ITINERARI EXTRAURBANI |
Gabbro: i
mulini del botro Sanguigna |
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I mulini della Sanguigna costituiscono il principale percorso molitorio della Toscana. Oltre a quelli qui illustrati esisteva a monte, il mulino dei "Casini" al Diacciarello ed a valle il mulino della "Pieve di Camaiano", quello di "Pane e vino o della Villa" e del "Chiappino o del Piccassi" per un totale di sette impianti ad acqua e due a vento. |
"Quando
senti il mugnaio che canta è allora che ti ruba la farina; quando
senti che non canta più è allora che la porta su" |
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Video mulino di cima | Video mulino di Bucafonda |
Video tratti da: "I segni storici del paesaggio rurale" di R. Branchetti e A. Guidi, per gentile concessione. |
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Clicca sulle foto
per ingrandirle
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La gora con la vegetazione | Una macina del mulino | |||||||||||
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Mulino di mezzo |
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La serra costruita su una cascata |
La gora ![]() |
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Mulino di
Bucafonda (Due edifici distinti, il principale con due macine sulla ruota verticale ed una macina a ritrecine. Subito a valle un altro mulinetto di ripresa con una ritrecine) |
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Il carcerario della ritrecine | ||||||||||||
Una macina di pietra "alberese" | ||||||||||||
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Il mulino
![]() La storia |
L'interno
![]() Testimonianze |
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La gora ![]() La tassa sul macinato |
La bocca di alimentazione della ruota verticale | |||||||||||
Il borgonaio o alloggio ruota verticale | ||||||||||||
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Immagini di ruote verticali,
ritrecine e macine simili a quelle usate al Gabbro (da Internet) |
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Una macina del mulinetto di ripresa | |||||||||||
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Un mulino dimostrativo in funzione | Modellino di macina a ritrecine | Il locale del mugnaio | ||||||||||
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Durante l'Età Moderna la maggior parte dei mulini compresi nelle Comunità di Rosignano, Castelnuovo della Misericordia e Gabbro, rientrava nei grandi possedimenti fondiari di facoltose famiglie locali o di Enti morali (Pia Casa della Misericordia di Pisa) e religiosi (Mensa Arcivescovile Pisana) che provvedevano a dare in affitto o a livello gli opifici a mugnai della zona. Lo stesso Mulino del Comune, nel 1544, era stato dato per nove anni ad un certo Simone D'Ambruogio "con il patto della riaccomodatura a spese dell'affittuario e per un canone di 40 staia di grano" Le famiglie più in vista del paese proprietarie di mulini furono: per l'area del Gabbro i Dal Matto, i Casini, i Cartoni e i Finocchietti; mentre nell'area di Castelnuovo della Misericordia la proprietà di terre e mulini era concentrata nelle mani della Pia Casa della Misericordia. Nei primi decenni dell'Ottocento, grazie agli effetti della politica riformista avviata dai Lorena a favore dell'agricoltura, si verificò una profonda riorganizzazione del territorio rurale delle tre comunità e le campagne cominciarono rapidamente a popolarsi. Il crescente fabbisogno di farine, indispensabili per soddisfare la necessità di una maggiore quantità di pane (elemento base dell'alimentazione del tempo), indusse la classe imprenditoriale dell'epoca - costituita ancora dalla nobiltà agraria locale, ma anche dalla nascente borghesia professionale - ad investire nella costruzione di nuovi impianti molitori e nel potenziamento di quelli esistenti. Un forte impulso, in tal senso, si ebbe anche nel periodo napoleonico, quando la Guerra Generale motivata dalla Rivoluzione Francese e le carestie fecero salire alle stelle i prezzi dei cereali, favorendo le rendite dei mulini.
1) l'edificio; 2) l'impianto idrico, costituito dalle opere d'imbrigliamento (prese), convogliamento (gore) ed accumulo delle acque (bottacci); 3) l'impianto di azionamento, costituito dai congegni atti a convertire l'energia dell'acqua in moto rotatorio; 4) l'impianto di macinazione, comprendente le macine e tutti gli accessori necessari per la trasformazione dei grani in farina.
Faceva parte
dell'impianto di azionamento la ruota idraulica, nella sua
versione "verticale" o "orizzontale", dalla quale dipendeva la
tipologia del mulino. Mulino a ruota verticale: l'elemento che contraddistingueva questo mulino dal precedente era costituito dalla ruota verticale, disposta ortogonalmente rispetto al terreno. Un sistema di ingranaggi disposto a 90° permetteva di cambiare piano al movimento dell'asse della ruota, con evidenti vantaggi sulle capacità produttive dell'impianto. Il diverso diametro degli ingranaggi permetteva infatti di moltiplicare il numero dei giri dell'asse della ruota e, di conseguenza, la potenza dell'impianto. A parte questo accorgimento, il principio di funzionamento del mulino a ruota verticale era del tutto simile a quello di un mulino a ritrecine. (Da: "Strade di pietra, vie d'acqua e di vento" di Giuseppe Milanesi e Roberto Branchetti) (Per saperne di più: "Antichi mulini del territorio livornese" scaricabile dal sito) |
Saranno
restaurati i mulini del Gabbro. |
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Il Botro della Sanguigna nasce dalle alture di Poggio D'Arco di Gabbro e dopo 6 km. diventa affluente di sinistra del Botro Riardo, a sua volta affluente del Savalano che finisce nel Fine (Per l'etimologia del nome vedi Castelnuovo/ieri) |
ORGANIZZAZIONE: Data la vicinanza al paese ed il percorso breve, è agevole la visita individuale od in piccole comitive. Occorre comunque attenzione allo stato pericolante dei fabbricati ed al camminamento lungo il torrente, meglio con scarpe impermeabili. Non consigliabile con bambini. Non risultano, se non eccezionalmente, escursioni organizzate fra le quali segnaliamo quelle dell'associazione ecologica AGIRE VERDE di Livorno, contattabile al n° 0586.801235 ore serali, oppure scrivendo a: agireverde@tin.it |
Si ringrazia il prof. Roberto Branchetti del Gruppo Archeologico del Museo di Storia Naturale del Mediterraneo sempre guida eccellente. |
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