Gabbro: i mulini del botro Sanguigna |
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Il rudere del mulino di cima, come si presenta a fine 2005. Nel riquadro le condizioni dopo la pulizia dalla vegetazione eseguita in occasione dell'apertura dell'Ippovia. | |
L'epoca della costruzione
di questi mulini non è nota. Per certo, quello di Cima esisteva già fin
dal 1795 mentre il mulinetto di Mezzo
presenta un'architettura riconducibile al periodo ottocentesco e si mostra
del tutto simile alla "ripresa" del mulino di Bucafonda. I due opifici
sono rappresentati nella mappa catastale del 1823. Nel 1876 gli impianti
erano censiti fra le proprietà della famiglia Spinelli che, nel 1925, li
vendeva a Carlo Tabet; tuttavia, già dal
1911 risultavano smantellati ed in rovina. La mappa del N.C.T. (1939)
individua l'ex-mulino di Cima alla particella 121 del
Fg. 10 di Rosignano Marittimo, mentre il
mulinetto di Mezzo è rappresentato come
rudere all'interno della particella 244.
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I mulini della Sanguigna |