Arago.
Gisberto,
(ignoto sfollato da Livorno).
Tempestini Antonio

«L’Amministrazione Comunale di Rosignano Marittimo ha apposto questa lapide in memoria del sacrificio della famiglia Nocchi e di tutti coloro, donne e uomini, grazie ai quali fu possibile riconquistare le libertà negate dal Fascismo»
Questa la frase incisa sul cippo, che il 5 luglio 2006, alla presenza di autorità, familiari e conoscenti, è stato scoperto dal sindaco Alessandro Nenci, in memoria dei quattro membri della famiglia Nocchi barbaramente uccisi, proprio la mattina del 5 luglio, dalle truppe tedesche in ritirata. I 62 anni trascorsi dall’eccidio non hanno cancellato il dolore dei parenti e la commozione in tutti coloro che hanno presenziato alla cerimonia, semplice ma molto intensa.
«Il nostro territorio - ha detto Nenci - ha pagato un tributo di sangue altissimo durante tutta la guerra ed in particolare al momento della ritirata delle truppe tedesche. L’eccidio della famiglia Nocchi, che oggi ricordiamo, va ad aggiungersi a numerosi altri episodi di violenza registrati sul territorio rosignanese. A loro abbiamo voluto tributare questo omaggio, nel giorno dell’anniversario, ponendo a testimonianza del tragico evento un cippo che, da oggi in poi, tutti possano vedere. In una sorta di mappa visiva, fatta di cippi ed immagini, che ci permettano di segnare il nostro territorio, in memoria di coloro che persero la vita e come monito per le generazioni future».
 Tanta la commozione, specie al momento in cui, con la tromba, è stato suonato “Il silenzio”. «Ringrazio l’Amministrazione comunale - ha detto Pierluigi Nocchi, testimone, , della tragedia ad appena 4 anni di età - a nome di tutti i familiari delle quattro vittime, tra cui anche mio padre e mio fratello. Fino ad oggi il nostro è stato un dolore privato. Con questo cippo, così ben visibile, è arrivato il momento, dopo 62 anni, di trasformare il dolore in monito. Non posso dimenticare - ha concluso - che questa tragedia ha segnato la vita di tutti i miei familiari e la mia stessa infanzia, trascorsa per lo più al cimitero, presso le tombe di mio padre e mio fratello». Tanta commozione negli occhi di tutti i presenti, ed in particolar modo dei familiari. Tra loro c’è stata anche chi, seppur bambina, rammenta bene e con sgomento quei giorni. Ricordiamo che il 4 luglio 1944, vista l’avanzata degli americani, i membri della famiglia Nocchi, allora residenti a Rosignano Marittimo, decisero di sfuggire ai tedeschi risalendo verso nord, dirigendosi cioè verso le cave in zona Acquabona di proprietà Solvay; ma all’altezza dell’attuale terrazza panoramica di via Gramsci, una truppa tedesco sparò sulla famiglia in fuga, il giovane Valtero si impaurì e perciò i capofamiglia scelsero come rifugio un casolare lungo la strada allora di proprietà del signor Vestrini. Erano in tutto 10 persone, tra le quali due bambine di nove e tre mesi, due bambini (tra i quali lo stesso Pierluigi di soli quattro anni), due donne e quattro uomini: Luigi di 25 anni tenente pilota, Napoli 63 anni controllore di tram, Valtero 27 anni e Galliano 41, entrambi dipendenti Solvay. La sera del 4 luglio fece irruzione nel casolare una squadra di SS naziste che portò via gran parte del cibo che la famiglia aveva con sé; il pericolo sembrò scampato fino al mattino seguente quando, un’altra squadra tedesca irruppe nel casolare con i fucili puntati, sorprendendo e terrorizzando la famiglia e portando via i quattro uomini inermi con il pretesto di fare un lavoro con loro. Gli altri rimangono nel rifugio fino al giorno dopo, quando vengono a sapere che i loro congiunti erano stati trucidati subito dopo il prelevamento. I corpi vengono rinvenuti lungo la strada dell'Acquabona a circa 200 m. dal rifugio. I miseri resti furono bruciati e le ceneri consegnate alle famiglie.  
RC (Da:"Il Tirreno del 6-7-2006)
(Foto 4)
                    2 luglio 1944 - Eccidio al podere Saracino II°
Sangue innocente, versato per chissà quali misteriose e incomprensibili ragioni. Nel podere immerso nella campagna vivono in dodici, il capoccia:
1 - Angelo Ricciarelli di 79 anni,
2 - la moglie Zelinda Turini di 77 anni,
3 - la figlia Iole di 53 anni
4 - con il marito Ermando Luppichini di 55 anni,
5 - il figlio Ulisse di 47 anni
6 - con la moglie Francesca Bettini di 46 anni e i
7 - figli Inigo di 16
8 - e Maido e 9 anni,
9 - il figlio Emo di 32 anni
10 - con la moglie Livia Bandini di anni 29 e
11 - il figlio Giancarlo di 7 anni e
12 - Maria Geppini cognata del capoccia.
Alle 17,30 di quel 2 luglio si presentarono al podere tre militari della sedicesima divisione SS arrivata a Rosignano nella mattinata. Altri erano appostati in pineta ed oltre la strada. Durante una tregua dei cannoni, Emo, lasciando il ricovero provvisorio vicino a casa, si reca a governare il bestiame. Lo segue il nipote Inigo, ma appena allo scoperto vede i tedeschi e torna ad avvertire gli altri. Anche la moglie di Emo vede e corre in casa seguita dagli altri familiari ancora all'esterno. In casa discutono fra tutti il da farsi poi gli uomini decidono di uscire per tirar fuori una "macina" dal campo, le donne restano all'interno. Poco dopo raffiche di mitra e le grida dei congiunti. Angiolo il più anziano che era rimasto con le donne, corre fuori e viene mitragliato. Un tedesco si affaccia alla porta e urlando butta fuori Zelinda, Iole, Maria e Francesca che appena fuori vengono uccise come gli atri a colpi di mitra. I tedeschi radunano gli otto corpi in un capanno attrezzi vicino e puliscono la scena. Quattro soli i superstiti, dagli occhi sbarrati per il terrore, sono la ventinovenne Livia Bandini, con il figlio Giancarlo di 7 e i nipoti Inigo di 16 e Maido di 9.  Una donna e tre bimbi, senza più alcun congiunto. I militari dicono che sarebbero tornati a pranzo con il loro tenente. Livia terrorizzata prende i bambini e si rifugia dai coloni vicini, alla Bucaccia e più tardi con l'aiuto di Osvaldo Nocchi raggiunge la casa paterna vicino al cimitero. Del gesto disumano e sconvolgente resta, l'indicibile sapore della morte. Nel novembre 2001 il Comune ha posto questo cippo a ricordo delle "vittime innocenti della follia della guerra".

(Foto 5) - Nell’ambito del “progetto memoria”, in occasione del sessantaduesimo anniversario della liberazione del capoluogo, l’Amministrazione comunale di Rosignano, ha scoperto una targa, in vicolo della Fonte a Rosignano Marittimo, in ricordo dell’uccisione per mano delle truppe tedesche di due cittadini di Rosignano, Goriano Gorini e Lio Picchianti, avvenuta nel 1944. Lio Picchianti trentatreenne, fu ucciso con un colpo di fucile alle spalle. Goriano Gorini ventunenne, fu prelevato su segnalazione di spie, dai tedeschi a Rosignano M.mo, torturato per tutta la notte e fucilato il 25 luglio a Collemezzano. Anche la toponomastica stradale può essere uno strumento del ricordo. Le strade e le piazze dedicate a personaggi locali hanno la potenzialità perpetua di evocarne il valore, soprattutto nelle giovani generazioni. A Rosignano Marittimo troviamo il vicolo del Picchianti, nel centro storico di Rosignano, proprio all’entrata del paese, a ricordo di Lio Lido Picchianti, colpito a tradimento da colpo d’arma da fuoco tedesca.

Vedi anche: Rosignano Marittimo ieri/Resistenza e guerra di liberazione nel Comune.

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