Rosignano Marittimo ieri |
15 maggio 1960 - Il busto di Pietro Gori torna in Piazza delle Logge che riprende l'antico nome |
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Pietro
Gori e la piazza omonima. La piazza Pietro Gori all’entrata del paese fu a lui intitolata nel febbraio del 1911, dopo un mese dalla sua scomparsa; tale decisione rappresentò per la nostra comunità un segno importante in quanto fu il primo esempio di lapide dedicata ad un personaggio anarchico, durante la monarchia sabauda. Tale decisione fu revocata il 30 settembre 1923 quando il fascismo la intitolò all'unanimità a Libero Turchi. Solo nel 1959 la piazza riacquistò la sua originaria intitolazione quando fu costituito un Comitato presieduto dal Sindaco Demiro Marchi per riportare l’attenzione su questo nostro personaggio, che conosciuto a livello internazionale e poco a livello locale, aveva cercato di formare le coscienze civili ad inizio secolo. Il ventennio fascista e la Seconda Guerra Mondiale fanno dimenticare la figura di Gori e dovono passare decenni prima che la comunità rosignanese torni a onorare nuovamente la memoria del pensatore. Nel 1959 sorge un Comitato al quale aderiscono sia i partiti che le associazioni laiche di Rosignano Marittimo, oltre ad amici di Pietro Gori e personalità del movimento anarchico, tra i quali, Armando Borghi amico di Gori, Ugo Fedeli, Giovanna Berneri e Lorenzo Marianelli. Iniziativa dalla quale scaturisce un anno dopo, il 15 maggio 1960, una celebrazione ufficiale di Gori, ad opera dell'amministrazione comunale di Rosignano Marittimo, capeggiata dal sindaco prof. Demiro Marchi. E' una delle manifestazioni più significative del secondo dopoguerra, durante la quale si scopre un busto in bronzo del "vate libertario", donato dagli anarchici di Genova e posto nella piazza di Rosignano Marittimo a lui intitolata appena un mese dopo la sua morte. (Nell'adunanza del 30 settembre 1923 il Consiglio Comunale, ad unanimità, aveva cambiato il nome in Piazza Libero Turchi. Solamente dopo la Liberazione la piazza riacquisto il suo nome originario). Soprattutto, viene costituita una sala nel Museo Civico destinata a conservare ricordi, cimeli e fotografie di Gori, mentre un'altra sala viene adibita a contenere le sue opere. Un fondo documentario e librario che, almeno sino ai primi anni '70, si arricchirà di nuovo materiale frutto prevalentemente di donazioni private. All'esterno del Museo Civico viene posto il busto marmoreo di Gori, opera dello scultore Arturo Dazzi (oggi nella cappella di famiglia al cimitero di R.M). Monumento che, nel 1926, era stato rovesciato, decapitato e mutilato delle braccia dagli squadristi fascisti. Di tutta la manifestazione, va sottolineata la grande unione all'interno dei partiti laici rappresentati in Consiglio Comunale, che per una volta mettono da parte le divergenze ideologiche in occasione della celebrazione. Nell'occasione vede la luce anche il volume "Rosignano a Pietro Gori" a cura del sindaco D. Marchi (scaricabile dal sito). La poliedricità, la cultura e la immarcescibile attualità di Gori, fanno in modo che il sindaco Demiro Marchi lo descriva al pubblico presente a Rosignano Marittimo come "uno dei suoi migliori concittadini". Ulteriore eco della suddetta giornata di primavera, che vede così tante iniziative prendere corpo, sarà il VII Congresso della Federazione Anarchica Italiana, che ha luogo nel giugno 1961 nella biblioteca comunale di Rosignano. L'ultimo di questo genere a tenersi a Rosignano, poi più nulla. La Federazione svolgerà i suoi congressi sempre altrove, ignorando il luogo dove Gori aveva vissuto ed operato per larga parte della sua vita. (Sintesi da "Il fondo Pietro Gori" di Angela Porciani e Francesco Tamburini scaricabile dal sito) 1911 - Pietro Gori. Intitolazione della piazza principale del Capoluogo a suo nome |
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