Rosignano Marittimo oggi |
Il Mulino a vento di Rosignano dal 1932 al restauro del 2009 |
Video tratto da: "I segni storici del paesaggio rurale" di R. Branchetti e A. Guidi, per gentile concessione. |
I MULINI A VENTO Nell'area comunale sono presenti i resti di tre mulini a vento, tutti del tipo "a torre" cilindrica (mulino di Collina Alta a Castelnuovo), o tronco - conica (mulino di Poggio D'Arco al Gabbro e di Rosignano); quest'ultimo, il più antico dei tre, a quota 170m. s.l.m, presenta un'ampia base a tamburo rispondente alla tipologia disegnata da Agostino Ramelli nel 1588. La torre, realizzata in muratura (pietra locale e mattoni), era sovrastata da una calotta mobile (in legno), ruotante secondo la direzione del vento, che sosteneva le pale e conteneva gli organi della trasmissione. Non sappiamo se la rotazione della calotta avvenisse manualmente spingendo un lungo timone che arrivava sul terreno, oppure attraverso i meccanismi di un verricello a mano applicato al timone stesso. Agli inizi dell’Ottocento erano in uso sistemi con mulinello a ventaglio montati all’estremità del timone, che, spostandosi in base alla direzione del vento, trasportavano il timone stesso e orientavano le pale del mulino nella posizione più favorevole. Purtroppo di questi meccanismi non è rimasta traccia. Le pale (in genere quattro) erano costituite da telai di legno, inclinati di un certo angolo, su cui erano distese e fissate con anelli scorrevoli delle tele che, a mulino fermo, potevano essere ammainate e legate ad una estremità della pala. I telai delle pale erano composti da pioli collegati ad un asse principale chiamato “frusta” che, a sua volta, era incastrato in un blocco di legno fissato per mezzo di mortasse, cunei e bulloni all’albero di trasmissione. I supporti dell’albero di trasmissione, nei mulini più antichi, erano in legno o in pietra e successivamente furono costruiti in ferro. L’albero di trasmissione era posto alla sommità della calotta ed aveva una inclinazione compresa fra 5 e 12 gradi. Tale inclinazione era necessaria per evitare che la spinta del vento non provocasse il ribaltamento della copertura. Il movimento delle pale azionate dal vento faceva ruotare l’albero inclinato che, grazie ad un sistema di ingranaggi analogo a quello dei mulini idraulici a ruota verticale, trasferiva il movimento alla soprana. Nella parte posteriore dell’albero di trasmissione era fissata una ruota frenante che veniva azionata a mano per mezzo di un sistema a leva; si poteva in tal modo variare o addirittura bloccare la rotazione dell’elica. Poter controllare la velocità di rotazione dell’elica, da cui dipendeva l’uniformità del movimento della macina, era molto importante specialmente in circostanze di vento forte. In genere la torre degli opifici eolici si elevava su due piani: al terreno si trovava il locale dei grani e delle farine, mentre al primo piano era collocato il "palmento", ovvero la coppia di macine con la macina superiore ("soprana"), mobile e la inferiore ("sottana"), fissa. Il segnale turistico, collocato nei pressi dell'opificio, ne fa risalire l'epoca di costruzione al secolo XVI; tuttavia nessun riferimento a questo mulino a vento compare negli estimi cinque-seicenteschi del Comune di Rosignano, solo nell'Estimo del 1795 viene descritto per la prima volta come "dismesso" e" immacinante". Un colpo gravissimo alla struttura della torre è stato inferto dai bombardamenti dell'ultima guerra, quando l’elevato fu colpito da un bombardamento diretto su villa Zolli occupata dai tedeschi, che arrecò un danno gravissimo alla struttura provocandone, tra l’altro, il crollo delle volte e delle scale interne. La foto del 1932 mostra, la struttura in uno stato di conservazione decisamente migliore dell'attuale. (Da: "Ambienti storici e ambientali in ambito rurale" per gentile concessione di Roberto Branchetti) (Per saperne di più: "Antichi mulini del territorio livornese" scaricabile dal sito)
Ferdinando III° col figlio Leopoldo la mattina dell'11 Marzo 1817 giunse da Cecina
a Rosignano, scendendo all'Arcivescovado ove pranzò; visitò la
Potesteria, la chiesa di Castello, la Cancelleria, il Molino a vento del
Sig. Francesco Blasini, e fu accompagnato da Autorità e da cittadini.
TASSA DEL MACINATO PER LE COMUNITA' DI ROSIGNANO, CASTELNUOVO E CASTELVECCHIO. Dal 1 aprile 2004, il vecchio mulino ha iniziato a “risplendere di luce propria”, grazie a lavori di risistemazione dell’area e valorizzazione della vecchia struttura, completata per la prima volta da una illuminazione artistica particolarmente suggestiva. I lavori dal costo di 55mila euro, oltre che nella illuminazione artistica, consistono nella realizzazione di una area attrezzata con giochi per bambini, panchine, un percorso pedonale pavimentato ed una staccionata a protezione del monumento, che, giunto a noi in condizioni di rudere, era fino ad oggi inserito in un ambiente piuttosto degradato ed in stato di abbandono. Fra 2008 e 2009 è stato eseguito il "restauro" conservativo della struttura. |
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