La
galleria del libro è suddivisa nelle seguenti sezioni:
Dal Chioma al
promontorio....................................................
Il promontorio e la piazza....................................................
La torre, la chiesina, la punta................................................
L'Ausonia e villa Celestina.....................................................
La pineta.......................................................................
Il castello......................................................................
La ferrovia e la
stazione......................................................
Portovecchio....................................................................
Caletta..........................................................................
Varie............................................................................
Gli ultimi
arrivi.................................................................
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1-
Dal
Chioma al promontorio
Il viaggiatore che, all'inizio del secolo, dirigeva verso
Castiglioncello proveniente da Livorno, lungo una stradina tortuosa e sconnessa,
ricordo del percorso che quotidianamente i cavalleggeri del Granduca di
Toscana erano obbligati a fare per controllare la costa, tra una torre e
l'altra, si trovava immerso in un paesaggio selvaggio e deserto, ricoperto,
sulle colline a ridosso dei dirupi sul mare, dagli arbusti della macchia,
lecci marini, tamerici, corbezzoli, saggina. In fondo al rettilineo di Campolecciano, dove comincia la baia del Fortullino, la Casa Rosa, già
guarnigione dei cavalleggeri e, lungo il botro, a monte, un mulino. Poi, fino al
Quercetano, più niente. Sbucando dalla curva sopra la Buca dei Corvi si
trovava all'improwiso di fronte ad un promontorio, alto a dirupo sul mare e
dominato da una torre medicea, privo di vegetazione così come ce lo avevano
raffigurato, in numerosi quadri, i pittori Macchiaioli che, per anni, avevano
trascorso vacanze di svago e lavoro nella casa di Diego Martelli. Tra i campi
solo qualche casa e qualche villa costruita da poco in quanto lo sviluppo
turistico del paese era praticamente cominciato nell'ultima decade del secolo
scorso, principalmente per l'interessamento del barone Fausto Patrone,
acquirente della tenuta di Diego Martelli, che si era costruito la villa, a
forma di castello, in luogo predominante. Il golfo del Quercetano, con la sua
spiaggia sotto la scogliera, si presentava naturalmente selvaggio così come i
secoli l'avevano scolpito. A monte della strada già si ergevano, superbe,
alcune belle ville in vista del mare.
Ancora per poco. Nei primi anni del secolo, infatti, il
paesaggio cambierà radicalmente per l'inizio dei lavori della ferrovia con i
suoi ponti, i viadotti e le trincee e, negli anni venti, sui primi contrafforti
del colle del Sorriso, sorgeranno alcune ville.
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