Vada oggi

La stazione ferroviaria fu concessa a Vada per assecondare le necessità della fonderia Tardy nel 1879. In alto la targa in ricordo della vittime durante la costruzione della ferrovia Livorno-Vada (non devono essere state poche data la complessità del tracciato costiero con l'elevato numero di viadotti e gallerie) ed in basso il ricordo della deportazione dei bambini ebrei nel 1944.
 "A di 28 dicembre 1879, io Cipriano Filippi priore di questa chiesa di S. Leopoldo in Vada, dietro invito del pio e benemerito signor Francesco Tardj benedissi e posi la prima pietra per la fabbrica della nuova stazione ferroviaria di Vada, accompagnato dalla nobiltà e popolo festeggiante." (Da: Quaderni Vadesi 2)
2005 - Alla stazione una targa in onore di don Vellutini e del salvataggio dei 19 bimbi ebrei. La targa recita:
«Da questa stazione ai primi di aprile del 1944 furono avviati alla deportazione i ragazzi dell’orfanotrofio israelitico di Livorno e la loro direttrice. Un attacco aereo fermò il treno che li trasportava. Le famiglie di Vada ed il parroco don Antonio Vellutini li accolsero nelle loro case. Giorno della Memoria 2005».
 La cerimonia, che è proseguita poi a Sassetta con una seduta solenne del Consiglio Regionale, tra cui il Presidente della Giunta Claudio Martini, il Presidente del Consiglio Riccardo Nencini ed il Vicepresidente Enrico Cecchetti. Insieme a loro il Sindaco di Rosignano Alessandro Nenci, gli Assessori, i rappresentanti della Provincia di Livorno e di tutti i comuni della zona, insieme ai rispettivi gonfaloni, i rappresentanti delle forze dell’ordine presenti sul territorio, la Fanfara della Scuola Marescialli e Brigadieri di Firenze, alcuni rappresentanti delle comunità israelitiche, numerosi cittadini e cittadine di Rosignano, i piccoli studenti delle classi quinte delle scuole elementari Novaro di Vada ed anche alcuni testimoni dell’epoca, tra cui i fratelli Luciana ed Ugo Bassano, due dei ragazzi dell’orfanotrofio israelitico scampati alla deportazione ed ospitati dalla famiglia Spagnoli di Vada. Ora Vada e i vadesi hanno a pieno titolo un posto nella storia. Alla memoria dei ragazzi che non si salvarono il sindaco Alessandro Nenci depone una corona d’alloro. Il consiglio regionale ha scelto il coraggio di don Antonio Vellutini e dei vadesi, che salvarono dai campi di concentramento diciannove bambini dell’orfanotrofio israelitico di Livorno sequestrati a Sassetta, come storia simbolo. «La Toscana è piena di questi episodi. Paesi e città conservano la memoria di ricchezze che hanno fatto la storia della nostra terra». Questi ragazzi riuscirono a salvarsi, ma un milione e mezzo di ragazzi morirono in tutta Europa per le barbarie del nazifascismo.

                           Biografia di don Antonio Vellutini nella sezione PERSONE/Ecclesiastici

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