Romolo Monti - biografia 

Costruttore nel 1912 e poi gestore dell'Hotel Miramare di Castiglioncello.
Romolo Monti nasce a Carpi (Modena) nel 1878 e muore a Castiglioncello nel 1962. Ad un anno è orfano di padre ed a due muore la madre. Infanzia acerba presso una zia sorella del padre. Va a scuola a Modena dove vive fino a 13 anni ottenendo la licenza tecnica. Precoce di fisico e di cervello, entra dopo la scuola in una segheria a 40 lire al mese. Un anno dopo si dà al commercio, ma dopo pochi mesi è senza lavoro, per cui scappa a Milano, ma nessuno lo vuole data l'età. Non resta che tornare a casa dove trova lavoro come scribacchino assicuratore presso conoscenti degli zii. In questi anni diventa un "soggettaccio" e gli zii senza figli ne finiscono sottomessi. Ma "l'istinto buono e forte mi salvò dall'abisso", come ricorda nelle sue memorie e a 18 anni nel 1896, decide di partire per l'Argentina in cerca di un lavoro indipendente. Parte da Genova e facendo l'improvvisato decoratore a bordo, arriva a Buenos Aires con 20 lire in tasca. Lo attende uno zio, fratello del padre, che gli trova un lavoro di commesso in un magazzino. Tutti i giorni dalle 6 alle 22 con alternati pomeriggi domenicali di riposo. Nonostante il lavoro quasi da schiavo non gli dispiaccia e sia benvisto dai proprietari, decide di andarsene in seguito ad una lite con un collega spagnolo invidioso. Si sposta nell'interno a Rosario, Luis Primero, Cordova, Parana fino a El Trebol, passando così ad un emporio per agricoltori, lavorando su una sconosciuta trebbiatrice, ma con tale successo che diviene compartecipe agli utili. Un incendio doloso lo riduce però sul lastrico e deve cambiare di nuovo. Decide di non aver più soci e tentare tutto da solo. Dopo una breve parentesi di contabile si mette a fare il colonizzatore e poi l'agricoltore a Luis Primero, poi assicuratore e commerciante di bestiame, magazziniere e ricevitore di cereali. Ovunque italiani e spagnoli lavorano di braccia, mentre inglesi e tedeschi ben preparati si accaparrano le terre migliori dell'immensa pampas. Nel 1906 fa un viaggio in Italia di tre mesi e nel 1908 di due mesi per tentare l'esportazione di cavalli creoli e di granturco argentino, ma il tentativo non ha successo. Ma l'ambiente di casa contrapposto al semiselvaggio vivere in Argentina, fa pendere pian piano la bilancia a favore del rientro definitivo dopo 13 lunghi anni. Arriva a Modena, con 75.000 lire in tasca, ma subito alla val Padana preferisce la Toscana e dopo pochi mesi si sposta per cure a Montecatini, cittadina termale in forte espansione. Alloggia in una pensione e si innamora della figlia dei proprietari, Gina Zucconi (1890-1983) che vorrebbe portare in Argentina, ma i genitori si oppongono. Riparte lui, vende tutto e torna per sposare Gina che a 18 anni, diventa sua moglie e dalla quale avrà subito il primo figlio Dante (1910). Primo dei dieci totali. Dopo Dante, Lina, Isa, Rino, Marga, Vanda, Luigi, Marisa, Enzo e Aldo.
Intanto lavora rappresentando in esclusiva per la Toscana la Cementeria Italiana di Livorno e altre ditte, una di Berlino, un'altra di Praga. Viaggia di continuo e arriva nel luglio 1910 a Castiglioncello due giorni dopo l'inaugurazione della ferrovia «Livorno-Vada». Un vero colpo di fulmine. Ritorna presto e si rende conto che non ci sono alberghi. Per alcuni mesi ha contatti con il barone Patrone, dal quale acquista poco meno di 8.000 mq di terreno fra la pineta ed il mare, nella posizione che ritiene migliore. Ma il barone che non lo conosce, accende una ipoteca sulla proprietà venduta, totalmente a suo vantaggio, se l'iniziativa non sarà portata a termine entro il 1°luglio del 1912. Un tempo assurdo e Monti protesta, ma il barone non molla: ho fatto il castello in due anni fra il 1989 ed il 1891, per un albergo, uno basta e avanza. E' l'agosto del 1911 ed a Castiglioncello ci sono solo il castello Patrone e quello Danieli presso la torre, oltre ad una ventina di ville. Non c'è Rosignano Solvay. Fatto il progetto da parte del prof. Giusti di Pescia, restano 7-8 mesi per la costruzione dei tre piani, che inizia nel novembre affidata alla ditta locale Serredi, che firmerà anche tante altre ville del promontorio e che lavorando a cottimo riesce a rispettare i tempi. Ma in zona manca tutto e tutto deve venite da fuori, da Firenze, Livorno, Pistoia, compreso i rifornimenti alimentari. Tuttavia con pochi giorni di ritardo l'inaugurazione avviene il 14 luglio del 1912. Manca il telefono, l'acquedotto, le fognature, gli addetti alla manutenzione, l'inizio è dei più difficili, quasi impossibile, tanti sono i debiti da pagare essendo la spesa totale di 900.000 lire. Con costanza e tanta passione, facendo tutto da solo, dal direttore al facchino, dormendo anche su di un tavolaccio pur di ospitare clienti, riesce a pagare le scadenze in tempo e l'hotel Miramare inizia il suo viaggio di successo. Il parco dell'albergo attrezzato con pista di pattinaggio sul mare, arriva fino alla spiaggia. (Nel 1934 Monti ne cederà una striscia al Comune per costruire la passeggiata). Dal 1912 al 1916 per soddisfare gli impegni e tirare avanti la figliolanza sempre in aumento, con l’introito dell’albergo sempre insufficiente, nonostante le economie ed i sacrifici divisi con mia moglie, dove arrabattarsi sfruttando quanto si presenta; vende vagoni di gesso e cemento, argenterie, fa mediazioni di proprietà immobiliari. Nel 1915 è in difficoltà a pagare la levatrice della neonata Isa ed arriva anche la chiamata alle armi a 38 anni suonati, per la guerra ormai in atto. Dalla fine del 1915 all’ottobre del '18 è in alta Lombardia, ai confini del Piemonte, prima al 191 M.T. poi al 37° Regg. Fanteria ad Alessandria. Anche da soldato fra Pavia, Valenza, Acqui, Casale, Cuneo, Alessandria dove dove recarsi per il reggimento, quando è libero compra e vende pietre preziose e quadri; ne ha una quarantina fra le mani: brillanti, rubini e smeraldi. Finalmente viene congedato per la nascita del quarto figlio Rino. A casa ha bisogno di guadagnare, ricomincia a fare il mediatore e riesce a concludere la vendita di due piccole tenute, e di un blocco di quadri. Tornando al dopoguerra, la situazione è disastrosa, ovunque mutilati, residui umani rovinati dai gas, ciechi e tubercolotici, violenza e furti ovunque e per rifinire al meglio arriva il colera. L'albergo intanto lavora, ma la guerra di Libia dell'11 e quella mondiale dopo, ne limitano grandemente le possibilità nonostante il vantaggio della ferrovia vicina. I governi non sono capaci di azioni incisive, aprendo così la strada a Mussolini. Nel 1926 entra in una società anonima livornese, la Selles con molti nomi eccellenti, ma che nel giro di pochi mesi deve chiudere senza distribuire una lira agli azionisti. In seguito acquista a 3 Km. da Castiglioncello lo scoglio di S. Lucia, una casa, due spiaggette e tremila mq., pagando metà in quadri e metà con denaro. Migliora la proprietà in tutti i modi, ma la vendita è difficile. Finalmente arriva l’ing. Fradeletto, che la vuole per fare un dispetto al suo vicino Sig. Colonna. A seguire, compra uno scoglio limitrofo di oltre cinquemila mq., magnifico ed orribile, tanto è pericoloso ed abbandonato; lo recinta, lo abbellisce con piante, un pozzo, un grande garage, tanto lavoro personale. Ma il compratore arriva solo dopo 6-7 anni, l’acquista il Principe Ginori Conti. Allora compra un buon poderino di quattro ettari, in pianura, lo rivenderà poi nel 1955 per pagare il rialzamento del Miramare. La crisi del '29 crea nuovi timori, ma Castiglioncello è in fase di grande espansione ed il lavoro non manca. In questo periodo riesce a comprare la nuova “rivoluzionaria” utilitaria Fiat “508” Balilla uscita nel 1932, più tardi passerà alla "Topolino". Il dramma si ripresenta con la Seconda Guerra Mondiale. L'albergo è vuoto, per oltre un anno ospita i tedeschi prepotenti, che finiscono per requisirne una parte e pian piano se lo prendono tutto, fino a cacciare fuori l’intera famiglia. Intanto infierisce senza tregua la lotta, in aria, in mare ed in terra. E' costretto a sfollare nel fiorentino a Poggio, fino al '45. Con l'arrivo degli alleati inizia il rientro viaggiando con mezzi di fortuna per una settimana con la famiglia, affamati, patiti, privi di soldi, con due ammalate a bordo fino a Castiglioncello. Boeri, inglesi, paracadutisti e sfollati, occupano il Miramare, che è stato in parte bombardato, il resto devastato, irriconoscibile, ma per buona sorte in piedi. Viene derequisito e liberato nel 46; pian piano cerca di rimetterlo alla meglio, ed a migliorarlo, senza aiuti da chicchessia, finchè si comincia a lavoricchiare. Tornato il sereno, nei mesi vuoti c'è modo di riprendere le transazioni commerciali e viene la volta di circa 2000 mq. fabbricabili in Via G. Marconi, presto rivenduti, dove due belle ville fanno mostra di sé. Tutto questo è anche tanto lavoro, dato ad operai ed artigiani locali. Per ultimo una villa in via Diego Martelli, la Conti, con mq. 1500 di pineta e lecceta ed un grande deposito, che acquista verso il 1945, resa malandata dagli sfollati. Rimessa in perfetto stato, la scorpora e la rivende. Nel 1951 smette di fare transazioni in paese. In parallelo all'attività di albergatore, scopre già dal 1910 la passione per la pittura, o meglio per il commercio ed il collezionismo delle opere d'arte. Nel 1913 conosce a Livorno Mario Puccini, il Van Gogh toscano, povero in canna, allunga i colori con l'olio delle sardine. Monti si innamora dei suoi quadri, lo rifornisce, gli compra il lavoro in blocco, vendendo e guadagnando anche per l'artista che dirà: "Ho trovato l'americano". Resteranno amici per sempre. Poi conosce Oscar Ghiglia che compra casa a Castiglioncello. A Milano, incontra lo scultore Medardo Rosso, lo invita a Castiglioncello ed acquista le sue opere, insieme a quelle di Gordigiani, Bartalena, Natali ed altri, consigliato anche da Ugo Ojetti. Un'attività parallela che lo accompagna per tutta la vita consentendogli di mettere assieme una ricca collezione di opere e di stringere rapporti con tanti pittori che passano regolarmente dal suo albergo. Una rapida carrellata all'albo d'oro dell'albergo: emergono Mario Missiroli, Pirandello con Marta Abba, Ardengo Soffici, Armando Falconi con Tina de Lorenzo, Emma Gramatica, Massimo Bontempelli, ed il livornese Costanzo Ciano detto "ganascia" che mangia per tre e ancora Giovanni Spadolini e Renato Natali. Negli ultimi anni Romolo viene affiancato nella conduzione dell'albergo dal figlio Dante, che ha frequentato la scuola alberghiera a Montecatini e soggiornato all'estero per imparare le lingue, e continua dopo la morte del padre fino al 1975. Intanto si inserisce Enzo, penultimo dei dieci figli di Romolo (1929-2014), che resta fino al 1988 (laureato in farmacia, aveva comprato e gestito una farmacia a Castagneto Carducci), ed il nipote Niccolò Ciappi figlio di Marga, che conduce dal 1970 al 2000. Dall'88 partecipa alla conduzione anche l'altro nipote figlio di Lina. Dal 2000 la conduzione è affidata al giovane Marco figlio di Enzo. Romolo Monti muore a Castiglioncello il 10 luglio 1962 ed è sepolto nella cappella di famiglia nella parte storica del cimitero di Rosignano M.mo. Nel testamento raccomandava: "Tenete il Miramare come una mascotte, l'albergo ben diretto supplirà alle vostre necessità e vi darà soddisfazioni continue". I figli rimasti in sei ne hanno fatto tesoro. Nel 1994 L'amministrazione Comunale dedica a Romolo Monti una parte di via della Torre. Il 14 luglio 2012 festa speciale, all’hotel Miramare con 400 persone, organizzata da Marco Monti nipote di Romolo ed attuale gestore, per le celebrazioni del centenario dello storico albergo. Ricordata la figura di Romolo Monti e ripercorse le tappe salienti di questo glorioso edificio che ha ospitato Churchill, Toscanini e Pirandello. (Sintesi da "Il mio solco" e "Un oste di campagna" di Romolo Monti con la collaborazione di Marisa Monti e Niccolò Ciappi).

              L'area di circa 8.000 mq. acquistata da Romolo Monti dal barone Patrone nel 1911.
Intorno all'albergo costruito nel 1912 si sono aggiunti nel '900 i fabbricati:
(A) nel 1925 come residenza della numerosa famiglia Monti per liberare il piano dell'albergo che occupava. Il fronte lato Carabinieri è stato aggiunto nel 1958. Recentemente sul lato interno sono stati realizzati sei mini appartamenti gestiti dall'albergo.
(B) la villa che diventa residenza della famiglia, costruita nel 1959 in occasione dei 50 anni di matrimono di Romolo con la signora Gina poi abitata da alcune eredi oggi decedute.
(C) il locale (ora gelateria) con terrazza è del 1955, in questo punto anteguerra, c'era uno slargo nel terreno per consentire il giro delle carrozze che accompagnavano i signori villeggianti ai "bagnetti".
(D) fin dai primi anni era magazzino materiali da spiaggia quando i bagni erano su palafitte, poi stanza mortuaria di passaggio per gli alleati
(fonte "Buino" Osti), poi cantiere per le barche in legno del bravissimo costruttore Aldo (ultimo dei Monti), poi dal 1973 negozio "Il Magazzino" di Alessandra Benini Monti ora nel fabbricato (A). Al piano superiore la terrazza coperta per le serate estive dei clienti dell'albergo, spesso sala da ballo.
(E) magazzino dell'albergo fin dagli anni '30.


 


 

La moglie signora
Gina (1890-1983)

Romolo Monti giovane emigrante in Argentina

Dante con Romolo Monti nel 1946 a Montecatini

La prima pubblicità sul settimanale volterrano "Il Corazziere" del 26 giugno 1912 (notare il refuso tipografico Restauraut, il telefono non c'è ancora)

Il contrassegno per le
valigie degli ospiti

           Opuscolo anni '20 (n° di telefono 56)

             Opuscolo 1934 (XII era fascista)

Il Miramare dei primi anni con il parco che finiva sulla spiaggia. Ben visibile a sinistra la scala di ingresso al primo piano dell'edificio, eliminata nel 1955 per consentire l'ingresso al piano terreno.

Locale soggiorno oggi, il divano è di inizio'900

Il bar di inizio'900

La sala da colazione nella veranda lato mare

La camera 24 sempre richiesta da Pirandello e Marta Abba negli anni 20, posta al quarto piano nell'angolo sud dell'Hotel. L'arredamento è successivo.

La statua della fanciulla era in origine sulla terrazza fino al rialzamento del 1955.

Il busto sulla colonna,
raffigura Giosuè Carducci

A dx oggetti d'epoca

Il prezioso orologio a colonna di fabbricazione tedesca, ceduto a R. Monti dal gerarca A. Teruzzi di Villa Celestina prima dell'arresto nel 1943. Particolari delle ringhiere e illuminazione originali. Opere scultoree nei corridoi ed il gancio a corredo di ogni porta per appendere la lanterna a petrolio in mancanza di luce. L'albergo appartiene alla catena "Locali Storici d'Italia". Sono oltre 200 e quasi 80 sono guidati dalla stessa famiglia da più di due generazioni con punte di cinque generazioni. Il Miramare è alla terza.

L'8/8/2013 Aldo Monti, ultimo dei 10 figli di Romolo, ha presentato alla Limonaia il volume: "STORIE? Anche l'uomo piccolo quando il sole è basso fa l'ombra lunga". Dalla retrocopertina: Io non sono nato con una penna in mano, ma con un martello e un ferro da calafato, pertanto ho scritto queste pagine senza nessuna pretesa. Solo per bloccare le mie memorie. Nella vita sin da giovane ho costruito le barche, sin da giovane sono andato in mare, so quindi che la mia identità è quella del Maestro d’ascia e di uomo di mare. Sono nato nella camera numero 22 dell’albergo Miramare, ultimo di dieci figli. La mia mamma quando mi prendeva in collo mi portava alla finestra da dove si vede il mare, vicinissimo, a pochi metri dal confine del giardino dell’albergo; chissà se già da allora, ancora in fasce, quell’immensa distesa di acqua iniziò a fare parte di me. La mia infanzia la trascorsi fra il giardino dell’albergo e la spiaggia che confina con lo stesso. A distanza di anni rivivo molto spesso quei periodi e mi tornano sempre alla memoria quei personaggi che frequentavano il porticciolo. Aldo classe 1932 è deceduto il 20/2/2020.

Romolo Monti nel ritratto
di Oscar Ghiglia

 La cappella della famiglia Monti
nel cimitero di Rosignano M.mo

Le tombe nella cappella

Per gentile concessione dei sig.ri Marisa Monti e Niccolò Ciappi.  In parte da "Il gringo gentile" Il Tirreno 18/7/1993

Dopo 110 anni ininterrotti la famiglia Monti esce di scena. L'accordo dei 10 soci con una società italo-francese. Venduto il Miramare diventerà un 5 stelle.
Dopo 110 anni la famiglia Monti dà l'addio al gigante rosso. È stato infatti venduto l'Hotel Miramare. Da settimane a Castiglioncello si mormorava che l'Hotel, che si affaccia sulla baia di Castiglioncello, stava per passare di mano. Chiuso dall'estate scorsa l'albergo, gestito per 25 anni da Marco Monti nipote di Romolo che aprì la struttura il 14 luglio 1912, non aveva più riaperto i battenti. Poi le prime indiscrezioni. «Dentro quell'hotel - ha detto a caldo Marco Monti - ci lascio gran parte del mio cuore. A comprarlo una società italiana che fa però capo ad un francese, un parigino in particolare. Un imprenditore che vuole investire su Castiglioncello e sulla struttura che potrà diventare in cinque stelle, ma che conserverà almeno in parte - spiega Marco Monti - la sua impronta storica. E di questo sono contento: i turisti che alloggeranno in una delle 46 camere ed attraverseranno quei saloni, potranno conoscere la storia della nostra famiglia (dieci i soci del Miramare) e di Castiglioncello». Una trattativa lunga, l'albergo era ufficialmente in vendita da mesi e, d'altra parte, vista l'importanza della struttura a metà tra la pineta Marradi ed il mare, non poteva essere diversamente. Una struttura importante, circondata da un grande parco che si affaccia sul lungomare Alberto Sordi; importante non solo a livello turistico, ma anche perché ha rappresentato la storia di Castiglioncello. Da quelle stanze, da quelle ampie sale, sono passati politici, pittori, letterati, attori, registi, scienziati, musicisti come, Winston Churchill, Arturo Toscanini, Oscar Ghiglia, Luigi Pirandello, Marta Abba, Ettore Petrolini, Giovanni Papini, Ardengo Soffici. Negli anni più recenti hanno soggiornato al Miramare annoverato tra i "locali storici d'Italia" Vittorio Gassman, Margherita Hack, Silvio D'Amico e famiglia, Alberto Sordi, Roberto Castellani, Carlo e Enrico Vanzina, Marcello Mastroianni, Roberto e Isabella Rossellini, Sandro Continenza. Negli anni'60 Castiglioncello fu scelta dal regista Dino Risi come set per il famoso film "Il Sorpasso". Tutto il cast, tra cui: Vittorio Gassman, Catherine Spaak e Jean-Louis Trintignant soggiornò nel periodo delle riprese al Miramare. Le loro firme sono ancora conservate nel vecchio registro delle presenze. Una grande villa, rialzata in un secondo tempo, nella quale si può ancora respirare l'atmosfera che fu anche quella dei pittori Macchiaioli grazie a fotografie, documenti e oggetti esposti nei lunghi corridoi. Una storia partita da Romolo Monti, che del Grand Hotel fece dapprima cenacolo di artisti e letterati e poi albergo di lusso. Romolo Monti era un uomo di poche parole. Dopo una sua esperienza fortunata in Argentina arrivò a Castiglioncello da Carpi con la moglie Gina ed ottenne un terreno dal barone Lazzaro Patrone per costruire una struttura ricettiva. Al patto che tutto fosse realizzato in un anno. Ed è così che nel 1912 fu inaugurato il Grand hotel Miramare. Arredato con cura, con appesi i quadri dei Macchiaioli, l'hotel rispecchiava l'aristocrazia dei tempi diventando il fulcro della vita balneare e mondana, culturale ed artistica di Castiglioncello. Negli anni l'hotel immerso in un parco ha accompagnato l'espansione turistica di Castiglioncello diventando un importante punto di riferimento. Nell'agosto del 1984 Giovanni Spadolini, amico della famiglia Monti, ed allora Ministro della Difesa, volle ricordare il quarantennale della sosta di Winston Churchill che incontrò gli ufficiali alleati presso l'Hotel Miramare e in quell'occasione fu posta una targa commemorativa all'ingresso dell'albergo. Targa ancora ben visibile. Nel 2012 Marco Monti organizzò un incontro aperto a tutti i cittadini, per ricordare la figura del nonno. Nel 2015 l'Hotel venne riconosciuto come impresa storica. «Eravamo dieci soci - dice Marco Monti - e la nostra è stata una lunga storia. Adesso cercherò di riposarmi con la mia famiglia. Poi mi guarderò intorno per iniziare un nuovo capitolo della mia vita».
(A. Bernardeschi Il Tirreno 8/7/22)

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