La fabbrica

15 dicembre 1913 - Sicuramente un manifesto storico

  La protesta nasce in seno ai 150 dipendenti della ditta Borini che ha in appalto la costruzione dello stabilimento, in gran parte anarchici o come si diceva "schedati e sorvegliati". Alla consegna della busta paga pre-natalizia entrano in sciopero con la solidarietà degli 80 dipendenti Solvay. Si richiede un migliore trattamento salariale e un diverso trattamento normativo. Tutto è gestito dalla Camera del Lavoro di Piombino con il sindacalista Sacconi, non esistendo strutture sindacali nella zona, interviene anche l'On. Dello Sbarba. La vertenza si conclude con un accordo soddisfacente dopo 5 giorni di sciopero (20 dic.)...poi il Natale chiude la vicenda. La protesta dei lavoratori non aveva potuto ottenere un traguardo più significativo per molte ragioni. A Rosignano il movimento sindacale aveva appena fatto la sua comparsa, gli operai impiegati nella costruzione degli impianti non costituivano un blocco coeso né avevano coscienza dei propri diritti e all’intransigenza della controparte si aggiungeva lo spettro della disoccupazione che si faceva sentire in tutta la zona. Ma leggiamo l'interessante relazione del sindaco Alberto Baracchini Caputi al Prefetto sullo sciopero:
 

BREVE RELAZIONE SULLO SCIOPERO DEGLI OPERAI DELLE DITTE SOLVAY & C. BORINI & C di CASTIGLIONCELLO. (Archivio Comune di Rosignano)


Come e noto, la Società Solvay & C di Bruxelles, è scesa a Castiglioncello con la intenzione di costruire un importante opificio in territorio di Rosignano Marittimo e nella località più precisamente chiamata Mondiglio. Scopo della suddetta Società e la estrazione del Carbonato di Soda con un sistema brevettato (Brevetto Solvay) che rende non insalubre la industria e che permette pure di cedere il prodotto a prezzi di gran lunga convenienti. La Solvay cominciò nel maggio del morente anno a fabbricare una considerevole quantità di mattoni (50.000.000) che dovranno servire alla costruzione dell'Opificio, delle case operaie, delle scuole, dell'Ospedale, della Chiesa, etc , a tutte quelle opere infine necessarie alla trasformazione della località in un opificio simile agli altri che la Solvay ha sparsi in tutte le parti del mondo.

E non appena ebbe una quantità sufficiente di mattoni, appaltò la costruzione dell'Opificio all'impresa Borini di Torino, or fa un mese, cominciò i lavori, assumendo alle sue dipendenze circa 150 operai divisi nei mestieri di terraziere (sterratore con pala e piccone NdR), di fondatore, di muratore, di manovale. La Impresa Borini è qui rappresentata ed assistita dagli Ingegneri Sigg. Cav. Cantù e Zaccheo di Torino.

Alla prima paga della prima quindicina, cominciarono subito a manifestarsi i primi malcontenti dovuti al quantitativo della mercede che oltreché apparire insufficienti, erano, agli occhi dei lavoratori, ingiustamente e non proporzionatamente distribuiti, per cui si lagnarono presso l'ingegnere Zaccheo il quale disse avrebbe gradualmente aumentato le mercedi e distribuite secondo il merito, ma che ciò doveva avvenire mano mano che l'Impresa imparava a conoscere i suoi operai ed a valutare di essi la capacità e la produttività di lavoro.

Ciò acquetò gli operai i quali giunti sabato 13 corrente alla riscossione della seconda quindicina, non trovarono nessuno dei miglioramenti promessi, ma anzi avevano riscontrato che operai della stessa età, della stessa capacità fisica, della stessa produttività, adibiti allo stesso lavoro, e perfino della stessa squadra, avevano mercede diverse pur avendo lavorato le stesse ore.

Le mercedi infatti variavano da un minimo di cent. 27 orari ad un massimo di cent 35 con un lavoro di ore 8,30. Queste mercedi naturalmente riguardavano la categoria terrazieri, mentre per i fondatori era stata stabilita la quota unica di cent 40 orari, per i muratori la quota di cent 47 - 43 - 38, orari, rispettivamente per le categorie prima, seconda e terza nelle quali soglionsi classificare, per capacita professionale, i muratori. I manovali (ragazzi) a L 1,20 giornaliere La sperequazione dunque delle mercedi fu la causa palese determinante lo sciopero, ma vi sono, a modesto parere del sottoscritto, cause occulte che sono più che altro di indole politica ed ecco brevemente quali.

Da lunghi anni, specie vivente l'anarchico Avv. Pietro Gori, che fece numerosi ammiratori e seguaci delle sue teorie fra i cittadini di Rosignano Marittimo, gli affiliati al "Circolo di Studi Sociali" (anarchici segnalati e schedati) credettero di imporsi alla parte sana della popolazione che, intimidita, non aveva il coraggio di imporsi e di reagire e così la illusione di essere essi la maggioranza, mentre in realtà non erano che una quantità pericolosa sì, ma trascurabile.

Scomparso l'Avv. Gori, fu più facile cosa opporsi agli Anarchici, ed in ogni occasione che si presentava non veniva nulla risparmiato per dimostrarlo ad essi che intanto perdevano terreno e che mal sopportavano la loro decadenza. Onde è che han tentato rialzare le loro sorti ed il loro tramontato prestigio, mettendosi a capo dello sciopero odierno che se fosse riuscito ad ottenere tutti i desideri di pochi caporioni, avrebbe certo messi questi (che sono appunto Anarchici) in condizioni di prestigio tale da poter asserire essere per gli operai necessario seguirli, donde un momento ed una propaganda Anarchica funesta.

E ad asserire quanto io ho espresso quale mio modesto modo di vedere, dirò come i rappresentanti della categoria sterratori (unica categoria che voleva lo sciopero che gravava sugli altri) erano tutti noti Anarchici sorvegliati e schedati e che si rivolsero, chiedendogli aiuto, al noto Sindacalista Sacconi, Segretario della camera di Piombino.

Gli operai dunque dopo la paga della seconda quindicina, riunitisi in Rosignano, deliberarono di non più riprendere il lavoro il seguente lunedì e nominarono una commissione di otto composta come segue:

Amadori Giorgio per la categoria Terrazieri (Anarchico)

Tempesti Faustino per la categoria Terrazieri (Anarchico)

Monetti Giuseppe per la categoria Terrazieri (Anarchico)

Tempestini Primo per la categoria Terrazieri (Anarchico)

tutti della Impresa Borini, e:

Balzini Vittorio per la categoria Squadra braccianti

Lunghi Enrico per la categoria Muratori

Fancelli Vincenzo per la categoria Terroni

della Società Solvay; la quale commissione ebbe incarico di esigere dalla Ditta Borini quanto espresso:

1 - Dividere la categoria terrazieri in due sotto categorie, l'una comprendente quelli la cui età variava dai 18 ai 50 anni; l'altra quelli la cui età era inferiore ai 18 e superiore ai 50 anni; le mercedi fossero elevate indistintamente per tutti quelli della prima sotto categoria dai 27 cent all'ora ai 35 cent; dai 27 cent ai 32 indistintamente per quelli della seconda sotto categoria.

2 - Portare la mercede oraria dai 40 ai 42 centesimi per la categoria "fondazioni".

3 - Elevare dai 45 ai 50 centesimi all'ora indistintamente la mercede dei "Muratori".

4 - Ottenere che il pagamento delle mercedi quindicinali fosse fatto più speditamente onde non far perder tempo agli operai, od in linea subordinata fosse corrisposta la mercede anche per il tempo occorrente alla paga.

Conosciuta la inconsulta decisione di sciopero, il sottoscritto radunò la Commissione operaia che aveva chiesto di essere udita, e consigliò che prima di addivenire alla richiesta dei suesposti desideri, venisse immediatamente ripreso il lavoro; ma dopo lunga discussione sostenuta coi primi quattro rappresentanti dei lavoratori dell'Impresa Borini, l'astensione fu mantenuta, non senza però avere raccolta la dichiarazione della rappresentanza dei lavoratori della Solvay i quali asserirono di nulla avere a domandare essendo equamente trattati e che si sarebbero anche ripresentati al lavoro se i loro compagni lo avessero accordato. Essi naturalmente insistettero nella assoluta astensione e mi consta come tale astensione sia stata conseguenza di intimidazioni e di minacce che nessuno ebbe la forza di denunciare. Prese allora il sottoscritto impegno di comporre il dissidio sorto e si recò infatti, martedì 16 ai cantieri del Mondiglio ove ebbe una lunga conferenza coi dirigenti la Società Solvay e la Impresa Borini. Risultato del colloquio fu:

1 - Non potere accogliere la Borini la richiesta della divisione in due categorie della categoria terrazieri se ed in quanto non era giusto che venissero trattati alla stessa stregua coloro i quali potevano dar prova di maggior produttività in confronto degli altri e che le mercedi non era equo farle per "Stato Civile" ma bensì secondo il merito e secondo il rendimento individuale, ma che in ogni modo le mercedi sarebbero state fatte fra un minimo di 27 cent ed un massimo di cent 35 orari, massimo desiderato dagli operai.

2 - Non potere accordare la Borini i due centesimi in più alla categoria "Fondazioni" per cui insisteva su 40 centesimi salvo accordare un centesimo se lo fosse sembrato essere detta categoria meritevole.

3 - Non potere elevare ai 50 centesimi orari, i 40 fin qui dati alla categoria muratori e ciò indistintamente, poiché vi erano dei meritevoli di tale aumento, ma anche dei meritevoli di diminuzione, che accettava perciò una divisione in tre sotto categorie dei muratori le cui mercedi erano portate a cent 50, 45, 40 all'ora rispettivamente per la prima seconda terza sotto categoria.

4 - Assecondare il desiderio delle maggiori celerità del pagamento delle mercedi quindicinali e che già aveva la Borini stabilito di adottare il sistema delle buste con la paga già fatta, sistema col quale in pochi minuti venivano sbrigati tutti i 150 operai.

5 - Che ad ogni modo tutti gli operai indistintamente erano licenziati e che la Ditta si riservava il diritto di fare il nuovo arruolamento il lunedì 22 accettando coloro che più credeva meritevoli.

Riferì il sottoscritto, la sera stessa martedì, le concessioni e le condizioni della Borini alla commissione operaia la quale non accettò nessuna delle proposte fatte ed anzi insistè nello sciopero specie dopo udita l'ultima condizione della Società Borini. A nulla valsero le esortazioni di consigli dati dal sottoscritto che si recò l'indomani a conferire con la S.V. I11.ma. Intanto la maggioranza degli operai desiderosa di riprendere il lavoro invocava anche l'assistenza del Deputato On. Dello Sbarba che giovedì 18 infatti giunse ai cantieri Solvay - Borini, dove ebbe un primo colloquio coi dirigenti Sigg. Herzen - Tricot, Cav Cantù e Zaccheo presente il sottoscritto.

Contemporaneamente però, gli Anarchici saputa la richiesta di aiuto fatta all'On Della Sbarba, invitarono da Piombino il Segretario della camera di lavoro di cotesto paese, il noto Sindacalista Sacconi che giunse esso pure giovedì 18 nel pomeriggio Alle ore quindici di detto giorno avvenne in Rosignano, presenti tutti gli scioperanti, uno scambio di idee, e mentre l'On Dello Sbarba e il sottoscritto tendevano alla immediata ripresa del lavoro, salvo discutere sui miglioramenti e concessioni da ottenersi, il Sindacalista Sacconi, pur disapprovando l'atto impulsivo ed inconsulto incitava alla solidarietà nello sciopero che avrebbe dovuto chiudersi con la completa vittoria degli operai. In ogni modo fu stabilito che si sarebbero recati subito alle Direzioni Solvay e Borini, l'On. Deputato, il Sindaco, il Segretario della camera di lavoro di Piombino ed i quattro componenti la rappresentanza degli operai della Borini, avendo dichiarato gli altri della Solvay di essere soddisfatti e quindi di astenersi.

Non starò a narrare tutte le fasi del lunghissimo colloquio avuto nella sala di Direzione della Solvay, colloquio che si protrasse dalle 18 alle 22,30 e che condusse ad un accordo di questo genere con piena soddisfazione di tutte le parti.

1 - Le mercedi per terrazieri sono elevate da 27 centesimi di minimo a 28 e fino ad un massimo di centesimi 35 1’ora, secondo il merito degli operai e non secondo l'eta.

2 – E’ mantenuto costante il prezzo orario di centesimi 40 per fondatori, salvo ad elevarlo a 41 se meritevoli.

3 - Essere fatte tre categorie di muratori, l'una a cent 50, l'altra a 45 cent, la terza a 40 cent l'ora. Il criterio della divisione in categorie sarà dato dall'abilità individuale degli operai ed applicato dalla ditta.

4 - Pagamento delle mercedi col sistema delle buste.

5 - Riassunzione al lavoro di tutti gli operai in via di esperimento onde valutare la potenzialità di ciascun operaio e conseguentemente la mercede. Diritto però da parte della Ditta di licenziare, dopo il periodo di prova, quegli operai che appariranno inadatti.

6 - Ripresa del lavoro il giorno 2 gennaio 1914 onde dar tempo all’ Impresa di riodinare i cantieri che a causa dello sciopero sono stati invasi dalle acque delle fondazioni abbandonate.

Siamo finalmente alle ore 23 quando l'assemblea degli operai scioperanti vota unanime l'approvazione della Commissione operaia e stabilisce.

1 - Far riprendere il lavoro immediato agli operai della Solvay che avevano scioperato per solidarietà.

2 - Da riprendere il lavoro, gli altri il giorno 2 gennaio 1914 alle condizioni suesposte.

Tale breve, succinta esposizione alla S V Ill.ma era quanto doverosamente Le dovevo, ed alla quale non aggiungo altre conclusioni ed apprezzamenti particolari, solo mi sia concesso segnalare alla S V Ill.ma tutta la soddisfazione dell'Amministrazione comunale per l'accordo raggiunto mercé il validissimo prezioso intervento del Deputato del Collegio, On. Dello Sbarba, accordo che ha dileguate possibili complicazioni e che ha ridonata la quiete a questo paese che ha desiderio vivissimo di prosperare e di eliminare dal suo seno tutti gli elementi perturbatori.

Con ossequio profondo

                               Rosignano Marittimo 20 dicembre 1913

                                                                                IL SINDACO 
                                                                      f. Baracchini Caputi Alberto
(Da: "Alle radici del partito comunista di Rosignano". Appunti di storia locale nel periodo tra la G.M. e l'avvento del fascismo, di Mario Volpato 1981) scaricabile dal sito.

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