Vada oggi
Il Cason vecchio in località Polveroni e le fornaci di Vada.

  Intorno al 1795 nella Comunità di Rosignano tutta la pianura a Sud del Fine si presentava come una landa pressoché spopolata, con pochissimi edifici presenti. Tra questi vi erano alcune strutture militari attinenti alla strada dei Cavalleggeri ed al porto di Vada (vedi Cavalleggeri); due "casoni da lavoria" della Mensa Arcivescovile Pisana, collegati da una strada, oggi scomparsa, il cui tracciato è testimoniato da un ponte superstite (Vedi Vada Allivellazioni/Ponte dei Fichi).
I due "casoni da lavoria" sono il Cason vecchio qui illustrato e la parte arcivescovile del Casone nuovo (poi Caputi, Tardy-Traverso, foto precedenti). Si trattava di edifici destinati al ricovero di uomini ed animali al lavoro nell'area ed anche residenza invernale per i pastori "lombardi" che portavano i greggi a svernare secondo le antiche consuetudini della transumanza. Nella successiva allivellazione di Vada il podere del Cason Vecchio fu assegnato ad Angelo Bini.
(Da "Segni storici del paesaggio rurale" di Roberto Branchetti)

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