Tra i
vari componenti del resedio, la casa colonica è certamente la più
duratura nel tempo ed insieme al suo variegato universo di forme,
rappresenta uno degli elementi più caratterizzanti del paesaggio
agrario. La difformità continuata nel tempo e nello spazio è la
caratteristica principale delle case coloniche, il risultato di
uno straordinario adattamento all'ambiente circostante, alle
necessità del lavoro e della famiglia. I vani principali (cucina,
camere, stalle o magazzini), rispondevano sempre all'esigenza
della sistemazione più conveniente e funzionale, così come i
locali secondari, che trovavano sempre il posto e il punto più
adatto. Inoltre, scale, scalette e balconi, e perfino botole,
permettevano al colono di spostarsi rapidamente entro il
fabbricato. In collina, per dominare il circostante podere, la
casa colonica era sempre edificata alla sommità del poggio ed
orientata in modo tale da sfruttare al meglio la radiazione
solare nelle diverse stagioni, così da riscaldare i locali durante
l’inverno quando il sole è basso sull’orizzonte e tenerli più
freschi in estate quando è alto.
(Da "Segni storici del
paesaggio rurale" di Roberto Branchetti")
Fattoria
dell'Acquabona al Poggetto La Pia Casa di
Misericordia oltre a parte del castello di Rosignano aveva
possedimenti che da Castelnuovo della M.dia arrivano fino
al Chioma ed al mare. L'Arcivescovado pisano aveva
acquisito queste immense proprietà nel periodo medievale
grazie a donazioni pervenute dal marchese Gottifredo e
dalla Contessa Beatrice di Toscana.
(Vedi anche
Tripartizione fondiaria sul menu di R.M.mo) (Da
"Segni storici del paesaggio rurale" di Roberto
Branchetti") Agriturismo
Poggetto 331.
Nel 1700 monastero
o convento dell'Arcivescovado di Pisa. Sulla
porta il bassorilievo dell'Arcivescovo Angelo
Franceschi
(1718-1806)
nel
riquadro, identico a quello del Casone Nuovo di
Vada
(Vedi)
Arrivano le banche
Nei primi decenni del '900, i grandi proprietari terrieri,
sfruttando le favorevoli condizioni che il patto
mezzadrile offriva ancora alla parte concedente,
continuarono a dominare la scena dell'agricoltura locale.
Non mancarono tuttavia ricche famiglie che, oberate dai
debiti, videro i loro patrimoni rilevati da Società,
Consorzi e Banche: un segno di questo passaggio è rimasto
sulla facciata di due edifici posti in loc. Maccetti. In
questo periodo la base fondamentale dell'agricoltura
comunale era ancora costituita dalla cerealicoltura, ma i
seminativi arborati avevano ormai preso il sopravvento sui
seminativi nudi.
Da "Segni storici del
paesaggio rurale" di Roberto Branchetti)
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