Rosignano Solvay ieri/Fascismo    

Rosignano Solvay 5/9/1926 - Inaugurazione Casa del Fascio alla presenza di Costanzo Ciano Inaugurazione della Casa del Fascio. Da sin. Amilcare Griselli, Carlo Leoni, Direttore Van Caubergh, C. Ciano, Angiolo Giaconi 1938 - Parata davanti alla Casa del Fascio Casa del Fascio. 'Solo Iddio può piegare la volontà fascista. Gli uomini e le cose mai'. (Arch. Luperini) 1941 - La Casa del Fascio sull'Aurelia dedicata al fratello di Mussolini, Arnaldo giornalista. La casa del fascio. (Arch. Luperini) 1935 - L'ingresso dello stadio della Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale' (MVSN), oggi Stadio Ernesto Solvay 1935 - Caserma della 'Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale' (MVSN), Camillo Galligani oggi Stadio Solvay 1935 - Caserma della Milizia, Camillo Galligani oggi Stadio Solvay 1938 - Caserma della Milizia, Camillo Galligani dall'interno del campo di calcio 1938 - Caserma della Milizia e Camillo Galligani 1938 - Caserma della Milizia Camillo Galligani 1941 - Borsa di studio 'Benito Mussolini' Planimetria del campo di atletica e Casa del Balilla Campo della GIL 1935 - Ingresso al campo di atletica della GIL (Gioventù Italiana del Littorio) e dell'ONB (Opera Nazionale Balilla). Sullo sfondo la sede ONB. Casa e palestra della GIL 1935 - Inaugurazione campo di atletica della GIL 1935 - Il nuovo Campo di atletica della Gioventù Italiana del Littorio 1941 - Il Campo di atletica della GIL 1936 - La 'Casa del Balilla' ricavata da un'ala delle elementari All'estremità est del campo GIL, la casa del Balilla e la scuola materna. Befana del Duce Figli della Lupa al campo del Balilla 1934 - Il plotone degli Avanguardisti moschettieri che partecipò al campo Dux del 1934 (foto C.Marchi da 'Ciminiera dimezzata' di Celati-Gattini) Balilla, prove con le armi 1932 - Manifestazione di Balilla al campo sportivo 1938 - Avanguardisti 1938 - La squadra del Dopolavoro Solvay al Concorso Ginnico Nazionale 1932 - IV concorso Dux 1934 - Concorso Nazionale per fanfare balilla a Roma 1933 - Festa dell'uva (Arch. A.Meoli) Saluto romano anche al fotografo 1936 - Il villaggio 'Ciano' che poi sarà 'Garibaldi' Disposizioni del regime 1942 - Gruppi di attività della GIL


 

Casa del Fascio, stadio e campo di atletica della GIL, villaggio Ciano
(Archivi Solvay - Bernini - Griselli - Corsini - Pagnini - Gattini - Pardini - Luperini - "Alando" Ediz.. Comiedit)

 5/9/1926 - Festa grande al Paese Nuovo, si inaugura la prima Casa del Littorio del comune di Rosignano sulla centralissima Via del Littorale. I dipendenti Solvay e di altre ditte locali hanno dato due giornate di lavoro ed a far quadrare i conti ha provveduto poi come sempre in quei tempi, la Solvay che aveva anche ceduto il terreno a prezzo simbolico. L'immobile, raso al suolo dagli eventi bellici, fu, dopo la Liberazione, ristrutturato per iniziativa dell'UDI. (Unione Donne Italiane) adibito a sua sede, ad una sezione di asilo per l'infanzia e sede di associazioni democratiche e prese il nome di Casa del Popolo. Nell'agosto 1952 ci fu una manifestazione popolare con arresto di ex partigiani, contro la requisizione della Casa del Popolo da parte dello Stato per assegnarla alla Polizia di Stato che dal dopoguerra a quel momento aveva avuto una sede provvisoria a metà del viale Trieste in una villa della Solvay.
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La camicia nera Camillo Galligani di Rosignano Solvay muore il 21 gennaio 1936 sul fronte eritreo. A lui viene dedicata la via dietro la chiesa (ora Don Minzoni) e la caserma della Milizia ovvero il fabbricato su via della Repubblica che successivamente è stato coperto con la tribuna dello stadio E. Solvay e di nuovo ristrutturato nella versione attuale negli anni '90. Lo stadio rimase in funzione fino alla stagione 1934-35 quando il Gruppo Sportivo dovette sospendere l'attività calcistica per volontà dei gerarchi locali che decisero di utilizzare il campo (intitolato ad Ernesto Solvay) come centro di addestramento della Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale. Nel riquadro di foto 4, l'insegna sotto la bandiera della "Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale" fondata il 10 febbraio 1928 (festa nazionale).
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Formazione fascista per i giovani
Fin dal 1930 il nuovo campo della GIL è la sede ufficiale delle manifestazioni e delle esercitazioni dei giovani dell'O.N.B. (Opera Nazionale Balilla fondata nel 1926, trasformata nel 1937 in GIL). Posta alle dirette dipendenze del segretario del partito, Starace, inquadrava militarmente i bambini, maschi e femmine, a seconda dell’età. Il periodo preparatorio (di carattere prevalentemente morale e disciplinare) cominciava a sei anni con i Figli della Lupa (la lupa che allattò i gemelli della fondazione di Roma), con pantaloncini, bretellone bianche e la M mussoliniana sul petto; proseguiva dagli otto ai quattordici anni con i Balilla e le Piccole italiane; tra i quattordici e i diciotto anni gli Avanguardisti e le Giovani italiane; con i diciotto anni il giovane valido e iscritto nelle liste di leva era già soldato. La scuola aveva il sacro dovere di lasciare ampio spazio alla preparazione fisica dei giovani fascisti. A Rosignano grazie alle attrezzature esistenti si eccelle in due campi: il canottaggio e l'atletica-ginnastica. Il 16 giugno 1935 venne istituito il sabato fascista dedicato all’addestramento militare e politico all’insegna dell’obbedienza e della disciplina. Al mattino i ragazzi andavano a scuola con la divisa di Balilla e se c’era la visita del direttore o di un gerarca dovevano cantare in coro Fischia il sasso, l’inno dei Balilla.
                                             "Fischia il sasso, il nome squilla
                                                 del ragazzo di Portoria
                                                  e l’intrepido Balilla
                                                sta gigante nella storia".
Nel pomeriggio partecipavano alla ginnastica e alle esercitazioni militari alla Casa del Balilla per prepararsi al saggio finale sportivo-militare che si svolgeva ogni anno a Roma davanti al Duce allo stadio dei Marmi al quale partecipavano gli elementi migliori. Il motto della GIL era: «Credere, obbedire, combattere», scritto sui muri di tutt'Italia. L’iscrizione alla GIL non era obbligatoria, ma era meglio farne parte visto che vi appartenevano quasi tutti. A sei anni i bambini andavano a scuola, maschi e femmine in aule rigorosamente separate. Le poche classi miste erano composte di elementi ritenuti poco dotati e insofferenti di disciplina che venivano individuati e isolati dal resto della scolaresca. I maschi in grembiule nero, il colletto bianco applicabile e il colore del fiocco che variava a seconda della classe (rosa in prima, celeste in seconda, rosso in terza, verde in quarta, blu in quinta). Le femmine in grembiule bianco o a righine rosa, con fiocco rosa o bianco. L’insegnante, anch’essa nella divisa prescritta dal ministero, prima di iniziare le lezioni, invitava la classe alla preghiera, dalle pareti incombevano i ritratti del re e del Duce separati dal crocifisso, che il fascismo aveva fatto mettere in tutti gli edifici pubblici, dalle scuole ai tribunali. Il silenzio in aula doveva essere assoluto. La disciplina era una virtù fascista. Il capoclasse vigilava sul buon comportamento della scolaresca.
                                                    "Silenzio perfetto
                                                   chi tace un confetto,
                                                      chi dice parola
                                                     va fuori di scuola".
Il banco di legno rigido per due, portava i segni di generazioni di scolari, nomi e date, incisi col temperino. Si scriveva col pennino, a cuore o a campanile, il calamaio si portava da casa o era incorporato nel banco e riempito ogni giorno dalla bidella. I quaderni tutti uguali, a righe per il tema d’italiano e a quadretti per gli esercizi di aritmetica, avevano la copertina nera traslucida, trentasei pagine, col bordo rosso, un foglio di carta assorbente, e si acquistavano in cartoleria oppure li regalava il patronato scolastico ai ragazzi bisognosi. La merenda nell’ora di ricreazione si faceva in palestra, nel cortile o nei lunghi e squallidi corridoi della scuola con quello che ognuno s’era portato da casa; per i ragazzi più poveri la refezione scolastica era gratuita: pane, burro e marmellata. Gli allievi venivano periodicamente visitati nell’ambulatorio scolastico. Il medico prescriveva di solito lo sciroppo per la tosse e come ricostituente l’olio di fegato di merluzzo, l’incubo per generazioni di ragazzi gracili: la misura era un cucchiaio al giorno, tenendo pronto uno spicchio di limone per cancellarne il disgustoso sapore di pesce. Nei casi di grave deperimento organico, anemie o inappetenze il giovane veniva iscritto nelle liste per il soggiorno nelle colonie marine o montane, nei campeggi estivi e invernali, gestiti dalle organizzazioni fasciste, dove l’assistenza e la cura erano assicurate da personale specializzato. Il regolamento limitava a 30 il numero massimo degli alunni che potevano essere ammessi in ciascuna classe. Il pagamento delle tasse scolastiche era ripartito in quattro rate uguali. Con la guerra, nelle scuole superiori l’insegnamento del francese venne sostituito da quello del tedesco. L’indottrinamento dei giovani era un compito che richiedeva assoluta dedizione e fedeltà. L’obbligo del giuramento di fedeltà al regime, già osservato dai maestri delle scuole elementari, venne esteso anche ai professori delle scuole medie inferiori e superiori, e l’8 ottobre 1931 anche ai professori universitari. Milleduecentododici professori giurarono, soltanto tredici rifiutarono.
(Sintesi da: "Otto milioni di biciclette" di Romano Bracalini)
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1938 - Si procede alla trasformazione del fabbricato “Scuole Avviamento al lavoro” in casa Balilla ed alla costruzione della Caserma per milizia DICAT. Modifica anche alla Caserma M.V.S.N.
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A Rosignano S. si costituiscono i gruppi di attività della Gioventù Italiana del Littorio. Quattro le sezioni: Cultura e Propaganda (Neri-Muzzati), Artistica, Ricreativa, Musicale (Piero Mercuriali), Ginnico Sportiva (Aldo Giannini), Preparazione Professionale (Ovidio Paglianti). 
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Oggi è solo l'ala estrema lato nord del fabbricato delle scuole elementari, ma nel ventennio era la sede dell'O.N.B. (Opera Nazionale Balilla) e con il campo di atletica leggera proprio davanti, consentiva lo svolgimento degli allenamenti ginnici in ambito scolastico dei Figli della Lupa (fino a 8 anni) dei Balilla (fino a 12) e degli Avanguardisti (fino a 18) in vista della partecipazione alle annuali sfide nazionali da tenersi a Roma nei vari Campi Dux.  Sullo sfonda a sinistra di foto 11, il fabbricato della scuola di Avviamento, per decenni fucina di personale operaio specializzato per lo stabilimento Solvay.    
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Lungo via della Repubblica, oltre il Botro Secco e partendo da via Ernesto Solvay che dalla porta dello stabilimento si allungava fino al Botro Cotone nasce il "Villaggio Costanzo Ciano", villaggio operaio, fatto di casette unifamiliari, tutte uguali ad un solo piano con qualche eccezione bifamiliare, sempre con orto e giardino. Via Fiume, Pola, Buccari, strade a squadra ombreggiate dai pini. Alla fine della guerra, regolamentare cambio di toponomastica da C. Ciano a Villaggio Garibaldi che va sempre bene...      
                                                     IL FASCISMO  

Nella provincia di Pisa, nella primavera del 1922, le sezioni del Partito Nazionale Fascista assommano a 49. Due sono già istituite nel territorio comunale: quella di Gabbro, inaugurata nel maggio e quella di Castiglioncello, costituitasi nell'ottobre del 1921. È una penetrazione lenta, nei primi tempi, in linea con la scarsa propensione all'attività politica che ha contraddistinto la nostra zona nei primi vent'anni del secolo. Basti pensare che i fasci erano stati fondati a Piombino e a Cecina nel corso del 1920 per giustificare l'annotazione.
Gabbro è la frazione più povera del territorio, e la più inquieta sotto il profilo politico. Nei verbali di alcune elezioni del tempo si parla di impedimenti avutisi nel corso delle operazioni per le intimidazioni dei rappresentanti della lista del «Blocco Amministrativo» (consultazione comunale del novembre 1920) e, in seguito, per «irregolare costituzione e funzionamento del seggio, violenze ed esclusioni a danno di ex combattenti», come scritto nelle dimissioni presentate dal gen. Cordero di Montezemolo e come, in parte accennato, nei lavori consiliari (consultazione comunale dell'aprile 1923).

Le condizioni di arretratezza del paese ed il carattere sanguigno dei suoi abitanti portano alla radicalizzazione degli scontri politici fra le forze della sinistra ed i militanti fascisti. Avvengono pestaggi ed episodi di violenza che sfociano anche in un processo, con quaranta imputati e venti di questi condannati a pene variabili da sei mesi ad un anno. Si tratta di coloro che, nella sezione, avevano aderito al Partito Comunista d'Italia. Al difensore avv. Arnaldo Dello Sbarba viene imputata una condotta non lineare, tesa ad ottenere l'assoluzione dei soli socialisti, tanto che localmente si determina una profonda frattura tra i due partiti della sinistra. Castiglioncello, al contrario, è la frazione più ricca. Vibra di fermenti di autonomia amministrativa, già in atto all'inizio del secolo ad opera del barone Patrone, operazione cui non pare estranea la sezione del Partito Nazionale Fascista. Nelle ville sul promontorio, durante l'estate, e presso gli Uzielli, si danno poi convegno personalità fiorentine ed anche romane seguaci del credo mussoliniano.
Motivi diversi, e di contrastante valore, ricalcano i passi iniziali del fascismo nel nostro territorio e rendono così ardua ogni possibile analisi. Il fatto che la Direzione Solvay, come nella consuetudine, si estranei da ogni e qualunque presa di posizione, costituisce, senza alcun dubbio, un particolare sul quale riflettere.
Trascorre un anno ed alla fine dell'estate 1922 aprono i loro battenti i fasci di Vada e di Rosignano Marittimo. Nel capoluogo la manifestazione inaugurale è solenne: ha luogo il 20 settembre con la consegna del gagliardetto, alla presenza di autorità e di esponenti labronici. A Rosignano Solvay tale cerimonia si svolge il 30 dicembre. Il nuovo Partito comincia la sua espansione nella zona, pur se le sezioni di Castelnuovo della Misericordia e di Nibbiaia saranno operanti solo dopo il 1924.
La partecipazione degli squadristi del Comune alla Marcia su Roma assomma a 74 unità, dato consistente, ma non vistoso, se rapportato in special modo con quello dei centri vicini. Il nucleo comprende 23 residenti di Vada, 19 di Rosignano Marittimo, 14 di Gabbro, 11 di Castiglioncello, 5 di Rosignano Solvay, 2 di Castelnuovo. Nessun abitante di Nibbiaia prende parte all'evento.
Nel mese di dicembre rassegnano le dimissioni da consiglieri comunali il maggiore Attilio Gotti ed i cinque socialisti vadesi, capeggiati da Dardo Dardini. Altri 19 loro colleghi, in un secondo tempo, imitano il gesto, inoltrando alla Giunta lettere collettive o personali. L'assemblea è completamente smembrata e la necessità di nuove elezioni appare urgente. La tornata si svolge il 29 aprile 1923 con qualche ombra nella frazione di Gabbro. Premia incondizionatamente i candidati ed i simpatizzanti fascisti che conquistano tutti i seggi, anche se il marchese Cordero di Montezemolo non accetta l'incarico, motivando la rinuncia con le ragioni già esposte.
Il comm. Gino Vestrini, nel corso della seduta di insediamento, viene riconfermato nell'incarico di primo cittadino. Fanno parte della Giunta, dopo le apposite votazioni, gli assessori Filippo Martini, rag. Attilio Garbaglia, Romualdo Pescucci, Giuseppe Luparini ed Arturo Vincenti. Anche queste elezioni si sono svolte, nel Comune, attraverso il consueto meccanismo della ripartizione dei consiglieri fra il capoluogo e le frazioni. Il maggior numero di voti di preferenza va ad Ugo Bonannini (732), seguito da Federigo Nocchi (693), entrambi logicamente di Rosignano Marittimo, dove Vestrini occupa solo il sesto dei dieci posti in graduatoria, con 653 suffragi. Se il risultato dell'urna non è esaltante per il Sindaco riconfermato, ci sembra opportuno sottolineare che il personaggio risulta autorevole. Riscuote la fiducia delle autorità governative e dei gerarchi di Pisa e di Livorno, è attivo, ha notevoli capacità di risolvere anche questioni non facili. Lo prova il fatto che con una serie di manovre, riesce a soffocare la richiesta di autonomia amministrativa avanzata dai maggiorenti e dai commercianti di Castiglioncello.
Il verbale della prima riunione è scarno, ed al tempo stesso eloquente. Dopo la nomina della Giunta si basa su proposte dell'invio di telegrammi «con fervidi alala». La prima proposta è del consigliere Renato Bianchi di Vada, la seconda del Sindaco, la terza del consigliere Tozzi di Castelnuovo, la quarta (che si articola su due comunicazioni telegrafiche) dell'assessore Garbaglia di Castiglioncello. Partono così cinque telegrammi rispettivamente indirizzati alla Federazione Fascista, all'on. Costanzo Ciano, al Duca della Vittoria, a Benito Mussolini ed al Re. I testi vengono approvati all'unanimità ed il consesso così conclude, in piena euforia, i primi lavori.
Il prestigio del comm. Vestrini (che sarà uno dei pochi, in Toscana, a passare in maniera agevole e pressoché scontata dalla carica elettiva di Sindaco a quella designata di Podestà) è un fattore non secondario nella graduale, ma vasta affermazione del fascismo nel territorio. È certo, però, che contribuiscono in misura rilevante anche il miglioramento notevole della situazione economica e il favorevolissimo andamento occupazionale, attraverso le massicce assunzioni della Società Solvay. L'avanzata del credo mussoliniano è testimoniata dai documenti e dalle cifre.
Interessante ed indicativa appare la comparazione dei dati delle elezioni politiche svoltesi nel nostro territorio. Offre esauriente testimonianza del repentino, nuovo corso assunto dall'elettorato. È una svolta brusca, suffragata dal linguaggio delle cifre.

Nelle votazioni del maggio 1921 l'affluenza alle urne, per quel che concerne l'ambito comunale, tocca appena la percentuale del 52,7. Il Blocco Nazionale, contraddistinto dal simbolo della stella a cinque punte, ottiene la mag­gioranza relativa con 941 suffragi e il 42,9%. La consultazione, tuttavia, mostra appieno la vitalità delle forze della sinistra. Lo affermano i risultati che vedono al secondo posto il Partito Socialista con 527 voti (26,3%), seguiti dai comunisti con 255 (ed un eloquente 11,6%) e dai repubblicani con 216 (9,8%).
Nutrita, di contro, è la partecipazione dei nostri cittadini alla tornata elettorale dell'aprile 1924. Si attesta sull'82%, limite al tempo ragguardevole. Segna il trionfo del «Listone del Fascio Littorio». Dalle ricerche di Leo Gattini e dalle cifre elaborate da Mario Volpato nel volume «Alle radici del Partito Comunista di Rosignano» si rivela come su di un totale di 2.750 voti validi ben 2.405 si siano convogliati sulla lista mussoliniana, che porta il 21 come numero d'ordine. Tutti i venticinque candidati raccolgono voti di preferenza. In prima posizione figura Guido Buffarmi Guidi con 712, seguito da Costanzo Ciano con 480, da Lando Ferretti con 300, da Carlo Delcroix con 247 e da Alessandro Martelli con 217. Sem Benelli, capolista per ordine alfabetico, raggiunge quota 84. La strepitosa affermazione espressa dalla percentuale dell'87,5% si fa ancora più marcata con l'aggiunta del 3,4% (voti 93) conquistato dalla lista fiancheggiatrice (quella numero quattro) che nei documenti ufficiosi viene addirittura definita come «Fascio bis».
La sinistra, nel territorio, «appare in caduta verticale»: lo dice Mario Volpato, nell'opera citata. I socialisti massimalisti si fermano a 61 voti, i socialisti riformisti a 54, i comunisti a 31. Quest'ultimo schieramento presenta nella circoscrizione dieci candidati. All'ultimo posto, per esigenze alfabetiche, vi figura Palmiro Togliatti, e la segnalazione è inedita. Il futuro leader del Partito Comunista Italiano non ottiene, nel Comune, alcuna preferenza. Ne vanno tre ad Egidio Gennari, ed una ciascuno ad Aladino Bibolotti, Ricciardino Bonelli, Giuliano Corsi, Onorato D'Amen ed Athos Lisa.
Vengono ovviamente penalizzati anche gli altri schieramenti politici. Il Partito Popolare che presenta quale capolista Giovanni Gronchi, futuro Presidente della Repubblica, raccoglie 47 suffragi (dei quali 21 a Castelnuovo) con 11 preferenze per il suo primo candidato. I monarchici, intanto, con 20 voti superano i repubblicani che ne raccolgono soltanto 17, quasi equamente divisi fra il capoluogo e Vada.
Una considerazione particolare riguarda Castiglioncello. Qui il «Fascio Littorio» può vantare un dominio pressoché assoluto. Raggiunge infatti la percentuale, quasi incredibile, del 97,2. Il dato, già sensazionale, si dilata con 1'1,1% messo insieme dalla lista fiancheggiatrice. Agli altri partiti, nella frazione, restano le briciole: cinque voti, in tutto.
Nel giro di soli tre anni la situazione politica locale risulta completamente nuova, caratterizzata da un vero e proprio sconvolgimento di valori. L'affermazione fascista è fenomeno vistoso, avvalorato dalle cifre. Non sta a questa pubblicazione ricercarne le cause, approfondirne la portata. Abbiamo solo cercato di sottolineare gli aspetti che ci riguardano da vicino e che prendono atto delle risultanze, in qualche caso anche singolari, delle sette sezioni elettorali chiamate a funzionare nel nostro Comune.
(Da: "Sale e pietra" di Celati - Gattini )

Biografia di Costanzo Ciano nella sezione PERSONE
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Vedi gli elenchi dei fascisti del movimento squadrista nel Comune di Rosignano M. dei partecipanti alla marcia su Roma, le date di fondazione dei Fasci di Combattimento, gli ufficiali e graduati deceduti o feriti in O.M.S.

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