Il
torrente sorge sul versante sud
del Poggio Ginepraio a quota (330 m.), presso la
località Palazzine, raggiungibile
sulla strada provinciale di
Gabbro. Dopo un
tratto scosceso (circa tre chilometri) dove
riceve da sinistra il Botro di Canibotri, cala la
pendenza, e il corso d'acqua si immette in
un'ampia valle collinare, raggiungendo il Podere
del Gorgo. Qui a 90 metri s.l.m., riceve da
destra il Botro Quarata, un ruscello proveniente dal
vicino Montenero per preseguire ora più ampio e con un letto
ben scavato
ricevendo sempre sulla sinistra il Botrone, il
Fosso degli Alberelli proveniente da Nibbiaia ed
il Fosso dei Livelli. Dopo aver
passato l'Aurelia presso la località Chioma, sfocia
in mare formando nel piccolo estuario, un
porticciolo detto appunto Porticciolo del
Chioma.
(Vedi
Itinerari extraurbani "La valle del chioma")
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Il bacino
del torrente Chioma è ubicato al centro dei Monti Livornesi, e
si estende per circa 1800 ha su un territorio prevalentemente
collinare. La quota più elevata non supera i 350 m. slm. (poggio
Ginepraio, in prossimità del quale si trova la sorgente) e solo
verso la foce la vallata si apre in una modesta pianura. Il
torrente presenta una lunghezza di 8355 m ed una lunghezza
effettiva di 8371 m; nei primi 1500 m la sua pendenza è in media
del 13%, restanti 6 Km si mantiene intorno al 2%. Il Parco Provinciale dei Monti Livornesi, istituito con delibera
del Consiglio Provinciale nel 1999, è costituito da più ambiti
territoriali distinti, situati nei Comuni di Rosignano, Livorno
e Collesalvetti, per una superficie complessiva di circa 1800
ettari. Tali ambiti sono contigui alle Aree protette di
interesse locale, istituite sempre nel 1999 dai tre Comuni,
formando così un più ampio sistema (circa 3300 ettari) di aree
di interesse paesaggistico ed ambientale, il "Sistema delle aree
protette dei monti livornesi". Una porzione piuttosto vasta di
territorio quindi che il Piano intende valorizzare al meglio
sotto molteplici punti di vista attraverso la messa a punto di
precisi criteri e percorsi per la mobilità e l’accessibilità, la
promozione di attività scientifiche, educative, ricreative e
sportive, la valorizzazione del patrimonio edilizio esistente e
delle emergenze storiche e ambientali, la realizzazione di corsi
di formazione professionale e di promozione delle imprese
locali, l’incentivazione dell’uso di risorse energetiche
rinnovabili e la diffusione di informazioni attinenti al Parco.
Per quanto riguarda il versante di Rosignano in modo specifico, va sottolineato
che nel corso degli anni '90 e 2000 i ruderi visibili nelle foto
sono stati ristrutturati privatamente, inoltre all’interno del Piano una particolare attenzione
è stata posta alla valorizzazione dell’area dei Poggetti, dove viene localizzata, attraverso il recupero delle
strutture di Villa Pertusati e di Casale Poggetti, l’Unità
Naturalistica di Rosignano Marittimo, un ambito che, data la sua
particolare collocazione geografica, potrà assumere un ruolo di
cerniera con l’intero sistema delle aree protette livornesi.
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La Valle,
nota per la bellezza del paesaggio e per le
testimonianze insediative del passato è
costituita, alle quote più elevate, da
formazioni geologiche alloctone della Serie
Ligure, mentre nelle aree di dolce collina e di
rara pianura prevalgono le formazioni
sedimentarie del Miocene (marne e conglomerati)
e dell’Olocene (alluvioni). La copertura
vegetale è costituita prevalentemente da essenze
della macchia mediterranea con abbondante
presenza di conifere; non mancano, nelle
stazioni più fresche ed umide, il bosco misto e
fasce di vegetazione riparia lungo le sponde del
Torrente Chioma e del Botro Quarata, suo
principale affluente di destra. Alla confluenza
di questi due corsi d’acqua è segnalata la
presenza di una liana di notevole interesse
geobotanico: la Periploca (Periploca graeca
L.). Le colture agrarie, che fino al 1940
occupavano circa il 40% dell’intera superficie
del bacino, sono oggi in forte regresso e
rimangono localizzate soprattutto vicino agli
abitati di Nibbiaia e Castellaccio.
La più
antica presenza umana è testimoniata dal
rinvenimento di reperti archeologici riferibili
al periodo preistorico e storico, simili a
quelli riscontrati su altri versanti del
territorio dei Monti Livornesi. La Valle, pur
apparentemente isolata, è stata oggetto nel
passato di una viabilità importante, in grado di
collegare località più interne (Colognole,
Gabbro e Castelnuovo della Misericordia) con la
costa. La presenza romana, assai consistente, è
attestata principalmente lungo il fondovalle
nelle località Cafaggio, Gorgo e Foce del
Chioma. Al Medioevo appartengono i resti di mura
perimetrali di due castelli, Cafaggio e Quarata,
mentre altre testimonianze antropiche sono
rappresentate da antichi terrazzamenti che si
rinvengono nelle aree boscate. A partire dalla
seconda metà del Settecento, in seguito ai
processi di allivellazione e appoderamento
promossi dalle riforme leopoldine, la Valle fu
interessata da un significativo sviluppo
agricolo. Questo periodo è testimoniato dalle
numerose e isolate case coloniche ubicate nella
vallata e dai resti di due mulini: uno ad acqua
sul botro di Pietra ed uno a vento sulla sommità
di Poggio D’Arco.
(Da:
"Antichi Mulini del territorio livornese" di R. Branchetti e M. Taddei scaricabile dal sito)
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L'escursione sotto descritta porta a conoscere
l’intera valle del torrente Chioma, praticamente dalla sua foce alle
sorgenti. Dopo aver percorso parte della valle in auto, inizieremo
il nostro cammino in Loc. Botrone (quota 31) e guaderemo subito il
torrente proseguendo lungo la strada (sentiero 6) che risale la
valle fino ad incrociare, in loc. podere del Gorgo (quota 59), il
sentiero 00 che si allontana dal fiume e ci porterà in località le
Palazzine (quota 231), da dove avremo una vista completa della valle
del Chioma fino al mare.
Siamo poco al di sopra della sorgente del Chioma e da qui possiamo
iniziare il percorso di ritorno che segue per un breve tratto la
strada Provinciale 8 Livorno-Gabbro, ancora sentiero 00.
Il sentiero diventa il n. 7 e lasciamo la strada asfaltata, in
località la Malavolta, dirigendoci verso Poggio d’Arco, dove sorgeva
uno dei pochi molini a vento delle colline livornesi (ne esistevano
5 nel totale: tre alla Valle Benedetta, uno a Rosignano Marittimo e
questo di Poggio d’Arco).
Sotto di noi, in direzione sud est, potremo osservare il paese di
Gabbro. Devieremo in breve sul sentiero n. 9 ed incroceremo la
strada Gabbro-Nibbiaia (quota 238) che seguiremo fino a Nibbiaia
(quota 295).
La vista dal paese è molto ampia e da qui scenderemo verso la
località Sassogrosso (quota 242), camminando di
nuovo sul sentiero 00 che,
in discesa, ci porterà al podere il Gorgo dove dovremo di nuovo
guadare il Chioma.
Saremo a quel punto di nuovo sul sentiero 6, ancora un guado del
Chioma e l’escursione arriverà al termine. Questa escursione
presenta caratteri di lunghezza e di dislivello da farla definire
impegnativa ed adatta a chi abbia un certo allenamento.
La vegetazione della valle è costituita da
bosco ceduo nella parte più interna, sostituito da conifere nella
parte più vicina alla costa. Da un punto di vista botanico è
segnalata la presenza di una ricca varietà di piante arbustive ed
erbacee tipiche delle rocce ofiolitiche. La zona del Romito si
sviluppa sulla costa tra il botro Calignaia, a Sud del promontorio
di Calafuria, e l’abitato di Quercianella. Il paesaggio dell’area è
caratterizzato dalla costa, che al centro dell’area degrada il mare
con forti pendenze, mentre nella parte settentrionale e meridionale,
in corrispondenza dei due torrenti che ne segnano il confine,
l’altezza del rilievo è più contenuta, e la costa assume un
carattere meno aspro. La vegetazione è rappresentata da macchia
mediterranea. Date le caratteristiche morfologiche l’area non è
stata interessata da uno specifico insediamento. Per posizione
strategica vi fu costruita la Torre del Romito, che faceva parte del
sistema di avvistamento per la difesa del territorio e in
particolare del porto di Livorno, all’epoca in cui i Saraceni
rappresentavano un pericolo per la costa. All’Ottocento risalgono
alcune abitazioni poste più avanti di Belvedere tra le quali la
villa di Romito, appartenente allo statista pisano Giorgio Sidney
Sonnino.
A partire da nord, lungo la valle del Torrente Chioma, in località
II Gorgo (Tav; I, n. 1) abbiamo identificato tracce di una fornace
per la produzione di laterizi, dolia, ceramica di uso comune e
anfore di forma Dressel 1B e Dressel 2-4. Questi materiali e gli
scarti di lavorazione, esaminati allo stereoscopio da T. Mannoni,
risultano prodotti con argille locali caratterizzate da siltiti,
arenarie, scisti rossi, gabbro, serpentino e abbondanti galestri
(tipici proprio dell'area in cui è localizzata la fornace). Nella
parte terminale del torrente sfocia il depuratore di Quercianella.
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10 settembre 2017 - Esonda il torrente Chioma e porta via il ponte
alla foce
A causa della piena è crollato il ponte alla foce del fiume Chioma:
sono state tratte in salvo le persone che si trovavano nel residence
vicino, una cinquantina circa, dai vigili del fuoco e dai volontari
della pubblica assistenza. In 10 mesi viene ripristinato l'accesso
al porticciolo e residence. Alle ore 11,36 del 2 agosto 2018 si
aziona il meccanismo di sollevamento del nuovo ponte. Una lingua di
asfalto sopra una struttura in ferro, lunga venti metri, larga tre,
che si innalza in verticale e parallelamente al letto del fiume,
fino a raggiungere, in 11 minuti, un'altezza di circa cinque metri.
In caso di emergenza, non solo la struttura, in questo modo, può
salvarsi dalla furia delle acque, ma permette di sfruttare la
funzione per cui è stato costruito.Perché sul lato sinistro, una
torretta con le scale a chiocciola, consente ai pedoni di
raggiungere utilizzare il ponte, percorrerlo e scendere sul versante
opposto per mezzo di un'altra torretta gemella. La struttura, è
rifinita con bozze in pietra, secondo disposizioni della
soprintendenza, per renderla più in armonia con l'ambiente
circostante. Circa 900 mila euro il costo, che arriva ad 1,3
milioni, tenendo conto delle precedenti opere di ripristino e del
progetto. A presenziare alla cerimonia, il governatore e commissario
straordinario dopo la tragica alluvione dello scorso settembre,
Enrico Rossi, l'ammiraglio della direzione marittima di Livorno,
Giuseppe Tarzia, ma anche il sindaco di Rosignano Marittimo
Alessandro Franchi, Alessandro Aurigi assessore all'urbanistica di
Livorno e Francesco Gazzetti consigliere regionale PD. «In dieci
mesi siamo riusciti nell'impresa - ha detto Rossi - e di questo
voglio ringraziare anche Franchi con il quale abbiamo lavorato
benissimo, di concerto al genio civile».