Rosignano S. ieri/Discarica   

Dai primi anni ‘60 al 1987 l'area adibita a discarica  comunale e industriale fra il fosso Bianco e la foce del Fine. Frequenti incendi spesso dolosi segnalano la zona Vasche a terra con liquidi fognari ed industriali che percolano in mare. Vasche a terra con liquidi fognari ed industriali che percolano in mare. La continua combustione dei rifiuti fino al 1987. Un incendio visto dal viale Trieste La discarica nel 1974 (foto P. Stiavetti) 1974 - Il livello aumenta e la fabbrica sparisce (foto P. Stiavetti) 1974 - Il livello aumenta e la fabbrica sparisce (foto P. Stiavetti) 1974 - Il livello aumenta e la fabbrica sparisce (foto P. Stiavetti)
 

Anni '60 - '87. Inquinamento liquido e aereo alla discarica in Bocca di Fine.  
(Arch. CRM, arch. Solvay, arch. P. Stiavetti)

 Le discariche solide e non solo, della fabbrica Solvay hanno portato con gli anni, alla elevazione di una collinetta che si estende oggi ricoperta da verde, dietro la spiaggia e in destra della Bocca di Fine, in pratica a chiudere trasversalmente tutti i depositi alluvionali di questo fiume. Questa località, considerata ormai altamente degradata, dai primi anni ‘60 fu adibita anche a discarica delle spazzature comunali, in continuo aumento per la crescita della popolazione e per l’esplosione consumistica. Fu una scelta non certo felice per il pericolo che le acque di piena del Fine erodessero in parte i materiali di questi accumuli, trasportandoli in mare dal quale sarebbero in gran parte stati ridistribuiti sulle spiagge con conseguenze facilmente immaginabili. A questo grosso pericolo l’Amministrazione Comunale ha iniziato a prendere rimedio con l’individuazione di un’altra località più adatta per le discariche e il trattamento “controllato” delle immondizie (Discarica dello Scapigliato in impermeabili argille azzurre del Pliocene aperta nel 1982). La discarica di Bocca di Fine è stata poi completamente abbandonata nel 1987 e bonificata seppellendola con altri materiali non di rifiuto oltre che piantumata per intero.
(Da: "La scienza della terra nuovo strumento per lettura e pianificazione del territorio di Rosignano Marittimo" di Renzo Mazzanti CNR)
                                                                                
Il recupero delle “Spiagge Bianche”
Con il primo di Febbraio 1987, è stata chiusa al conferimento del Rifiuto Solido Urbano, la discarica delle Spiagge Bianche. Tale intervento è stato mantenuto con un ingente impegno da parte del servizio N.U. che si è visto, privato di un comodo luogo di conferimento e l’insorgere di evidenti problemi logistici.
Da tale data infatti, tutti i rifiuti che vengono prodotti sulla fascia costiera, prendono la via della discarica dello Scapigliato, aumentando quindi l’onere dei trasporti ed il tempo che questi richiedono. Purtroppo i mezzi e le attrezzature che sono state individuate per affrontare e risolvere tale problema, a causa di decreti legge che decadono a catena, dai tempi lunghi di reperimento dei finanziamenti, non potranno entrare in servizio in tempo sufficiente per affrontare la stagione estiva.
Il processo di recupero della zona che era sito di discarica e che non provocherà più quei grossi inconvenienti verificatisi negli anni precedenti, come gli incendi e i problemi igienici derivati dalla gestione di una discarica che non era assolutamente da considerarsi controllata. Ultimo atto, per il recupero igienico della località “Spiagge Bianche”, da parte dell’Amministrazione conseguente alla chiusura della discarica e giunto ormai alla fase finale, è stata una massiccia campagna di derattizzazione che ha visto impegnati specialisti dell’A.A.M.P.S. e personale del Comune e che permetterà di procedere alla ricopertura di quei punti in cui affiorano ancora residui di rifiuti, dopodiché ogni altro intervento sarà volto al solo scopo del recupero ambientale della zona, quindi potranno essere conferiti in sito, sotto il controllo dell’Amministrazione solo materiali inerti per la profilatura delle scarpate e terreno vegetale per una eventuale ripiantazione di essenze arboree che si integrino nel paesaggio e siano capaci di resistere all’ambiente marino. Questi ultimi interventi faranno parte di un piano preordinato che dovrà curare in fase di progettazione tutti gli aspetti, sia sotto il profilo paesaggistico, sia sotto quello della norma di legge che detta indirizzi per la fase di bonifica della zona. La chiusura della discarica delle “Spiagge Bianche”, è un segno di un indirizzo della gestione del settore igienico territoriale cha fa capo all’Assessorato omonimo e che sta muovendo i primi passi verso una risoluzione dei problemi legati al cosiddetto “mondo dei rifiuti”. Nel prossimo futuro tale capitolo dovrà impegnare forze considerevoli per stare al passo di quelle che sono le problematiche legate alla produzione del rifiuto ed ai sistemi di smaltimento conseguenti. Il conferimento indiscriminato di chiunque volesse smaltire, l’assenza di controllo e l’approssimazione di messa a dimora del rifiuto, l’accesso di chiunque avesse voglia di frugare tra i rifiuti che difficilmente poteva essere regimato, le scorribande notturne, da safari casereccio a caccia di topi che erano liberi di riprodursi senza alcun controllo, gli incendi appiccati per ignoranza o dolo, tutto questo è cessato. L’Amministrazione ha voluto voltare pagina su un modo di gestire i rifiuti che ormai ha fatto il suo tempo.
Tocca ora al cittadino cominciare a capire che il tempo dell’abbandono incontrollato del rifiuto è finito e che la velocità di crescita di tale prodotto aumenta a tal punto, da mettere in ginocchio anche strutture ben più organizzate della nostra. Se l’impegno sarà totale, da ambo le parti, la chiusura della discarica delle “Spiagge Bianche” potrà essere interpretata come il segno che è giunto il momento di cambiare metodo sull’uso e la gestione del territorio.
(Rosignano oggi maggio 1987)

Qui per le vasche costiere del Lillatro (foto 23-24-25)
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Rosignano Solvay ieri