Fallimento Mastiani-Brunacci
Nel 1914 trova conclusione il sofferto itinerario
della vendita dell'ex latifondo dei Mastiani-Brunacci,
ufficialmente in fallimento già nel 1909. Il 28 aprile 1914,
appunto, ha luogo l'asta definitiva. Sono in aggiudicazione la
vastissima fattoria del capoluogo e ben 1.300 ettari, suddivisi
in 62 poderi sull'area compresa fra l'Acquabona, il Malandrone
ed il pian della Fine e fabbricati per oltre 220 vani. La
maggior parte dell'esteso territorio agricolo, compreso
l'imponente fabbricato di Rosignano Marittimo, è appannaggio
dei cinque fratelli Vestrini (i dottori Augusto e Gino, l'ing.
Luigi, l'avv. Piero ed Enrico) mentre cinque lotti passano
all'avv. Gennaro Zolli di Roma, quelli che, a grandi linee, si
trovano tra il Botro del Gonnellino ed il Botro del Ricavo, ai
due lati della Via Emilia e con al centro l'Osteria del
Malandrone. L'operazione
portata a compimento dalla famiglia Vestrini è quanto mai
avveduta. I Vestrini hanno in corso, infatti, seri contatti con
la Solvay, cui rivendono, nello stesso anno, la zona delle Cave
dell'Acquabona e quella ubicata sul lato destro della via per
Rosignano al mare ed anche in località «Pidocchio», con
parziale e pronto sgravio delle spese sostenute.
(Vedi "Fallimento Mastiani-Brunacci: 1914 bando per vendita coatta dei beni
immobili" scaricabile dal sito.) |