Trascorre le estati degli ultimi
anni nella villa di Castiglioncello "La
cuccetta" a picco sul golfo del Quercetano tentando di pescare
invano qualcosa e coccolando la nipotina.
Renato
Fucini nasce a Monterotondo (presso Massa Marittima, Grosseto) l'8
aprile del 1843 (muore a Empoli il 25 febbraio del 1921 a 78 anni), figlio di un medico
condotto (David) dedito alla cura delle febbri malariche. Nel 1844 il
padre si sposta a Campiglia fino al 1849. In questi primi anni il ragazzo conosce la campagna
maremmana e l'amore per gli animali ovviamente domestici. Dal 1849 passano a
Livorno dove va a scuola dai Barnabiti, ma la situazione economica è
precaria ed i genitori decidono di spostarsi a Dianella nella casa paterna presso Vinci,
dove il padre ottiene la condotta e la situazione un poco migliora. Renato
studia a Empoli sotto la guida di un prete che riesce a farlo arrivare all'università. A Pisa
fa prima Medicina, poi Agraria ed al termine inizia la pratica come
perito. Intanto inizia a scrivere ed i suoi sonetti in vernacolo
gli aprono gli ambienti culturali della città. E' anche aiuto ingegnere presso il comune
di Firenze. Si dedica poi all'insegnamento iniziando in seguito una
carriera di ispettore scolastico che si concluderà con la carica di
Provveditore agli studi, rifiutata però dallo scrittore. La
professione gli consente comunque di percorrere in lungo e in largo la campagna toscana.
Come scrittore esordisce con "Cento sonetti in vernacolo pisano", pubblicati nel 1872 con
lo pseudonimoanagramma di Neri Tanfucio. Seguono "Cinquanta nuovi
sonetti" (1881). Si tratta per lo più di brevi dialoghi tra popolani,
conditi di battute e modi proverbiali. Affiora la fresca vena bozzettistica
che troverà più compiuta espressione in due popolari raccolte di racconti:
"Le veglie di Neri" (1884) e "All'aria aperta" (1887). Qui le macchiette, i
personaggi bizzarri, divertenti o patetici, sono ambientati in un paesaggio
arioso e essenziale che ricorda quello dei contemporanei pittori
macchiaioli. Oltre a queste cose Fucini ha lasciato anche il reportage
giornalistico "Napoli a occhio nudo" (1878), e i volumi di ricordi "Acqua
passata" e "Foglie al vento", usciti postumi nel 1921. A Castiglioncello frequenta Diego Martelli col quale si trovava in
sintonia nelle lunghe chiacchierate all'ombra dei pini. |