La fabbrica/Servizi |
Unità Servizi Tecnici, Antincendio, Medicina del Lavoro, Mensa Aziendale |
L'unità Servizi Tecnici
(UST) è il servizio che fornisce alle unità produttive e di
ricerca dello stabilimento locale, una gamma completa di servizi
tecnologici. In pratica il tradizionale lavoro del vecchio
Ufficio Disegni, da sempre accentrato in Direzione è diventato
verso la metà degli anni '90, parte dell'UST e completamente
informatizzato ed in parte terziarizzato è stato spostato al
centro dello stabilimento, nell'ex garage. I tavoli dei
tecnigrafi della foto 7, sono ormai un lontano ricordo. Il Servizio Sicurezza e Antincendio È un dato di fatto e può essere utile per giudicare il carattere e le capacità dell’azienda. Gli infortuni sul lavoro negli stabilimenti del gruppo Solvay, quelli che causano una qualche assenza dalle attività, sono otto su un milione di ore lavorative. Quattro volte in meno della media europea nell’industria chimica che è trentacinque. E' un risultato eccellente, che si può ottenere soltanto con una azione costante, con una presenza assidua, secondo una politica che diventa fatto concreto, quotidiano: la sicurezza è la parte integrante dell’organizzazione del lavoro. C’è una tradizione che ha più di cento anni: nella Solvay il primo comitato di sicurezza sul lavoro fu istituito nel 1875. Questa azienda quindi, ha cominciato prima delle altre industrie e anche l’esperienza ha la sua importanza. Vediamo da vicino come funziona questa organizzazione, con quali strutture combatte la battaglia per prevenire e combattere gli infortuni sul lavoro. Prendiamo l’esempio dello stabilimento di Rosignano Solvay, che è uno dei più grandi e che quindi può far capire quel che viene fatto anche nelle altre fabbriche Solvay. Possono essere considerate due strutture. La prima riguarda gli incendi: prevenzione e lotta, che interessano soltanto il perimetro della fabbrica. C’è un servizio interno, che ha lo scopo di assicurare un intervento nei primi minuti, quando è più facile spengere le fiamme. Gli impianti che fanno prevedere un maggior rischio di incendio sono protetti da mezzi fissi, come spruzzatori di acqua che investono le pareti dei serbatoi, apparecchiature fisse e mobili per il lancio di schiuma, estintori a polvere. Se non sono automatizzati, possono essere manovrati dalle sale controllo o da altre posizioni, in maniera che proprio coloro che lavorano negli impianti, e che quindi meglio li conoscono, intervengono con la prima azione. Nello stabilimento c'è anche un servizio continuo con squadre di pompieri. In caso di incendio l’allarme mette in movimento tutto il servizio e dal deposito arrivano gli automezzi con idranti, getti di schiuma e di polvere. L’altro rischio principale che si cerca di prevenire è quello delle fughe di gas; cloro, per esempio. Sono predisposti interventi anche all’esterno, nelle zone vicine, nel caso che capitasse qualche imprevisto, anche non dovuto a vicende nello stabilimento. Ci sono squadre di operai delle varie fabbricazioni, ben addestrate e ben attrezzate, che possono agire sul posto. Con la Protezione Civile c’è un collegamento immediato per un piano operativo preparato insieme con la prefettura di Livorno e le organizzazioni pubbliche interessate. E stata studiata una scala di allarmi e di interventi, che vanno dal più semplice, un’ispezione sul posto, al più complesso, come l’allontanamento di persone. E stato previsto persino dove farle alloggiare. Tutto è programmato con grande scrupolo, per dare sempre la garanzia massima di sicurezza. Anche quei semafori intorno alla fabbrica, che si accendono in caso di eventuali rischi di gas, sono la testimonianza di un preciso modo di fare, di presenza, di attenzione. Una rete di radiotelefoni di emergenza consente collegamenti qualunque cosa accada. Ci sono due centra!i, una vicino alla direzione e una nel centro allarme dei pompieri di fabbrica; radiotelefoni portatili completano il servizio. Un radiotelefono è collegato con il commissariato di pubblica sicurezza, per il piano della protezione civile che qui è una realtà operante. Mappe dello stabilimento divise in settori numerati sono nella direzione, nel Centro Allarme e negli uffici delle autorità. Basta indicare un numero per sapere dove è accaduto l’infortunio, e dove occorre intervenire. Altre mappe sono disposte in maniera da poter valutare il settore — anche intorno alla fabbrica — verso cui spira il vento, indicatori di direzione fanno prevedere all’istante in quali zone potrebbe spostarsi una eventuale fuga di gas; e consentono interventi molto precisi. La sicurezza non è soltanto in questi programmi, in queste possibilità di intervento, in questa attenzione costante. E anche in una politica più generale che mobilita la fabbrica. La sicurezza, è integrata nell'organizzazione del lavoro, anche se c’è un servizio specifico che sprona, stimola, provvede alla formazione, interpreta, consiglia, a coordina. La sicurezza sul lavoro si basa su una grande quantità di fatti e di situazioni: sugli impianti efficienti e quindi sempre controllati; su provvedimenti, su consigli, sul progresso delle tecniche, su continui richiami all’attenzione, sulla conoscenza delle cause di infortuni accaduti, in maniera da poter suggerire i modi per prevenire. (Da Solvay Notizie febbraio 1982) La presentazione qui sopra riportata corrisponde ad una situazione reale e quindi credibile, ma logicamente trattandosi di pubblicazione aziendale, omette alcuni dati determinanti che per obiettività, ormai a decenni di distanza, meritano di essere ricordati. Negli anni immediatamente precedenti, cioè nel quinquennio agosto 1969-giugno 1974 ci sono stati 5 morti più feriti e numerosi intossicati da cloro, in incidenti sul lavoro, prevalentemente in impianti non propriamente all'altezza dei tempi e della tecnica (vedi "Cronistoria Solvay"). Ne è seguita una forte e prolungata pressione sindacale che ha spinto verso quegli aggiornamenti e quelle soluzioni che vengono qui riportati come realizzazione unilaterale. Non è così, anche se riteniamo debba essere riconosciuto, pur con alti e bassi, l'esistenza in azienda di uno spirito imprenditoriale teso alla salvaguardia dell'ambiente di lavoro. (NdR) |
Medicina del Lavoro
Effettuato nel 1971, il passaggio dell'ospedale Solvay all'INAM e poi, all'USL Bassa Val di Cecina, il Prof. Luigi Viola (vedi biografia) già Direttore dell'ospedale, diviene responsabile del servizio di Medicina ed Igiene del Lavoro (trasferito all'interno in zona ex Aniene). Dopo il Prof. Viola il Servizio passa al dott. Renzo Giannini già medico dell'ospedale Solvay, ed al suo pensionamento, al dott. Paolo Bonetti. In seguito, con le profonde ristrutturazioni e le riduzioni di personale successive al 1993, anche la Medicina del Lavoro ha ridimensionato i locali trasferendosi in Direzione, e ridotto al minimo il proprio personale e le relative prestazioni. (NdR) |
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Il
“Ristorante Aziendale”
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Rosignano Solvay la fabbrica |
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