Famiglia Vestrini   

 

Il padre Guglielmo ed i cinque figli maschi La villa e la fattoria a fine 800 (Foto L. V.) La villa nel 1904 ancora di proprietà Mastiani-Brunacci La villa inizio '900 La villa inizio '900 La facciata all'inizio del '900  La villa riverniciata nel dopoguerra La villa negli anni 80 La villa negli anni 80 La villa inizio '900 La  villa in tutta la sua imponenza (Foto L. V.) La grande villa (Foto N. V.) La grande villa (Foto N. V.) La grande villa lato via dell'Acquabona (Foto N. V.) Villa Vestrini sotto la neve Il porto di Livorno con il 'Braccio del Vestrini' oggi diga del Marzocco Planimetria del fabbricato descritta nel testo La targa a ricordo del pernottamento del Granduca all'interno della villa ospite del conte Mastiani Gruppo di famiglia fine '800 - Guglielmo V. gioca a scacchi vicino alla moglie Italia. A sx la sorella Giulia ed intorno i cinque nipoti maschi. Foto di famiglia - Da sx: Pierluigi, Anna Ada Cecchi, Folco, Gino, Elisa Mazzinghi, Roberto, ignota, Massimo, seduto Renzo 1932 - Sopraluogo per la costruzione del lungomare di Castiglioncello. Siro Saggini, Erminio Pasi, sig. Taddeini, dott. Gino vestrini, Massimo Vestrini (foto F. V.)  Macchinari agricoli esposti nel parco della fattoria Mostra zootecnica al Mulino a Vento nei primi anni del '900, sullo sfondo la villa da nord. 1938 - La freccia in basso indica Roberto Vestrini dipendente della Società Chimica dell'Aniene 1932 - Olimpiadi di Los Angeles. Roberto Vestrini ospite di italo-americani (Foto F. V.) 1932 - Roberto Vestrini con gli Scarronzoni alle olimpiadi di Los Angeles. (Foto F. V.) I fratelli Pier Luigi e Renzo, figli di Gino Il 'due con' campione d'Italia e d'Europa Pier Luigi e Renzo Vestrini Roberto Vestrini (freccia) con l'armo degli Scarronzoni livornesi 1970 - Guglielmo Vestrini, ottimo fotografo, partecipa ad un corso di fotografia all'Università Popolare.

 
La famiglia Vestrini arriva nel Comune di Rosignano M.mo nel 1914 con i cinque fratelli Luigi, Piero, Enrico, Gino e Augusto provenienti da Firenze. (Per gentile concessione della sig.ra Clara e Lorenzo Vestrini. Foto Lorenzo, Niccolò, Fabrizio Vestrini 2010)          

 La famiglia Vestrini è originaria di Firenze, dove Guglielmo, laureato in ingegneria, politicamente liberale, ricopriva l'incarico di Ingegnere delle ferrovie, ma si occupava anche di opere pubbliche come l’acquedotto della città, e molto altro. Infatti dal 1891 le corse al trotto si disputarono sul Prato delle Mulina alle Cascine, dove sorse un ippodromo con un tracciato di 800 metri, progettato con grande capacità e lungimiranza dall’ing.Vestrini che ispirandosi alle curve con i binari, ottenne una pendenza ideale a mantenere intatta la velocità anche per i cavalli ed è tuttora considerato uno dei migliori del mondo. Oltre alla pista Vestrini realizzò due blocchi di tribune con tettoia in ferro, divise da un’alta costruzione destinata a tribuna d’onore.
All'inizio del 900 ci fu anche un interesse da parte della famiglia Vestrini alla realizzazione di un'automobile progettata su iniziativa dell'ing. Silvio Barison che aveva fondato nel 1906 la S.A. Silva, creando un prototipo di auto a pistone rotante che pareva funzionasse assai bene e che fu provata sul circuito di Montenero. Fra i soci c'erano i Vestrini ed il generale Cordero di Montezemolo (villa a Portovecchio -
vedi). La cosa finì in un nulla di fatto per una questione di spionaggio industriale da parte di un grosso gruppo industriale del settore. In società con il cognato Oreste Lori, Guglielmo avviò poi un'impresa edile con la quale ben presto si trasferì a Livorno abitando in affitto in via Benedetto Brin, per costruire successivamente una abitazione con alcuni appartamenti per la numerosa famiglia, davanti l'Accademia Navale, residenza fino agli anni '40, utilizzando la villa di Rosignano per l'estate, mentre vi aveva preso residenza il figlio Gino laureato in agraria, dedicatosi alla fattoria. L'impresa si specializzò nella costruzione di opere marittime infatti il 3 luglio 1910, giorno dell'inaugurazione della ferrovia Livorno-Vada, Sua Maestà presenziò nel porto di Livorno alla posa della prima pietra del cosiddetto "Braccio del Vestrini (oggi diga del Marzocco foto 16) affidato all’impresa Vestrini (nota 1). Negli anni fra il 1913 e la II Guerra l'impresa fu impegnata nella manutenzione di tutti i porti del Tirreno da Anzio a Marsiglia, Genova esclusa sotto la direzione dell'ing. Luigi, dotato di notevoli attitudini manageriali, con la collaborazione dei fratelli.
Il 28 aprile 1914 ebbe luogo l’asta definitiva del fallimento Mastiani-Brunacci. In aggiudicazione la vastissima fattoria del capoluogo e ben 1000 ettari, suddivisi in 62 poderi. Gran parte dell’esteso territorio agricolo, compreso l'imponente fabbricato di Rosignano Marittimo, fu appannaggio dei cinque fratelli Vestrini (dott. Augusto e Gino, gli ing. Luigi ed Enrico, l’avv. Piero). I Vestrini avevano in corso concreti contatti con la Solvay, cui rivendettero la zona delle Cave dell’Acquabona, quella ubicata sul lato destro della via per Rosignano al mare ed anche in località «Pidocchio», con parziale e pronto sgravio delle spese sostenute, mentre alla famiglia rimase la fattoria tuttora abitata ed alcune centinaia di ettari di terreno ceduti nei decenni successivi.
A Livorno lungo il torrente Cigna troviamo la fabbrica di ceramica, colori e tinte "Anelli Luigi e Ce" che dal 1925 ha come socio accomandatario l'avv. Augusto Vestrini (per il settore ceramica) e soci accomandanti, gli altri fratelli Vestrini (nota 2). In ambito locale, negli anni fra le due guerre, Gino Vestrini, laureato in agraria, si era fatto le ossa in gioventù lavorando nelle fattorie del principe Corsini a Firenze ed a differenza dei fratelli abitò a Rosignano dove curò e modernizzò la fattoria, assumendo il maggior numero di braccianti rispetto alle
altre e utilizzando fra i primi l'energia elettrica finalmente disponibile ai privati. Importanti anche le prime esperienze di fecondazione artificiale nella monta-taurina della fattoria, una delle più avanzate dell'epoca. Nel giugno 1915 nacque nel capoluogo il Comitato di Assistenza Civile per aiutare le famiglie dei richiamati al fronte e Gino ne divenne presidente facendo in tale circostanza il suo ingresso nella vita pubblica comunale. Intanto il 30 settembre l'ing. Luigi Vestrini inaugurava con altri notabili livornesi l'acquedotto di Quercianella. Nel novembre del 1920 Gino diventò assessore effettivo con il sindaco maggiore Attilio Gotti, (proprietario della Magnesite) e un mese dopo ricevette l'investitura di primo cittadino per le dimissioni di Gotti il 9/12/1920, carica esercitata con grande personalità, sotto l’incalzare delle vicende politiche che di li a non molti mesi vedranno l’affermarsi del fascismo. Nel 1921 Castiglioncello anche sotto la spinta del barone Patrone poco gradito in Consiglio Comunale, optò per fare comune a se. Fu il sindaco ad avere il prestigio necessario tra i fascisti del comune e tra gli stessi strati benestanti di Castiglioncello, per far rientrare il tentativo. L’autorevolezza posseduta come primo cittadino e noto possidente, gli consentirono non solo di essere tra i pochi in Toscana a passare senza problemi da sindaco eletto a podestà imposto, ma anche di controllare il buon servizio del fascismo agli interessi degli agrari e della stessa amministrazione comunale, senza che l’intimidazione e la violenza delle squadracce passasse troppo la misura, riuscendo altresì a instaurare un rapporto pressoché esclusivo con la direzione Solvay. Alla Società Solvay nel 1937 vennero ceduti tutti i terreni della val di Fine, rimasti alla famiglia e nel 1938 come da contratto (assunzione di un familiare) entrò nella fabbrica il figlio Roberto giovane chimico già dipendente Montecatini. La cessione comprendeva l’opificio molino della Fine che il Catasto Toscano del 1823 attribuiva al cavalier Francesco Mastiani ed ai suoi discendenti ai quali era rimasto fino al 1914, quando passò ai Lipparelli e quindi ai Vestrini nel 1918. Nella val di Fine venne costruito lo stabilimento Aniene ed relativo villaggio nel 1939. L’attenzione posta nel fare in modo che tra i lavoratori della terra non si affermassero le spinte al cambiamento, dovette dare risultati apprezzabili, tant’è che dopo le elezioni del 1923, quando la situazione caotica del dopoguerra si veniva ormai consolidando sotto il governo fascista, il sindaco, al momento del suo insediamento a Podestà nel 1925, poteva vantare pubblicamente il merito di aver svolto “opera fattiva di arginamento della marea rossa” e di essersi adoperato già nel 1919, acchè la Lega dei Coloni non aderisse al Partito Socialista”. Il 29 aprile 1923, per una crisi interna al Consiglio Comunale, si procedette ad una nuova tornata elettorale: vincitori i candidati e simpatizzanti del partito fascista che conquistano tutti i seggi. Il comm. Gino Vestrini venne riconfermato Sindaco. Nel 1925 diventò Podestà. Il prestigio del comm. Vestrini fu un fattore non secondario nella graduale, ma vasta affermazione del fascismo nel territorio. A Livorno l'avv. Piero Vestrini era uno dei comandanti delle Squadre d'Azione fasciste. Il 27 novembre 1925 firmò il manifesto che rendeva noto come il Comune di Rosignano Marittimo era passato dalla Provincia di Pisa a far parte della nuova Provincia di Livorno, creata per compiacere Costanzo Ciano. Intanto i fratelli Renzo (Lilli) e Pier Luigi (Lallo), figli del Sindaco, facevano Canottaggio con l’Unione Canottieri Livorno ed alla prima gara vinsero il titolo toscano nella “jole di mare a due con” e l'anno successivo vinsero a S. Margherita il campionato italiano nel "due con", poi passarono alla categoria “fuori scalmo” arrivando secondi ai campionati europei. Renzo insieme al fratello Pier Luigi,  è stato 4 volte campione d'Italia di canottaggio 1927, 1928 e 1929 nelle gare di "due con" e "due senza" e medaglia d'oro e d'argento nelle gare di canottaggio "due con" e "due senza" ai Campionati Europei del 1926, 1927 e 1929. E’ stato campione europeo della disciplina del "due senza" e "due con" ed ha partecipato ai campionati europei di canottaggio di Lucerna del 1926, Como del 1927, Bydgoszcz del 1929 e alle olimpiadi di Amsterdam del 1928 non prima di aver vinto ben 4 campionati italiani, per poi abbandonare l’attività sportiva e trasferirsi nel 1947 all'estero in Venezuela dedicandosi a tempo pieno alla pittura e all'edilizia. Nel 1927 I Due Mori (così furono soprannominati i due fratelli Pier Luigi e Renzo Vestrini) vincono due titoli italiani nello stesso giorno, nel "due con" e nel "due senza", ripetendosi nel 1928 e nel 1929 con il titolo italiano nel "due con". Il timoniere Cesare Milani farà poi parte dell'equipaggio degli Scarronzoni. Esordiscono ai campionati europei di Lucerna del 1926 conquistando la medaglia d’argento nel "due con", nel 1927 a Como compiono l’impresa di aggiudicarsi entrambe i titoli del "due con" e "due senza" nella medesima competizione. Nel 1929 a Bydgoszcz in Polonia conquistano il loro terzo oro confermandosi ai vertici della loro disciplina. Nel 1928 partecipano alle Olimpiadi di Amsterdam con il "due con" (sempre Milani): nella semifinale battono gli americani, i favoriti e fino ad allora considerati i migliori, ma affrontano nella finale tra gli altri la Svizzera, la compagine più temibile, con Renzo febbricitante all'insaputa di Pier Luigi e nell'ultimo e decisivo allungo Renzo cade in acqua esausto e l’imbarcazione si ribalta pregiudicando la gara e la vittoria. Renzo si trasferisce in Francia, a Tolone, dove fece parte del “Gruppo dei 5” fondato nel 1934 dai pittori Ambrogiani, Serra, Ferrari, Mandin , Seyssaud; poi a Parigi, dove la sue formazione artistica maturò giunse a compimento e infine nel Venezuela, dove risedette fino al decesso e di cui prese la nazionalità nel 1943. Ha partecipato alle più importanti rassegne d’arte nazionali ed internazionale, fra la quali il XVII Salón Oficial de Arte Venezolano promosso dal Museo della BB.AA. e dal Ministero dell’Educazione Venezuelana, e alla Exposición Internacional de Pintura del 1955 promosso dall’Ateneo di Valencia e dove figurarono opere di artisti di fama internazionale. Partecipò inoltre alla Mostra Collettiva dei pittori Labronici a Livorno nel 1931, al Salone annuale di Tolone negli anni 1935, 1936, 1937, al Salone annuale di Tolosa negli anni 1943, 1933, 1945, al Salone annuale di Pittura “Carlos D’Empaire” negli anni 1955 e 1956, fuori concorso e negli anni 1957 e 1958, al Salone “Arturo Michelena” a Valencia nel 1956 e nel 1957, ha tenuto mostre personali alla Galleria Etienne di Tolone nel 1937, al Club “Shell” in Lagunillas nel 1959 e al Centro delle Belle Arti e Lettere di Maracaibo, e alla Galleria “San Giorgio” di Venezia nel 1960. Si trasferisce definitivamente in Venezuela e intraprende parallelamente l'attività di costruttore e realizza il Palazzo Municipale di Maracaibo, l'edificio della C.V.P. l'edificio Don Matias, la Chiesa Padre Claret e la Chiesa de los Olivos. Pier Luigi è stato cacciatore e allevatore di cani da caccia, ed una delle personalità di spicco dell'ENCI e cofondatore del Pointer Club Italia, allevatore prima di Setter Irlandesi, si concentra poi sui Setter Inglesi e sui Pointers, cani con i quali ebbe maggiori risultati e soddisfazioni. Nel suo allevamento a Rosignano Marittimo presso la villa di famiglia, allevamento poi portato avanti assieme al figlio Carlo Augusto anch'egli noto pittore e allevatore, vantava numerosi campioni di lavoro e di bellezza. Allievo del macchiaiolo Angiolo Tommasi, fin dalla giovane età si dedica alla pittura di scene di caccia, di paesaggi maremmani, cavalli, butteri, buoi e nature morte con uno stile prettamente macchiaiolo. I suoi quadri sono stati pubblicati da numerose riviste del settore.

Il 7 gennaio 1927 in Consiglio Comunale il sindaco Vestrini elencò i numerosi lavori portati a compimento dalla sua giunta qualche volta con l’aiuto Solvay, fra i quali telefono in tutte le frazioni e autotrasporti sempre più estesi. Il 5 aprile 1927 il Consiglio Comunale in carica dal 1923 decadde per la riforma fascista. Il Prefetto nominò i Podestà nei comuni sopra 5.000 abitanti e mandò a Rosignano il Commissario Prefettizio Paolo Emilio Vacha-Strambio per provvisoria amministrazione secondo accordi col sindaco Vestrini stesso che gli passò le consegne. Nel 1929 Gino Vestrini partecipò al sopraluogo per l’esproprio dei terreni su cui realizzare la passeggiata lungomare da Caletta a Castiglioncello, pronta nel 1936. Infine nel 1935 venne sostituito dal Grand Uff. Prof. Giuseppe Baldasseroni chiudendo l'attività politica. Continuò però l'attività agricola e nel 1939 il Nuovo Catasto Terreni, riportava la fattoria Vestrini fra le più importanti del Comune con 543 ettari. Sul fronte sportivo, nel 1928 i fratelli Vestrini vinsero a Pallanza i campionati italiani delle loro due specialità e parteciparono alle selezioni per le olimpiadi di Amsterdam ove andranno col "due con", ma l’indisposizione di uno dei due impedirà loro di disputare la finale. Nel 1929 chiusero l’attività agonistica vincendo a Pallanza il campionato italiano ed in Polonia il campionato d’Europa. Quattro anni di grandi successi. Il fratello Roberto (Lolli) riprese l’attività entrando a far parte dell’equipaggio degli “Scarronzoni” mitico armo livornese. Vinse a Orbetello la semifinale e a Pallanza la finale dei campionati italiani. Nuova vittoria in Polonia negli europei. Nel 1930 Roberto vinse a Orbetello la qualificazione al triangolare Italia-Francia-Belgio ed a Parigi battè francesi e belgi. Vinse a Salò i campionati d’Italia e secondo a quelli europei. Fermo nel 1931, Roberto riprese nel 1932 sempre con gli “Scarronzoni” vincendo la selezione per le olimpiadi di Los Angeles dove arrivarono secondi al fotofinish dopo gli americani. Scrive il livornese Oreste Grossi nel suo libro sul canottaggio labronico: "Nella storia degli Scarronzoni c'è un altro studente, Roberto Vestrini, olimpionico a Los Angeles, studente in chimica. E' il terzo dei Vestrini, i suoi fratelli hanno dominato nel "due con" e nel "due senza" i campionati italiani del '27 e del '28 e quelli europei del '29. Senza l'aiuto di nessuno. Senza incentivi, senza premi. Niente. D'accordo, loro non hanno bisogno di incentivi. Appartengono a una bella famiglia borghese» conclude Grossi. Allori anche nell'atletica nel 1935, il fratello Massimo del Dopolavoro Comunale di Rosignano M.mo si mise particolarmente in luce, con due splendide vittorie nel lancio del peso e del disco. Durante la guerra la famiglia dovette lasciare la casa di Livorno considerata troppo esposta sul mare e ritirarsi a Rosignano per poi sfollare a Montevaso fino al termine del conflitto. La casa di Livorno occupata dagli sfollati venne venduta negli anni successivi e le famiglie dei fratelli restarono a Rosignano. L'8 luglio 1944 l'ing. Luigi Vestrini in località Acquabona, sul lato sinistro dell'omonimo fosso restò ucciso da schegge di granata in un campo minato dai tedeschi, mentre cercava la salvezza insieme alla famiglia. Nel luogo in cui morì c’è stata a lungo una stele in sua memoria, oggi scomparsa. (Vedi documenti in basso).
Uno degli ultimi lavori dell'impresa marittima Vestrini, fu nel 1945 il recupero della nave Valverde colpita dai tedeschi ed arenata a Castiglioncello in testa alla punta Righini, ma ormai l'attività dell'impresa portuale con la morte di Luigi Vestrini non stava andando bene e nessuno fu in condizioni di portarla avanti. L'attività viene in pratica ripresa e proseguita dalla ditta Neri.
Nel dopoguerra la famiglia si espande a macchia d'olio nelle attività più diversificate, ma la quasi totalità dei componenti mantiene la propria residenza nella grande villa storica di Rosignano. Il dott.Guglielmo Vestrini figlio di Augusto, è stato ottimo fotografo e schermidore di livello. Nel 1947 il dott. Pier Luigi Vestrini fu presente nel Consiglio del “Pointer Club Italiano” fra l’ aristocrazia della cinofilia venatoria del secolo, allo scopo di “favorire l’allevamento del Pointer di pura razza, sviluppare e perfezionare le sue qualità naturali dal punto di vista della caccia”. Molto conosciuto, anche il figlio Carlo Augusto, sia per la pittura di quadri di scene di caccia e cavalli (ricercati dagli appassionanti del settore in tutta Italia) sia per l'allevamento di cani da caccia Pointer, che sono stati campioni anche nazionali ed internazionali di lavoro. Carlo Augusto ha primeggiato soprattutto nei ritratti dei cani da cinghiale con mostre in tutta la Toscana, ricercando i tratti peculiari della razza che proveniente dall'impero autro-ungarico, è stata portata in Toscana al tempo del Granduca Pietro Leopoldo. Artista anche Renzo Vestrini, che con le sue composizioni a tecnica mista richiama esperienze pittoriche proprie di Burri spesso anticipandone tecnica e tematiche. Le sue opere sono esposte nei più importanti musei d'arte nel sud America. Anche Claudio Vestrini appartiene al mondo dell'arte, diplomato all'istituto per l'arte e il restauro di Firenze.
Il grande fabbricato di Rosignano. Il complesso si sviluppa in più corpi di fabbrica in aderenza realizzati in periodi differenti. I corpi di fabbrica principali sono due: la Villa sul lato nord e la Fattoria posta a sud. La villa si sviluppa su tre piani, un bell’androne pavimentato con lastre in  pietra serena conduce ai vari appartamenti al piano terra; tramite un ampio vano scala con gradini anch’essi in pietra serena e pianerottoli in cotto si giunge agli alloggi posti ai piani superiori. Un tempo al piano terreno si trovavano ambienti adibiti al ricevimento degli ospiti, la cucina, la sala pranzo, le rimesse (una delle quali si suppone fosse una cappella privata poi dimessa e trasferita in altro ambiente all’interno dell’edificio) ed ambienti adibiti a vari usi, il piano primo conteneva esclusivamente camere, sale e salotti ad uso esclusivo della proprietà, il piano secondo sottotetto conteneva le camere della servitù. Gli ambienti interni erano affrescati e le pavimentazioni in cotto verniciate e decorate, alcuni ambienti erano dotati di caminetti in marmo, non poche camere ad oggi conservano decorazioni ancora ben visibili. La Villa è stata costruita in tempi differenti ed ha subito modifiche ed ampliamenti presumibilmente nel corso del 1800 che ne hanno modificato in parte l’aspetto esteriore, il corpo originario è quello posto alla destra della torre guardando la casa dalla strada, la torre e la parte posta a sinistra di essa che confina con la Via Acquabona pare esser stata edificata in un secondo tempo come altri corpi più piccoli della villa posti sul retro. La parte confinante con la strada conteneva le scuderie al piano terra, un ampio salone al piano sovrastante e altre camere adibite alla servitù al piano secondo sottotetto. La stesso corpo originario è stato in parte sopraelevato in fine 800 (si notano evidenti le diverse coperture nella foto fine 800) per fornire alla facciata lato ovest la simmetria ad oggi ben visibile (foto 17). La Fattoria costruita in aderenza alla facciata lato sud della villa, è rimasta tale fino a pochi decenni fa, ed è suddivisa anch’essa in appartamenti per civile abitazione, fondi e magazzini al piano terra. Un tempo il piano terra era adibito a frantoio, tinaio, coppaio e magazzini e ai piani superiori il forno, i magazzini, gli uffici e l’alloggio del fattore. Ad oggi si ritrovano tracce sinteticamente descrittive al fine della tassazione della fattoria, nei libri dell’estimo del 1795.

NOTE

1 - "Braccio del Vestrini"  - Così era chiamato l’ attuale “molo di attracco delle petroliere” al porto di Livorno, (oggi diga del Marzocco). L’ ambiguità che avrebbe attribuito questo nome alla Diga della Meloria, è tranciata dall’ autorevole documentazione relativa a recenti progetti di ristrutturazione che lo coinvolgono, purtroppo negativamente, in una prospettiva di demolizione ( “Idee di una bozza di Piano Regolatore del Porto di Livorno” - Ing. Enrico Mostardi Agosto 2006, p.to 3.5  e “ Indirizzi di piano per prefattibilità di PRP“- APL marzo 2009, p.to A.2.1).

Il coinvolgimento del nome Vestrini nelle opere portuali di Livorno è dovuto al fatto che importanti lavori di ristrutturazione del porto di Livorno furono appaltati il 7.02.1910 all’ impresa Vestrini: la costruzione della diga rettilinea del Marzocco (E->W) e, di fronte, il prolungamento a nord della Diga curvilinea
(S->NNE) ed anche il prolungamento di 200 m. della diga di Vegliaia. Il progetto di cui sopra, preferito a quello dell’ing. Gatto, fu dell’ing. Cozza. Tre furono le imprese consultate per la trattativa privata: De Waele e Ercole Antico, furono scartati per condizioni troppo onerose sulle tasse di ancoraggio, mentre l’impresa Vestrini, oltre a non domandare nulla come tassa d’ancoraggio, fece uno sconto del 2.5% sul prezzo di appalto. (Biblioteca Labronica di Villa Maria:  Inaugurazione dei lavori del nuovo porto di Livorno, 3 luglio 1910: Relazione del comitato cittadino -Ing. Giovanni Saccardi - tipogr. Belforte e C. -1910 Livorno. Trattasi di una Relazione redatta il 24.06.1910 (in vista dell’inaugurazione lavori) dall’ing. Saccardi, membro del comitato cittadino istituito il 3.01.1906 e costituito da commercianti, agenti marittimi, imprenditori di lavori per lo sviluppo del porto; presidente l’ On. Ing. Salvatore Orlando. Descrive gli avvenimenti ad alto livello politico e organizzativo, in relazione con i Ministeri centrali competenti, che hanno accompagnato lo sviluppo del progetto). (Per le ricerche blibliografiche in oggetto si ringrazia l'ing. Marcello Orazio).

2 -  Da "Antiche manifatture del territorio livornese - Fornaci da calce - ceramica - vetro" di Taddei, Branchetti, Cauli, Galoppini, scaricabile dal sito)
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Adunanza 4 febbraio 1924 - Congratulazioni al Sindaco neo-fascista
Il Consigliere Morelli mentre si congratula con il Sindaco Comm. Vestrini per il suo passaggio al Partito Fascista, propone di inviare alla Federazione Fascista di Pisa il seguente telegramma:
«Consiglieri Comunali Rosignano Marittimo, aggi adunatisi, esternano unanime loro ammirazione nel Fascista Com. Vestrini. Proseguono lavori massima cordialità»
Il Consigliere Garbaglia si associa ed è lietissimo che il Partito Nazionale Fascista abbia accolto nelle proprie file il Sindaco Vestrini. Altri Consiglieri annuiscono e tutti approvano fra acclamazioni volte al Fascismo e al Com. Vestrini.


1945 - Il fattore Balducci invia al Sindaco Dardini la mappa della fattoria con le zone minate e sollecita la bonifica.
Rosignano M. 22-6-1945 - Ill.mo Signor Sindaco del Comune di Rosignano M. - In unito vi rimettiamo una schizzo delle zone minate di questa azienda agraria onde facilitarne la ricerca alle squadre addette al rastrellamento. La stessa denuncia fu a suo tempo rimessa al Comandante la Stazione dei Carabinieri di Rosignano M. al Governatore alleato di Rosignano, al comitato L.N. locale, all'Ispettorato Provinciale dell'Agricoltura. Fin'oggi nessun provvedimento è stato preso per eliminare tanto pericolo e rendere coltivabili quei terreni ove in seguito a esplosioni di mine, è deceduto uno dei Principali, (l'Ing. Luigi Vestrini), un soldato che volontariamente si era accinto a cavare una parte di dette mine ed il capoccia della famiglia colonica Pelosini. Ultimamente poi una nuova esplosione avvenuta in un campo che ritenevamo sicuro, mandò in frantumi un carro agricolo, e colpì due bovi, uno dei quali fummo obbligati a macellarlo. Da quest'ultima esplosione furono miracolosamente risparmiate tre persone della stessa famiglia Pelosini. Sentitamente vi ringraziamo in anticipo.
 

1945 - La mappa inviata dal fattore Balducci al Comune.

 

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