La
ferrovia Maremmana (1861)
Nel 1861 Vittorio
Emanuele II° sceglie Firenze come capitale del Regno, che
resterà tale fino al 1871. Nel 1861, in concomitanza con il
suddetto avvenimento, fu dato inizio alla costruzione della
linea ferroviaria Pisa - Collesalvetti - Vada.
Alla fine del 1860 la
Toscana aveva 330 chilometri di linee. Lo Stato Pontificio
a sud (ultimo fra gli stati italiani a dotarsi di
ferrovie), inaugurava nel 1859 la Roma - Civitavecchia. Nel 1861 la "Società delle
strade ferrate Maremmane" costruiva la ferrovia Pisa - Collesalvetti
- Vada che proseguiva fino al Chiarone, ovvero
al fosso di confine fra lo Stato italiano e lo Stato
pontificio e fino al Chiarone si limitava il concorso
toscano e italiano per la ferrovia di Roma.
Con deliberazione del 22 Gennaio 1862 il Comune richiese
una stazione ferroviaria su quella linea alle Fabbriche
nel podere del conte Mastiani. Il Comune dimostrava come
Rosignano, in tutto il tratto da Livorno a Grosseto,
avesse la maggiore importanza di ogni altro Comune
intermedio, sia perché Capoluogo di Distretto, con pretura
civile e criminale; sia perché ivi risiedeva la
Delegazione del Governo e l' Ufficio del Censo, e contava
6500 abitanti, di cui 4000 nella propria terra: sia perché
aveva L. 166.000 di rendita imponibile, senza contare i
grandiosi miglioramenti agricoli dopo le stime del catasto
del 1832; sia perché vantava meriti patriottici avendo la
sua gioventù concorso, numerosa e volontaria, alle patrie
battaglie del 1848, 1849, 1859, 1860.
La stazione fu
accordata e costruita presso Poggiberna. La linea entrò
in funzione nel 1863. Due volte al giorno il convoglio,
passando per Colle Salvetti, Acciajolo, Orciano, sostava
nella stazione di Acquabona, nell'immediato entroterra di
Rosignano, donde proseguiva per Cecina e viceversa. Erano
gli anni nei quali a Castiglioncello si andava attivando
la "Scuola dei Macchiaioli" in casa di Diego
Martelli e la stazione dell'Acquabona facilitò assai gli
spostamenti.
Il tracciato originario di questa ferrovia fra le
Melette e le Fabbriche era diverso da quello attuale
poiché seguiva completamente il Fine, che traversava ben
quattro volte su altrettanti ponti. Nell'Ottobre del
1872 un memorabile disastro per una piena straordinaria
della Fine, che portò via i quattro ponti in ferro, mise in
pericolo quella stazione. Un treno diretto nel cuore della
notte si trovò bloccato nella stazione stessa e tutti i
viaggiatori provenienti da Roma dovettero salire a piedi
in paese, ove furono ospitati presso diverse famiglie. La
stazione, malgrado le proteste di Rosignano, fu chiamata
di Acquabona e soltanto nell'anno 1872 preso il nome del
paese. La strada di accesso a detta stazione, fu costruita
nel 1865, dopo lunghe controversie circa il suo tracciato,
il quale, secondo alcuni, doveva svolgersi a tramontana e
partire dalla via dell'Acquabona. Dopo il disastro del
1872 la linea e la stazione furono spostate in Comune di
Castellina Marittima. Il 14 Novembre 1863, nella occasiono
dell'apertura all' esercizio della ferrovia fino al
confine della Toscana con l'allora stato pontificio, S. M.
il re Vittorio Emanuele II.°, che inaugurava la ferrovia,
sostò alla stazione dell' Acquabona, ricevendo gli omaggi
del Municipio e della popolazione festante. A rendere più
solenne e dignitosa la cerimonia, il Comune aveva fatto
venire la banda di Montenero.
(Monografia storica del comune di Rosignano Marittimo
di P. Nencini
1925 scaricabile dal sito).
Il
tracciato originario, che da Poggiberna alle Fabbriche
attraversava il Fine con ben 4 ponti, fu così abbandonato e nel
1877 venne realizzato quello odierno, completamente in sinistra
idraulica del fiume. Rimangono, quali testimonianze superstiti del
tratto dimenticato: la vecchia stazione dell'Acquabona (sotto i
piloni dell'autostrada A12); un casotto di guardia e la casa
cantoniera presso il podere Fabbriche, dove è anche visibile una
strada campereccia al posto della quale, un tempo, passavano i
binari. Rispetto alla rilevazione catastale del 1876 (Catasto
Fabbricati di Rosignano), molti edifici ferroviari sono stati
ampliati, alcuni hanno cambiato destinazione, altri sono
scomparsi. Da diversi anni, l'antica strada ferrata non è più
utilizzata ed il sistema dei "casotti di guardia" e delle "case
cantoniere" che la completavano versa in stato d'abbandono e
rischia di scomparire.
(Da: "I segni storici del paesaggio rurale" di Roberto
Branchetti - 2000)
25 maggio 1896 - Attentati contro i treni ferroviari
Il Ministro
dell'Interno partecipa che gli giungono spesso lagnanze per
gli attentati che si commettono, specialmente con gettito di
pietre contro i treni della linea Genova, Pisa, Roma
causando danni all'amministrazione ferroviaria e talvolta
lesioni ai viaggiatori. Debbo quindi pregare la S.V. di dare
quelle disposizioni che nella sua competenza ravviserà
meglio atte ad evitare, nel tratto di ferrovia che
attraversa codesto Comune, i lamentati inconvenienti,
raccomandando l'opportuna sorveglianza alle dipendenti
guardie municipali. Il Prefetto.
Dal 2004 linea elettrificata
Alla presenza del
Presidente della Provincia di Pisa Gino Nunes, del
Presidente della Provincia di Livorno Claudio Frontera,
del Assessore alla Programmazione e Patto territoriale
generalista della Provincia di Lucca Paolo Barsocchi,
del sindaco di Pisa Paolo Fontanelli e del sindaco di
Collesalvetti Nicola Nista, l’Amministratore Delegato di
RFI Mauro Moretti ha oggi attivato l’elettrificazione
della linea Pisa – Collesalvetti - Vada.
Gli interventi di
potenziamento infrastrutturale e tecnologico della linea
Pisa – Collesalvetti – Vada (circa 45 km), programmati
da RFI (Rete Ferroviaria Italiana), la società
dell’infrastruttura del Gruppo Ferrovie dello Stato,
consentiranno di dedicare la linea prevalentemente al
traffico merci creando in questo modo un itinerario
alternativo nell'area vasta (province di Lucca, Pisa e
Livorno) a vantaggio dei flussi di traffico viaggiatori.
Ciò permetterà di attenuare i livelli di saturazione del
tratto di linea Pisa – Livorno, di incrementare
sensibilmente il servizio metropolitano e di potenziare
il traffico merci proveniente dalla zona portuale di
Livorno. Investimento complessivo 25 milioni di euro.
I lavori,
realizzati fra il 2000 e il 2004, hanno permesso, grazie
ai moderni standard di sicurezza sia per le opere civili
sia per la tecnologia e le telecomunicazioni, di
adeguare la linea ai parametri di circolazione della
Direttrice Tirrenica e della linea Pisa – Firenze e di
elevarne sensibilmente le caratteristiche di esercizio
(velocità e sagoma della linea e attrezzaggio
tecnologico, adeguamento del binario di incrocio della
stazione di Collesalvetti per treni fino a 650 m). La
velocità di esercizio della linea, grazie agli
interventi realizzati e alla soppressione dei passaggi a
livello, sarà di 120-130 km/h. La linea Pisa –
Collesalvetti – Vada, che in questa fase avrà un
unico Posto di servizio nella stazione di Collesalvetti,
è attrezzata con condutture elettriche (i fili
utilizzati per erogare l’energia elettrica di
alimentazione ai treni) con una sezione di 440 mm e, nel
tratto di linea compreso tra le stazioni di
Collesalvetti e Vada, con pali tipo H, per il sostegno
delle condutture di contatto.
In attesa della
realizzazione della nuova Sottostazione elettrica (SSE)
in località Acciaiolo (Comune di Fauglia), è in corso
l’iter per l’ottenimento dei benestare urbanistici, la
linea sarà alimentata dalla SSE di Pisa – potenziata con
due gruppi da 5,4 MW – e dalla nuova cabina TE di Vada.
L’intera linea,
così come le altre linee tirreniche, sarà controllata e
gestita in telecomando dall’SCC della Direttrice
Tirrenica dal Posto centrale di Pisa, per la
circolazione treni; dal sistema DOTE (Dirigente
operativo trazione elettrica), per gli impianti di
alimentazione elettrica.
Altri interventi
hanno interessato l’armamento (traverse in cemento
armato precompresso e rotaie) e le opere d’arte
esistenti (adeguate per sopportare il carico di 22,5
t/asse). I tratti di linea in curva sono stati
attrezzati con la lunga rotaia saldata.
Inoltre, la
galleria di Orciano è stata adeguata agli attuali
standard prestazionali che permettono il transito dei
treni porta-container di grandi dimensioni e della
cosiddetta “Autostrada viaggiante” (cioè tir fino a 4
metri di altezza completi di motrice e rimorchio
caricati su speciali carri merci).
Gli interventi di
adeguamento del tunnel (152 m, con una la luce di 7 m di
larghezza e 7,10 di altezza), l’opera civile più
rilevante e impegnativa che è stata realizzata sulla
linea Pisa – Collesalvetti – Vada, hanno comportato la
demolizione della galleria esistente e la costruzione di
una nuova. L’esecuzione dei lavori per fasi ha permesso
di mantenere aperta al traffico veicolare la Strada
Provinciale 5, che sovrapassa la galleria.
In concomitanza con
gli interventi di elettrificazione sulla Pisa –
Collesalvetti – Vada sono stati soppressi 29 passaggi a
livello, prevalentemente su strade private. Inoltre,
sono stati realizzati interventi tecnologici per
automatizzare 14 passaggi a livello, che intersecano con
strade pubbliche.
(A cura della Direzione
Comunicazione di Mercato della RFI)
Le ferrovie hanno
quindi provveduto al potenziamento della linea
elettrificandola, in modo tale da mantenere il ramo
ferroviario in piena efficienza, (è attualmente
utilizzato per trasporto merci anche dalle Acciaierie di
Piombino), ma anche come riserva al tratto costiero per
Livorno, dato l'alto numero di viadotti e gallerie che
potrebbero renderlo vulnerabile.
(N.d.R.)
Un sistema
innovativo di Rfi installato sulla linea
Vada-Collesalvetti
La Toscana ad inizio 2008 passa all’avanguardia per la
tecnologia ferroviaria. Ed una delle innovazioni
interessa proprio la nostra linea Vada-Collesalvetti. Le
attivazioni avvenute in questi giorni del sistema di
controllo marcia treno (SCMT) sulle linee Pisa -
Collesalvetti - Vada e Campiglia Marittima - Piombino
completano l’installazione della tecnologia di
eccellenza nei circa 1.760 chilometri di linee della
Toscana. L’investimento complessivo è stato pari a 180
milioni di euro.
L’Scmt (operativo su oltre 11.400 chilometri di rete
fondamentale del nostro Paese, quella dove circola quasi
il 90% dei treni) è uno dei sistemi di eccellenza
tecnologica che il gruppo Ferrovie dello Stato,
attravero la controllata Rete Ferroviaria Italiana, ha
installato, con un investimento complessivo di 4,4
miliardi di euro, per incrementare la sicurezza
dell’infrastruttura e della circolazione dei treni. L’Scmt
permette di verificare che la velocità dei treni non sia
superiore a quella imposta dal sistema. Garantisce,
istante per istante, il rispetto della necessaria
distanza fra i treni - alla velocità massima consentita
dalla linea, in condizioni normali e di degrado, e a
quella ammessa da locomotive, carrozze e carri -
attivando la frenatura d’emergenza in caso di
superamento. Il sistema è “trasparente” per il
macchinista che continuerà a guidare il treno con le
abituali modalità. L’Scmt, costituito da un sotto
sistema di terra e da un sotto sistema di bordo
strettamente integrati tra di loro, è un progetto a
tecnologia innovativa armonizzato con il nuovo standard
europeo di interoperabilità tra le reti ferroviarie.
Il sistema ha richiesto una complessa fase di sviluppo
ed omologazione, secondo le regole di verifica e
validazione recentemente introdotte in campo europeo e
fatte proprie da Rete Ferroviaria Italiana.
Il sotto sistema di terra, attraverso l’utilizzo di
apparecchiature installate lungo le linee ferroviarie -
le “boe” - che si attivano al passaggio di un treno,
invia informazioni al sotto sistema di bordo che elabora
i dati di velocità, consentendo una marcia in piena
sicurezza.
Un altro sistema introdotto è l’Ssc, sistema di
sicurezza per le linee a minor traffico e garantisce al
macchinista lo stesso tipo di supporto dell’Scmt. Riduce
automaticamente la velocità o arresta la marcia del
treno qualora non siano rispettate le condizioni di
guida imposte dal sistema.
(Da: "Il Tirreno" del 6/3/2008) |