Vada le allivellazioni 


    Condizioni speciali per l'allivellazione secondo le leggi del Granducato della Toscana dal luglio
                                  a tutto dicembre 1839

...... 
5. In tutte le Preselle che ne hanno l'indicazione, cioè in numero 112 delle 127, dovrà il Conduttore nel tempo e termine di due anni dal giorno in cui verrà stipulato il Contratto, costruire a sue Spese nel Punto indicato in Pianta, ed alla distanza di Braccia 12 dalle Strade, con fronte parallela alle medesime, una Casetta Colonica composta a Terreno d'una Stalla grande, d'una Cucina con Stanza a tergo per uso di Cella da Vino, e di una scaletta di pietra a due branche con Forno e Ricetto a tergo. Ed al piano superiore di una Stanza per Granaio, di tre Camere grandi, d'altra piccola, e di un passare che le liberi. Il tutto delle dimensioni e forme segnate nella Pianta ed alzato delle Case medesime esistente fra le altre Carte presso il Ministro Principale delle Regie Possessioni in Pisa. Oltre di che dovrà il Conduttore costruire in vicinanza di detta Casa, un Pozzo d'acqua potabile con pile, e tutte le finestre saranno munite di vetrate.
6. Potrà il Conduttore aumentare il numero delle Stanze, ma non già restringerlo, ne diminuirne le dimensioni sotto alcun titolo, e appena la casa sarà riconosciuta abitabile dovrà subito collocarci una Famiglia Colonica per lavorare e coltivare il concessogli podere .......
Dalla Soprintendenza Generale alle Regie Possessioni; Firenze li 17 Settembre 1839. Pietro Municchi

Da: "
Le bonifiche del Granduca e le proteste del Papa - Vada e il suo territorio in età lorenese" di Gabriele Paolini scaricabile dalla sezione Scaricolibri del sito.
                           Ma come erano i fabbricati costruiti?

Descrizione dei nuovi edifici 1842-44
(A.S.C.R.M. serie 3 filza 168: Fondi Urbani o Fabbricati - Nuove Tassazioni) 
Gli edifici qui descritti, sono quelli risultanti dalla trascrizione dei testi originali dei documenti comparenti nella filza n° 168 serie 3 dell'Archivio Storico del Comune di Rosignano Marittimo. In essa sono conservate e rilegate le "minute" estese dai tecnici rilevatori in occasione del primo aggiornamento catastale degli anni dal 1842 al 1844.

Un esempio relativo alla casa costruita nel podere Vallescaia I sulla via Aurelia

Localizzazione catastale: foglio 116 particella 11
denominazione: Podere Vallescaia I
descrizione storica (1842/44)
proprietario: Caputi Raffaello di Vincenzo
appezzamento n°: 144
sezione: F
campione a catasto: 236
tipo di intervento: nuova fabbrica rurale
località: Via di Rosignano per Cecina - Fosso Tripesce

descrizione: il terreno di questa nuova casa contiene recetto alle scale, stanzino di sotto scala, stalla a destra di due stanze in una con arco in mezzo, loggia di carraia, stanza di cigliere, stanzetta ove esiste il forno e pollaio sopra. Il primo piano, a tetto, è composto di sei stanze compresa la cucina.
Da notare che pur essendo ormai a metà 1800, ed essendo il numero delle stanze elevato, in campagna sono ancora sconosciuti
i servizi igienici interni, assenti in quasi tutte le abitazioni della tenuta di Vada. Solo in qualche raro caso si inizia a trovare uno "stanzino di luogo comodo" citato insieme al castro del maiale ed al pollaio, come si vede nella descrizione della costruzione che segue:
descrizione storica (1842/44)
proprietario: Fonzi Lorenzo di Francesco
appezzamento n°: 119
sezione: F
campione a catasto: 289
tipo di intervento: nuova casa
località: Tenuta di Vada
descrizione: questa nuova casa è composta di terreno e primo piano a tetto. Il terreno contiene ricetto alle scale, stanzino di sotto scala, stalla di due stanze in una; a destra, stanza di trinciatoio annessa a due stanze, a sinistra, loggia, forno, e pollaio, stanzino di luogo comodo e castro. Il primo piano è composto di cinque stanze compresa la cucina con colombaia rilevata sopra i muri della scala...

Da:
Controllo edilizia e costruzione della forma urbana Rosignano e Castelnuovo (1815-1845)  di Stefano Rossi, scaricabile dalla sezione Scaricolibri del sito.

Diversamente dalla campagna, dove come abbiamo visto sopra non sono previsti, i servizi igienici sono resi obbligatori in tutte le costruzioni da edificarsi intorno alla piazza di Vada dopo il 1845 come si può leggere al punto 9 del relativo bando granducale:
9. Ogni Casa sarà fornita di "luoghi di comodo", essendo che restino rigorosamente proibiti i getti dell'immondizie non tanto per la parte della strada, quanto da tergo. E tutti i luoghi di comodo, e gli acquai saranno corredati dei relativi bottini a tenuta, restando proibiti gli smaltitoi a salvezza delle acque dei pozzi....
Era ora. Cessano i secolari lanci dalla finestra verso un punto predestinato o nel migliore dei casi nell' "imbuto" in terracotta sistemato fuori dalla finestra di camera con relativo tubo verticale  fino alla botte di raccolta sottostante ("bottino" il contenuto)  nel quale veniva rovesciato al mattino il pesante vaso da notte in cotto smaltato. Entrano nell'uso latrine spesso in comune, a volte pensili su terrazzino all'aperto, ma efficienti nella loro semplicità.  Nasce così il licite o luogo di decenza o di comodo, dove era lecito soddisfare le proprie necessità (licet)
nel famoso "gabinetto a tonfo" (uno scalino rialzato a volte in marmo, con semplice foro e tappo di legno, con scarico diretto senza sifone e sciacquone, come nella foto a destra). Nella casa colonica altra modalità era la pratica dello "Stallino" che consisteva, in caso di bisogno corporale, recarsi nella stalla dove ruminavano le vacche disposte su due file contrapposte con nel mezzo un canale in cui finivano la deiezioni liquide. Detto condotto comunicava con l'orto adiacente. A cavallo del canale veniva disposto un asse sopraelevato con un foro adeguato, equivalente quindi ad un cesso alla turca. Ancora un piccolo contributo alla concimazione!
Per lavarsi il viso la catinella sul treppiede in camera o in cucina, con l'acqua stecchita della brocca attinta al pozzo, o presa alla fonte della piazza. Nessuna sorpresa, l'acqua era sempre distante da casa ed il suo trasporto faticoso, quindi da sempre altra igiene non era conosciuta né desiderata. Il bagno completo si faceva dopo la nascita e poi solo di sudore lavorando e giocando o in mare d'estate (solo i giovani). In campagna uno extra dopo i
lavori polverosi della mietitura e tribbiatura. L'igiene com'è conosciuta oggi, risale al dopoguerra.

A destra un esempio di "licite pensile" ancora presente in alcune abitazioni di campagna e dei nostri paesi collinari.
Da: "
Le bonifiche del Granduca e le proteste del Papa - Vada e il suo territorio in età lorenese" di Gabriele Paolini scaricabile dalla sezione Scaricolibri del sito.

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