Rosignano Marittimo ieri

1903 - Panorama da Poggipaoli   (Arch. A. Orsini)

                        Amministrazione Comunale dall'anno 1000
L’ Amministrazione Comunale, nei secoli dopo il mille e fino all'anno 1776, era formata dal Consiglio composto di due Consoli e di quattro, poi di cinque Consiglieri, coadiuvati da due grascieri e da due stimatori, oltre che dal Camarlingo, col qual nome anche oggi qualcuno chiama l'Esattore. Il Consiglio era eletto dal popolo in ragione di un uomo per ciascuna famiglia e la elezione di regola si faceva sulla piazza del borgo, sotto le loggie.
Il Consiglio non si adunava a scadenze fisse, ma secondo le necessità, e non aveva sede propria, ma si riuniva in case private, o nella casa ove abitava l'Ufficiale (giusdicente) di Rosignano. Per esempio il 7 ottobre 1509 si adunò nella casa di Baldassino di Giovanni di Pierozzo, ove appunto abitava il Giusdicente; il 17 giugno 1520 nella casa dell'Arcivescovado di Pisa, in piazza del borgo o delle Loggie, ecc.
I rettori della Comunità erano assistiti da un Cancelliere (segretario) che, dai tempi medicei fino al 1830 circa, veniva distaccato per le sedute dal Vicariato di Lari.
In seguito a Rosignano fu concesso il Cancelliere comunitativo, pel quale fu presa in affitto la casa del sig. Teodoro Tausch, ove ora risiede la Tenenza e il Comando di Stazione dei RR. Carabinieri, e che nel 1827 fu rialzata di un piano. Tale casa, dagli anziani del paese, si chiama ancora «la Cancelleria.»
Nel 1840 poi la Comunità, prese a livello la Villa o Fattoria di Rosignano per la tenuta di Vada, già di proprietà della Mensa Arcivescovile pisana, ed ivi insediò la Cancelleria comunitativa dei Municipi di Rosignano, Santa Luce, Orciano, Castellina Marittima e Riparbella, pagando L. 490 annue di canone livellare. La fattoria arcivescovile era l'attuale palazzo Comunale.
Dove ora è l'orologio del Comune era stato costruito un campaniletto, la cui campana suonava per le adunanze del Magistrato, mezz'ora prima, e, dopo il 1848, suonava al mattino, a mezzogiorno e al tramonto, per la vigilia delle feste popolari e per le grandi solennità.
Nel 1861 fu istituito l’impiego di Segretario Comunale per ogni Comune, ed il primo Segretario per Rosignano, fu il Cav. Giuseppe Barbacci, veterano di Curtatone, di buona memoria, cui successero i Signori Luigi Santini, dott. Venturo Corradini, Rinaldo Casigliani e, dal 1906, Neri Lulli.
Verso il 1600 i Consoli si chiamarono Governatori, pure mantenendo le stesse attribuzioni, fino a che non venne la legge del 7 Giugno 1776 con la quale il granduca Pietro Leopoldo di Lorena approvò il nuovo regolamento Comunitativo della Toscana. Con tale regolamento il Magistrato del Comune di Rosignano era composto di un Gonfaloniere, di due Priori e di sei Consiglieri. Modificazioni successive portarono il numero dei Priori a 5. Fu allora che Castelnuovo venne riunito al Comune di Rosignano.
Per la prima nomina delle nuove cariche del Comune così ricostituito, il Potestà, assistito dal Cancelliere del Vicariato di Lari, nello stesso anno 1776, procedette all’ imborsazione, in due borse distinte, dei nomi di tutti coloro che, possedendo case o terreni, avevano diritto ad essere imborsati, e, a sorte, eletti.
In una prima borsa si introdussero i nomi di coloro che avevano un censo più elevato, per estrarre fra loro il Gonfaloniere; in una seconda borsa i nomi dei possidenti minori, per estrarre i nomi dei Priori e dei Consiglieri.
Nel 1796 fu stabilito che, per essere imborsati tra i Consiglieri da estrarsi a sorte, occorreva la somma ad estimo o rendita imponibile superiore a fiorini venti.
Così, in quel primo esperimento del 1776 gli aspiranti alla carica di Gonfaloniere furono 48 per Rosignano e 12 per Castelnuovo e gli aspiranti alla carica di Consiglieri furono 120 per Rosignano e 58 per Castelnuovo. Erano eleggibili anche le donne e venivano imborsati anche gli enti proprietari, come il Comune, la Mensa Arcivescovile pisana, la Pia Casa di Misericordia di Pisa, il Diaconato del duomo di Pisa, le Chiese di Rosignano, di Castelnuovo, del Gabbro ecc. E, poiché possedeva beni nel Comune, anche il nome dello stesso Granduca fu imborsato e nel 1786 fu anche estratto tra i Consiglieri.
Nel 1784 il pievano di Ponsacco, che, come capo di quella Pieve, era rimasto erede dei beni di donna Giulia Ceccotti posti in Rosignano, fece ricorso per risiedere nel Consiglio generale della Comunità di Rosignano e la Sovrana risoluzione fu a lui favorevole.
Fra i nomi di donne aspiranti alla carica di Gonfaloniere si notano: donna Eufrosina Minucci, vedova Mazzanghi; donna Teresa Minucci moglie di Giovanni Gabbriello; madonna Anna Eleonora di Giuliano Migliorati; madonna Antonia di Antonio Benedetto Pagnini: madonna Caterina Levantini nei Monteverdi; Laura di Giulio Attolini, per Rosignano, e Giuseppa di Domenico Cantalupi e madonna Anna di Gio. Battista Piccario, per Castelnuovo. E proprio dalla prima borsa fu estratto il nome di Giuseppa di Domenico Cantalupi da Castelnuovo, che fu il primo nostro Gonfaloniere, o meglio la prima nostra Gonfaloniera. Essa però fece il mandato di procura a Don Marco Salvetti da Rosignano, che governò per lei. Lo donne imborsate por la nomina a Consiglieri, oltre quelle predette, furono 38 per Rosignano e 2 per Castelnuovo.
Nel 1786 uscì un Motu-proprio di S. A. R. che infliggeva delle pene alle donne che rifiutavano di far parte del Magistrato. Ora si fa tanto chiasso per il voto alle donne; cento cinquant' anni fa le donne potevano occupare cariche pubbliche, non solo, ma sottostavano a multe in caso di rifiuto o di poca diligenza! Fra i possidenti di Rosignano, imborsati per le cariche Comunali del 1760, si notano nomi ancora esistenti o conosciuti in paese, cioè:
Bacci, Balcini, Buoncristiani, Cerboneschi, Ciardi, Corsini, Dal Monte, D' Ascanio, Del Corda, Duccini, Franchi, Giannini, Giorgerini, Giuntini, Geri, Lazzeri, Liberatori, Mastiani-Brunacci, Menchi, Pierucci, Poli, Pretoni, Ricci, Turchi, Valentini, Vecchi, ecc.
Il primo camarlingo del nuovo Magistrato, fu il nobile Flaminio Upezzinghi.
I Priori furono Michelangelo di Gabbriello Martini e Adriano di Orazio Geri.
I Consiglieri, Iacopo di Sebastiano Marini; Chiesa di S. Michele di Castelvecchio e per essa il parroco; Giuliano di Giulian Mattia Balzini; Domenico di Francesco Ciceri; Pietro di Sebastiano Liberatori e avv. Scipione di Girolamo Tordoli.
Il Gonfaloniere ed i Priori erano retribuiti con L. 28 ciascuno; i Consiglieri con L. 14 annue ed il Camarlingo con scudi 15. In seguito, L. 6 per seduta.
Allora il Magistrato si riuniva nel palazzo Pretorio della Podesteria di Rosignano.
Anche nella seconda estrazione delle cariche Comunali nel 1777 fu estratto a Gonfaloniere il nome di una donna e cioè quello di donna Eufrosina Minucci vedova Marranghi e per Consigliere, madonna Eleonora di Giuliano Migliorati e madonna Francesca Salvetti, vedova Duccini.
Già, in precedenza si corrispondeva ai Governatori della Comunità un compenso, e, poiché ne era stato sospeso il pagamento, così il 22 Dicembre 1743 fu deliberata una sollecitazione a S. A. R. il Granduca, perché provvedesse per ristabilire il salario ai Governatori «acciò più facilmente si trovi chi accetti ed eserciti detta carica con qualche attenzione verso il pubblico, mentre senza, tal salario le cose molto si trascurano». Per il salario dei due Governatori nel 1743 erano stati stanziati scudi 49.
I primi cognomi che nel 1500 si trovano citati negli atti della Comunità sono quelli dei Vannelli, dei Pagnini, dei di Catelano, convertito poi in Catelani. Prima del 1500, specialmente nei paesi di campagna le persone erano ancora identificate con i nomi delle sole paternità: poi nel 1500, anche nei paesi, si estesero i cognomi e già ai primi del 1600 erano assai generalizzati. Fra i Consoli ed i Consiglieri di quell' epoca si trovano più frequentemente i cognomi dei Bartoli, Bombardieri, Buoncristiani, Casini, Calamai, Corsi, Galeotti, Greci, Massari, Rossettini, Turchi, e verso il 1650, Bacchereti, Bianchi, Bustigalli, Colomba, Cerboneschi, D' Ascanio, Galeazzi, Gorini, Menicucci, Pretoni, Sacchini, Salvetti, poi Leoni, Mancini, Santurini, Vernaccini ed altri.
Per un Consiglio generale del 1704, ove erano presenti 111 capi di famiglia e 24 erano gli assenti, oltre ai cognomi predetti, si notano i seguenti :

Albini, Ancillotti, Bartaccini, Barzotti, Balzini, Bacci, Barzi, Bernardeschi, Bini, Bolognesi, Bucci, Buggiani, Buonannini, Buonaneschi, Cacianti, Caietti, Caioli, Ciardelli, Camminaneci, Chiapponi, Cioppa, Ciucci, Catoni, Corsini, Coli, D' Angelo, D' Appiano, Di Paco, Duccini, Ferrari, Ferrarini, Ferretti, Francini, Fonzi, Gabriellini, Gambicorti, Gazzetti, Gianneschi, Giorgiarini, Giudici, Giuntini, Graziani, Grassi, Grechi, Goretti, Lami, Lazzeri, Lori, Lucarini, Mabassa, Maggi, Maineschi, Mari, Martini, Ma­uri, Mazzanghi, Merlini, Mori, Monetti, Martinelli, Mozzi, Nassi, Nesti, Orsolini, Pamela, Parlanti, Passerai, Pescini, Petri, Pierucci, Pucci, Quaglierini, Raigi, Regoli, Ricci, Rossi, Salvatori, Sbaragli, Serragli, Soccini, Spadacci, Stazzani, Taddei, Tamberani, Tei, Tomei, Tonelli, Tosi, Topi, Tonarini, Tremolanti, Vecchi, Vinci, ecc.

Verso il 1750 si trovano nominati: Marini, Guelfi, Giovangori, Gargetti, Malanima, Pupi, Pagni, Simoncini,

Bertacchi, Cecina, Andreoni, Bartolozzi, Bertelli, Carabini, Cartei, Fioravanti, Gadducci, Giubbilini, Geri, Maccanti, Menchi, Michelini, Masoni, Mozzi, Orlandi, Pellegrini, Righi, Papini, Sambri, Tempesti, Franceschi, Damiani, Cosci, Del Paio, Sarchi, Donati, Fontanelli, Valentini, ecc. Dopo, Berti, Baldanzi, Dell' Omo d' Arme, Gianfaldoni, Pieri, Braccini, Priori, Senesi, Fedeli, Galli, Anguillesi, Calvelli, Gonfiotti, Neri, Borghini, Mantellassi, ecc.
Dal 1800 al 1840: Amadori, Bacchi, Baldasseroni, Bandini, Barsanti, Batini, Battini, Beconcini, Bellini, Benetti, Bertini, Bientinesi, Boldrini, Branchetti, Caccialupi, Castellani, Cerrai, Chelini, Citi, D' Ercole, De’ Guidi, Falaschi, Fattorini, Favilli, Giorgetti, Gori, Lemmi, Lorenzini, Lusoni, Merli, Miliani, Mochi, Monti, Morelli, Morroni, Nannerini, Nencini, Poggianti, Quintavalle, Rossi, Sanetti, Santini, Sardi, Scarlatti, Serredi, Tognotti, Toma, Toncelli, Vagelli, Zucchelli, Zoppi ed altri.
Dei cognomi antichi, pochi sono ai nostri giorni rimasti, perché molte famiglie si spensero, altre emigrarono, per dar posto a famiglie nuove, come tuttora, si verifica.
I sindaci:
Dalla riforma Comunale del 1776 in poi i Capi della Comunità di Rosignano furono i seguenti:

Anno 1776 - Giuseppa Cantalupi da Castelnuovo. 1777 - Donna Eufrosina Minucci ved. Marranghi.

1778 - Don Marco Salvetti, indi Don Giuseppe Masoni. 1779 - Tenente Giovanni Niccola Del Corda

1780 - Angiol Maria Del Pajo. 1781 - Giovanni Domenico Ricci. 1784 - Giuseppe Maria Mezzanotti.

1785 - Clemente Del Pajo. 1786 - Donna, Giuditta Biasini. 1787 - Flaminio Upezzinghi, al sacro fonte Andrea Lanfranchi Lanfreducci. 1788 - Maria Angela Pagnini-Cecina. 1789 - Giovanni Bombardieri. 1790 - Sac. Iacopo Del Corda.

1791 - Francesco d'Ambrogio Stefanini. 1792 - Pietro Pardini per la Pia Casa di Misericordia.
1793 - Iacopo Petrucci del tenente Pandolfo. 1794 - Cav. Iacopo Finocchietti. 1795 - Gabbriello Martini.
1796 - Arcidiacono Niccolò Pesciolini. 1797 - Gio. Paolo di Silvestro Salvetti. 1798 - Iacopo Andrea Franceschi.

1799 - Paolo Salvetti. 1800 - Dott. Alessandro Buoncristiani. 1801 - Innocenzo Buoncristiani.
1802 - Don Giuseppe Masoni. 1803 - Pietro Pardini. 1804 - Antonio Pieri. 1805 - Giovan Battista Buoncristiani.
1806 - Gio. Paolo Salvetti. 1807 - Gio. Domenico Ricci. 1808 - Antonio Pieri.
1809 - Bombardieri (Maire). 1811 - Pieri (Maire) 1813 - Blasini (Maire). 1815 - Paolo Salvetti - (Gonfaloniere).
1816 - Bombardieri Giovanni. 1823 - Michele Marini. 1829 - Francesco Geri. 1830 - T. Col. Gherardi Camillo.
1833 - Giovanni Salvetti. 1841 - Michele Marini 1842 - Francesco Lobin. 1848 - Giovanni Salvetti.
1849 - Alessandro Righi. 1859 - Salvetto Conte Cav. Avv. Salvetti

1865 - Salvetto Conte Cav. Avv. Salvetti (Primo Sindaco), 1871 - Cav. Curzio Pieri. 1872 - Alessandro Righi.
1874 - Avv. Luigi Berti. 1880 - Conte Francesco Mastiani - Brunacci, e di nuovo l’ Avv. Luigi Berti fino al 1902 e, posteriormente, il conte Teodoro Mastiani-Brunacci, Ettore Simoncini, Giuseppe Comparini, Alberto Baracchini-Caputi, Attilio Gotti, Dott. Comm. Gino Vestrini.
Nel 1809, quando la Toscana apparteneva all' Impero francese e Rosignano era soggetto al Prefetto del Circondario di Livorno, Dipartimento del Mediterraneo, il Consiglio Generale prese il nome di Consiglio Municipale ed il suo Capo, il Gonfaloniere, si chiamò « le Maire », la casa del Municipio, la Mairie; la stanza del Capo, Bureau. del Sig. Maire; il bilancio del Comune, budget; le lire si chiamarono franchi. In questo periodo, e precisamente il 24 Gennaio 1809, il Consiglio Municipale fu composto dei cittadini Antonio Pieri, Buoncristiani, Nericci, Bacchi, Batini, Salvetti, Del Pajo, Martini, Giuntini, e Bombardieri, il quale fu proclamato Maire.
Fu per la prima volta, nominato il Segretario particolare del Consiglio, nella persona del cittadino Gherardi.

Non appena tramontato nel 1814 l'astro Napoleonico, si ritornò all'antica costituzione del Comune, col Gonfaloniere, cioè, con i Priori e col Cancelliere del Vicariato di Lari por la verbalizzazione delle sedute del Consiglio, ecc. Nel 1830 fu aggregato al Cancelliere un aiuto-residente e successivamente venne sostituito con un Cancelliere residente.

I priori erano due; i Consiglieri 6; nel 1828 pero il numero dei Consiglieri fu portato a 9 e quello dei Priori a 5; nel 1861 i Consiglieri si elevarono al numero di 15 ed oggi, come e noto, sono 30 e cioè 10 per la frazione del Capoluogo; 6 per la frazione di Castelnuovo; 4 per il Gabbro; 6 per Vada, 2 per Castiglioncello e 2 per Nibbiaia.
Nel 1834 il nuovo catasto dette N. 463 possidenti del Comune, dei quali N. 63 con rendita imponibile superiore alle L. 400, che dava diritto ad aspirare alla carica di Priore e N. 400 con rendita inferiore alle L. 400, i quali potevano aspirare soltanto alla carica di Consigliere.
Quando nel 1861 l' Italia fu costituita a Nazione, realizzandosi così il sogno dei secoli e l'aspirazione dei martiri, il primo magistrato del Comune venne cosi costituito:
Gonfaloniere, Salvetto Conte Salvetti - Consiglieri: Lusoni Dr. Antonio, Pieri avv. Piero, Marini Jacopo, Berti Mantellassi Giovanni, Bacchi Luigi, Pieri Dott. Giu­seppe, Cattani Gaetano, Benetti Stefano, Franceschi Dott. Antonio, Malenchini Dott. Alessandro, Giorgerini Ercole, Bellini Raffaello, Guelfi Giovanni, Simoncini Vincenzo, Buoncristiani Enrico.
Priori: Lusoni, Bacchi, Pieri Piero, Giorgerini e Buoncristiani.
Rosignano, dopo la costituzione del Regno d'Italia, fu Capoluogo di Distretto, ed a primo deputato distrettuale fu eletto il conte Salvetti.
Nel 1865, il capo dell' Amministrazione non si chiamò più Gonfaloniere, ma Sindaco, ed i Priori, divennero Assessori, che costituirono la Giunta Municipale.
Il distretto divenne il mandamento e il deputato di­strettuale ebbe il nome di Consigliere provinciale.
La prima Giunta nel 1865 fu composta da Salvetti, Sindaco, e dagli assessori Lusoni, Pieri Curzio, Casigliani Dott. Giuseppe e Buoncristiani Enrico.
La formula del giuramento del Magistrato Comunale fìno dal 1776 era « di bene o fedelmente governare gli affari della Comunità, con rimuovere dagli animi ogni odio, affetto e rispetto umano e di fare le cose utili e vantaggiose e tralasciare le inutili e superflue.» Parole e concetti santi! Furono sempre osservati ?
La Comunità fu in passato rigidamente e fieramente gelosa dei suoi diritti. Si citeranno alcuni esempi:
Nel 1509, ai 14 di Dicembre il Consiglio generale mandò Ambasciatori a Firenze per far salvi i suoi diritti contro un atto della Potesteria di Lari, la quale si disponeva a togliere all' Ufficialato di Rosignano i Comuni di Castelnuovo e vecchio, di Gabbro e di Pomaio. E questi Comuni rimasero a Rosignano.
In data 11 Febbraio 1510 il Comune, « considerando che una terra come questa non sta bene senza predicatore e mediante la predicazione moltissime volte s' è visto correggere l' uomo dal vitio et dai peccati et risultarne gran frutto» deliberò di eleggere a predicatore per la prossima quadragesima (quaresima) Frate Bernardino da Pontremoli, di S. Francesco, col salario di tre fiorini larghi.
La elezione del predicatore per la quaresima continuò annualmente per oltre tre secoli, e tale nomina era considerata come una prerogativa del Comune, tanto che si trova nel 1693 un attentato, o creduto tale, a questa prerogativa da parte dell' Arcivescovo di Pisa, prontamente rintuzzato dalla Comunità.
Vale la pena di narrare il fatto. Per la quaresima del 1693 il Comune, al solito, aveva eletto il suo predicatore il quale lasciò trascorrere del tempo senza farsi vivo, ma, giunto il primo giorno della quaresima, in luogo dell' eletto, salì improvvisamente sul pulpito della Chiesa un' altro predicatore che si disse mandato dall' Arcivescovo, e, senza nessun preavviso al Comune, fece la sua predica. La Comunità, non solo protestò presso l’ Arcivescovo, ma inviò subito al Magistrato dei Surrogati a Pisa i suoi ambasciatori e poi anche a Firenze per far salve le sue prerogative ed ebbe ragione, perciò l'Arcivescovo fu pronto a dichiarare che, inviando il predicatore, non aveva avuto nessuna prevenzione, ma soltanto, sapendo che il predicatore eletto non sarebbe venuto a Rosignano, egli si era creduto in dovere di non lasciare la popolazione priva della parola di Dio. Così il Magistrato dei Surrogati mandò per quell'anno un altro predicatore, in luogo e vece di quello inviato dall' Arcivescovo, e fece salvi i diritti del Comune di eleggere per gli anni successivi il predicatore di sua fiducia.
Incidentalmente si nota che il Comune provvedeva l’ alloggio al predicatore e nel 1795 acquistò nuovi mobili, consistenti « in due sacconi per due letti — 4 panche di ferro per i detti letti e sue tavole — 2 brocche di terra per 1' acqua — 2 catinelle, una per cucina ed una per mani — 12 tondini per la tavola — 6 piatti per le pietanze — 4 pentole e 2 pentolini — 4 tegami, due più grandi e due più piccoli — 1 treppiedi di ferro, paletta e molle — 2 tavolini — 4 seggiole di Banga ».
Nel 1827 il Comune si riservava ancora il diritto di eleggere il predicatore e così nel 1854, quantunque in quest'anno non si parli più del sussidio comunale. E nel 1861, poiché il Vescovo di Livorno aveva nominato predicatore padre Francesco da Castel del Piano, senza consultare prima il Comune, così il Consiglio in data 27 Febbraio di quell' anno deliberò che qualora per gli anni successivi « la proposizione non fosse fatta in tempo debito, la nomina del predicatore sarebbe assolutamente denegata. »
In data 30 Gennaio 1865, essendo stato chiesto al Comune un sussidio per il predicatore in L. 58,80 il Consiglio lo concesse « sempreché il predicatore della quaresima benedica esplicitamente a S. M. il Re d' Italia, augusto capo dello Stato. »
Nel 1867 poi il sussidio al predicatore fu definitivamente soppresso ed il Comune non si occupò più del quaresimale.
Il Consiglio generale, adunato il 23 Maggio 1524, licenziò i due cappellani della Pieve, (pieve vecchia), frate Silvestro e prete Francesco Milanesi, che non furono accettati nemmeno per la Chiesa di S. llario (chiesa di Castello) e dovettero andarsene dal paese «per non cadere in qualche inconveniente». Dovevano averle fatte grosse!
Evidentemente, l' ammissione ed il licenziamento degli officianti della Chiesa, costituivano una prerogativa della Comunità, la quale nel 1527 per 1' esonero di un cappellano si trovò a dover sostenere liti.
Nel 1564 poi un pievano aveva dato licenza al cappellano della Pieve, prete Francesco Ubaldini, senza il consenso del Comune e degli uomini di Rosignano. Ebbene, essi, gelosi dei loro diritti, deliberarono di « non ricevere alcun altro prete che gli si mandi ». E i diritti furono salvi, perché nel 1575 per pigrizia, insufficienza, «così, che alcuni malati sono morti senza confessione», e per altre giuste cause, risulta dal Comune licenziato il cappellano Giovanni, lucchese.
Nel 1690 i Ministri degli arcivescovi di Pisa si arrogavano il diritto di istituire un Tribunale da loro presieduto per far le licenze delle bestie danno danti, vale a dire per risolvere le accuse degli invasori di proprietà, facendo restituire le bestie in contravvenzione senza riconoscere il foro secolare di Rosignano al riguardo.
Per tale novità, che turbava 1a giurisdizione di detto fòro il Comune, per mezzo del suo causidico fiorentino Dott. Iacopo Galluzzi, dopo aver ricorso invano al Magistrato dei Surrogati di Pisa, portò la causa presso l'Auditore di S. A. S. don Ferrante Capponi, e la vinse, con la motivazione « che le accuse per danni furono sempre fatte e notificate al Banco dell' Ufficiale di Rosignano e l' ecclesiastico mai ha avuto giurisdizione di eleggere Tribunale in detto luogo ».
Il Comune corrispose al Galluzzi «pezze sette da otto» e al Cancelliere di Lari Antonio Guerrini, scudi cinque per documenti e notizie fornite ai fini della causa.
Nel 1749, essendosi il Giusdicente di Rosignano intromesso negli affari della Comunità per certi dazi, questa, fece le sue proteste presso il Magistrato dei Surrogati di Pisa; proteste che furono accolte, inquantoché l'Ufficiale Giusdicente fu richiamato, facendogli intendere che solo al Cancelliere di Lari « incumbe proporre ed eseguire qualunque atto della rappresentanza della Comunità ». Un brano della lettera di richiamo del Magistrato al Giusdicente, merita di essere riportato:
«E bene che d' ora in avanti non vi mescoliate punto in affari di cotesta Comunità, se non quando vi venga specialmente ordinato»...« essendo dovere che ciaschedun Ministro attenda solamente al proprio impiego e che l' uno non entri a fare l' incumbenze dell' altro» ... «ad evitare ogni confusione e sconcerto e Nostro Signore Dio vi conservi ».
Per sostenere i propri interessi e per difendere e tutelare i propri diritti la Comunità si valeva, come si è visto, di avvocati residenti generalmente a Firenze. Cosi l’ 8 Novembre 1506 venne eletto quale patrocinatore e protettore gratuito Bernardo Soderini.
Più tardi, nel 1518, il Soderini venne sostituito da Domenico Bettini da Prato, che ebbe la nomina di avvocato della Comunità in perpetuo ed il compenso di 10 scudi all' anno. Ed al Bettini, nello svolgersi degli anni ne successero altri.

Dalla "Monografia storica del comune di Rosignano Marittimo" di Pietro Nencini pubblicata nel 1925, scaricabile dal sito

Rosignano Marittimo - Ieri