Rosignano Marittimo ieri    

1910 - Gelateria 'Bocchera' di Giuseppe e Lorenzo Caniparoli (Foto Caniparoli) 1920 - Incontro di dama Rosignano-Gabbro (Foto Caniparoli) La Filarmonica viene fondata nel 1822. Nel 1910 si chiede il permesso di dare feste da ballo. Il 'Giardino' nel 1910 organizza feste da ballo. Il 'Giardino' nel 1910 organizza feste da ballo.
 

Locali pubblici a Rosignano Marittimo inizio 900.

                       Sanità e calamità pubbliche
Per la cura degli ammalati venne nel 1294 fondato in Rosignano, come si rileva da documenti dell'Archivio di Stato di Firenze, un Ospedale « per rifugio dei poveri infermi » su terreno di proprietà dell' Ospedale di Pisa, al quale quello di Rosignano fu sempre sottoposto, fino a che non fu soppresso e riunito a Pisa. Pare che 1' Ospedale fosse nel terreno ove ora è la casa della signora Bice Gori ed infatti quel terreno, quando fu acquistato dai fratelli Giuseppe e Giovanni Geri, che nel 1800 vi fabbricarono l'attuale casa, apparteneva, ai R. R. Ospedali riuniti di Pisa. Quella località, « in cima della piazza del borgo, sulla strada che va a S. Martino », allora si chiamava « Il Cerro».
Fino a che ebbe vita, l'Ospedale di Rosignano fu aiutato con larghe donazioni di compaesani. Si trova che il 20 Novembre 1506 fu eletto Spedaliere dello Spedale di S. Antonio in Rosignano un certo Chimento di Fatio rosignanese, con i patti: che tenesse un letto fornito e con le entrate dello Spedale facesse dire delle messe, provvedesse alla festa annuale del Santo e, morendo, tutti i suoi beni passassero allo Spedale.
Scomparso lo Spedale, a Rosignano rimase un cerusico (oggi infermiere) e si trova che nel 1658 la Comunità elesse a tale carica certo Cardellini, cui poi successe Giulio Croci da Galeata ed era appunto cerusico il Croci, quando il Comune in seduta del 17 Giugno 1666 deliberò di fare istanza a Sua Altezza Serenissima per avere, oltre il cerusico, anche il medico.
La deliberazione è interessante:

«Considerato che la distanza che è da Rosignano a Livorno, dove gli homini di questa Comunità ricorrono in occasione di loro infermità per ricevere 1' ordinazioni e medicamenti che facciano loro di bisogno, non havendo luogo più vicino, né più comodo dove risegga medico, che detta città di Livorno; che più delle volte non restando informato a pieno il medico dell' infirmità dell' ammalato, si per non esser da esso visitato, come per mutare specie il male, ben spesso li medicamenti invece di giovare al paziente apportano nocumento et in tal maniera risulta la morte di molti; che se fossero visitati dal medico li sarebbero ordinati medicamenti opportuni e scamperebbero la morte, e considerato che detta Comunità ha entrate suffìcenti per potere in Rosignano stipendiare un medico fisico, aggiungendosi l' occasione di persone che in tal caso si esibiscono aprire e mantenere in detto luogo una Spezieria (farmacia) , mentre vi risegga il medico per comodità del luogo e per sovvenire a poveri ammalati con medicamenti necessari. Fu pertanto proposto farsi partito per ottenere licenzia dal Magistrato dei Sig. Surrogati di Pisa di poter supplicare Sua Altezza Serenissima per ottenere grazia di eleggere un medico che risegga in detto luogo con salario di scudi 80 l' anno, di qual salario si deve raccorre scudi dall' entrate annuali della Comunità, che francamente si avanzano, e scudi 20 levarli dal salario del cerusico, quale di presente ha scudi 50 l'anno e, dove adesso detto cerusico viene obbligato a tutta cura di ammalati di febbre, cavar sangue, medicar ferite, sia eletto il medico diminuitoli il salario, obbligato solo a cavar sangue, attaccar coppette e mignatte, mettere e levar chiarate e medicar per una volta tanto li feriti, o altri che abbian bisogno di cura per loro indisposizione; e che vuole esser servito da vantaggio lo deva pagare conforme a che converranno e quello che comporta la Tariffa dell' Arte, potendosi in tal maniera giovare a popoli e potendo la Comunità benissimo supplire a tutte le spese, ecc.»
Fu una deliberazione un pò prolissa, ma ottenne l’ effetto desiderato, perché l' 8 Maggio 1667 fu eletto il primo medico di Rosignano, nella persona del Dr Giuliano del Rosso da Bientina, medico fisico, a tutta cura e con l' obbligo di un purgante gratis ad ogni malato! »
Nell' ottobre del 1670 le due professioni di medico-fisico e di cerusico vennero riunite in una sola persona, ed il primo medico-cerusico fu il Molto, Eccll.mo Dottor Vincenzo Rossi da Pontedera.
In seguito però a rescritto granducale del 25 Aprile 1729 si ritornò, non si sa per quale ragione, al solo cerusico che fu un Lavagna da Livorno, ma nel 1734 S. A. R. concesse di nuovo il medico-fisico.
Il cerusico aveva 40 scudi all' anno di assegno: il medico 80. Quando nel 1670 le due professioni furono riunite, l'assegno era di scudi 110. Nel 1734 il medico­fisico riceveva soli scudi 55, che nel 1739, ad istanza della Comunità, furono elevati a 80; nel 1780 a 92; e nel 1784 a 140.
L’ assegno di ciascuno degli attuali medici sarà elevato ad una cifra che corrisponderà a circa 15 volte più di quella del 1784, oltre la cura a pagamento.
Nel 1805 il chirurgo condotto era Bartolommeo Sanetti ed il medico condotto era Giovan Battista Tempesti.
Nel 1830 la condotta chirurgica fu abolita e vennero invece istituite due condotte medico-chirurgiche. La prima, assegnata al Dott. Natale Antichi, comprendeva la zona dal confine di Castelnuovo, fino alla linea Poggetti Piazza di Rosignano -Mondiglio -Mare; La seconda condotta si estendeva da questa linea al Tripesce e ne era titolare il Dott. Giovanni Bicchi.
Seguirono poi nel 1837 il Dott. Antonio Lanini e nel 1840 il Dott. Giuseppe Gianfaldoni; ed altri fino al Dott. Ridolfi, Falcini e Lobin, ai quali due ultimi successero nel 1802, il Dott. Cav. Stefano Grassi, più tardi il Dott. Cav. Dario Dello Strologo, sostituito dal Dott. Ciompi e poi dal Dott. Stefano Vallivero nel 1912.
Epidemìe e calamità, pubbliche non mancarono a Rosignano nel corso dei secoli. Citeremo le maggiori.
In un conto del camarlingo (contabile) del Comune si trova una partita di soldi 19 e denari 4 a Frediano cavallaro del Vicario di Lari, che nel di 27 Giugno 1527 « venne a dire non si racceptasse Giovan Battista lucchese, perché era
ammorbato» ed in un altro conto della stessa epoca si ricordano varie spese di Giuliano di Giovanni di Paolo da Rosignano, depositario del Comune, «per nettatura di case al tempo della peste» «per guardia» «per i becchini e homini per nettare le case infette» e per le donne del buchato per la peste ed altre partite del genere.
Non si trova memoria più particolareggiata della entità e della durata di questa peste e perciò si deduce che non abbia avuto vaste proporzioni.
Nell' Agosto del 1524, dovendo il Comune mandare ambasciatori a Firenze per sue urgenti necessità, non trovò nessuno che volesse accettare l' incarico, « per esservi influentia di peste ». Allora furono imborsati
(estrazione da una borsa) dieci nomi di uomini adatti e ne furono estratti alcuni, senza che essi potessero rifiutare l' incarico.
L'annata 1679 - 1680 fu oltremodo calamitosa, tanto che molti possidenti, per deficenza di semi e di assegnamenti, non poterono seminare a grano i terreni già lavorati, i quali rimasero «vuoti di sementa» e, in via eccezionale, fu data autorizzazione di seminarli poi a granoturco ed a saggina.
Nel Marzo 1680 il Comune dovette acquistare fuori a credenza 100 sacca di grano per sfamare la popolazione bisognosa.
Nell'anno 1766 si ripetè un'annata di notevole carestia, e, con previdenza, il Comune nominò suoi deputati i signori consiglieri Buoncristiani e Bombardieri, perché, insieme al Vicario ed al Cancelliere di Lari, «presiedano al necessario provvedimento dei grani, e biade che abbisognar possino all' umano sostentamento » nonché ai «semi opportuni. »
Il 30 Novembre 1742 il Comune stanziò la somma di scudi 50 «per pagare pane e mercedi dispensate a più povere persone per la loro opera prestata fino nel mese di Giugno passato a prendere le
cavallette e grilli, «che minacciavano danni notabilissimi alle campagne».
Nella estate del 1803 regnò in Rosignano una malattia di febbri epidemiche, contro le quali, fra l' altro, si fecero dei fuochi e delle esplosioni di polvere, spendendo alcune somme.
Nell'autunno del 1804 scoppiò un morbo a Livorno, contro del quale la Comunità prese le sue precauzioni, ordinando un cordone sanitario per isolare Livorno dal mare, presso il torrente Chioma, fino a Santa Luce; cordone militare sotto gli ordini e la direzione del maggiore Tausch, malgrado che il generale francese De Lavillette da Livorno protestasse che il timore della popolazione era esagerato, non avendo il morbo livornese carattere maligno.
Il Comune però insiste nell'
accordonamento, che fu infatti mantenuto.
Si trovano diverse spese per riparazioni e imbiancature eseguite nell' agosto 1805 all'oratorio di S. Antonio della Maestà, che aveva appunto servito per uso delle guardie di sanità durante il cordone o linea di separazione tra Rosignano e Livorno.
Un fulmine nell'anno 1813 deterioró sensibilmente la canonica, la chiesa e il campanile in castello, per cui anche la Comunità una volta tanto, concorse alle ingenti, spese di riparazione sostenuto dal pievano Doni Ranieri Paradossi.
Con deliberazione 2 Maggio 1817, essendosi presentata una malattia contagiosa, fu provveduto ad istituire un lazzeretto a Castiglioncello nella
lavorìa del Sig. Buoncristiani, affittata a Giuseppe Berti.
Venne nominata una commissione composta del Gonfaloniere Bombardieri, del medico Castelli, e dai cittadini Francesco Blasini, capitano Faeduelle, Vincenzo Marini, Giuseppe Berti e Giovanni Nerucci che si costituì in Consiglio di amministrazione, provvedendo 30 letti per indigenti di Rosignano e di Castelnuovo e disponendo di L. 2520.
Dal 23 Agosto al 20 Settembre 1835 anche Rosignano fu colpito dal
cholera morbus, di cui tuttora si parla. Venne in tale occasione ricostituito un Ospedale provvisorio, pel quale e per le cure relative furono spese dal Comune L. 4652,19.
Tre anni dopo e precisamente il 15 Settembre 1838 fu deliberato che il giorno 20 Settembre, anniversario della cessazione del colera, fosse festivo, per ringraziamento a S. Vincenzo protettore. In quel giorno con pompa religiosa fu celebrata una solenne messa « pro gratiarum actione » e un solenne vespro con l' inno ambrosiano; funzioni in cui intervennero: la Magistratura Comunale nel proprio abito di gala; le autorità civili e militari; la truppa, ecc.
La funzione religiosa di ringraziamento alla data predetta, continua anche ai nostri giorni. Da un diario dell'epoca si rileva che dal 19 Agosto 1835 fino alla fine di Settembre piovve quasi di continuo ed abbondantemente e se la pioggia cessava era per dare il posto al libeccio. Nel solo giorno del 25 di Agosto pare vi fossero 50 casi di colera con molti morti; alcune persone perivano in poche ore.
Altra memorabile calamità pubblica fu il terremoto del 14 Agosto 1846. Si è letta una precisa ed ampia relazione di un testimone del tempo: il vice-console Sig. Antonio Ricci già nominato. Alle 12.55 di quel giorno, «fu udito un improvviso sibilo, cui tenne dietro un fragore come se la copertura di un gran fabbricato sprofondasse, e dei colpi cupi e sotterranei rintronarono. Contemporaneamente seguirono sussulti e oscillazioni e scuotimenti della durata di una ventina di secondi i quali gettarono il terrore nella popolazione ».
Successero altre scosse «come fossero state fiancate di cannonate», e continuarono più piccole anche per diversi giorni.
In paese fu danneggiata la canonica, il campanile e la chiesa del castello: la casa Lemmi oggi Santi, al cui rinforzo il Comune, per evitare disgrazie, dovette nel 1847 provvedere; la Cancelleria; fuori di paese, diverse case poderali in Maccetti e altrove; l' Osteria dell' Acquabona; ecc.
L'acqua della fonte per diversi giorni rimase bian­castra; un grande squarcio di terreno si produsse alla bocca della Fine, la cui acqua «pareva bollisse». Non fu recato danno alle persone. Orciano fu distrutto; due sole case rimasero ritte; si ebbero a deplorare 22 morti e centinaia di feriti. Morti pure si constatarono a Lorenzana, a Montescudaio ed in altri paesi. In tutto, 60. Furono effettuate grandi fun­zioni religiose di ringraziamento, processione e luminare in onore di S. Vincenzo protettore di Rosignano, che fu risparmiato dal flagello. Il 27 Settembre 1846, allo stesso scopo, fu solennemente portata in processione la immagine della Madonna delle Grazie; fu esposta sull' altar maggiore della nuova chiesa e ricondotta con grande devozione alla chiesa di castello. Oltre agli uomini presero parte alla processione più di 300 donne.
Nel 1854 in Agosto il chòlera ricomparve, ma in forma più lieve e con pochi morti. Qualche caso, anche 1' anno dopo.
Una grandinata nell' estate 1863 recò gravissimi danni ai raccolta delle nostre campagne.
Nell' estate del 1877 le febbri malariche a Vada e nel piano di Rosignano mieterono 29 vite, su 460 colpiti, in una popolazione di 1469 abitanti, come si rileva da una memoria a stampa del Dottor Giuseppe Falcidi pubblicata nel 1878. In quella dolorosa occasione, il R. Prefetto Miraglia visitò i luoghi e provvide poi alla istituzione di un Consorzio per la regolare manutenzione dei fossi di scolo, la cui ostruzione era ritenuta la causa del rincrudimento malarico.
Nel 1881 una epidemia, allora detta la «migliare», perché si manifestava con eruzioni sulla pelle simili al miglio, mietè diverse giovani vittime e colpì numerosi individui specialmente di sesso femminile. Non parliamo della più recente malattia comune della influenza detta la « Spagnola » del 1918, sinistramente nota a tutti; malattia che in Italia e in tutta Europa fece più strage della grande guerra. Molte persone morirono anche a Rosignano, nelle frazioni, e nel contado.
Prima del 1827 le funzioni di levatrice erano disimpegnate da empiriche. In quell' anno il Comune dispose por un posto di alunna levatrice all' Ospizio di Maternità di Firenze, ma non vi furono concorrenti. La prima ostetrica matricolata fu Giuditta Parrini di Campiglia, nominata il 13 Ottobre 1827 con l' indennità di quartiere di L. 140 annue.
Nel 1833 una nuova offerta del Comune per un posto di alunna, rimase ugualmente senza effetto ed allora il Comune nell' anno 1834 mantenne a tutte proprie spese all'Ospizio di Maternità predetto l' alunna Teresa di Leopoldo Mari e nel 1836 nominò la prima levatrice a stipendio di L. 120 nella persona di Niccola Zannetti nei Fonzi. Ora lo stipendio della levatrice è più di trenta volte maggiore. Dopo il 1860 furono levatrici matricolate Alberta Cerboneschi e Annunziata Giorgerini tuttora esercente.
Si ha notizia che prima del 1800 esercitava la professione di speziale Gaetano Bonetti, al quale il Comuni con deliberazione 12 Maggio 1803 rifiutò il pagamento d L. 13 per medicinali somministrati ad un soldato turco infermo.
Nel 1823 era speziale Tito Sanetti; più tardi le spezierie si chiamarono farmacie e furono farmacisti più moderni Antonio Ricci, poi Carlo Sanetti, un Montorzi ed altri fino al Dottor Giuseppe Landi ed ora la Dott. Dinucci Pallone.
Anche il veterinario, prima del 1876, era un empirico e molti ricorderanno il Santucci, nonché il Santerini. Il primo veterinario di condotta comunale fu il compianto Dott. Pietro Graziani, cui successe il Dott. Ott, morto poco dopo la sua nomina, e dopo nel 1913 il Dott. Eschino Eschini.

Dalla "Monografia storica del comune di Rosignano Marittimo" di Pietro Nencini pubblicata nel 1925, scaricabile dal sito

 

                                        Il gelataio
Tanti anni fa a Rosignano M.mo non c’erano gelaterie, il gelataio veniva da Solvay e arrivava in paese nel pomeriggio. Era vestito di bianco e spingeva un triciclo con una cassa che conteneva nell’interno dei cilindri con il gelato, protetti dal ghiaccio e sopra al banco faceva bella mostra una scatola di vetro con i coni. Da una parte del triciclo c’era una tromba che lui suonava per segnalare il suo arrivo. Io correvo subito e compravo un gelato da 10 centesimi, qualche volta, se meritavo un premio ne gustavo uno da 20 centesimi.
Da: "Come eravamo..." di Anna Maria Raigi scaricabile dal sito.

1908 - Riposo festivo obbligatorio per i dipendenti

 

1910 - Congresso contro la tubercolosi 
R. Prefettura di Pisa 13 agosto 1910 - Esposizione Internazionale di Igiene Sociale Roma 1911 - Al Sindaco di Rosignano Marittimo.
Il Ministero dell'Interno comunica che nel prossimo anni 1911 sarà tenuta in Roma annessa al Congresso contro la tubercolosi un'esposizione internazionale di igiene sociale e che è suo vivo desiderio che alla medesima partecipino le Amministrazioni locali. Interesso pertanto vivamente la S.V. affinché anche codesto Ente voglia concorrere alla esposizione in parola di cui mi riserbo farle tenere un programma particolareggiato, favorendo intanto un cenno di riscontro della presente. Il Prefetto Musi.

Rosignano Marittimo - Ieri