Rosignano
S. ieri/I
Canottieri al Lillatro (1922-1938) |
1922 - Ormai lo stabilimento è partito e l'azienda può sviluppare le
strutture di supporto oltre alle case per i dipendenti. Bagni per soli impiegati
al Lillatro con il primo
"fungo" in legno a sinistra, rivolto verso Vada. A destra la casa
colonica che poi sarà casa Gentili. Dietro non visibile villa Morgantini già prima sede della Direzione Solvay, prima chiesa, e
prima scuola. Il fosso della presa a mare dell'acqua salata
costruito sul tracciato della via del Mondiglio (Rosignano M.mo/
Lillatro) ed il
fosso Bianco (costruito al posto del piccolo botro esistente dal
nome Fosso Pisano) sono già
in funzione. Il Lillatro è ricordato dai vecchi pescatori vadesi, come il regno
dei polpi, un vero paradiso per la pesca, ovviamente prima del...Fosso
Bianco. I pescatori della zona restano anche dopo l'avvento
industriale. Continua così tra Solvay e Vada una discreta attività
di pesca ancora negli anni '20 e '30. La spiaggia non è ancora
oggetto di contesa tra industria e turismo: barche ed attracchi
sono ancora dominanti. Ma non durerà a lungo. Di lì a
poco gli scarichi a mare, nuova realtà di
una città industriale, toglieranno spazio alle antiche
abitudini locali. CANOTTAGGIO - Nel Comune questa disciplina sportiva inizia nel 1928, ad opera dei «Canottieri Impiegati Solvay» nella specialità allora molto praticata della jole di mare del 'quattro con'. La prima regata a cui partecipa un equipaggio dei canottieri la troviamo nella cronaca del giornale «II Telegrafo» del 30 luglio 1928, in occasione delle regate nazionali a Torre del Lago. «... Ma un nuovo armo, che allora, ai campionati toscani, ha figurato assai modestamente si è invece rilevato in maniera inattesa; il quattro della Solvay di Rosignano che si è aggiudicato il terzo posto, precedendo in maniera nettissima un folto gruppo nel quale figuravano i rappresentanti di società che hanno un nome negli annali del canottaggio italiano. Allenati dall'ex bianco-blu Ceccanti promettono con questa affermazione un avvenire sicuro». L'equipaggio è così composto: Ottorino Niccolai, Rino Pachetti, Ranieri Luci, Rino Balzini, timoniere Corsino Corsini.....(foto 28). I Canottieri Solvay proseguono l'attività negli anni 1929-1930 partecipando ai campionati toscani e alle gare regionali e ottenendo alcune vittorie e ottimi piazzamenti. Nel 1931 l'equipaggio Ottorino Niccolai, Rino Pachetti, Ranieri Luci, Rino Balzini, timoniere Corsino Corsini, riserva Ottorino Franchini, partecipa al campionato italiano Giovani a Como, piazzandosi al terzo posto nella finale. Nel 1932 due equipaggi del dopolavoro Solvay prendono parte alla Polisportiva Regionale a Livorno, sia con la jole a 'quattro con', che con la jole a 'otto', e si classificano il quattro al terzo posto e l'otto al secondo. Gli equipaggi sono così formati, nel quattro con; Ranieri Luci, Alfredo Foschi, Antonio Pacciardi, Elvio Garro, nell'otto con Luci, Foschi, Pacciardi, Garro, Guerrino Locci, Marino Pescia, Rolando Locci, Vincenzo Riccucci, timoniere dei due armi Corsino Corsini (foto 29). Da notare che i fratelli Locci e il Riccucci sono dell'ONB di Castiglioncello. Nel mese di maggio l'equipaggio sopra menzionato del quattro con vince il campionato toscano esordienti, mentre sempre gli stessi, con Marino Pescia al posto di Alfredo Foschi e riserva Vincenzo Riccucci, si classificano al terzo posto ai Campionati Giovani a Napoli. Nel 1933 l'equipaggio scelto a rappresentare la 350a Legione Avanguardisti di Livorno, composto da Ilio Barbini, Gino Meoli, Camillo Dottori, Bruno Milani, timoniere Salvo Malfanti, si comporta molto onorevolmente giungendo alla finale del Campionato Italiano Avanguardisti a Napoli e classificandosi al quarto posto. Il 15 Agosto 1933, l'equipaggio del "4 yole" dei canottieri Solvay, vinceva a Gardone i campionati italiani Avanguardisti dell'Opera Nazionale Balilla. L'equipaggio, allenato da Ceccanti era formato da Mochi Voltolino, Pacciardi Antonio, Luppichini Ugo e Lazzeri; timoniere Salvo Malfanti. I vincitori furono premiati al Vittoriale, la villa dove D'Annunzio si era ritirato. All'equipaggio fu donata una coppa che in una delle foto è portata dal timoniere e a ciascuno dei membri dell'equipaggio D'Annunzio fece dono di un braccialetto d'oro con inciso il suo nome e che i componenti l'equipaggio portano al braccio. La donazione fu richiesta da Renato Ricci il gerarca fascista allora a capo dell'ONB come si ricava dalla lettera originale che D'Annunzio, ormai anziano (morirà 5 anni dopo nel 1938) gli indirizza e che è riportata da un articolo di un giornale locale (probabilmente il Popolo d'Italia, organo ufficiale del P.N.F. nell'edizione locale come si può congetturare dal fatto che vi appare una convocazione degli aderenti al fascio di Gorgonzola). Non è stato possibile recuperare almeno uno dei braccialetti dei componenti dell'equipaggio: quello di Luppichini Ugo fu rubato durante l'eccidio del Saracino in cui furono assassinati i genitori, quelli di Malfanti e Pacciardi sono andati perduti. (Segnalazione di G. Luppichni) Anno 1934. Campionati Nazionali Avanguardisti a Gardone. L'equipaggio vittorioso è composto da Ugo Luppichini, Bruno Tellini, Antonio Pacciardi, Voltolino Mochi, timoniere Salvo Malfanti. A ricevere questi atleti al loro rientro, che avviene col diretto alla stazione di Castiglioncello, ci sono le autorità locali e molti sportivi con la banda.
Negli anni che seguono, fino
al 1938, sono diversi gli equipaggi che si mettono in luce nelle
gare, sia del Dopolavoro, che dell'ONB. Citeremo quello dei
«juniores» composto da Marino Pescia, Marino Ciurli, Pescino
Pescia, Ranieri Corsini, timoniere Salvatore Maccioni. Mentre
nel 1939 lo stesso equipaggio con Voltolino Mochi al posto di
Ranieri Corsini vincerà molte gare, tra le altre il campionato
Toscano del Dopolavoro categoria «juniores». |
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