Rosignano Solvay oggi   

Il Centro Culturale Solvay Via E. Solvay con le scuole elementari e le medie Fattori (ex D. Alighieri) Via della Repubblica tratto pedonale. A sinistra il campo di atletica, a destra l'Istituto Professionale e scuola Alberghiera Via Borsellino (ex Battisti). Ancora viali alberati L'ex Ospedale Solvay dal 1923 al 1972, poi Presidio Sanitario fino al 1998. Oggi è Centro Socio Sanitario Bassa Val di Cecina Via Ernesto Solvay, a sinistra lo stadio, a destra le scuole elementari. La via termina all'ingresso dello stabilimento La pineta di via Forli con le case impiegati ora private Via A. Moro con la pineta, nel dopoguerra area del mercato settimanale e fiera del bestiame per S.Teresa La pineta di via Forli, uno dei polmoni verdi della città-giardino ed area di rispetto intorno allo stabilimento

Il Teatro Solvay, un po' il simbolo della città-giardino, qui dopo la ristrutturazione del 1988.
Ora "Centro Culturale Solvay"
(Vedi le origini della città-giardino su Rosignano/ieri)

                           L'Università Popolare
 Negli anni '20 fu fondata ed operò attivamente a Rosignano Marittimo l'Università Popolare, presieduta dalla direttrice didattica Astena Filippini Lulli, e grazie alla quale fu possibile la pubblicazione della "Monografia storica del Comune di Rosignano Marittimo" di Pietro Nencini, autore d'interessantissime conferenze. Fu, forse, da quest'associazione che prese nome il nuovo organismo, nato a Rosignano Solvay, a distanza di vent'anni. Il Comitato di Liberazione Nazionale e la Camera del Lavoro, nell'autunno del 1944, sentirono l'esigenza di dar vita ad un sodalizio in grado di "emancipare la persona e di innalzare lo spirito". La dicitura "Università Popolare" comparve nelle righe iniziali della "Fondazione in Rosignano Solvay di un Istituto per l'incremento della cultura e delle arti" e fu adottato, in seguito, senza indecisione. "L'Istituto tratterà unicamente quei problemi annessi al movimento culturale ed artistico, indicendo conferenze e lezioni, organizzando trattenimenti musicali, promuovendo mostre artistiche, incrementando lo sviluppo della biblioteca, per completare l'attività con gite d'istruzione nelle diverse città italiane." La biblioteca, infatti, esisteva già. Nelle intenzioni dei promotori c'era anche l'uso e la gestione del Teatro Solvay. Nel gennaio 1945 lo Statuto fu completato. L'attività fu aperta dalla conferenza del noto pubblicista livornese Elio Zeme sulla diffusione della cultura. Ripresero, inoltre, gli spettacoli cinematografici, anche se limitati ai giorni festivi. Il Regolamento, in 17 articoli, fu approvato il 15 maggio. L'Atto conclusivo è del 1.7.1945: la Società Solvay concedeva all'Università Popolare il Teatro ed i locali annessi. Rinnovato nel tempo, il documento fu il supporto indispensabile per la vita e lo sviluppo dell'Associazione. Nella sua multiforme attività, il teatro è stato certamente l'aspetto più rappresentativo ed esaltante: a Rosignano vennero le più prestigiose compagnie, grazie soprattutto all'opera di Dino Lessi. Per aderire alle richieste degli appassionati di musica sinfonica, furono ospitate il Maggio Musicale Fiorentino, la Rias di Berlino, l'orchestra di Radio Sofia, l'Orchestra Regionale Toscana, e vi furono recite di pianisti, violinisti, ecc. Con la collaborazione dei teatri di Volterra, Piombino e Pontedera iniziò la messa in scena di opere liriche: memorabile la prima, nel 1949, il Mefistofele. Le stagioni liriche continuarono. Una sfilata di attrici ed attori di eccezionale statura e di grandi doti ha presentato al Solvay opere classiche, testi moderni e di avanguardia. Gran successo di pubblico ha sempre incontrato la rivista e le più grandi soubrettes italiane hanno richiamato un pubblico numeroso ed entusiasta. Accanto ai grandi, però, molte volte fu la gente di Rosignano ad esibirsi: il maestro Ivan Polidori fu il primo, nel 1956, dirigendo la Bohème ed il Rigoletto, cui seguirono, nel 1958, la Lucia di Lammermour, il Don Pasquale e, negli anni seguenti, una seconda edizione del Rigoletto. Sul palcoscenico si esibirono Fabrizio Ferretti e Roberto Davini, così come, anni dopo, Nadia Malanima, che fu la protagonista mirabile de "Il diario di Anna Franck". Nel corso degli anni furono anche presentate in teatro alcune recite degli studenti delle Scuole Medie e degli alunni delle Scuole Elementari. Per sei volte, tra il 1946 ed il 1957, si tenne il "Premio Rosignano" di pittura che, in fatto di partecipazione, organizzazione, divulgazione dell'arte, di concorso di pubblico toccò vette veramente importanti. Ma sempre si sono tenute, nelle sale dell'Università Popolare, le personali d'arte che raccolsero firme illustri, soprattutto toscane. Un impegno notevole, in campo educativo e culturale, è rappresentato dai corsi (lingue, pittura, scultura, danza, musica, ecc.). L'Associazione ha avuto, anche, un altro merito, quello di aver edito il primo giornale nell'ambito comunale, "La voce di Rosignano", nel 1946. Non fu un vero e proprio periodico, ma una serie di numeri unici. Per aggirare, infatti, gli ostacoli della normativa sulla stampa, la Voce si alternò con "L'eco di Rosignano". All'inizio si stampò tutto ciò che giungeva in redazione, poi, dal 1951 in poi, promosse eventi di spicco, alternò percorsi culturali d'impegno a servizi sulla realtà locale, divenendo vera palestra dei soci e dei lettori. Tra gli obiettivi associativi anche quello ricreativo-culturale realizzato con l'organizzazione di gite turistiche in Italia ed all'estero. In seno alla sezione turistica, negli anni '80 fu creato il Gruppo Campeggiatori che, oltre alla gestione della casa vacanze, allestita a Vada dal Comune, svolge opera di gran valore umanitario ponendosi al servizio di chi è colpito da gravi calamità naturali. Nel 1995 celebrati i 50 anni e nel 2015 i 70 dalla fondazione.
(Da: "Dalle AM-Lire all'Euro" di Carlo Mancini e Leo Gattini pag.41).  Puoi leggere e vedere la lunga storia del Teatro Solvay sul volume di Dino Lessi dal titolo: "Una vita per il teatro all'ombra delle ciminiere", "Il teatro Solvay 50 anni nella storia culturale di Rosignano" e "Università Popolare Rosignano Solvay Cinquant'anni di vita" di G.Celati e L.Gattini scaricabili dalla sezione "Scaricolibri" di questo sito e corredati di ampia galleria fotografica. (Dal menu a sinistra) 
Foto 1 - Questi giardini (pratini e pineta adiacente) hanno avuto il massimo splendore, quando la Soc. Solvay manteneva un giardiniere fisso. Questo giardiniere molto ligio al proprio lavoro, si chiamava Ciardi Giuseppe detto "Nocciolo" (Grazie a Sergio Bellucci e Dino Dini).
Foto 5 - Nel giardino dell'ex ospedale il monumento "Il Silenzio" dello scultore Michele Lorenzelli realizzato nel 1981 (in alto nella foto). Michele Lorenzelli è nato Sassetta (Pisa) nel 1948, ha vissuto e lavorato a Rosignano Solvay per poi trasferirsi a Milano. Lavora esclusivamente con materiali e con tecniche naturali. Quella di Lorenzelli è una poetica sul piano delle immagini, in grado di compenetrare e sentire, capace di avvicinare uomo e natura, nella continua ricerca del comunicare. Ferro, legno e corda sono i materiali che Michele Lorenzelli utilizza per le sue sculture. “Costruzioni” così rigorose e insieme tanto animate che emanano il fascino di una sapienza antica, dove il linguaggio espressivo si articola- secondo la natura della materia di cui si serve - su un principio di drastica riduzione, su un essenzialità dell’oggetto estetico. Al caos mondano, alla babele dell’alienazione si oppone una volontà di nitore e di genuinità. Nel 1981 realizza "Il Silenzio" scultura per il comune di Rosignano; nel 1982 realizza la fontana "Sopra antiche orme" per il comune di Sassetta. Nel 1990 è presente ad Artefiera a Bologna; nel 1997 personale alla Galleria Orrù a Lippstadt in Germania; nel 1999 personale a Milano ai Magazzini Scar. Nel 2006 espone allo Studio Gnomiz di Milano. L'opera qui illustrata è stata eseguita durante il "Simposio di scultura" che si è tenuto nel luglio 1981 nel parco del castello Pasquini, che è sede della Galleria Comunale di arte contemporanea. In essa l’Amministrazione comunale, unitamente alla Casa della Cultura, organizza importanti manifestazioni nel settore delle arti visive. Uno dei principali obbiettivi del Simposio è stato quello di consentire un rapporto continuo fra gli scultori e la popolazione per permettere uno scambio diretto e discutere le motivazioni estetiche ed i processi tecnici da cui sono nate le opere. Nove enormi blocchi di travertino di Rapolano sono stati collocati nel bellissimo parco del castello Pasquini e, tra i pini secolari, hanno, sotto i colpi degli scalpelli preso forma fino a diventare nove sculture per la città, nove sculture da vivere, come si leggeva nei manifesti di presentazione alla manifestazione. Quale il significato di queste iniziative è presto detto: il contatto dei cittadini con l’artista, l’aver offerto la possibilità a migliaia di persone di veder nascere, grazie alla febbrile operosità degli artisti, le sculture che giorno dopo giorno prendevano forma; poi ancora trattandosi di un simposio internazionale per la presenza dell’artista tedesco Axel Otterbach, e del giapponese Joshito Fujibe, il confronto quotidiano tra culture diverse, che ha collegato per un mese, Rosignano all’Europa a riconferma di una volontà precisa di sprovincializzazione. (Estratto da www.gnomiz..it ed in parte dalla presentazione del volumetto" Nove scultori a Castiglioncello" 1981)
Foto 9
- Da venerdì 10 dicembre 2004, l’incrocio tra via E. Solvay e via Forlì, ha una nuova rotatoria. Il progetto degli uffici tecnici comunali, è stato eseguito dalla ditta Frassinelli, con una spesa totale di 155.800 Euro (comprensivo del costo di quella su via Aldo Moro, davanti alla sede ASL). L'impianto di illuminazione innovativo, si contraddistingue per la originale valenza estetica.
Torna a Rosignano S. ieri/Città-Giardino
Torna a "Nove scultori a Castiglioncello"
Rosignano Solvay oggi