Rosignano S. ieri/Teatro e Dopolavoro
1921 - Il Circolo Aziendale nella sua primissima versione Teatro di Rosignano 1925 - Il teatro in costruzione 1927 - Teatro in costruzione 1927 - Teatro in costruzione 1927 - Teatro in costruzione 1928 - Bella immagine del teatro appena costruito 1928 - Progetto del cinema-teatro e del dopolavoro aziendale 1928 - La sala di ingresso con la biglietteria a sinistra 1928 - Il vestibolo del teatro 1928 - La sala originaria 1928 - La sala originaria dal palcoscenico 1928 - La sala originaria dalla cabina di proiezione 1928 - La sala originaria 1928 - La sala originaria 1928 - La sala originaria 1928 - La sala originaria 1928 - Il teatro appena costruito. Notare i servizi igienici lungo via E.Solvay 1930 - Il nuovo teatro 1930 - Il nuovo teatro 1935 - Bambini delle elementari al cinema 7 marzo 1935 - Va in scena l'operetta 1941 - Discorso agli operai del Segretario della Solvay Cav. Carlo Leoni 1950 - Interno del teatro Anni 50 bambini delle scuole a teatro Anni 50 teatro affollato (Arch.R.Pardini) 1950 - Interno del teatro Altra vista Altra vista Vista posteriore Altra vista Altra vista Altra vista Altra vista Dopolavoro impiegati e operai Il circolo ricreativo anni 50 gestione Marchetti Bar e sala da gioco Circolo impiegati 1938 - Nell'ala destra al primo piano il Circolo Impiegati La prima sala del Gruppo Filarmonico Ristorante riservato Sala di rappresentanza 1955 - I baristi del Circolo Solvay, da sx Vincenzo, Cevasco?.. con i baffi Marino. 1922 - La banda del nuovo Gruppo Filarmonico 1932 - Natale con dolci e un maglione di lana ai figli dei dipendenti (Foto Magnaschi) 1936 - La squadra Motociclisti del Dopolavoro (Foto Lia Magnaschi) Anni 70 cinema all'aperto. Nel riquadro Salvatore Monetta, la maschera (1919-2003) 1980 - Concerto tenuto a Massalombarda in occasione del tour nelle sedi Solvay in Italia Plastico del Circolo Ricreativo Solvay odierno separato dal teatro




 

1921-1989  Dal "Circolino Solvay" prima struttura di svago polivalente per dipendenti,
 all'odierno
"Centro Culturale Solvay" del 1989 (Arch. Solvay, L.Gattini, A.Pastacaldi, R.Pardini)


UNIVERSITA' POPOLARE - Per la cultura ed il miglior uso del tempo libero
di Roberto Vigetti (1973)  (33:13)

50 ANNI IN UN TEATRO DI PROVINCIA (Dino Lessi
)
 
di Roberto Vigetti (1974)  (20:33)

  Il 1 dicembre 1921 si inaugura il «Circolo», ampio capannone a forma di "L" destinato a diventare il centro ricreativo del nuovo paese. L'unico esercizio ricreativo a monte della ferrovia è ubicato dove oggi inizia il violetto d'ingresso al Teatro Solvay, sulla strada che anche allora immetteva alla porta principale dello Stabilimento. Resterà in quella posizione fino al 1928, quando il costruendo fabbricato del teatro finisce per incorporarlo. La struttura originaria dispone di una vasta cantina adibita a deposito e di sei vani con sala giochi e buffet, una sala di lettura con biblioteca, di un locale biliardi, di un grande salone per conferenze e spettacoli e di una cucina con camera che costituiscono l'abitazione del gestore Bruno Marchetti.
Il 28 aprile 1922 viene concessa l'agibilità del nuovo locale aziendale riservato a spettacoli cinematografici e teatrali ricavato dalla ristrutturazione dell'esistente «Circolino». Smantellate le sale da biliardo e di lettura, resta a disposizione del pubblico un'area rettangolare di 18 metri di lunghezza e di 8 metri di larghezza, alta 4 metri al centro, con pavimento cementato, cinque porte, comprese quelle delle uscite di sicurezza, ed annesso buffet. I posti a sedere sono 210, quelli in piedi 40. Non manca neppure il palcoscenico che misura 8 metri per 6, con due scalette di cemento ai lati.
In data 8 aprile 1924 viene inviato da Rosignano a Bruxelles un "avant-projet de construction" di un circolo teatro, causa l'insufficienza dei locali utilizzati. Il progetto prevede: sala biliardi, biblioteca, una grande sala da spettacoli da 600 posti ed un campo di calcio. Si tratta di una grande opera, dotata di due atri spaziosi, di una platea con 400 posti a sedere, di una cabina delle proiezioni, di un grande palcoscenico oltre che di altri spazi necessari per il suo funzionamento, come i camerini per gli artisti.

Qualche anno più tardi, precisamente nel 1928, il vecchio "Circolino", viene smantellato dalla ditta fiorentina dell'ing. Alcide Simoni che sta costruendo il nuovo teatro. Scompare il ritrovo storico del nuovo centro industriale, il locale di tutti i giorni e delle occasioni speciali, dei balli e delle prime rappresentazioni cinematografiche, dei tornei di carte e dei fiaschi di vino e anche dei caffè espresso. Scompare con i suoi fumi e con il suo clima particolare, un pò western, ma vivo, caratteristico, pressoché unico. Lascia un velo di nostalgia fra gli abituali frequentatori.
Viene inaugurato il Teatro Solvay, al cui interno vengono anche collocati i circoli degli operai e degli impiegati. Struttura ineguagliabile per un paese con appena 3000 abitanti e che poco prima non c'era. E' pronto il 19 aprile del 1928...Al piano terreno il "Circolo Operai" con bar, sala da gioco e sala biliardi, gestito ancora da Bruno Marchetti. Al primo piano il "Circolo Impiegati" gestito da Giuseppe Burattini con la stessa attrezzatura più biblioteca e sala lettura, tutto arredato con cura... In più locali per il Gruppo Sportivo, il Gruppo Filarmonico, stanze da gioco e soggiorno. La sala del teatro ha 400 posti e tutte le dotazioni più moderne dell'epoca. La direzione aziendale nomina direttore l'ex attore vadese cav. Remo Lotti che dopo 11 recite di scarso successo viene sostituito dal rag. Otello Bertolucci...Successi iniziali e poi una serie di fiaschi fino al 1934 quando arriva il volterrano dipendente Solvay Dino Lessi...Nel 1938 viene interamente ristrutturato e rinnovato, dotato di gallerie e di acustica perfetta, facendone uno dei migliori teatri regionali. Nuova anche l'apparecchiatura cinematografica, mentre la vecchia viene passata all'esterno nella nuova Arena estiva che inizia così la sua attività stagionale.
 
La lunga storia del Teatro Solvay continua sui volumi: "Il teatro Solvay 50 anni nella storia culturale di Rosignano" di Dino Lessi e  "Università Popolare Rosignano Solvay - Cinquant'anni di vita" di Celati e Gattini scaricabili dalla sezione "Scaricalibri" di questo sito e corredati di ampie gallerie fotografiche. (Su Scaricolibri menu a sinistra). Notizie su Circolino e teatro anche su  "Sale e pietra" e "La ciminiera dimezzata" di Celati - Gattini.
                    
Breve cronistoria

1922 - 28 aprile
- Si concede l'agibilità al primo cinema-teatro misure 18x8 m. con 200 posti a sedere nel fabbricato del Circolino.
1928 - 12 maggio - Si inaugura il Teatro Solvay con "La Traviata" con molto successo e qualche critica. La Direzione del teatro è affidata all'ex attore vadese Remo Lotti. Gli succederà dopo pochi mesi il rag. Otello Bartalucci.
1938 - Viene interamente ristrutturato e rinnovato, dotato di gallerie e di acustica perfetta, facendone uno dei migliori teatri regionali. Il progetto è ancora dell'architetto Brunfaut.
1939 aprile - Film attraenti al Teatro Solvay, ma sospesi quelli di produzione americana.
1940 - 29 febbraio - "Rigoletto", prima opera lirica al teatro sotto la nuova direzione di Dino Lessi.
1943 - 25 luglio - Durante la proiezione del film al Teatro Solvay l'altoparlante  comunica agli spettatori nell'intervallo le decisioni del Gran Consiglio e l'arresto di Mussolini. La proiezione è sospesa ed il Teatro chiuso fino alla liberazione. La notizia si diffuse nello stabilimento durante la notte e la gioia esplose  incontenibile. Molti volevano rifarsi delle angherie subite durante tanti anni e ci fu un certo trambusto in paese. Due giorni dopo il gruppo comunista organizzò una manifestazione per festeggiare la fine della dittatura: un numeroso corteo partì dalla fabbrica, attraversò le vie, respingendo i tentativi di ostacolarlo fatti dai Carabinieri e da un reparto dell’Esercito. Quelli che furono individuati come  organizzatori (Oberdan Potestà, Alfredo Stefanini, Enzo Fiorentini) vennero arrestati.

1943
- Il cinema ed il teatro Costanzo Ciano di Rosignano Solvay continuavano a proporre film, opere liriche, spettacoli di prosa e di rivista. La popolazione accorreva sempre numerosa. In questo anno, però, a causa della mancanza di nuove pellicole, gli spettacoli furono sempre meno frequenti, fino a raggiungere nell’agosto il numero di due alla settimana. Il sopraggiungere dell’armistizio con l’instaurazione del coprifuoco serale determinò, infine, il blocco di tutte le proiezioni aperte alla popolazione e il teatro venne utilizzato per lo svago dei soldati italiani. Successivamente fu requisito dalle forze tedesche che lo impiegarono pure come aula d’istruzione per le truppe. Anche le forze alleate, giunte nel luglio del 1944, fecero uso del teatro per lo svago del personale, proponendo spettacoli aperti anche al pubblico. Fu dopo la fine della guerra, quando gli americani lo riconsegnarono al legittimo proprietario, che la comunità poté nuovamente usufruire del teatro in piena libertà.
(Da "Guerra a Castiglioncello" di Gabriele Milani)
1945 - 1 luglio
- La società concede all'Università Popolare (esistente dagli anni venti) l'uso totale  del teatro e dei locali annessi.
1948 - Nasce nei primi giorni successivi alla liberazione, L'Università Popolare. Avrà un posto determinante per la vita culturale della zona. Svolge un'attività di ampio respiro che investe in molteplici settori: il teatro, l'educazione musicale, l'educazione artistica, i viaggi ecc.
(Vedi " 50 anni di storia dell'UP" scaricabile dal sito)
1955 - 18 maggio - Riparte l'attività del Gruppo Filarmonico Solvay dopo 10 anni di stop, con il mastro Giulio Socci a capo della banda e dell'attività didattica per i giovani.
1955 - 7 ottobre - Inaugurato al Cinema Solvay con il film "Lancia che uccide" il nuovo impianto stereofonico per il cinemascope e sostituzione delle poltroncine in legno con altre imbottite in galleria e balconata. (Vedi in basso)
1956 - 7 marzo
-  Per gli appassionati della tv e della rubrica "Lascia o raddoppia" montato uno schermo televisivo gigante all'interno del teatro.
1956 - 1 luglio
- Nasce il cinema estivo a fianco del Teatro Solvay, ben riparato a tutti i venti, comprende 2000 posti a sedere ed è dotato di modernissimi impianti di proiezione nonché dello schermo panoramico veramente gigantesco, qualità tecniche che garantiscono un'ottima visione e audizione.
1970~ - In questi anni le Opere Sociali aziendali vengono affidate all'AGOSS per una gestione unificata. Restano all'azienda gli immobili del teatro e Canottieri oltre alla CIAS (fondo integrativo) e il Natale dei bambini.
1981 gennaio - Dino Lessi riceve l'onorificenza di Commendatore al merito della Repubblica Italiana per la sua lunga attività di Direttore del teatro Solvay.
1989 - 27 maggio - Riapre il teatro Solvay dopo la ristrutturazione. La nuova denominazione è "Centro Culturale Solvay".

1991 - Nasce ESTRO (Ente Sviluppo Teatro Rosignano) per razionalizzare lo spettacolo evitando dispersioni, fra Comune e Solvay. Dopo 5 anni secondo programma nasce ARMUNIA. Tutti i comuni del circondario ne sono soci.
2000 - 20 gennaio - Viene presentato il libro di Dino Lessi "Una vita per il teatro all'ombra delle ciminiere", con la storia della sua vita e della sua opera per il teatro, edito da "Il Gabbiano" di Castiglioncello con prefazione di Demiro Marchi.
(Il volume è scaricabile dal sito)
2005 - 21 marzo - Muore Dino Lessi a 104 anni e 2 mesi. Classe 1901 volterrano e socialista, Direttore del Teatro Solvay per 50 anni.
Foto 36 - 37- 38 - Il Gruppo Filarmonico è stato fondato ufficialmente nel 1920 e sin da allora ha portato avanti un’attività ininterrotta nel campo della didattica, della divulgazione e della produzione della musica a Rosignano. Ci sono stati momenti di crisi, ma grazie anche al sostegno dell’Amministrazione Comunale, il Gruppo è riuscito a tornare ad alti livelli. Tutti musicisti che gratuitamente mettono il loro talento a disposizione della comunità. Il Gruppo tra l’altro vanta musicisti provenienti da molti territori diversi della Provincia di Livorno ed una collaborazione stretta con altre associazioni del territorio: dopo aver profuso per anni energie ed attenzioni al campo della didattica, dal 1996 ha promosso un’associazione collaterale denominata A. Bacchelli, con lo scopo di dar vita ad un laboratorio musicale in grado di gestire le attività storiche di formazione e di educazione musicale, fondendole con quelle più recenti ed altrettanto apprezzate della Schola Cantorum.
Per la storia dei 90 anni del G.Filarmonico vedi QUI
Nei primi anni 50 furono organizzati dalla sezione locale del Club Alpino e dal Circolo del Tennis dei bellissimi veglioni nel teatro solvay. Nella platea vennero rimosse le poltroncine lasciandone solo alcune sotto le balconate ottenendo così una grande sala da ballo con orchestra. A causa però del pavimento inclinato verso il palcoscenico al termine di ogni ballo le coppie si ritrovavano tutte ammassate verso la balaustra dell'orchestra.
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1942 - Ricordo uno dei più grandi tenori del secolo scorso e di tutta la storia della Lirica Mario Del Monaco.
Ecco cosa scrissero su di lui che cantò al Teatro Solvay:
"Nel 1942, grazie ad alcune conoscenze, riuscì ad ottenere un'audizione, piuttosto improvvisata dal M° Antonino Votto, il quale dopo averlo sentito, lo portò con se a Rosignano Solvay a cantare Butterfly. Di questa recita di Butterfly, accanto a Mafalda Favero, scrissero: "Pinkerton in tutto pari al suo compito. La bella voce fresca, timbrata, il senso dell'arte del suo canto oltre ad armonizzare bene con la voce del soprano e a comporre con lei in modo ammirevole il duetto finale del I° atto, fu piena di fascino nella romanza "Bimba dagli occhi pieni di malia" e, nel terzo, in quell'"Addio" dove piange un'accorata nostalgia di ricordi. Il tenore Mario Del Monaco è giovanissimo e non ancora del tutto ha potuto dare prova di sé ma avrà certo un grande avvenire". Le date delle due recite essendo il 25 venerdì ed il 27, domenica, del settembre 1942. Posso aggiungere che Del Monaco era nipote di un capo-fabbrica dell'Aniene, il sig. Giachetti che lo presentò al Direttore del Teatro, l'amatissimo Dino Lessi.
26/9/1942 - Il Telegrafo, Bianca Fleury Nencini - FB Giorgio Pallesi.


                                 1976 - 50 anni di teatro Solvay
Questa è una storia di teatro, molto bella. Teatro aziendale Solvay di Rosignano. E non è soltanto una storia aziendale, limitata a uno stabilimento, ai suoi dipendenti, a un paese, perché la vicenda dl questa opera sociale della Solvay può fare testo in Italia, è un esempio molto raro, forse unico, non chiuso nello spazio locale, ma portatore di idee e di fatti con un anticipo di quasi mezzo secolo su quanto è stato poi proposto ovunque. E soltanto proposto, perché troppo spesso, anche ora, è molto difficile passare dai buoni propositi alle realizzazioni. Tutti sono bravi a parlare e a utilizzare quello che altri hanno fatto e hanno messo a disposizione. Non ci vuol niente. Ci vuole molto di più a realizzare, a costruire, a impegnarsi con i fatti. Ed è anche per questo che l'esempio di un teatro aziendale, e dei suoi cinquant'anni di vita, deve essere valutato
ben oltre le dimensioni che gli si potrebbero attribuire, se non si conoscesse bene gli aspetti di questo lungo episodio.
Cominciamo dall’inizio. Cinquant’anni fa. La Solvay, che a Rosignano ha fatto quasi tutto (il paese porta il suo nome: (si chiama Rosignano Solvay) nel 1927 realizzò anche un teatro, in un edificio in mezzo a un giardino. Era, ed è anche oggi, la sede di alcune delle opere sociali dell’azienda. Mezzo secolo fa questa era un’iniziativa altrove addirittura impensabile; anzi, è difficile anche oggi trovare qualcosa di simile.
Dieci anni dopo il teatro è stato trasformato, ampliato, con un’architettura dai criteri così moderni che anche oggi la realizzazione appare attuale, il tempo non l’ha fatta diventare superata. Anzi, più gli anni passano e più ci si rende conto della bella e razionale semplicità delle linee. Da quel momento, dal giorno dell’inaugurazione, il teatro aziendale è il punto di riferimento per iniziative che hanno contribuito alla diffusione della cultura, oltre che a dare un contenuto all’utilizzazione del tempo libero.
Sono criteri di oggi, di questi nostri giorni. Ma sono stati intuiti e applicati fin da cinquant’anni fa. E il teatro è stato parte attiva della vita di un paese, ha dato molto — nel suo settore — anche a tutta una regione. Si dice diffusione della cultura. Ma non basta. C’è stato, e c’è, di più: partecipazione alla cultura. Cioè partecipazione di tutta una collettività al teatro, come forse non è stata ancora realizzata altrove. E’ questo uno degli aspetti principali che distinguono la vicenda.
Oggi si sente parlare, con grande dottrina, di teatro, di territorio, di gruppi. Si cerca di inventare quello che a Rosignano è già stato fatto, in rapporto a una collettività, a uno spazio, a un territorio. Sul palcoscenico del «Solvay» è passato (e sta passando) quanto di meglio ha messo a disposizione il teatro italiano. -Una rassegna completa di nomi e difatti. E questo è già molto, perché — non dimentichiamolo — stiamo parlando di un piccolo paese di provincia sorto intorno a uno stabilimento. E questo piccolo paese ha visto lo stesso teatro delle grandi città. E, già che ci siamo, anche lo stesso cinema, perché schermo bianco e macchine da proiezione hanno sempre fatto parte di questa istituzione aziendale.
Però è stato seguito anche un altro principio: il teatro, questo teatro di Rosignano, è vita, è lavoro. E’ partecipazione dei dipendenti di un’azienda, la Solvay, non solo per recitare, suonare, cantare, ma anche per inventate, costruire, disegnare, lavorare, amministrare.
I dipendenti, ciascuno con un suo compito, hanno trasferito le loro esperienze di lavoro in quel gran fatto di cultura che è il teatro. Forse questo è l’unico modo per capire, e far capire, il teatro, che è comunicazione, partecipazione. I protagonisti sono i fatti, le idee, le aspirazioni, la fantasia, la storia, i drammi, le passioni. Cioè siamo noi, tutti, con i nostri fatti quotidiani che diventano teatro, filtrati attraverso l’ingegno o il genio degli autori, portati attraverso gli interpreti: uno per rappresentare tutti.
Avere avvicinato una collettività di lavoro al teatro, e averla fatta diventare protagonista diretta, e non solo attenta a seguire cinquanta anni di spettacoli: è qui il contenuto, il significato, l’importanza dell’attività del teatro aziendale, di un’ opera sociale della Solvay.
Oggi il teatro, in senso generale, entra a fare parte dell’elenco dei generi di consumo. Un tempo, però, era riservato a pochi. Non c’è bisogno di andare molto lontano, basta ricordare quel che accadeva pochi anni fa. A Rosignano, invece, fin da mezzo secolo fa è stato messo a disposizione di tutti, in tutti i modi possibili.
Si può aggiungere anche un altro episodio. Il teatro aziendale Solvay è stato uno dei primi, in Italia, nel 1935, a concedere abbonamenti a spettacoli di prosa con pagamento a rate. Davano diritto a dieci rappresentazioni ed erano riservati ai dipendenti della Solvay e ai loro familiari; i prezzi erano molto modesti e la quota era ritirata dallo stipendio in piccole rate mensili.
La Solvay è sempre stata presente in ‘questi cinquant’anni di attività del suo teatro. Interventi, agevolazioni, un impegno costante da protagonista sempre in favore dei suoi dipendenti e del paese in cui abitano e lavorano.
(Solvay Notizie 1976)

                         Lavori di rimodernamento del teatro Solvay - 1955
L'Università Popolare ha intrapreso la prima fase dei lavori di rimodernamento e sistemazione del Cinema Teatro Solvay affidato alla sua gestione. Per il momento si limita a tenere in piedi gli spettatori della galleria dalla quale sono state rimosse tutte le poltrone che saranno sostituite da altre nuove, comode e imbottite. Il lavoro poi sarà esteso anche alle gradinate ed il blocco galleria-gradinate costituirà un unico ordine di posti, differenziato da quello della platea che sarà sistemato in un secondo tempo. E' arrivato quindi il momento di far sparire quel caratteristico scricchiolio collettivo delle vecchie poltrone di galleria, avvertibile soprattutto in occasione delle scene madri degli spettacoli di prosa, quando il silenzio generale era regolarmente interrotto da qualche gemito prolungato di congiunture legnose, viti allentate e generi affini. Il rumore non ha mancato di causare qualche incidente: tipico è quello che ebbe per protagonista Renzo Ricci lo scorso anno nel corso di una scena più o meno madre con Eva Magni. I due attori stavano recitando "L'ereditiera" ed uno scricchiolio più tenace del solito disturbava l'effetto di un'azione molto tesa e Ricci tranquillo e pacato lasciò a mezza strada una battuta e si rivolse alla galleria con un correttissimo "scusi ma scricchiola lei o possiamo continuare a recitare noi?" Naturalmente continuarono a recitare loro.
(La Nazione 3 maggio 1955)

                                         “L’Eco di Rosignano”

Nato 65 anni fa a cura dell’Università popolare si occupava di cultura.

Non tutti sanno che ben sessantacinque anni fa nel nostro territorio era diffusa una testata in cui si trattavano in ambito locale argomenti sulla pittura, il cinema, il teatro, la musica, la storia, la vita aziendale, la politica in senso lato e lo sport. Il giornale si chiamava "L'Eco di Rosignano" ed era un periodico tutto realizzato a cura dell'Università Popolare. Questa gloriosa associazione e la direzione del Teatro Solvay gestivano allora la maggior parte dell'attività culturale di tutto il comune, vale a dire la programmazione cinematografica, il cartellone del teatro di prosa con riviste, commedie musicali, concerti di musica classica e una ricca stagione lirica con la messa in scena di almeno due opere all'anno. Si organizzavano mostre di pittura, cicli di conferenze con la partecipazione di personaggi di primo piano, corsi di lingue straniere, scuola di danza e lezioni di musica per vari strumenti. Inoltre era a disposizione della popolazione una fornitissima biblioteca sempre aggiornata. Date queste premesse era pertanto naturale che nascesse un organo d'informazione per illustrare tutte queste attività e contemporaneamente per ospitare opinioni, inchieste, racconti, poesie e quant'altro. Quindi nell'ottobre del 1949 l'Università Popolare dette vita al primo numero del periodico "L'Eco di Rosignano" mettendolo regolarmente in vendita nelle edicole al prezzo di 20 lire, che l'anno dopo fu portato a 30 lire. La tiratura si aggirava sulle quattromila copie, una quantità di tutto rispetto. Della redazione facevano parte Giampiero Celati giornalista che più tardi si specializzerà nel campo dell'ippica e scriverà anche alcuni libri, Pietro Gazzarri un umorista di prim'ordine, Demiro Marchi sindaco del comune e professore di pedagogia, Aldo Tornadore giornalista, Guido Guideri insegnante e pittore, Dino Lessi mitico direttore del Teatro Solvay e particolarmente esperto di musica lirica e sinfonica, Renzo Mazzanti che diventerà geologo di chiara fama, Bruno Pischiutta medico ed eccellente caricaturista, Lorenzo Scateni uomo di cultura ed Egisto Squarci divenuto poi giornalista affermato. Del gruppo faceva parte anche il sottoscritto. Ero il più giovane, avevo tutto da imparare dagli altri e l'emozione fu grande quando per la prima volta in vita mia vidi pubblicati sul primo numero un mio racconto e due poesie. Quella fu anche l'occasione per il mio primo approccio diretto con la stampa di un giornale. Giampiero Celati infatti ogni volta che doveva uscire "L'Eco" mi portava nella tipografia de "Il Tirreno" a Livorno dove insieme a un linotipista e a un impaginatore realizzavamo il giornale in una giornata. E lì cominciai ad imparare come si facevano i titoli e come si impaginava. Le spese di stampa erano coperte dalle casse della nostra Università Popolare, naturalmente nessun redattore percepiva un benché minimo compenso. Lavoravamo tutti gratis e ben volentieri, come d'altra parte facevano quelli che prestavano la loro opera nell'U.P. e nella gestione del cinema-teatro che erano tutti dipendenti della Società Solvay. Eravamo insomma una bella squadra di volontari. "L'Eco di Rosignano" continuò ad uscire nel 1950 e nel 1951. L'ultimo numero apparve in quell'agosto e con la testata modificata in "La voce di Rosignano". Con tutti i limiti che poteva avere un giornale locale come quello, quando usciva era un vero successo. Le copie andavano a ruba e le rese erano praticamente nulle. Evidentemente dopo gli anni oscuri e drammatici della guerra e le incertezze del primo dopoguerra, la gente aveva voglia di leggere e di essere informata. E "L'Eco di Rosignano" contribuì generosamente ad assolvere il suo compito di organo d'informazione culturale e di approfondimento dei problemi di quell'attualità.
(Dino Dini Il Tirreno 2 luglio 2014)

                            2017 - Il teatro Solvay pronto a ripartire
Il 29 giugno fra il direttore Solvay Davide Papavero ed il Sindaco Alessandro Franchi è avvenuto il passaggio di consegne  per la gestione del Teatro Solvay.  Il contratto sancisce ufficialmente il trasferimento di proprietà superficiaria del Teatro Solvay al Comune per i prossimi 10 anni al costo simbolico di 1,00 € oltre Iva. Nei prossimi tre mesi saranno realizzati i lavori di manutenzione resi necessari dalla voltura delle autorizzazioni, in modo da avviare già dal prossimo autunno la stagione teatrale. Insieme alle associazioni che già lavorano all’interno del Teatro, l’Amministrazione è impegnata già dal prossimo autunno per una programmazione culturale che vede il Teatro Solvay, centro di arte, teatro e creatività, nonché luogo della comunità e di socializzazione.
Nei mesi successivi sono stati eseguiti alcuni interventi, primo tra tutti l'accessibilità al palco per i disabili. La struttura è stata collegata all'impianto di teleriscaldamento che permette un efficientamento energetico e minori costi di riscaldamento fino ad oggi a gasolio». Sono stati eseguiti numerosi lavori di tinteggiatura. Pubblicato il cartellone con gli spettacoli per una stagione, che vede la collaborazione fra Comune, Fondazione Toscana spettacolo onlus e con la Fondazione Armunia a partire dal 26 novembre.

     2023 - Cessione definitiva del teatro Solvay al Comune, confronto serrato tra la società e l’amministrazione.

Un percorso per arrivare al passaggio definitivo della proprietà del Teatro Solvay dalla multinazionale della chimica al Comune di Rosignano Marittimo. Prende corpo uno dei punti inseriti nel protocollo di intesa che la società Solvay e l’amministrazione locale hanno siglato alla fine di settembre 2022. Un accordo, lo ricordiamo, per arrivare a una maggiore integrazione dello stabilimento di Rosignano con il territorio e la sua comunità. La cessione definitiva dello storico teatro su via Ernesto Solvay, costruito dalla multinazionale belga tra il 1924 e il 1928, rientra nel percorso di impegno reciproco tra Comune e società Solvay. Intanto, con la delibera 355 del 29 dicembre scorso, la giunta ha approvato il “progetto di fattibilità tecnica ed economica per l’intervento di restauro finalizzato all’efficientamento energetico del teatro Solvay”. Un intervento che prevede una spesa di oltre 1,3 milioni (Iva inclusa) e, come specificato nel progetto stesso, comprende: sostituzione infissi e scuri, sostituzione caldaia, smontaggio della copertura esistente e realizzazione del nuovo isolante, consolidamento muri di appoggio, adeguamento e risanamento delle strutture a sostegno della copertura.
“Il Comune – ricorda il sindaco – ha acquisito il teatro in diritto superficiario per 9 anni, fino alla fine del 2026. L’intenzione è quella di valorizzare la struttura come punto di riferimento della comunità. In considerazione dell’eventuale riapertura del finanziamento del Pnrr, abbiamo avviato una valutazione energetica dell’edificio per capire quali interventi potrebbero essere effettuati sul teatro. In questo modo, saremo in grado di avere la documentazione necessaria per candidare l’intervento al finanziamento”. Il Comune ha quindi individuato un professionista che ha preparato il progetto di fattibilità tecnica ed economica dell’intervento, calcolato in 1 milione e 335mila euro.
Parallelamente è in corso un confronto tra la società Solvay e il Comune per arrivare al passaggio definitivo del teatro all’amministrazione. “Abbiamo chiesto a Solvay – termina Donati – anche alla luce del protocollo firmato a fine settembre, di poter acquisire l’immobile. Si tratterebbe di una cessione definitiva a titolo gratuito. Proprio in quest’ottica ci stiamo attivando per candidare ristrutturazione ed eco efficientamento del teatro Solvay ai finanziamenti del Pnrr”.
 Anna Cecchini 2/1/2023

 2024 - Il Solvay diventa teatro nazionale. «Così è cresciuto in cent'anni» Prestigioso riconoscimento per la struttura passata in tempi recenti al Comune.
Il teatro di Rosignano Solvay è stato dichiarato (insieme ad altri 69 teatri toscani) Teatro storico nazionale. Un riconoscimento, che premia la tradizione artistica, drammaturgica, operistica e musicale di Rosignano e valorizza un edificio storico considerato di grande valore culturale e architettonico. In sostanza si tratta una specie di sigillo di garanzia che certifica la buona qualità del lavoro fatto fino a ora pur non prevedendo l'accesso, almeno per il momento, a finanziamenti specifici. In Comune, comunque, c'è grande soddisfazione. «Abbiamo ottenuto questo prestigioso riconoscimento - ha detto Licia Montagnani, assessora al Turismo e alla Cultura del Comune di Rosignano - perché il teatro ha un secolo di vita. Ma soprattutto per il fatto che all'interno della struttura vengono ancora svolti spettacoli dal vivo. Il teatro Solvay ha sempre rappresentato un baluardo culturale per il nostro territorio, un luogo dove la comunità si ritrova. All'interno dell'edificio c'è la sede dell'Università Popolare con tutte le attività che ogni anno mette in campo per la cittadinanza. C'è il cinema e ogni anno, vengono presentati spettacoli teatrali di rilievo tenendo conto dei vari gusti. È dunque un luogo vivo e vissuto a disposizione delle associazioni, delle scuole e del territorio. Questo riconoscimento è per noi grande motivo di soddisfazione, anche per il lavoro svolto». Soddisfatto è anche il sindaco Daniele Donati. «È un riconoscimento legato alla nostra tradizione e al lavoro che fino a oggi abbiamo portato avanti, soprattutto in questi ultimi anni. Ci valorizza e offre una nuova prospettiva a ciò che potremo progettare all'interno del teatro anche in futuro». Dopo alcuni anni di silenzio, nel 2016 la Solvay firma un accordo con il Comune che acquisisce il teatro per 10 anni alla cifra simbolica di un euro ad anno. Iniziano così le programmazioni teatrali e i cittadini cominciano a varcare la soglia della sala per gustarsi attori ed attrici di grandi compagnie con spettacoli di rilievo. L'anno scorso la Solvay ha ceduto definitivamente la struttura al Comune che ne è diventato proprietario. Ieri il riconoscimento per questo polo culturale.
A.Bernardeschi 5/4/24 (sintesi)

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