Le celebrazioni del Centenario della morte
Quando tra le bandiere
nere degli anarchici si sono levate le note di “Addio a Lugano”
e in tanti hanno intonato la canzone scritta e musicata da
Pietro Gori si è respirato un po’ dell’afflato libertario del
“cavaliere dell’ideale”. La celebrazione del centenario della
morte di Gori promossa dal Comune di Rosignano Marittimo, ha avuto il momento più
toccante al cimitero, di fronte alla cappella di famiglia dove
sorge il busto-monumento donato dagli operai apuani.
Qui la F.A.I. Federazione Anarchica Italiana (sezione elbana maremmana
e piombinese) ha
scoperto la targa applicata alla base del monumento per il centenario con la scritta “8
gennaio 1911-2011 Dei
ribelli sventoliamo/le bandiere insanguinate/eppure la nostra
idea/non è che idea d’amor! Gli Anarchici”. La
corona di alloro dei piombinesi deposta a fianco di quella del
Comune, i garofani che ricordano la partecipazione di Gori alla
fondazione del partito socialista, la fisarmonica e i drappi
rosso-neri storicamente simbolo degli anarchici hanno fatto da sfondo
alle canzoni che molti conoscono a memoria come inni alla
libertà, cui ha dedicato la vita Gori. Qualcuno lo paragona al
“Garibaldi anarchico”, alludendo all’instancabile opera di
propaganda e difesa dei principi che ha fatto in Europa e in
America, calcando le orme dell’eroe dei due mondi. La cerimonia al cimitero è stata il secondo momento della
celebrazione iniziata in piazza Gori, dove sorge il busto di
bronzo donato dagli anarchici di Genova, e che il consiglio
comunale di Rosignano gli dedicò all’unanimità il 13 febbraio
1911. Qui, alla presenza del sindaco Alessandro Franchi e del
presidente dell’Anpi Giacomo Luppichini è stata deposta la prima
corona di alloro con la musica del Gruppo filarmonico Solvay che
ha eseguito anche l’inno del Primo Maggio, altra canzone di Gori
divenuta simbolica per i lavoratori. Nella piazzetta, la prima
intitolata ad un anarchico, presenti tante personalità
pubbliche, dal presidente del Consiglio Comunale Lucia Croce, agli
assessori Elena Ciaffone e Gennaro Tudisco ed alcuni consiglieri,
l’assessore regionale Gianfranco Simoncini, oltre a
rappresentanze del Centro Solidarietà Internazionalista Alta
Maremma, dell’Associazione rosignanese di Pronto Soccorso e di
Rifondazione Comunista.
La celebrazione è continuata con l'appuntamento dell'11
successivo a Villa Pertusati, (giorno dell'arrivo della salma
portata a spalla dalla stazione di Castiglioncello), con il
Consiglio Comunale aperto e l'intervento di Umberto Carpi
dell'Università di Pisa sul tema "Pietro Gori nel 150°
dell'Unità d'Italia" e Franco Bertolucci, Dir. della biblioteca
Serantini di Pisa sul tema "Gori ed il suo ruolo nel movimento
operaio", successivamente la presentazione
del libro curato da Tiziano Arrigoni “Viaggi e avventure di Pietro Gori,
anarchico”, con un dvd contenente le canzoni di Gori
interpretate da Pardo Fornaciari, proiettato nell’occasione.
(Parzialmente di Federica Lessi per
"Il
Tirreno" del 9/1/2011)
Nello studio dei
pensieri ribelli
Le foto dei comizi, le lettere rassicuranti alla
famiglia e i ritratti con baffi all'insù nello sguardo volitivo.
Alle pareti del museo Gori, solo due stanze nel cuore
castello di Rosignano M.Mo, sono raccolte le memorie, le suggestioni della vita
intensa di Pietro Gori sepolto nel cimitero locale, nella cappella di famiglia.
La madre Giulia era infatti
originaria del paese ed i Gori possedevano una casa in via
Gramsci dov'è affissa la lapide in memoria, oltre al podere "I
Poggetti" sulla collina di fronte. il piccolo museo
molto visitato
dalle scolaresche e dagli studiosi costituisce un patrimonio
culturale sul pensiero di un anarchico di fama internazionale.
La
raccolta dei suoi oggetti e dei libri donati al comune
dalla famiglia si è arricchita di lasciti dagli anni '70, è stata
poi riordinata nel 1995 e resa fruibile al pubblico nelle sale
del museo civico con un catalogo edito nel 2004. La biblioteca
ha 832 libri libri, alcuni dei quali rari, la serie completa della
rivista di Criminologia Moderna fondata da Glori a Buenos Aires e
pubblicate in spagnolo dal 1898 al 1900 e con ogni probabilità
l'unica in Europa, comprese alcune seicentine ed edizioni
preziose del settecento e dell'ottocento. 500 sono i volumi di
proprietà di Gori come quelli con dediche affettuose donati dai
suoi insegnanti all'Università di Pisa, gli stessi
che lo difesero nei primi processi come quando fu arrestato nel
1889 per la pubblicazione dei "Pensieri ribelli" che raccoglieva
i
testi delle sue precoci conferenze sul pensiero anarchico. Una
delle tante fotografia lo ritrae con i compagni nel cortile
della Sapienza, altre rimandano l'eco di comizi
affollati, come il discorso tenuto all'Elba per l'inaugurazione del
medaglione Garibaldi a Porto Longone nel 1905. Gori
infatti era un brillante oratore come dimostrò nella sua intensa
attività propagandistica sul pensiero anarchico in vari paesi
del mondo dal Belgio all'Inghilterra, dagli Stati Uniti
all'Argentina, Egitto, Palestina durante periodi di esilio o di
forzata permanenza all'estero per le leggi ante anarchiche e per
sfuggire alle condanne. Da qui scriveva la famiglia lettere come
le epistole autografate nell'archivio, nelle quali da Londra, da
Milano tranquillizzava i cari sulla sua salute e chiedeva di
intervenire con avvocati e tribunali per risolvere le questioni
giudiziarie pendenti. Dai numerosi viaggi provengono alcuni cimeli
come la pelle di coccodrillo-tappeto dal Sudamerica, o il ventaglio dalla
Spagna. L'atmosfera del museo diventa quella intima di uno studio
quando si osservano gli oggetti personali come il bastone da
passeggio, il portapenne con le vaschette per l'inchiostro,
l'orologio da tavolo e il divanetto con la seduta di paglia. Alle
pareti dipinti ad olio come quelli con i ritratti dei genitori ed
i disegni di Arturo Dazzi che scolpirà il suo busto di marmo per
la tomba
nel 1926, decapitato da un gruppo di squadristi negli e negli
anni 60 esposto fuori dal
Museo Civico a memoria dei giovani
ed oggi custodito nella cappella Gori al cimitero. La raccolta rispecchia
l'eredità morale del "cavaliere dell'ideale" l'avvocato e giurista
che aveva difeso in tribunale tante operai accusati di adesione
all'anarchia e promotore instancabile di riviste puntualmente
sequestrate dalla polizia, l'autore di opere poetiche e celebri
canzoni come "Addio a Lugano" e "Inno al 1° maggio". Proprio del materiale
custodito a Rosignano si servì nel 1973 il Teatro Popolare
Toscano di Sergio Liberovici per scrivere con Emilio Jona e
Massimo Castri la pièce teatrale "E' arrivato Pietro Gori, anarchico
pericoloso gentile" rappresentata nel 1975.
(di Federica Lessi)
Pietro Gori la voce del popolo.
Anarchico, avvocato e poeta, dimenticato per decenni e oggi
rivalutato
C'era sempre (oggi
più di rado) un garofano rosso appoggiato sul marmo bianco di
Carrara. Un omaggio silenzioso dell'anonimo al monumento a Pietro
Gori nel cimitero di Rosignano Marittimo il paese della madre
delle sue origini.
Un omaggio all' anarchico difensore dei
lavoratori, all'avvocato all'intellettuale, oggi a cent'anni
dalla morte avvenuta a Portoferraio, una corona è stata deposta
davanti alla statua ascoltando i suoi inni di libertà. "Addio Lugano", Sante
Caserio", "Inno del 1° maggio" hanno fatto da
sottofondo agli interventi del professor Umberto Carpi
dell'Università di Pisa su "Pietro Gori nel 150º dell'Unità
d'Italia" e Franco Bertolucci direttore della biblioteca
Serantini di Pisa su "Pietro Gori ed il suo ruolo nel movimento
operaio". Le relazioni sono state programmate durante un consiglio
comunale aperto e seguite dalla presentazione del libro da parte di
Giacomo Luppichini presidente dell'ANPI, di Tiziano Arrigoni “Viaggi e avventure di Pietro Gori,
anarchico”, con allegato un dvd contenente le canzoni di Gori
interpretate da Pardo Fornaciari. Anche Pisa dove si laureò in giurisprudenza dedica due
iniziative per Gori: alla Biblioteca Universitaria pisana si inaugura la mostra bibliografica
"Le parole di Pietro Gori" testi ed opuscoli pubblicati alla fine
dell'ottocento e all'inizio del novecento. Il 14 e 15 gennaio
nell'aula magna della Sapienza studiosi provenienti da tutta
Italia animeranno un convegno organizzato dalla Biblioteca Seratini
dal titolo "Pietro Gori nel movimento operaio e libertario
internazionale".
Avvocato, intellettuale, poeta anarchico perchè Pietro Gori è dimenticato?
«Lo è dalla cultura del paese, come lo sono le
prime figure del movimento operaio, i primi socialisti ed i primi
anarchici - spiega il professor Carpi - non è tanto da rivalutare Gori, quanto è necessario studiare le origini del movimento
operaio nel nostro paese».
Quale ruolo ebbero gli anarchici, quindi
lo stesso Gori prima e dopo l'unificazione?
«Oggi è necessario
capire cosa significò il movimento operaio e anarchico
nell'Italia appena unificata. Furono gli stessi anarchici ad
esprimere il disagio in maniera più dura, disagio sentito dal
popolo, ma anche dalla borghesia di fronte al fatto che
l'unificazione non riusciva a rispondere ai bisogni immediati
delle masse popolari: si chiedeva di fare il militare e pagare le
tasse, fu messa perfino quella tassa sul grano macinato che era
una vera e propria tassa sulla fame, si doveva obbedire alle
leggi, ma non si potevano fare. Il movimento diventa così
un'espressione di un bisogno fortissimo, di una lenta maturazione
delle masse operaie verso la partecipazione politica».
Italia
unita, ma senza che vi fosse ancora una coscienza nazionale, senza
che si avesse ben chiaro il concetto di patria.
«Un lungo processo
che non è stato ancora del tutto realizzato».
(di Elisabetta
Arrighi)
8/11 gennaio 2015-Centocinquantesimo anniversario della nascita di Pietro Gori
Il
Comune di Rosignano Marittimo, insieme alla Regione Toscana, alla
Fondazione Giorgio Gaber e ad Armunia, ha organizzato una serie di
eventi dall'8 all'11 gennaio 2015, tesi a
mantenere vivo il ricordo di questo straordinario pensatore. Ad
aprire i quattro giorni di iniziative, dal titolo “Perciò fummo
ribelli”, un incontro-spettacolo con il cantante Francesco
Guccini, lo scrittore Sergio Staino, l’attore Paolo Rossi ed il
paroliere e pittore Sandro Luporini. Dopo le celebrazioni del 2011 in occasione del centenario
della morte, il Comune di Rosignano è tornato a puntare le luci su uno
dei protagonisti dell’anarchismo dell’800, cittadino del mondo, ma
molto legato alla sua casa di Rosignano M. Il
primo evento, al Teatro Solvay dove la Fondazione Giorgio
Gaber ha presentato “La fiaccola dell’anarchia”,
con Francesco Guccini, Sergio Staino, Sandro Luporini, Paolo
Rossi, Paolo Finzi (direttore della rivista A), Claudia Pinelli
(figlia di Giuseppe Pinelli), Giampiero Alloisio (cantautore), Les
Anarchistes (gruppo musicale) e Paolo Dal Bon (Presidente della
Fondazione Gaber). Il secondo appuntamento alla stazione di Castiglioncello con
“Omaggio a Pietro Gori in ricordo del suo funerale” con la
partecipazione di Fabrizio Parrini e del Coro Garibaldi d’assalto
diretto da Pardo Fornaciari. Quindi una serie di
appuntamenti: in Piazza Pietro Gori a Rosignano
Marittimo con “Addio Lugano bella”, canzoni e testi di Pietro Gori interpretati dal Coro
ANPI di Rosignano e dagli studenti dell’Isis
Mattei; la deposizione di una corona di alloro al cimitero di
Rosignano Marittimo e visite guidate al Fondo Pietro Gori, presso
il Castello di Rosignano, a cura della cooperativa Microstoria. «Ho lavorato con amore a
questo progetto – dice l’Assessore al turismo Licia
Montagnani – che costituisce solo l’anteprima di un più ampio
programma che si svilupperà per tutto il 2015 e che riunisce in sé
la forza della memoria, la potenza della cultura, quella vera, che
negli anni non solo mantiene intatta l’attualità del suo
messaggio, ma anzi la conferma e la ribadisce nella rilettura, ad
un secolo e mezzo di distanza, di parole “scritte solo ieri e così
giuste anche oggi”. La riscoperta dei valori del nostro territorio
sono la formula che intendiamo continuare a seguire». |