12 giugno 1955 - Inaugurazione del
Museo Civico
Dopo il rinfresco offerto dall'Amministrazione al
Palazzo Municipale, le autorità si sono portate al castello che
dall'alto del colle domina gran parte del comune. Qui nel
torrione di levante è sorto il Museo Civico quale istituzione
che tende a valorizzare la nostra terra ed il suo luminoso
passato. Dopo la benedizione impartita dal parroco di Rosignano
Marittimo don Nardini, il Prefetto dr. Marfisa tagliava il
nastro di ingresso ed inaugurava il locale apponendo la sua
firma nella prima pagina del grande registro dei visitatori. Il
Museo comprende una sezione archeologica ed una storica. Nella
prima sono esposti oggetti risalenti al periodo etrusco e
romano, capitelli, anfore, frammenti di mosaico, statue pagane,
un caminetto in pietra, colonne in pietra ed in marmo, tombe
etrusche, monete romane e frammenti di bassorilievi. Nella
sezione storica figurano vecchi libri di Statisti e di Leggi,
registri di contabilità, proclami e notificazioni, armi antiche,
staffe da cavaliere, nonché un gonfalone del Municipio di
Rosignano Marittimo confezionato in occasione del 6° Centenario
Dantesco (Maggio 1865). Oltre al Prefetto erano presenti:
il dr. Lanza
in rappresentanza del Questore, il dr. Prima capo di gabinetto
della Prefettura, il ten. col. Cavallo in rappresentanza del
col. Gabriele comandante la Legione Carabinieri di Livorno,
l'avv. Cocchella, per la Provincia, il col. Graziani presidente
della Camera di Commercio di Livorno, l'on. Jacoponi deputato
provinciale, il Sindaco di Piombino Mancini, il Sindaco di
Cecina Massei,il Sindaco di S.Vincenzo Mischi, l'ing. comunale
Michetti, l'ing. Nuti della Commissione Tecnica della FF.SS.,
l'ispettore scolastico Fontanelli, l'avv. Toni vice direttore
della Società Solvay, il sig. Bini segretario della stessa, la
sig.ra Rosa Avellino direttrice del Circolo Didattico di
Rosignano, il sig. Giovanni Giannini commissario provinciale
dell'ECA, il cav. Cau giudice conciliatore di Rosignano M.mo.,
il cav. Russo segretario comunale, il dr. Bernardini ufficiale
sanitario, il dr. Berti veterinario comunale, il dr. Carradori
presidente dell'AAST di Castiglioncello, il maresciallo Pepe
comandante la sezione dei CC, il maresciallo Giannaccini
comandante la stazione dei CC locale, il maresciallo Felice
comandante la stazione dei CC di Rosignano M.mo., il sig.
Magretti capostazione delle FF.SS. di Rosignano, il sig. Papini
direttore della filiale della Cassa di Risparmio locale, il sig.
Pieraccioni della filiale Cassa di Risparmio di Rosignano M.mo.,
alcuni rappresentanti dell'impresa Faucci, costruttrice
dell'opera, tutti i consiglieri comunali, i vari funzionari e
impiegati dell'Amministrazione Comunale, nonché tutti i
rappresentanti dei partiti, associazioni
sindacali, e vari altri Enti. Al termine il gruppo delle
autorità si è spostato a Rosignano Solvay per l'inaugurazione
del nuovo sottopasso.
(Da: Il Tirreno
Livorno)
Il Museo Archeologico
Nasce nel 1957, ad opera
del Gruppo
Archeologico, per accogliere i corredi di 11 tombe rinvenute a Castiglioncello e si amplia progressivamente con reperti provenienti dal
territorio comunale dove l’espansione edilizia e l’agricoltura
meccanizzata portavano in quegli anni alla luce consistenti resti
antichi. Gli scavi in localita’ S. Gaetano di Vada, condotti dallo
stesso Gruppo Archeologico, tra il 1960 e il 1979, dotano il Museo del
suo nucleo piu’ consistente. Negli stessi anni la chiusura del Museo
Nazionale di Castiglioncello, pionieristica esperienza di decentramento
museale agli inizi del secolo, accresce l’esigenza di una struttura
espositiva che raccolga le testimonianze del territorio. I
nuclei maggiori dell’esposizione sono costituiti dai corredi
ellenistici dell’ampia necropoli di Castiglioncello (oltre trecento
tombe) tra cui(terzo quarto del II secolo a.C.), dai numerosi reperti di
età romana provenienti dallo scavo di un quartiere portuale di Vada
Volaterrana - anch’esso visitabile su richiesta -, dai
rinvenimenti subacquei effettuati nel mare di Vada, e dai reperti
medievali e rinascimentali provenienti dal castello stesso. Il
Museo, dal carattere fortemente didattico ed arricchito da
ricostruzioni, plastici e strumenti multimediali, vuole anche essere
un’introduzione alla visita del territorio, suggerendo itinerari e
percorsi alla riscoperta della storia e delle tradizioni in un paesaggio
variegato e suggestivo in cui spesso è difficile distinguere tra ciò
che è trasformazione spontanea della terra e l’intervento umano
stratificato nei secoli.
Il museo come racconto storico, "illustrato" dai reperti
archeologici, dalle testimonianze materiali che le diverse genti che si
sono succedute sul territorio, hanno lasciato. Ma i reperti archeologici
sono stati forzatamente disgiunti dai loro contesti di appartenenza,
talvolta distrutti ma spesso, ancora esistenti, magari solo come
traccia, nel paesaggio. Ecco allora che il Museo vuole aprirsi al
territorio circostante, costituire un invito costante ad uscire e a
visitare i luoghi, monumenti, paesaggi che non sono "musealizzabili",
ma sono i veri protagonisti della nostra storia.
(Il Direttore
dott.ssa Edina Regoli)
La visita
L’esposizione, articolata su tre piani, prende le mosse dal
quadro ambientale, per illustrare le testimonianze di età
preistorica e protostorica della fascia costiera, tra le quali
spicca l’insediamento di Casa Saracino (Rosignano Marittimo) che
ha restituito abbondante ceramica della fase di passaggio
dall’età del Rame all’età del Bronzo Antico (circa 2000 a.C.) e
che costituisce, per questo periodo, la scoperta più rilevante
effettuata in Toscana fino a oggi. Di notevole interesse appare
anche l’insediamento costiero del Galafone (fine X-IX secolo
a.C.), specializzato nella produzione del sale. Ben documentato
il periodo etrusco, soprattutto per la fase ellenistica cui
risale l’ampia necropoli di Castiglioncello, centro costiero
sviluppatosi tra la fine del IV e gli inizi del secolo a.C. Dopo
una serie di rinvenimenti occasionali succedutisi a partire dal
XVIII secolo ed in parte confluiti nella collezione di Diego
Martelli, agli inizi del ‘900, la necropoli fu oggetto di scavi
sistematici da parte del Soprintendente alle Antichità
dell’Etruria, Luigi A. Milani. Per accogliere le oltre trecento
tombe rinvenute, venne costruito un piccolo Museo a forma di
tempietto etrusco, chiuso negli anni ‘70 ed oggi riaperto.
Tra i reperti della necropoli si segnalano l’urna cineraria
volterrana in alabastro di Velia Cerinei (fine II secolo a.C),
le steli funerarie in marmo raffiguranti dei guerrieri ed i
corredi di una ventina di tombe scoperte nel 1997 nel parco del
Castello Pasquini. Allo stesso periodo risale la ricca necropoli
aristocratica di Pian dei Lupi,
(vedi) riferibile ad un villaggio situato nell’immediato
entroterra di Castiglioncello, ai piedi della ‘fortezza di
altura’ di Monte Carvoli. L'esposizione prosegue illustrando la
storia dell’antica Vada Votaterrana, porto etrusco e poi romano
della città di Volterra. Del centro costiero si conoscono alcune
tombe di età ellenistica e un quartiere portuale in località San
Gaetano, (vedi)
dove scavi archeologici condotti dall’Università di Pisa hanno
portato alla luce un complesso databile alla prima età
imperiale, articolato in due impianti termali, magazzini per il
carico e lo scarico delle merci (horrea), un probabile mercato
al dettaglio (macellum) e due sedi di corporazioni di lavoratori
del porto (scholae). Ulteriori edifici sono in corso di scavo
nel settore meridionale dell’area. Il quartiere, risalente al I
secolo dC, rimase in vita fino agli inizi del VII secolo dC.,
quando venne occupato da una necropoli e poi definitivamente
abbandonato, Gli scavi di San Gaetano restituiscono ogni anno
una grande quantità di reperti di grandissima importanza per lo
studio delle rotte commerciali che attraversavano il
Mediterraneo e in cui il porto di Vada era saldamente inserito.
Ai commerci marittimi di età romana è dedicata l’ampia sala di
apertura del III piano, cui fa seguito una sezione dedicata alla
circolazione monetaria nel Mediterraneo, documentata dalle oltre
2000 monete rinvenute negli horrea di San Gaetano. Attraverso
l’epoca tardo-antica, rappresentata ancora una volta dai
numerosi reperti provenienti da Vada e da ritrovamenti sparsi,
per lo più riferibili a necropoli, l’esposizione prosegue fino
al medioevo e alle soglie dell’età moderna, epoca alla quale
risale un interessante contesto di ceramiche e maioliche locali
e di importazione rinvenuto al Castello di Rosignano Marittimo.
2024 va in pensione
la storica direttrice Edina Regoli, subentra Carolina Megale
Va in pensione a
fine febbraio 2024, la storica direttrice Edina Regoli, da circa 40
anni alla guida della struttura. "Con la pensione della
dottoressa Edina Regoli perdiamo una grandissima
professionista e appassionata archeologa, ma contiano di
continuare il lavoro con la nuova direttrice.
Naturalmente Edina affiancherà la nuova responsabile per
facilitare il passaggio", così la vicesindaca e assessore alla
cultura Licia Montagnani. La direzione del Museo Archeologico è
stata affidata a tempo indeterminato all'archeologa Carolina
Megale vincitrice del bando di concorso. |