La
torre, la chiesina, la punta
Dove il promontorio si getta, con ripido strapiombo, nel
mare, da alcuni secoli il Granduca di Toscana aveva fatto costruire una delle
tante torri di avvistamento a protezione delle coste dagli assalti e dalle
razzie dei pirati. Torri che si tenevano in contatto, l'una con l'altra e con i
paesi sulle colline, attraverso segnali di fumo, fuochi o specchi. Un secolo
dopo una piccolissima chiesa sorgerà di fronte alla torre per il ristoro delle
anime dei soldati della guarnigione e di quelli di passaggio. Fino all'800
saranno le sole presenze sul territorio e la torre resterà con la sua funzione
militare fino al sorgere dell'unità d'Italia. Le prime cartoline di Castiglioncello ce la mostrano sempre, solitario totem nel deserto del
promontorio, come punto focale di ogni panorama al termine della strada, con
le prime ville che si dipartivano dalla piazza. Ma pochi anni dopo l'onorevole
conte Danieli vi costruirà a ridosso, senza alcun rispetto, un discutibilissimo
castelletto. Un ponte unirà le due costruzioni e l'originale copertura della
torre subirà l'onta di diventare simile a quella del castelletto. Per il nostro
viaggiatore la vista, dai dirupi della torre, si poteva lanciare verso la
sottostante villa De Montel (l'ing. che costruì la ferrovia, oggi Godilonda), adagiata su uno spiazzo roccioso
tra i golfi del Quercetano e della Cianciafera, e verso la villa Parisi,
dominante la Punta Righini con alcune ville tra cui una in stile scozzese! Un
sentiero difficile da percorrere portava
verso la Mugginara su cui si ergevano un paio di ville. Per il resto si potevano
vedere solo scogli nudi a picco sul mare che, in parte, dove ora c'è la
Baracchina, saranno prelevati per la costruzione delle dighe del porto di
Livorno.
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