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                  Gli scavi - Durante due 
                campagne di scavo condotte nel 2001 e nel 2003 in località Pian 
                dei Lupi sono state portate alla luce oltre 70 tombe, databili 
                tra gli inizi del III sec. a.C. e la fine del II sec. a.C. La 
                ricostruzione di una tomba con la ricollocazione dei reperti con 
                esposti alcuni tra gli splendidi oggetti finora scoperti nella 
                necropoli è stata realizzata all'interno del Museo Archeologico 
                di Rosignano Marittimo. 
                  La necropoli di Pian dei 
                Lupi - La necropoli risale all'epoca tardo-etrusca (III - inizi 
                I sec. a.C.) ed era già nota archeologicamente per il 
                rinvenimento fortuito di una tomba maschile, il cui corredo, 
                databile alla prima metà del III sec a.C., è conservato nel 
                Museo di Rosignano Marittimo. Il rito funerario dominante era 
                quello dell'incinerazione affiancato dalla pratica 
                dell'inumazione, riservata, però, soltanto ai bambini. Le tombe 
                sono a forma di "pozzetto", ricavate scavando una fossa 
                circolare nel terreno oppure sfruttando gli affioramenti 
                rocciosi naturali e sono talvolta coperte con una lastra di 
                pietra locale appena sbozzata o da una o più tegole. All'interno 
                di alcuni pozzetti sono state rinvenute due deposizioni a 
                sottolineare la stretta parentela dei defunti. Le ceneri del 
                defunto erano deposte all'interno della tomba, in una grande 
                olla d'impasto, assieme agli oggetti preziosi e personali. 
                Attorno al cinerario veniva deposto il resto del corredo 
                funebre, costituito da vasellame da mensa, in prevalenza 
                ceramica a vernice nera, e da oggetti in metallo: monili in oro 
                e argento (orecchini, fermatrecce, anelli, fibule), oggetti in 
                bronzo, oggetti da toilette (specchi e unguentari), monete. 
                Frequente è il rinvenimento di armi in ferro (spade, punte di 
                lancia e giavellotto) che attestano, come nella vicina 
                Castiglioncello, la presenza di guerrieri. La composizione dei 
                corredi e la ricchezza delle tombe, soprattutto di quelle 
                risalenti al III sec. a.C., indica l'appartenenza dei defunti ad 
                un ceto aristocratico legato a Volterra e agli approdi costieri, 
                che doveva la sua ricchezza all'agricoltura e al commercio di 
                derrate pregiate.    
                  Monte Carvoli - Monte 
                Carvoli (352 m.s.l.m) sorge ad est dell'asse stradale che 
                collega Castelnuovo della Misericordia a Nibbiaia, nell'ampia 
                zona collinare che domina ad ovest il mare e ad est le colline 
                di Castellina Marittima. La formazione rocciosa del monte è 
                costituita da serpentini, rocce magmatiche e olocristalline. Nel 
                III secolo a.C. Monte Carvoli, Poggio alle Fate ed altri siti 
                d'altura presenti sul territorio, erano caratterizzati dalla 
                presenza di grandi cinte murarie, che fa presupporre che la 
                nascita di questi insediamenti vada messa in relazione con 
                un'esigenza difensiva legata all'espansione romana in Etruria. 
                Questi insediamenti dovevano difendere sia le coste che le vie 
                di collegamento tra il mare e l'entroterra e servivano come 
                luoghi di avvistamento e ricovero per la popolazione in caso di 
                pericolo. Il popolamento del territorio doveva invece essere 
                costituito in prevalenza da villaggi, dove probabilmente 
                risiedeva anche l'aristocrazia rurale, e da unità abitative di 
                piccole dimensioni. La prima cinta muraria circonda il monte a 
                mezza costa ed ha un andamento più o meno regolare, che segue le 
                asperità del terreno, senza però sostanziali variazioni di 
                quota. E' costruita a secco, cioè senza l'ausilio di malta, con 
                blocchi irregolari di serpentino, di medie (cm. 40/60 x 30/40) e 
                grandi (cm. 100 x 80) dimensioni. Ad ovest, sul lato che guarda 
                il mare, la cinta è provvista di un'ampia porta d'accesso, 
                l'unica finora individuata. La seconda cinta muraria circonda la 
                sommità del monte ed ha una forma pressoché rettangolare, anche 
                se la presenza di una fitta vegetazione impedisce un'attenta 
                valutazione del suo perimetro, che in alcuni tratti sembra 
                addirittura interrotto. E' formata da blocchi squadrati di 
                serpentino, di piccole e medie dimensioni, tenute insieme da un 
                legante solo nella parte inferiore, mentre i blocchi superiori 
                sono uniti a secco. Ad ovest un tratto delle mura di cinta è 
                conservato per circa m. 1,70 di altezza e qui si appoggiano ad 
                angolo retto due strutture di forma rettangolare, dello spessore 
                di m. 1,60 ciascuna.  Delle due strutture, costruite con la 
                stessa tecnica delle mura  principali, solo una è interamente 
                conservata per una lunghezza di m. 3,40. La loro funzione è 
                ancora sconosciuta, ma potrebbero far pensare a dei contrafforti 
                costruiti nella parte della cinta meno difendibile naturalmente. 
                La porta d'accesso di questa cinta muraria è posta, come nel 
                caso della cinta sottostante, sul lato ovest verso il mare, 
                anche se è di dimensioni notevolmente inferiori all'altra. La 
                datazione di questa cinta muraria è presumibilmente medievale, 
                ma solo con future campagne di scavo sarà possibile confermare o 
                meno questa ipotesi.  |