Rosignano Marittimo ieri

Piazza Carducci, le scuole elementari del 1908 1926 - Piazza Giosuè Carducci e Monumento ai Caduti opera di A.Dazzi (Foto D'Ercole) Piazza Giosuè Carducci nel 1936 (Arch. C. Cassigoli)

Piazza Carducci, le scuole elementari ed il monumento ai Caduti

                            Istruzione pubblica
Si trova notizia del primo maestro di scuola pubblica a Rosignano nel 1555. Nel giorno 8 Gennaio di quell' anno i Signori Cinque del contado e distretto di Firenze «danno licentia agli habitanti di Rosignano» di proporre il salario ad un maestro di scuola e barbiere per scudi 30 all' anno e il 19 Gennaio 1555 venne eletto a tale doppio ufficio Francesco di Giovan Battista di Mariottini da Volterra. Così il primo educatore dei ragazzi di Rosignano, stipendiato dal Comune, fu, 370 anni fa (il libro è del 1925), un cittadino di Volterra, il quale, oltre la penna, doveva saper maneggiare anche il rasoio, ed il rasoio di quei tempi! In seguito lo strano connubio delle due professioni fu soppresso e quasi sempre, come maestro «di grammaticha», fu nominato un ecclesiastico, che, naturalmente, doveva dire anche messa. Infatti nel 1576 il maestro era un fra Michelagnolo e circa 90 anni più tardi si può leggere una deliberazione del Comune (11 Settembre i665) che suona così: « atteso il buon servizio che ha reso e rende nella sua carica di maestro di scuola et il profitto delli scolari del Molto eccellentissimo maestro Don Giovanni Antonio Silva da Fivizzano; conoscendolo perciò meritevole, il medesimo confermorno e confermano in detta carica per un anno » col salario però sempre di scudi 30 all’ anno. Deliberazione lusinghiera per la dignità dell' insegnante, ma sempre 30 scudi! Soltanto nel 1776, cioè più di 200 anni dopo, il salario del maestro fu elevato a scudi 40, e nel 1786 a scudi 60, ivi compresi scudi 18 per l' obbligo al maestro Don Marco Salvetti di fare anche da secondo cappellano. Il maestro, come tutte le altre cariche ad uffici, era, nominato sempre per un anno, salvo conferma. Nel 1668 fu nominato maestro di squola, il prete Domenico Guerrazzi da Castelfranco di sotto, forse della stessa famiglia di Francesco Domenico. Nel 1799 il salario del maestro fu ancora elevato a scudi 85, ma il maestro doveva insegnare ai giovani «leggere, scrivere, l' aritmetica, la lingua latina, 1' umanità e rettorica», pur continuando a far da secondo cappellano-curato e, durante la dominazione, francese, doveva insegnare altresì la lingua francese. I maestri nel 1809 erano due e, poiché non avevano destinato i giorni o le ore addette alla scuola, così il Consiglio- Municipale in quell'anno stabilì «che i Maestri di scuola devino fare le loro lezioni due volte al giorno, semprechè precedentemente vengano annunziate queste con il suono a tocchetti della campana della Cura, fissando l' ore dalle nove della mattina alle 11 e dalle 2 pom. alle 4, d' inverno, e nell' estate dalle 8 della mattina alle ore 10 e dalle 3 allo 5, esclusi i Giovedi ed i giorni festivi e le consuete vacanze del1' ottobre e del carnevale». Nel 1814 i due maestri, sacerdoti entrambi, dovevano insegnare a leggere, a scrivere, l' aritmetica, la lingua italiana e la dottrina cristiana ad 80 ragazzi. Dopo il 1860, uno dei maestri fu laico, certo Leandro Paoli, e 1' altro ecclesiastico, Don Innocenzo Cecconi; il primo, maestro della scuola minore; 1' altro, della scuola di 2.° grado. Nel 1863 il maestro laico fu Carlo Gerloni di Trento, per la scuola superiore. Dopo il Cecconi nel 1864 fu maestro sacerdote Don Pietro Luparini da Bagni di Casciana per la scuola inferiore, e, dopo il Gerloni, nel 1867, Enrico Picozzi da Ancona, garibaldino del 1866, cui nel 1874 segui Cherubino Campolmi, mentre al Luparini subentrò Giovanni Guelfi, entrambi, dopo più di 40 anni di insegnamento, ora pensionati. Ad multos annos. Nel 1862 fu istituita la prima scuola femminile e la, prima maestra fu la signorina Aldina Menocci, poi maritata al garibaldino Michele Marini di Rosignano. Con le diverse trasformazioni delle scuole, si ebbero successivamente numerosi maestri e maestre e tra queste ricordiamo con rimpianto le signorine Maria Cantini e Anita De' Guidi e la signora Marietta Lazzeri, da non molti anni defunte. Dal 1914 è sorto il benefico «Asilo Infantile» che ricovera circa 100 bambini, sorretto con oblazioni volontarie dei soci e sussidiato dal Comune, dal Governo e dalla Direzione degli stabilimenti Solvay. Ne è presidentessa la Signora Bice Gori e maestra paziente ed amorosa la signorina Diodata Bini. Oggi le classi elementari sono sette; nell' anno venturo sarà istituita anche la classe 8.a e gli insegnanti sono 9, di cui 2 maschi e 7 femmine, oltre alla Direttrice didattica, signorina Olga Maria Ferretti. Gli insegnanti possono oggi raggiungere uno stipendio più di 30 volte maggiore di quello del 1800. Le scuole prima erano in castello, una nel palazzo comunale, una nella vecchia potesteria; poi nel 1862 furono costruite sopra la vecchia Compagnia del Sacr­mento, riducendone la chiesa; ma i locali furono ben presto insufficienti, e si ricorse ancora al palazzo comunale in castello ed anche per la via della fonte, fino a, tanto che non venne eseguito nel 1908 il nuovo edifizio scolastico, con la formazione della piazza, Giosue Carducci. Nei primi anni della costituzione del Regno d' Italia, e per molto tempo ancora, quando le Scuole elementari erano sotto la giurisdizione e la vigilanza del Comune, venivano nominati i Deputati alla scuola, che poi si chiamarono Ispettori scolastici ed Ispettrici, scelti fra i cittadini residenti. Indichiamo la prima Deputazione scolastica del 1862: Deputati alle scuole maschili : Pieri Curzio e Dott. Antonio Lusoni; Deputate alla scuola femminile: Salvetti Contessa Berta; Lusoni Giulia; Barbacci Quintilia. La Filarmonica, come scuola di istruzione musicale, ha una vita oramai secolare; nel 1853 il Comune elargiva per questa istituzione L. 100 all'anno, che poi nel 1863 furono elevate a 500 e dopo a 800, talché si può dire che il Comune manteneva una scuola musicale. In seguito, tale spesa fu soppressa, perchè, secondo l' Autorità tutoria, non necessaria. La Filarmonica fu poi sorretta da soci ed ebbe vicende alterne di floridezza e di decadenza. Si ricordano i maestri Coppini e Galeazzi, poi Gaetano Fabiani, e Salvatore Ficini, maestri e compositori molto apprezzati; il maestro Armido D' Ercole, il maestro Agostino Poggianti, cui è succeduto il Cav. Prof. Vacca. In questi ultimi anni, per iniziativa ed interessamento della signora Astena Lulli, che reggeva la Direzione scolastica era sorta una Università popolare con lezioni del Prof. De Negri, dell' insegnante Marcelli, del1' Avv. Magrassi, del Prof. Vincenzo Baldasseroni, del poeta Elio Bientinesi, e di pochi altri. Invero era poco frequentata dal popolo, ma forse con proiezioni illustrative avrebbe potuto efficacemente continuare. Nei tempi del fervore patriottico per la liberazione dell'Italia dallo straniero, fra il 1840 e il 1860, la casa del Dott. Antonio Lusoni era il focolaio delle aspirazioni nazionali. Per propagare di più queste aspirazioni era sorta una Società filodrammatica detta dei « Nascenti », che aveva in un teatrino improvvisato nella stessa casa Lusoni; teatrino che da vari anni fu chiuso ed ora è stato definitivamente soppresso per il rialzamento di quella casa, oggi della nipote signora Bice Gori. In quel teatrino, fucina anche di istruzione e di cultura, alle brillanti commedie goldoniane, si alternavano i drammi e le tragedie più in voga, col substrato del sentimento patriottico. Si ha sott' occhio l'elenco delle persone che rappresentarono nel 1857 una commedia di Goldoni « il Ventaglio », e se ne citano i nomi, per dimostrare quanto concorso di buona volontà si dava a quei tempi al teatro paesano; buona volontà che oggi fa difetto. Signore: Quintilia Pieri; Anna Casigliani; Alberta Geri; Antonietta Buoncristiani. Signori: Piero Pieri; Francesco Mastiani-Brunacci; Giuseppe Casigliani; Raffaello Cerboneschi; Vincenzo Simoncini; Carlo Sanetti; Pietro Sanetti; Alessandro Buoncristiani; Achille Maccanti; Ettore Maccanti. Tutti nomi notissimi in paese.

Il teatro trent'anni fa si riebbe, perchè, sotto l'animazione del compianto Avv. Pietro Gori, la gioventù vi si era dedicata con amore. Poi, per varie vicende, ricadde; dieci anni fa dette ancora un segno di vita breve; tentò di risollevarsi cinque anni or sono e vi si riprovò nel 1923, ma inutilmente. Speriamo in seguito!

Dalla "Monografia storica del comune di Rosignano Marittimo" di Pietro Nencini pubblicata nel 1925, scaricabile dal sito.

         Il problema della cultura nel Comune
Il problema della cultura nel nostro Comune ha avuto andamenti diversi secondo le epoche rispecchiando le vicende politiche e socioeconomiche che si sono verificate a livello nazionale. Nel 1787, fu nominato il primo maestro a Castelnuovo. Nel 1809 due insegnanti facevano scuola nel capoluogo ad un gruppo di ragazzi che frequentavano le lezioni suddivisi in due turni. Nel 1844 i ragazzi che frequentavano corsi regolari erano ottanta. Si procedette successivamente alla costruzione di edifici destinati solo all'insegnamento. Nel 1849 sorse, ad esempio, una scuola anche a Nibbiaia. Successivamente all'Unità d'Italia, oltre al personale insegnante, operavano nella scuola anche gli Ispettori scolastici, che venivano eletti fra i cittadini del nostro Comune. In precedenza le scuole erano in castello, nel 1862 passano nei locali della vecchia e soppressa Compagnia del Sacramento, poi di nuovo
in castello. In quest'anno venne creata la prima sezione di scuola femminile, ove, come in quella maschile, si potevano frequentare i corsi «minori» e quelli di «secondo grado». Nel 1906 fu costruita la scuola «Santo Novaro» a Vada e nel 1908, la scuola «Carducci» a Rosignano Maritttimo. Successivamente l'assistenza e l'insegnamento fu rivolto anche ai bambini della prima infanzia e, già nel 1914, fu dato vita, a Rosignano Marittimo, ad un asilo infantile capace di ospitare 100 bambini in età pre scolare. Lo sviluppo della edilizia scolastica pubblica particolarmente intensa nel Comune e l'attenzione rivolta ai problemi della scuola, crearono le condizioni per la diminuzione degli analfabeti che erano il 63% della popolazione nel 1871 e il 37% nel 1911.

                     Il fascismo ed il culto della Grande Guerra.
Il fascismo fece della Grande Guerra un culto ossessivo e un fondamento della sua politica di potenza; ogni città ebbe una piazza della Vittoria con il monumento ai caduti. Gli archi di trionfo, i colonnati, i busti marmorei, i monumenti imbandierati, dovevano creare l’illusione di una continuità fatale con l’antica Roma. E i maggiori urbanisti, architetti, artisti con slancio e passione si compiacquero di corrispondere agli ambiziosi programmi del regime. Anche nel comune di Rosignano i movimenti degli ex combattenti si dettero da fare fu creato un apposito comitato
(vedi) ed in ogni paese se non proprio un monumento, fu affissa almeno una lapide a ricordo. Nel capoluogo il monumento più importante, opera dello scultore carrarese Arturo Dazzi (1881 - 1966)

                            Gustavo Vecchi, ucciso dai fascisti.
Si chiamava Gustavo Vecchi, era il babbo della mia nonna ed abitava a Rosignano M.mo località "Mulino a vento". Gustavo era un anarchico ed amava la libertà più della sua vita. Amava anche il vino, lo chiamavano, difatti, "Prugnolo". Il primo maggio 1923, mentre faceva buio, si mise il fazzoletto rosso al collo e decise di andare al bar a festeggiare il primo maggio con un bicchiere di rosso bono. La moglie ed i figli gli dissero di non andare che era pericoloso perché giravano le squadre fasciste. Ma lui aveva sempre festeggiato questo giorno e andò al bar. Quando uscì si accorse subito che un gruppo di camerati gli era alle spalle. Incontrò per strada mio nonno Nello, fidanzato della nonna, che lo fermò e lo mise in guardia e si propose di accompagnarlo a casa. Gustavo disse che era una questione solo sua. Sotto casa il mio bisnonno fu picchiato brutalmente a sangue da 5 uomini...calci, cazzotti e bastonate. Mia nonna sentì i rumori, si affacciò alla finestra gridando così forte che perse la voce per sei mesi. I fascisti le spararono senza colpirla. Gustavo morì dopo pochi giorni.
Questa è una storia vera, una delle tante...ho voluto scriverla perché fin da piccina mi è stata raccontata affinché capissi il valore della libertà. Io stessa l'ho sempre raccontata a mio figlio. Oggi il primo maggio 2015 la racconto anche a voi. Buon primo maggio e viva la libertà !
(Cristina Santinelli su FB)

Vedi gli elenchi dei fascisti del movimento squadrista nel Comune di Rosignano M. ai partecipanti alla marcia su Roma, alle date di fondazione dei Fasci di Combattimento, agli ufficiali e graduati deceduti o feriti in O.M.S.
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