Castiglioncello ieri/Portovecchio/Scuole

1908 - Prima scuola di fortuna organizzata dal barone Patrone in locali provvisori. Anni 30 - Le scuole comunali dal 1911 lungo via Gorizia (ora parcheggio) demolite nel bombardamento del 1944. 3 Gennaio 1943 - Divieto di riapertura scuole di Castiglioncello per gli allarmi aerei, infatti il 15 giugno 1944 saranno bombardate e distrutte. Anni '50. Qui era la scuola bombardata nel '44, oggi parcheggio con edicola. Difronte la Pensione Villa Fiorita nel 1957 gestita dai Vivaldi. Dietro la pensione Belvedere. 1930 - Recita all'asilo delle suore (arch. E. Marianelli) 1937 - Scuola privata presso le suore di S.Giuseppe 1945 - Scuola privata presso le suore di S.Giuseppe 1946 - Classe elementare alla pensione Perla (Arch. F. Tanganelli) 1959 - Orchestrina alla scuola delle suore. Le suore: Solange, Giuliana, Anna, Daria, Raffaella, Ludovica. Istituto israelitico Lazzaro Levi distrutto dai bombardamenti del 15 giugno 1944. (Arch. D. Scaramal) Casa al mare Lazzaro Levi. Colonia bambini ebrei in via Pel di lupo, ricostruito. (Arch.Marzia Bartolini)

Dalla scuola privata organizzata dal barone Patrone nel 1908, alla comunale distrutta dalla guerra e ricostruita,
alla scuola ecclesiastica delle suore di S.Giuseppe.

Foto 1 - 1908/1910 - La prima scuola di Castiglioncello fu "sussidiata" dal barone Patrone in locali di fortuna, fino all'apertura della scuola di Portovecchio.
Foto 2
- 1911 - A Castiglioncello si inaugurano le scuole di Portovecchio lungo via del Littorale al posto dell'attuale parcheggio con edicola. Con la Legge Credano, del 4 giugno 1911, inizia, con estrema gradualità, il passaggio dalla chiesa allo Stato delle competenze in materia di gestione delle scuole; in particolare le scuole dei capoluoghi di provincia rimangono di competenza comunale, le altre passano alle dipendenze dei Provveditorati agli Studi. A livello comunale vengono istituiti i Patronati Scolastici, enti per la raccolta di fondi necessari all’apertura di nuove scuole, al fine di migliorare la retribuzione degli insegnanti, ed istituire scuole serali per adulti. La scuola fu distrutta dal bombardamento del 15 giugno 1944 che distrusse tutte le residenze lungo l'attuale via di Portovecchio oltre a Villamarina degli Uzielli.
(Vedi)
       Adunanza 2 ottobre 1912 - Scuole di Castiglioncello - Lapide al soldato Cerrai
Il Sindaco propone il seguente partito:
                                                       Il Consiglio
Vedute le varie lettere con le quali la Società Pro-Castiglioncello domanda l'autorizzazione di apporre alla facciata delle scuole di Castiglioncello la seguente epigrafe dettata da Guido Biagi a ricordo del soldato Cerrai morto in Libia:

                                                  A Sciarà-Sciat
                                          dove masnade arabo-Turche
                                                 in agguato felino
                                  insidiarono ma non vinsero il valore Italiano
                                               
Attilio Cerrai
                                      con altri militi dell'XI Bersaglieri
                                          cadde da eroe e da martire
                                               il 23 ottobre 1911
                                                     --------
                                         Il nome del valoroso compaesano
                                  posto in parete alla scuola di Castiglioncello
                                                ricordi e ammonisca
                                            doversi la grandezza d'Italia
                                               al sacrificio delle madri
                                               alla virtù degli umili eroi

Considerato gli alti sensi di patriottismo che hanno ispirato tale epigrafe
                                                       Delibera
di dare il richiesto consenso per l'apposizione alle scuole di Castiglioncello. Il Consigliere Petrucci dichiara di non poter essere favorevole. Nessun altro domandando la parola, il Presidente mette ai voti il deliberato che sopra, ed esso risulta approvato con voti 11 favorevoli, uno contrario, resi per alzata e seduta.  (Vedi foto 2)

Foto 7 - 1945 - Terza elementare dalle suore di S.Giuseppe dell'Apparizione in via Lungomonte a Portovecchio. Sono riconoscibili i bambini: Lia Fani, figlia dell’impiegato del Dazio di Portovecchio; a sinistra Silvana Ciaffoni, Lucia Faccenda, in piedi Rosanna nipote di Don Carlo Gradi, Nila Banchini e ultimo a destra con le mani nelle tasche di corti pantaloncini Franco Corsi. (Archivio Franco Corsi per gentile concessione)
Foto 11
- 194
4 - Per il bombardamento su Castiglioncello-Rosignano vedi
                                   Le suore di Castiglioncello

Le suore di S.Giuseppe dell'Apparizione sono presenti a Castiglioncello fin dal 1914. Allora il vescovo di Livorno, Mons. Giomi, con l'aiuto del barone Patrone (vedi biografia Patrone), le sposta da Antignano in un locale in affitto in Via Asmara. Nel 1923 in seguito ad accordi tra il vescovo e la Superiora Generale della Congregazione, di stanza a Marsiglia, viene acquistato un terreno per l'edificazione della nuova casa proprio vicino alla chiesa che solo da due anni era in costruzione su terreno donato a don Carlo Gradi dai Cardon. L'intento è di avvicinare tutte le attività cattoliche della zona e di dare un aiuto al prete. Nel 1925 l'edificio è terminato e le suore si stabiliscono nel nuovo istituto che sarà in seguito anche ampliato. L'istituto ha aule spaziose, luminose ed accoglienti per le classi elementari e per la scuola materna e un giardino ben curato per gli svaghi all'aperto. Il tutto ha un costo assai elevato e i debiti saranno estinti molti anni dopo. Nel 1926 viene aperto nell'Istituto il Ricreatorio festivo preceduto dalla catechesi e seguito dalla partecipazione ai vespri domenicali. Nel periodo di guerra le religiose si spostano a Vitolini e ritornano solo nel 1945 ritrovando intatto l'edificio custodito e curato da Angiolino Faccenda per cinque lunghi anni. Nel 1962 la scuola elementare viene parificata alle scuole statali e questo reca grande consenso, soddisfazione e gradimento ai genitori degli scolari. L'attività è diretta da Suor Giuseppina Poggesi, la Madre dall'acuta intelligenza e dal portamento lievemente più austero delle consorelle. D'inverno funziona l'asilo che ospita un centinaio di bimbi del posto, affidati alle cure di Suor Rosalia. Dopo 74 anni, nel 1989, la scuola cessa la sua attività perché non ci sono più sufficienti suore, perché alcune sono andate in pensione e soprattutto perché non ci sono fondi sufficienti per remunerare eventuali insegnanti laiche. L'istituto viene ristrutturato e le scuole materne con le classi elementari vengono direttamente gestite dal Comune e si spostano alle Spianate. Inizia a questo punto l'aiuto diretto a persone extracomunitarie, principalmente provenienti dall'Africa, che per brevi periodi possono anche sostare nella "casa delle suore". La vecchia scuola materna viene ristrutturata per essere messa a disposizione della parrocchia per riunioni con i parrocchiani, con i bambini, per accoglienza ai bisognosi e per giochi. I lavori sono pagati dall'ordine e precisamente dalla Provincia d'Italia con sede a Fiesole dove si trova la casa comune. Attualmente le poche suore presenti si propongono l'accoglienza e l'aiuto degli extracomunitari bisognosi con cibo, vestiario e altre occorrenze e le visite e l'assistenza agli anziani e ai malati. La Coop locale regala le rimanenze del settore gastronomia ogni settimana. Dal lunedì al sabato, su richiesta del vescovo, ospitano i presbiteri a pranzo per permettere di fare l'unità pastorale. Negli ultimi 25 anni la catechesi è stata svolta da due religiose con l'aiuto di laici e, da un pò di tempo, un gruppo di signore locali fa capo all'Istituto per l'aiuto alle Missioni facendo lavori di vario genere che vengono venduti durante una speciale mostra. Il ricavato viene interamente devoluto alle missioni. In tutti questi anni queste "sorelle" che si sono succedute nell'istituto hanno dedicato, con grande spirito di abnegazione e altruismo, il loro tempo e la loro vita per i bisogni della comunità consacrandosi pienamente alle necessità dell'infanzia specialmente di quella più bisognosa.
(Da: "Dar tempo dell'etruschi ar tempo de' caini" di Castaldi-Lami-Marianelli, scaricabile dalla sezione Scaricolibri del sito)
      Sant'Emilia de Vialar fondatrice della congregazione delle
"Suore di S.Giuseppe dell'Apparizione"
Nasce a Gaillac, in Francia, il 12 settembre 1797 da una famiglia aristocratica. Sua madre muore mentre in carrozza accompagna lei tredicenne al collegio parigino delle Dame dell’Abbaye-au-Bois, per signorine di alta condizione. Dal lato paterno, Emilia appartiene a un casato di uomini di legge. Il nonno materno è il ricchissimo barone Antonio Portal, scienziato e medico del re Luigi XVIII. Da Parigi, Emilia ritorna quindicenne a Gaillac per stare col padre e i due fratelli, più giovani di lei. Ma il padre sembra ormai indifferente a tutto e a tutti. Chi manda avanti la casa è una domestica fidata, laboriosa, decisionista. Per Emilia questi sono anni confusi: bella e ricca com’è, non si sposa, e pare che non sappia cosa fare. Durante una missione popolare, i predicatori la orientano verso i drammi della povertà, e lei dà una prima risposta aprendo casa sua a molti infelici. Ma così entra in conflitto col padre e con Toinon
(Antonietta), l’autoritaria domestica, che l’accusa di rovinare la famiglia. Intanto ha radunato un gruppetto di ragazze che condividono il suo aiuto ai poveri e le sue speranze in qualcos’altro. E questo “altro” giunge nel 1832: la morte del nonno materno procura una ricca eredità a Emilia, che subito compra una casa, raccogliendovi le compagne, e con l’aiuto del vescovo di Albi fonda la congregazione delle "Suore di San Giuseppe dell’Apparizione". Si è ispirata al Vangelo di Matteo, là dove narra dell’Angelo che appare a san Giuseppe per rassicurarlo: "Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quello che è generato in lei viene dallo Spirito Santo". Agostino de Vialar, fratello di Emilia, vive in Algeria, già occupata dai francesi, e le propone di aprire un ospedale a Boufarik, presso Algeri. Lei arriva con le prime compagne, in tempo per affrontare un’epidemia di colera. Col denaro del nonno crea ospedali e scuole, tra l’ammirazione dei musulmani. Ma nel 1843 il vescovo francese di Algeri fa richiamare tutte le suore in Francia, e si tiene le loro opere. Così Emilia ora è anche povera, ma non ha visto ancora il peggio. Riparte dalla Francia portando scuole e ospedali a Malta, Cipro, Tripoli, Beirut; viaggia nel mondo spingendosi fino all’Australia. E intanto arriva, per lei, il disastro proprio in casa: a Gaillac, nella sua prima comunità. Qui la superiora locale rovina tutto con un’amministrazione disastrosa, e poi se ne va facendo anche causa a madre Emilia, per avere indietro la dote. Povertà, debiti, ondate di maldicenza, sembra davvero la fine. Ma lei è tranquilla: "Il nostro Ordine deve prosperare nella povertà". Abbandonata Gaillac, il cuore della Congregazione trova sistemazione definitiva nel 1852 a Marsiglia, con l’aiuto del vescovo che è un padre di missionari e futuro santo: Eugenio di Mazenod, fondatore degli Oblati di Maria Immacolata. Emilia non ha più eredità da spendere, ma avrà sempre più esempi da mostrare, dovunque operino le Suore dell’Apparizione, in Europa, in Asia, in Africa.
Muore, quasi improvvisamente, come se avesse voluto essere umile fino alla fine, il 24 agosto 1856 a 59 anni. "La santa è morta", dice la povera gente che conosce la sua bontà. La Chiesa ha ratificato questo giudizio popolare e la canonizza il 24 giugno 1951 con Pio XII, fissandone la festa al 24 agosto. (Di Domenico Agasso-Famiglia Cristiana)

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