Amministrazione Comunale dall'anno 1000
L’
Amministrazione Comunale, nei secoli dopo il mille e fino
all'anno 1776, era formata dal Consiglio composto di due Consoli
e di quattro, poi di cinque Consiglieri, coadiuvati da due
grascieri e da due stimatori, oltre che dal Camarlingo, col qual
nome anche oggi qualcuno chiama l'Esattore. Il Consiglio era
eletto dal popolo in ragione di un uomo per ciascuna famiglia e
la elezione di regola si faceva sulla piazza del borgo, sotto le
loggie.
Il Consiglio non si adunava a scadenze fisse, ma secondo le
necessità, e non aveva sede propria, ma si riuniva in case
private, o nella casa ove abitava l'Ufficiale (giusdicente) di
Rosignano. Per esempio il 7 ottobre 1509 si adunò nella casa di
Baldassino di Giovanni di Pierozzo, ove appunto abitava il
Giusdicente; il 17 giugno 1520 nella casa dell'Arcivescovado di
Pisa, in piazza del borgo o delle Loggie, ecc.
I rettori della Comunità erano assistiti da un Cancelliere
(segretario) che, dai tempi medicei fino al 1830 circa, veniva
distaccato per le sedute dal Vicariato di Lari.
In seguito a Rosignano fu concesso il Cancelliere comunitativo,
pel quale fu presa in affitto la casa del sig. Teodoro Tausch,
ove ora risiede la Tenenza e il Comando di Stazione dei RR.
Carabinieri, e che nel 1827 fu rialzata di un piano. Tale casa,
dagli anziani del paese, si chiama ancora «la Cancelleria.»
Nel 1840 poi la Comunità, prese a livello la Villa o Fattoria di
Rosignano per la tenuta di Vada, già di proprietà della Mensa
Arcivescovile pisana, ed ivi insediò la Cancelleria comunitativa
dei Municipi di Rosignano, Santa Luce, Orciano, Castellina
Marittima e Riparbella, pagando L. 490 annue di canone
livellare. La fattoria arcivescovile era l'attuale palazzo
Comunale.
Dove ora è l'orologio del Comune era stato costruito un
campaniletto, la cui campana suonava per le adunanze del
Magistrato, mezz'ora prima, e, dopo il 1848, suonava al mattino,
a mezzogiorno e al tramonto, per la vigilia delle feste popolari
e per le grandi solennità.
Nel 1861 fu istituito l’impiego di Segretario Comunale per ogni
Comune, ed il primo Segretario per Rosignano, fu il Cav.
Giuseppe Barbacci, veterano di Curtatone, di buona memoria, cui
successero i Signori Luigi Santini, dott. Venturo Corradini,
Rinaldo Casigliani e, dal 1906, Neri Lulli.
Verso il 1600 i Consoli si chiamarono Governatori, pure
mantenendo le stesse attribuzioni, fino a che non venne la legge
del 7 Giugno 1776 con la quale il granduca Pietro Leopoldo di
Lorena approvò il nuovo regolamento Comunitativo della Toscana.
Con tale regolamento il Magistrato del Comune di Rosignano era
composto di un Gonfaloniere, di due Priori e di sei Consiglieri.
Modificazioni successive portarono il numero dei Priori a 5. Fu
allora che Castelnuovo venne riunito al Comune di Rosignano.
Per la prima nomina delle nuove cariche del Comune così
ricostituito, il Potestà, assistito dal Cancelliere del
Vicariato di Lari, nello stesso anno 1776, procedette all’
imborsazione, in due borse distinte, dei nomi di tutti coloro
che, possedendo case o terreni, avevano diritto ad essere
imborsati, e, a sorte, eletti.
In una prima borsa si introdussero i nomi di coloro che avevano
un censo più elevato, per estrarre fra loro il Gonfaloniere; in
una seconda borsa i nomi dei possidenti minori, per estrarre i
nomi dei Priori e dei Consiglieri.
Nel 1796 fu stabilito che, per essere imborsati tra i
Consiglieri da estrarsi a sorte, occorreva la somma ad estimo o
rendita imponibile superiore a fiorini venti.
Così, in quel primo esperimento del 1776 gli aspiranti alla
carica di Gonfaloniere furono 48 per Rosignano e 12 per
Castelnuovo e gli aspiranti alla carica di Consiglieri furono
120 per Rosignano e 58 per Castelnuovo. Erano eleggibili anche
le donne e venivano imborsati anche gli enti proprietari, come
il Comune, la Mensa Arcivescovile pisana, la Pia Casa di
Misericordia di Pisa, il Diaconato del duomo di Pisa, le Chiese
di Rosignano, di Castelnuovo, del Gabbro ecc. E, poiché
possedeva beni nel Comune, anche il nome dello stesso Granduca
fu imborsato e nel 1786 fu anche estratto tra i Consiglieri.
Nel 1784 il pievano di Ponsacco, che, come capo di quella Pieve,
era rimasto erede dei beni di donna Giulia Ceccotti posti in
Rosignano, fece ricorso per risiedere nel Consiglio generale
della Comunità di Rosignano e la Sovrana risoluzione fu a lui
favorevole.
Fra i nomi di donne aspiranti alla carica di Gonfaloniere si
notano: donna Eufrosina Minucci, vedova Mazzanghi; donna Teresa
Minucci moglie di Giovanni Gabbriello; madonna Anna Eleonora di
Giuliano Migliorati; madonna Antonia di Antonio Benedetto
Pagnini: madonna Caterina Levantini nei Monteverdi; Laura di
Giulio Attolini, per Rosignano, e Giuseppa di Domenico Cantalupi
e madonna Anna di Gio. Battista Piccario, per Castelnuovo. E
proprio dalla prima borsa fu estratto il nome di Giuseppa di
Domenico Cantalupi da Castelnuovo, che fu il primo nostro
Gonfaloniere, o meglio la prima nostra Gonfaloniera. Essa però
fece il mandato di procura a Don Marco Salvetti da Rosignano,
che governò per lei. Lo donne imborsate por la nomina a
Consiglieri, oltre quelle predette, furono 38 per Rosignano e 2
per Castelnuovo.
Nel 1786 uscì un Motu-proprio di S. A. R. che infliggeva delle
pene alle donne che rifiutavano di far parte del Magistrato. Ora
si fa tanto chiasso per il voto alle donne; cento cinquant' anni
fa le donne potevano occupare cariche pubbliche, non solo, ma
sottostavano a multe in caso di rifiuto o di poca diligenza! Fra
i possidenti di Rosignano, imborsati per le cariche Comunali del
1760, si notano nomi ancora esistenti o conosciuti in paese,
cioè:
Bacci, Balcini, Buoncristiani, Cerboneschi, Ciardi, Corsini, Dal
Monte, D' Ascanio, Del Corda, Duccini, Franchi, Giannini,
Giorgerini, Giuntini, Geri, Lazzeri, Liberatori,
Mastiani-Brunacci, Menchi, Pierucci, Poli, Pretoni, Ricci,
Turchi, Valentini, Vecchi, ecc.
Il primo camarlingo del nuovo Magistrato, fu il nobile Flaminio
Upezzinghi.
I Priori furono Michelangelo di Gabbriello Martini e Adriano di
Orazio Geri.
I Consiglieri, Iacopo di Sebastiano Marini; Chiesa di S. Michele
di Castelvecchio e per essa il parroco; Giuliano di Giulian
Mattia Balzini; Domenico di Francesco Ciceri; Pietro di
Sebastiano Liberatori e avv. Scipione di Girolamo Tordoli.
Il Gonfaloniere ed i Priori erano retribuiti con L. 28 ciascuno;
i Consiglieri con L. 14 annue ed il Camarlingo con scudi 15. In
seguito, L. 6 per seduta.
Allora il Magistrato si riuniva nel palazzo Pretorio della
Podesteria di Rosignano.
Anche nella seconda estrazione delle cariche Comunali nel 1777
fu estratto a Gonfaloniere il nome di una donna e cioè quello di
donna Eufrosina Minucci vedova Marranghi e per Consigliere,
madonna Eleonora di Giuliano Migliorati e madonna Francesca
Salvetti, vedova Duccini.
Già, in precedenza si corrispondeva ai Governatori della
Comunità un compenso, e, poiché ne era stato sospeso il
pagamento, così il 22 Dicembre 1743 fu deliberata una
sollecitazione a S. A. R. il Granduca, perché provvedesse per
ristabilire il salario ai Governatori «acciò più facilmente si
trovi chi accetti ed eserciti detta carica con qualche
attenzione verso il pubblico, mentre senza, tal salario le cose
molto si trascurano». Per il salario dei due Governatori nel
1743 erano stati stanziati scudi 49.
I primi cognomi che nel 1500 si trovano citati negli atti della
Comunità sono quelli dei Vannelli, dei Pagnini, dei di Catelano,
convertito poi in Catelani. Prima del 1500, specialmente nei
paesi di campagna le persone erano ancora identificate con i
nomi delle sole paternità: poi nel 1500, anche nei paesi, si
estesero i cognomi e già ai primi del 1600 erano assai
generalizzati. Fra i Consoli ed i Consiglieri di quell' epoca si
trovano più frequentemente i cognomi dei Bartoli, Bombardieri,
Buoncristiani, Casini, Calamai, Corsi, Galeotti, Greci, Massari,
Rossettini, Turchi, e verso il 1650, Bacchereti, Bianchi,
Bustigalli, Colomba, Cerboneschi, D' Ascanio, Galeazzi, Gorini,
Menicucci, Pretoni, Sacchini, Salvetti, poi Leoni, Mancini,
Santurini, Vernaccini ed altri.
Per un Consiglio generale del 1704, ove erano presenti 111 capi
di famiglia e 24 erano gli assenti, oltre ai cognomi predetti,
si notano i seguenti :
Albini, Ancillotti,
Bartaccini, Barzotti, Balzini, Bacci, Barzi, Bernardeschi, Bini,
Bolognesi, Bucci, Buggiani, Buonannini, Buonaneschi, Cacianti,
Caietti, Caioli, Ciardelli, Camminaneci, Chiapponi, Cioppa,
Ciucci, Catoni, Corsini, Coli, D' Angelo, D' Appiano, Di Paco,
Duccini, Ferrari, Ferrarini, Ferretti, Francini, Fonzi,
Gabriellini, Gambicorti, Gazzetti, Gianneschi, Giorgiarini,
Giudici, Giuntini, Graziani, Grassi, Grechi, Goretti, Lami,
Lazzeri, Lori, Lucarini, Mabassa, Maggi, Maineschi, Mari,
Martini, Mauri, Mazzanghi, Merlini, Mori, Monetti, Martinelli,
Mozzi, Nassi, Nesti, Orsolini, Pamela, Parlanti, Passerai,
Pescini, Petri, Pierucci, Pucci, Quaglierini, Raigi, Regoli,
Ricci, Rossi, Salvatori, Sbaragli, Serragli, Soccini, Spadacci,
Stazzani, Taddei, Tamberani, Tei, Tomei, Tonelli, Tosi, Topi,
Tonarini, Tremolanti, Vecchi, Vinci, ecc.
Verso il 1750 si trovano
nominati: Marini, Guelfi, Giovangori, Gargetti, Malanima, Pupi,
Pagni, Simoncini,
Bertacchi, Cecina,
Andreoni, Bartolozzi, Bertelli, Carabini, Cartei, Fioravanti,
Gadducci, Giubbilini, Geri, Maccanti, Menchi, Michelini, Masoni,
Mozzi, Orlandi, Pellegrini, Righi, Papini, Sambri, Tempesti,
Franceschi, Damiani, Cosci, Del Paio, Sarchi, Donati, Fontanelli,
Valentini, ecc. Dopo, Berti, Baldanzi, Dell' Omo d' Arme,
Gianfaldoni, Pieri, Braccini, Priori, Senesi, Fedeli, Galli,
Anguillesi, Calvelli, Gonfiotti, Neri, Borghini, Mantellassi,
ecc.
Dal 1800 al 1840: Amadori, Bacchi, Baldasseroni, Bandini,
Barsanti, Batini, Battini, Beconcini, Bellini, Benetti, Bertini,
Bientinesi, Boldrini, Branchetti, Caccialupi, Castellani, Cerrai,
Chelini, Citi, D' Ercole, De’ Guidi, Falaschi, Fattorini,
Favilli, Giorgetti, Gori, Lemmi, Lorenzini, Lusoni, Merli,
Miliani, Mochi, Monti, Morelli, Morroni, Nannerini, Nencini,
Poggianti, Quintavalle, Rossi, Sanetti, Santini, Sardi,
Scarlatti, Serredi, Tognotti, Toma, Toncelli, Vagelli, Zucchelli,
Zoppi ed altri.
Dei cognomi antichi, pochi sono ai nostri giorni rimasti, perché
molte famiglie si spensero, altre emigrarono, per dar posto a
famiglie nuove, come tuttora, si verifica.
I sindaci:
Dalla riforma Comunale del 1776 in poi i Capi della Comunità di
Rosignano furono i seguenti:
Anno 1776 - Giuseppa
Cantalupi da Castelnuovo. 1777 - Donna Eufrosina Minucci
ved. Marranghi.
1778 - Don Marco
Salvetti, indi Don Giuseppe Masoni. 1779 - Tenente Giovanni
Niccola Del Corda
1780 - Angiol Maria Del
Pajo. 1781 - Giovanni Domenico Ricci. 1784 - Giuseppe
Maria Mezzanotti.
1785 - Clemente Del Pajo.
1786 - Donna, Giuditta Biasini. 1787 - Flaminio Upezzinghi,
al sacro fonte Andrea Lanfranchi Lanfreducci. 1788 - Maria
Angela Pagnini-Cecina. 1789 - Giovanni Bombardieri.
1790 - Sac. Iacopo Del Corda.
1791 - Francesco
d'Ambrogio Stefanini.
1792 - Pietro Pardini per la Pia Casa di Misericordia.
1793 - Iacopo Petrucci del tenente Pandolfo. 1794 - Cav.
Iacopo Finocchietti. 1795 - Gabbriello Martini.
1796 - Arcidiacono Niccolò Pesciolini. 1797 - Gio. Paolo di
Silvestro Salvetti. 1798 - Iacopo Andrea Franceschi.
1799 - Paolo Salvetti.
1800 - Dott. Alessandro Buoncristiani.
1801 - Innocenzo Buoncristiani.
1802 - Don Giuseppe Masoni. 1803 - Pietro Pardini.
1804 - Antonio Pieri. 1805 - Giovan Battista Buoncristiani.
1806 - Gio. Paolo Salvetti. 1807 - Gio. Domenico Ricci.
1808 - Antonio Pieri.
1809 - Bombardieri (Maire). 1811 - Pieri (Maire) 1813
- Blasini (Maire). 1815 - Paolo Salvetti - (Gonfaloniere).
1816 - Bombardieri Giovanni. 1823 - Michele Marini.
1829 - Francesco Geri. 1830 - T. Col. Gherardi Camillo.
1833 - Giovanni Salvetti. 1841 - Michele Marini 1842
- Francesco Lobin. 1848 - Giovanni Salvetti.
1849 - Alessandro Righi. 1859 - Salvetto Conte Cav. Avv.
Salvetti
1865 - Salvetto Conte
Cav. Avv. Salvetti (Primo Sindaco), 1871 - Cav. Curzio
Pieri. 1872 - Alessandro Righi.
1874 - Avv. Luigi Berti. 1880 - Conte Francesco Mastiani -
Brunacci, e di nuovo l’ Avv. Luigi Berti fino al 1902 e,
posteriormente, il conte Teodoro Mastiani-Brunacci, Ettore
Simoncini, Giuseppe Comparini, Alberto Baracchini-Caputi,
Attilio Gotti, Dott. Comm. Gino Vestrini.
Nel 1809, quando la Toscana apparteneva all' Impero francese e
Rosignano era soggetto al Prefetto del Circondario di Livorno,
Dipartimento del Mediterraneo, il Consiglio Generale prese il
nome di Consiglio Municipale ed il suo Capo, il Gonfaloniere, si
chiamò « le Maire », la casa del Municipio, la Mairie; la stanza
del Capo, Bureau. del Sig. Maire; il bilancio del Comune,
budget; le lire si chiamarono franchi. In questo periodo, e
precisamente il 24 Gennaio 1809, il Consiglio Municipale fu
composto dei cittadini Antonio Pieri, Buoncristiani, Nericci,
Bacchi, Batini, Salvetti, Del Pajo, Martini, Giuntini, e
Bombardieri, il quale fu proclamato Maire.
Fu per la prima volta, nominato il Segretario particolare del
Consiglio, nella persona del cittadino Gherardi.
Non appena tramontato nel
1814 l'astro Napoleonico, si ritornò all'antica costituzione del
Comune, col Gonfaloniere, cioè, con i Priori e col Cancelliere
del Vicariato di Lari por la verbalizzazione delle sedute del
Consiglio, ecc. Nel 1830 fu aggregato al Cancelliere un
aiuto-residente e successivamente venne sostituito con un
Cancelliere residente.
I priori erano due; i
Consiglieri 6; nel 1828 pero il numero dei Consiglieri fu
portato a 9 e quello dei Priori a 5; nel 1861 i Consiglieri si
elevarono al numero di 15 ed oggi, come e noto, sono 30 e cioè
10 per la frazione del Capoluogo; 6 per la frazione di
Castelnuovo; 4 per il Gabbro; 6 per Vada, 2 per Castiglioncello
e 2 per Nibbiaia.
Nel 1834 il nuovo catasto dette N. 463 possidenti del Comune,
dei quali N. 63 con rendita imponibile superiore alle L. 400,
che dava diritto ad aspirare alla carica di Priore e N. 400 con
rendita inferiore alle L. 400, i quali potevano aspirare
soltanto alla carica di Consigliere.
Quando nel 1861 l' Italia fu costituita a Nazione, realizzandosi
così il sogno dei secoli e l'aspirazione dei martiri, il primo
magistrato del Comune venne cosi costituito:
Gonfaloniere, Salvetto Conte Salvetti - Consiglieri: Lusoni Dr.
Antonio, Pieri avv. Piero, Marini Jacopo, Berti Mantellassi
Giovanni, Bacchi Luigi, Pieri Dott. Giuseppe, Cattani Gaetano,
Benetti Stefano, Franceschi Dott. Antonio, Malenchini Dott.
Alessandro, Giorgerini Ercole, Bellini Raffaello, Guelfi
Giovanni, Simoncini Vincenzo, Buoncristiani Enrico.
Priori: Lusoni, Bacchi, Pieri Piero, Giorgerini e Buoncristiani.
Rosignano, dopo la costituzione del Regno d'Italia, fu Capoluogo
di Distretto, ed a primo deputato distrettuale fu eletto il
conte Salvetti.
Nel 1865, il capo dell' Amministrazione non si chiamò più
Gonfaloniere, ma Sindaco, ed i Priori, divennero Assessori, che
costituirono la Giunta Municipale.
Il distretto divenne il mandamento e il deputato distrettuale
ebbe il nome di Consigliere provinciale.
La prima Giunta nel 1865 fu composta da Salvetti, Sindaco, e
dagli assessori Lusoni, Pieri Curzio, Casigliani Dott. Giuseppe
e Buoncristiani Enrico.
La formula del giuramento del Magistrato Comunale fìno dal 1776
era « di bene o fedelmente governare gli affari della Comunità,
con rimuovere dagli animi ogni odio, affetto e rispetto umano e
di fare le cose utili e vantaggiose e tralasciare le inutili e
superflue.» Parole e concetti santi! Furono sempre osservati ?
La Comunità fu in passato rigidamente e fieramente gelosa dei
suoi diritti. Si citeranno alcuni esempi:
Nel 1509, ai 14 di Dicembre il Consiglio generale mandò
Ambasciatori a Firenze per far salvi i suoi diritti contro un
atto della Potesteria di Lari, la quale si disponeva a togliere
all' Ufficialato di Rosignano i Comuni di Castelnuovo e vecchio,
di Gabbro e di Pomaio. E questi Comuni rimasero a Rosignano.
In data 11 Febbraio 1510 il Comune, « considerando che una terra
come questa non sta bene senza predicatore e mediante la
predicazione moltissime volte s' è visto correggere l' uomo dal
vitio et dai peccati et risultarne gran frutto» deliberò di
eleggere a predicatore per la prossima quadragesima (quaresima)
Frate Bernardino da Pontremoli, di S. Francesco, col salario di
tre fiorini larghi.
La elezione del predicatore per la quaresima continuò
annualmente per oltre tre secoli, e tale nomina era considerata
come una prerogativa del Comune, tanto che si trova nel 1693 un
attentato, o creduto tale, a questa prerogativa da parte dell'
Arcivescovo di Pisa, prontamente rintuzzato dalla Comunità.
Vale la pena di narrare il fatto. Per la quaresima del 1693 il
Comune, al solito, aveva eletto il suo predicatore il quale
lasciò trascorrere del tempo senza farsi vivo, ma, giunto il
primo giorno della quaresima, in luogo dell' eletto, salì
improvvisamente sul pulpito della Chiesa un' altro predicatore
che si disse mandato dall' Arcivescovo, e, senza nessun
preavviso al Comune, fece la sua predica. La Comunità, non solo
protestò presso l’ Arcivescovo, ma inviò subito al Magistrato
dei Surrogati a Pisa i suoi ambasciatori e poi anche a Firenze
per far salve le sue prerogative ed ebbe ragione, perciò
l'Arcivescovo fu pronto a dichiarare che, inviando il
predicatore, non aveva avuto nessuna prevenzione, ma soltanto,
sapendo che il predicatore eletto non sarebbe venuto a
Rosignano, egli si era creduto in dovere di non lasciare la
popolazione priva della parola di Dio. Così il Magistrato dei
Surrogati mandò per quell'anno un altro predicatore, in luogo e
vece di quello inviato dall' Arcivescovo, e fece salvi i diritti
del Comune di eleggere per gli anni successivi il predicatore di
sua fiducia.
Incidentalmente si nota che il Comune provvedeva l’ alloggio al
predicatore e nel 1795 acquistò nuovi mobili, consistenti « in
due sacconi per due letti — 4 panche di ferro per i detti letti
e sue tavole — 2 brocche di terra per 1' acqua — 2 catinelle,
una per cucina ed una per mani — 12 tondini per la tavola — 6
piatti per le pietanze — 4 pentole e 2 pentolini — 4 tegami, due
più grandi e due più piccoli — 1 treppiedi di ferro, paletta e
molle — 2 tavolini — 4 seggiole di Banga ».
Nel 1827 il Comune si riservava ancora il diritto di eleggere il
predicatore e così nel 1854, quantunque in quest'anno non si
parli più del sussidio comunale. E nel 1861, poiché il Vescovo
di Livorno aveva nominato predicatore padre Francesco da Castel
del Piano, senza consultare prima il Comune, così il Consiglio
in data 27 Febbraio di quell' anno deliberò che qualora per
gli anni successivi « la proposizione non fosse fatta in tempo
debito, la nomina del predicatore sarebbe assolutamente
denegata. »
In data 30 Gennaio 1865, essendo stato chiesto al Comune un
sussidio per il predicatore in L. 58,80 il Consiglio lo concesse
« sempreché il predicatore della quaresima benedica
esplicitamente a S. M. il Re d' Italia, augusto capo dello
Stato. »
Nel 1867 poi il sussidio al predicatore fu definitivamente
soppresso ed il Comune non si occupò più del quaresimale.
Il Consiglio generale, adunato il 23 Maggio 1524, licenziò i due
cappellani della Pieve, (pieve vecchia), frate Silvestro e prete
Francesco Milanesi, che non furono accettati nemmeno per la
Chiesa di S. llario (chiesa di Castello) e dovettero andarsene
dal paese «per non cadere in qualche inconveniente». Dovevano
averle fatte grosse!
Evidentemente, l' ammissione ed il licenziamento degli
officianti della Chiesa, costituivano una prerogativa della
Comunità, la quale nel 1527 per 1' esonero di un cappellano si
trovò a dover sostenere liti.
Nel 1564 poi un pievano aveva dato licenza al cappellano della
Pieve, prete Francesco Ubaldini, senza il consenso del Comune e
degli uomini di Rosignano. Ebbene, essi, gelosi dei loro
diritti, deliberarono di « non ricevere alcun altro prete che
gli si mandi ». E i diritti furono salvi, perché nel 1575 per
pigrizia, insufficienza, «così, che alcuni malati sono morti
senza confessione», e per altre giuste cause, risulta dal Comune
licenziato il cappellano Giovanni, lucchese.
Nel 1690 i Ministri degli arcivescovi di Pisa si arrogavano il
diritto di istituire un Tribunale da loro presieduto per far le
licenze delle bestie danno danti, vale a dire per risolvere le
accuse degli invasori di proprietà, facendo restituire le bestie
in contravvenzione senza riconoscere il foro secolare di
Rosignano al riguardo.
Per tale novità, che turbava 1a giurisdizione di detto fòro il
Comune, per mezzo del suo causidico fiorentino Dott. Iacopo
Galluzzi, dopo aver ricorso invano al Magistrato dei Surrogati
di Pisa, portò la causa presso l'Auditore di S. A. S. don
Ferrante Capponi, e la vinse, con la motivazione « che le accuse
per danni furono sempre fatte e notificate al Banco dell'
Ufficiale di Rosignano e l' ecclesiastico mai ha avuto
giurisdizione di eleggere Tribunale in detto luogo ».
Il Comune corrispose al Galluzzi «pezze sette da otto» e al
Cancelliere di Lari Antonio Guerrini, scudi cinque per documenti
e notizie fornite ai fini della causa.
Nel 1749, essendosi il Giusdicente di Rosignano intromesso negli
affari della Comunità per certi dazi, questa, fece le sue
proteste presso il Magistrato dei Surrogati di Pisa; proteste
che furono accolte, inquantoché l'Ufficiale Giusdicente fu
richiamato, facendogli intendere che solo al Cancelliere di Lari
« incumbe proporre ed eseguire qualunque atto della
rappresentanza della Comunità ». Un brano della lettera di
richiamo del Magistrato al Giusdicente, merita di essere
riportato:
«E bene che d' ora in avanti non vi mescoliate punto in affari
di cotesta Comunità, se non quando vi venga specialmente
ordinato»...« essendo dovere che ciaschedun Ministro attenda
solamente al proprio impiego e che l' uno non entri a fare l'
incumbenze dell' altro» ... «ad evitare ogni confusione e
sconcerto e Nostro Signore Dio vi conservi ».
Per sostenere i propri interessi e per difendere e tutelare i
propri diritti la Comunità si valeva, come si è visto, di
avvocati residenti generalmente a Firenze. Cosi l’ 8 Novembre
1506 venne eletto quale patrocinatore e protettore gratuito
Bernardo Soderini.
Più tardi, nel 1518, il Soderini venne sostituito da Domenico
Bettini da Prato, che ebbe la nomina di avvocato della Comunità
in perpetuo ed il compenso di 10 scudi all' anno. Ed al Bettini,
nello svolgersi degli anni ne successero altri.
Dalla "Monografia
storica del comune di Rosignano Marittimo" di Pietro Nencini
pubblicata nel 1925, scaricabile dal sito |