Rosignano Marittimo ieri   

 Anni '30 - Vista del paese da nord

Notizie varie (Nettezza-numeri civici-oriolo-fiera-mercato-sale-procaccia-illuminazione-geologia-meteo)

 

La pulizia del paese fu nel 1819 data in appalto, e le immondizie dovevano essere depositate a mezzo miglio fuori dell' abitato. Però, non avendo il sistema dell' appalto corrisposto alle aspettative, nel 1824 la pulizia fu concessa a certo Ranieri Gori, retribuito con L. 48 annue, oltre al possesso delle immondizie, con l' obbligo della pulizia nei giorni di Giovedì e Sabato. In quello stesso anno uscì il primo regolamento di polizia municipale e nel 1834 fu istituito il posto di spazzino municipale pubblico, conferito ad Antonio Lorenzini.
I1 Comune provvide nel 1819 alla prima numerazione delle case della Comunità, spendendo lire 300, corrisposte a Giuseppe Bientinesi.
Dell' «oriolo del Comune» si comincia a parlare nel 1664 e con deliberazione del 17 Maggio 1666 vennero stanziati scudi 8 al tempatore dell' «oriolo» stesso per la sua opera di due anni, essendoché con benigno rescritto di S. A. S. furono concessi al primo tempatore, che fu Marco Ciamagnini scudi quattro all'anno. Per ottenere tale rescritto fu fatto presente che era necessario stipendiare l’intempatore dell'oriolo, «non solo per comodo del pubblico e del privato, quanto ancora per il buon servizio del Serenissimo Principe, stantechè in Rosignano molti mesi dell'anno si fanno le sentinelle alla porta del castello in riguardo della Marina ed, essendovi 1'oriolo sonante, sarà ancora di buon governo nelle mute di dette sentinelle.» Nel 1771 il pievano Blasini fece collocare l'oriolo su torre inalzata sopra il tetto della canonica in castello ne fece eseguire la mostra grande, sormontata, da una palla d pietra. La campana delle ore era sorretta da un' armatura di ferro terminata a croce. Nell' Ottobre del 1795 l'orologio fu riparato con la spesa di L. 608-13-4 al Prof. Fabiani, e fu venduta per L. 50 la vecchia campana e ne fu comprata una nuova per L. 700. Tale campana è quella dell'attuale orologio comunale, modernamente rinnovato e posto al palazzo del Municipio circa quarant'anni fa, quando fu soppresso l’orologio antico alla canonica e demolita la torretta che lo conteneva. Il Comune, per le spese sostenute dal pievano Blasini, gli rimborsò la somma di scudi 25.

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Rosignano nel 1749 «ebbe la grazia» da S. M. I. Francesco II ° di Lorena, poi imperatore d'Austria, di poter faro il mercato e la fiera, ma soltanto nel 1781 il Comune potè stabilire definitivamente che la fiera avesse luogo il 10-11 di Settembre di ciascun anno, ed il mercato ogni Sabato. Nel 1829 fu istituita una nuova fiera per l' ultimo Lunedì di Aprile; fiera che nel 1833 fu spostata al Martedi dopo la Pentecoste. Il mercato del Sabato fu soppresso e poi riattivato nel 1780, ma non potè sostenersi. Fu ancora richiamato in vita nel. 1833 e spostato al Giovedì, ma dopo poco di nuovo decadde. Nel 1862 fu ripreso al Lunedì e non molti anni fa furono fatti nuovi tentativi, che pure abortirono.  

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Il sale per i bisogni della popolazione del Comune era levato dalla Dogana di Pisa fino dal 1754 ed era venduto dai «canovieri del sale» , eletti dal Comune. Nel 1777 i canovieri del sale erano, per Rosignano, Iacopo di Sebastiano Marini e per Castelnuovo, Pier Domenico fu Flaminio Lupi; nel 1804 per Rosignano Giovanni Simoncini, con salario di scudi 54 all'anno, ed in seguito, altri fino, a che non vennero istituito le rivendite di sale e tabacchi (appalti) che tuttora continuano. Nel 1860 le due rivendite furono assegnate a Fausto Zannetti e ad Adele Tognozzi. Nel 1861 il Sig. Giovanni Berti Mantellassi aveva fatto la domanda di ottenere una terza rivendita, spostandola da Caletta a Rosignano, ma la domanda non fu accolta. Recentemente fu accordato un terzo «appalto» al Molino a vento.

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Il Comune ogni anno, o quando ce n'era il bisogno, nominava il messo, chiamato sindaco, che era una specie di donzello con svariate mansioni, compresa quella di guardia. Soltanto nel Dicembre 1777 la Comunità nomina oltre il sindaco, o messo, o guardia, anche un vero donzello, il quale una volta alla settimana doveva recarsi al Vicariato di Lari e ritornarne, portando le lettere dell'Amministrazione Comunale, del Tribunale, e anche dei privati. Il primo donzello fu quindi, anche il primo portalettere del Comune ed a tale carica venne scelto un certo Giuseppe del fu Domenico Cerini di Lari, retribuito col salario di scudi 12 all' anno. Nel 1824 il donzello fu provvisto di una, livrea che, rinnovata, continuò fino al 1860. Qualche anno dopo fu istituito il procaccia per portare la bolgetta delle lettere del Magistrato e del Tribunale ed anche dei privati a Firenze ed a Pisa. Nel 1805 il procaccia per Firenze era Bernardo Visconti con L. 196 di provvisione e per Pisa Iacopo Visconti con L. 14. Nel 1815 fu istituito pure il procaccia per Livorno, dal cui Tribunale e Governo criminalmente dipendeva il Tribunale di Rosignano. Anche questo procaccia, oltre la bolgetta del Giusdicente e della Comunità, recava a Livorno la corrispondenza dei privati e, mentre per l' incarico ufficiale percepiva L. 100 all' anno di salario, per i privati stabiliva compensi e tariffe a loro carico. Fu primo procaccia di Livorno Ranieri Peri; il servizio poi fu sospeso e ripreso nel 1822 con Pietro Paroli. Nel 1827 la posta era consegnata al corriere fra Piombino e Pisa, Luigi Rondoni, cui si corrispondevano L. 20 al mese con servizio il Martedì e Sabato. Nel 1828 fu istituito un corriere diretto fra Rosignano e Pisa il Martedi e Venerdi. Nel 1840 poi fu impiantato un nuovo sistema di distribuzione delle Poste e così furono soppressi alcuni procaccia, poi ripresi, poi eliminati completamente. Rosignano ebbe allora una R. Distribuzione postale, con posta tre volte alla settimana. Dopo la ferrovia, un pedone, di soprannome «Pennello», faceva il servizio della posta due volte al giorno. Il R. Distributore era un Ferrini ed i suoi figli rimasero in tale incarico fino al 1880 circa. Prima delle Ferrovie i viaggi si effettuavano con le diligenze, le quali recavano da un paese all'altro anche la posta. Così in un certo tempo la posta di Pisa, per Rosignano, faceva capo all'Acquabona, ove era l'Osteria di Giuseppe Zanobini detto Geppe Santo, rimasto celebre per le sue eccentricità, non sempre di buona lega. Egli era un omaccione barbuto; vestiva di velluto nero con una grossa catena d'argento al panciotto; le dita piene di anelli ed i cerchietti d'oro agli orecchi. Un'altra fermata di diligenze postali era a Caletta ed ivi era depositata la posta proveniente da Livorno. Attualmente la Posta giunge o parte due volte al giorno dalla stazione di Castellina Marittima. E da augurarsi che si faccia la strada d'accesso alla stazione di Rosignano, dalla quale, per naturale ragione, la posta perverrà.

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Si deve supporre che prima del 1835 alla sera il paese dovesse rimanere completamente al buio, perchè solo in quell'anno si trovano registrate L. 608, soldi 13 e denari 4 per l'acquisto di 4 lampioni, onde illuminare il paese e L. 159 e soldi 10 per la loro posa in opera. Uno di questi lampioni, a olio, era in piazza delle Logge. Per l'accensione ed il mantenimento di questi quattro lampioni si spendevano L. 280 all'anno, ossia in ragione di L. 70 ciascuno o l'appaltatore era Giovanni Monetti. Nel 1838 i lampioni si accrebbero di due. Nel 1844 l' appaltatore era Giuseppe Ferrini. Via via i lampioni aumentarono di numero; all'olio fu sostituito il petrolio e nel 1912 dal petrolio si passò alla luce elettrica, fino a che con il recente impianto delle lampade intense a globo nella via S. Martino, l'illuminazione pubblica si può dire sistemata e così quella privata.
Con l'energia elettrica della Società Ligure-Toscana si sono avvantaggiate, oltre all'illuminazione, alcune piccole industrie del paese, come il molino Ciampi; i frantoi Pieri ed Antonelli, oltre a quello Vetrini; i laboratori in legno Anguillesi, Guelfi e Bertini; il laboratorio in ferro Fontanelli, ecc. Della energia elettrica si valgono gli Stabilimenti della Società Solway e C, quelli della Magnesite, le stazioni ferroviarie, l'azienda agraria Vestrini per l'aratura meccanica, ecc. La energia serve pure per la illuminazione pubblica e privata dei paesi delle frazioni, e cioè Castelnuovo, Castiglioncello, Gabbro, Rosignano al mare, e Vada.
                   Giugno 1867 - Fornitura olio "Toccolina" per lampade stradali.
          

Su per la scala interna del palazzo Comunale vennero collocate delle lapidi in marmo a ricordo del tenente Maccanti Achille, morto nel 1866 alla guerra contro l' Austria e del Piancastelli Ugo, sergente di cavalleria, morto nel 1861 contro il brigantaggio, nonché a memoria del Prof. Antonio Marcacci della R. Università di Pisa, già volontario di Curtatone e Consigliere del Comune.

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Sulla facciata della casa Lusoni, più volte ricordata, oggi della signora Bice Gori, nel 1912 fu apposta una epigrafe col ritratto in marmo dell'Avv. Pietro Gori esponente massimo delle idealità anarchiche in Italia e fuori. Concorsero alla spesa del ricordo seguaci ed amici. Un busto dell'Avv. Gori, opera giovanile dello scultore Prof. Arturo Dazzi, è al cimitero.

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Al movimento fascista, che culminò con la marcia di Roma del 30 Ottobre 1922, marcia che segnò il principio della valutazione della vittoria di Vittorio Veneto e dello Stato italiano, presero parte 18 giovani del paese.

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Nella prima parte, alla pagina 47, si sono fornite fugaci notizie d'ordine geologico. Se ne aggiungono ora altre, che fanno seguito a quelle, desunte dalla pregevole pubblicazione del Prof. Riccardo Ugolini della R. Università di Pisa su «I terreni di Rosignano e Castiglioncello.» Di questi terreni, nel senso geologico e mineralogico, si erano occupati prima molti altri scienziati, tra i quali il Prof. Savi, il Prof. Meneghini, il Prof. Capellini, il Prof. De Stefani, il Prof. D'Achiardi, il Prof. Cocchi. nonché il Dott. Fuchs, il De Bosniaski, il Sacco, l'ing. Lotti ed altri. Oggetto di numerosi studi è stato il calcare conchiglifero e fossilifero sul quale è fabbricato il paese di Rosignano e che si estende a Rivignali e in Baragogi e si ripresenta alle Pianacce, in Pilistrello e al Malandrone. Vi si sono rintracciate centinaia di specie di fossili di origine marina, descritti in appositi elenchi, e molti esemplari hanno arricchito anche dei musei stranieri di storia naturale. Il calcare è contornato da rocce ofiolitiche, quali la serpentina la eufotide, il diabase, il gabbro rosso, il quale, come tutte le rocce di ogni specie e natura, comprese le anzidette, il cui scavo richieda l'uso del piccone, e qui volgarmente chiamato calestro (galestro). Questi nostri poggi, che sono le estreme prominenze a sud della piccola, ma interessantissima catena dei monti Livornesi, hanno una importanza scientifica notevole perché, in uno spazio assai ristretto, mostrano roccie e terreni di tutta una era geologica, la Cenozoica o terziaria, cioè si formarono prima della comparsa dell' uomo sulla Terra e di questa era, contengono manifestazioni di tutti e tre i suoi periodi: ecocenico, miocenico, pliocenico. Si hanno altresì rocce e terreni dell'era Neozoica o quaternaria, durante la quale comparvero le specie di animali e vegetali quasi tutti ancora viventi, compreso l'uomo. Col calcare di Rosignano è stata molto studiata anche la panchina che è la pietra di Poggi Paoli, di Castiglioncello, di Caletta e di qualche altro luogo, e furono studiati pure a fondo i gessi di Pilistrello. Le molteplici varietà di rocce, hanno originato terreni agrari svariatissimi; dai compatti delle marne argillose, agli sciolti del disfacimento della panchina; dalle terre rosse dei gabbri, alle biancastre dei calcari conchigliferi ed alle terre scure delle diabasi; terreni perciò più o meno fertili più o meno freschi, più o meno permeabili. Nelle nostre rocce sono stati rinvenuti molti campioni di minerali e specie di minerali metalliferi di alto interesse scientifico.

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La media pluviometrica di Livorno e di millimetri 897, per cui il Prof. Ugolini ritiene che quella di Rosignano sia assai minore e non superi quella di millimetri 800, vale a dire che durante l'anno cada tanta pioggia per l' altezza di centimetri 80. A Rosignano piove meno che nella zona limitrofa, meno che a Livorno, cioè, meno che a Cecina, meno che a Fauglia e a Collesalvetti. La causa, secondo il Prof. Ugolini, è dovuta al fatto che i venti frequenti della vallata della Fine verso il mare, si oppongono a quelli piovosi del sud e li spingono verso ovest, allontanando in questo modo anche la pioggia. Ma una ragione e anche quella contraria, nel senso che i venti di ovest, qui più che altrove spingono verso est quelli piovosi del sud, o respingono le nubi pregne d'acqua che in qualche stagione si avanzano dal primo quadrante. Il Prof. Ugolini calcola una erogazione di acqua del sottosuolo verso il mare (deposito freatico), corrispondente a circa litri 45 al minuto secondo. Dai dati esposti dal Professore medesimo si dedurrebbe che le acque delle diverse sorgenti intorno a Rosignano avrebbero un erogazione di oltre litri 3,50 per minuto secondo.
  Dalla "Monografia storica del comune di Rosignano Marittimo" di Pietro Nencini pubblicata nel 1925, scaricabile dal sito

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