In località "Poggetti", nella tenuta che fu della famiglia
piemontese dei Pertusati, il Comune ha realizzato un parco su
proposta del Prof. Petretti. Il Parco Comunale dei Poggetti si
compone di una vasta superficie coltivabile che si estende, per
alcune centinaia di ettari dal versante Est della collina su cui
sorge il paese fino alla strada statale n°206 (Emilia). Dal
Centro Storico il Parco può essere ammirato quasi nella sua
interezza. L'oro delle colline è intramezzato dal verde dei pini
marittimi e dalle strutture presenti nel Parco. In quest'area,
infatti, sorgono una casa colonica con annessi agricoli e la
Fattoria dei Poggetti, in ristrutturazione, presso la quale,
durante l'estate, sono state organizzate feste e sagre paesane.
Alcune zone di questo vasto parco sono mèta frequente per gli
abitanti del paese e non solo. Il colle più alto nel Parco dei
Poggetti fu chiamato da un vecchio poeta locale "colle
universo". L'ingresso 1 si trova al termine di via De Filippo ed
il percorso ad anello aperto termina nei pressi dei lavatoi. Al
suo interno un valido percorso salute dispone di numerosi
attrezzi ginnici. Dalla sommità del colle, poco distante dal
quale si trova l'edificio dell'acquedotto comunale, si può
ammirare un meraviglioso panorama che spazia ad oriente nelle
dolci colline pisane con i loro caratteristici ed antichi paesi,
a occidente dalla punta di Castiglioncello al golfo di Baratti.
Nelle giornate limpide si possono vedere le isole
dell'arcipelago toscano.
Il Comune
vantava dei diritti di legnatico (taglio del bosco), ed anche diritti di
possesso sui «Poggetti », ma tali diritti gli erano contestati dalla
proprietaria d'allora Barbera Lischi, che nel 1784 fece intimazioni e
proteste legali alla Comunità la quale non ritenne di ingolfarsi in una
lite. (Nencini 1925)
Nel '700, le colline attorno al castello di Rosignano apparivano
ben coltivate, costituendo il cosiddetto "Domesticheto", uno
spazio di circa un miglio non sottoposto al diritto di pascolo
(previsto dagli usi civici), "ma unicamente consacrato
all'agricoltura, come la parte più acconcia di tutto il territorio
per la coltura delle viti, degl'ulivi e delle altre piante
fruttifere…"
(Rosignano una
comunità della Toscana lorenese. S. Rossi, P.L. Ferri).
Il pianoro di poggio Cuccheri, ai «Poggetti», l'estrema elevazione a
mezzogiorno dei monti Livornesi, offre, con la sua caratteristica forma,
agli archeologi l'impressione di un ipogeo etrusco e Rosignano sarebbe
stato l'arce, o la rocca. A poggio Cuccheri si osservano anche dei
bastioni semicircolari di terra, che sembrerebbero fatti nel Medio Evo
od in tempi anche più prossimi a noi a scopo di difesa militare, come
opere avanzate del castello.
(Nencini 1925)
Il ripristino del Casale
Poggetti viene portato
avanti congiuntamente dal Comune e dalla Provincia di Livorno con
un sostanzioso finanziamento regionale e con il coinvolgimento
delle Università di Firenze, Siena, e Pisa - che tra breve diverrà
la «Porta del parco» con funzioni di accoglienza convegnistica,
ricerca, documentazione e conservazione delle specie botaniche
mediterranee. L’obiettivo, anche in questo caso, è quello di
riqualificare una struttura di grande valore storico ed
architettonico per il nostro territorio, che funzionerà anche come
punto di riferimento scientifico, su scala provinciale, delle
materie naturalistiche. Grazie ad un proficuo rapporto di
collaborazione con la Provincia, che sta seguendo il progetto di
restauro del complesso, verranno poste le basi di un percorso di
volorizzazione del Parco che in seguito potrà portare anche al
recupero del Casale Poggetti. Si tratta di un progetto di grande
valenza, sia dal punto di vista provinciale che strettamente
locale. Non soltanto infatti verrà recuperato un bene storico per
creare un centro di accoglienza e di studio, ma, in accordo con la
Provincia, verranno ricavati locali e spazi che saranno messi a
disposizione della comunità rosignanese per attività culturali, di
svago e di animazione turistica. Il recupero andrà ad interessare
i due fabbricati del complesso e le aree a verde circostanti. In
quello che era il vecchio edificio padronale troveranno posto al
piano terra il centro di accoglienza per i visitatori, le aree di
supporto e lo spazio per la convegnistica, e al primo piano i
locali per la ricerca scientifica. Nell’edificio delle ex cantine
invece saranno allestiti una sala conferenze ed uno spazio per
l’archivio documentale ed espositivo. Oltre a questo è prevista
anche la risistemazione delle aree esterne attigue al complesso,
dove, tra l’altro, andranno ad essere ospitate strutture per la
coltivazione ed un mini orto botanico.
(Dichiarazione del sindaco Simoncini a "Il Tirreno"
del 24-4-2003) Negli
anni successivi la situazione apparirà assai meno rosea.
1991 - Con la recente acquisizione del "Parco Poggetti” è a
disposizione della collettività una vastissima area, oltre 100
ettari tra boschi, pascoli, campi, uliveti, etc., che unito alle
limitrofe zone delle ex-Cave dell’Acquabona, già di proprietà
Comunale, e ponendosi come un “continum” rispetto al territorio
delle Colline Livornesi, va a costituire un importante polmone
di verde per la gioia di quanti sanno ancora trarre dal contatto
con la natura distensione e piacere. L’area risulta, al momento,
in parte degradata, soprattutto a causa dell’intensa attività
agricola e pastorale cui è stata sottoposta per decenni,
pertanto dovrà essere oggetto di un cospicuo intervento di
riassetto. In particolare dovrà essere ripulito il bosco,
riaperti gli antichi sentieri che congiungevano l’area
prospiciente il paese alle zone retrostanti. Gli interventi
devono avere come fine il miglioramento e la conservazione del
manto forestale, data l’importanza che esso riveste dal punto di
vista protettivo e paesaggistico. Gli eventuali ampliamenti
delle aree boscate possono essere previsti tenendo presente
l’esigenza di disporre di luoghi atti a contenere l’afflusso di
massa dei frequentatori del parco. Queste aree andranno quindi
individuate nei settori con versanti scoperti eccessivamente
declivi che devono essere protetti dall’erosione idrica e lungo
i margini accidentati da proteggere dai venti marini inquinanti.
Il vetusto casolare che si trova proprio sulla sommità del
Poggio e dal quale si può ammirare un panorama a 360°, dovrà
essere recuperato per le finalità del Parco pubblico. Tutto
questo è allo studio dell’Amministrazione Comunale. Il
precedente proprietario sta lasciando la casa e pertanto fin da
ora il Parco può diventare meta per le diverse attività del
nostro tempo libero. L’area del Parco è interdetta al traffico
motorizzato ed alla caccia.
LA FAUNA
Nell’area si trova un nucleo di tipica macchia mediterranea che
può ospitare
diverse specie di uccelli: poiana, sterpazzola,
picchio verde; di mammiferi: volpe, fama, scoiattolo; di
rettili:
biacco, ramarro, saettone. Sono presenti zone molto ampie
seminativi, a seminativi arborati, olivo, vigna, siepi lungo i
fossi e i confini. Queste cenosi hanno una discreta capacità
ricettiva di specie faunistiche. Le specie di uccelli che più vi
si adattano sono quelle del fagiano, lodolaio, cappellaccia e
gazza e, per i rettili, biacco e saettone. In generale, la zona
dei Poggetti offre alla fauna condizioni favorevoli per
l’insediamento, sebbene
sia in parte antropizzata (coltivi, case
sparse, vicinanza al centro urbano). La disposizione orografica
con dossi e colline, permette un facile spostamento da una
posizione ad un’altra, favorito anche dalla presenza di
complessi e pendici boscate.
IL BOSCO
Circa il 30% della superficie ha una copertura boschiva
discontinua, interrotta da aree scoperte che sono state sede di
colture agricole fino a tempi recenti. Il settore più boscoso è
quello orientale, in cui si rinvengono pendenze maggiori, mentre
nel settore occidentale sono presenti alcuni nuclei di conifere
e latifoglie situati su punti in cui il terreno è meno profondo.
Per la loro importanza multifunzionale, le formazioni boschive
in oggetto sono soggette ad una serie di vincoli paesaggistici e
di difesa del suolo.
La vicinanza di questi boschi al centro abitato di Rosignano ne
accresce
l’importanza sia dal punto di vista paesaggistico, sia
dal punto di vista turistico-ricreativo. Attualmente l’area non
è molto frequentata a causa dell’evidente stato di abbandono e
della difficile percorribilità. La morfologia dell’area, che è
compresa tra i 25 e i 197 m di quota sul livello del mare, è
caratterizzata da una serie di colline di modesta altitudine
degradanti più o meno dolcemente verso la valle del fiume Fine.
Le formazioni forestali presenti sull’area sono riconducibili
essenzialmente alla macchia alta e forteto, costituita da
elementi tipici della foresta mediterranea quali il leccio,
l’orniello, il lentisco, l’erica e la fillirea. Nel settore
occidentale e meridionale si rinvengono nuclei di pini di una
certa rilevanza, inframmezzati alle aree ex-agricole.
Le condizioni delle pinete sono variabili, ma in genere
abbastanza buone; si riscontrano quasi ovunque danni di lieve
entità dovuti all’aereosol marino inquinato.
(Rosignano oggi dic.1991)
Appena dopo sei mesi dall’inaugurazione l’ippovia del Mediterraneo,
aperta con una grande passeggiata a cavallo il 19 marzo 2005, versa in
stato di degrado. Dal parco dei Poggetti passando per Castelnuovo,
Gabbro e Nibbiaia il percorso presenta tratti non percorribili da
cavalieri inesperti; tratti interrotti da cunette, grossi massi o dossi.
Ma quel che di più colpisce è l’incuria in cui l’ippovia è lasciata.
Erba tanta, che con l’estate diventa alta e secca; qua e là
sporcizia e rifiuti, e il pericolo di incendi nella zona è costante.
L’area più critica è proprio quella del parco dei Poggetti, tanto
sciupata da far fioccare le proteste dei frequentatori dei maneggi della
zona e di appassionati delle passeggiate a cavallo.
La storia.
L’ippovia
è stata realizzata nell'inverno 2004, nell’arco di alcuni mesi. La
Provincia di Livorno, partecipando ad un progetto Interregionale con i
due partner (Provincia di Sassari e Région Corse) ha ottenuto i 330mila
euro necessari per la realizzazione del percorso. Della cifra totale,
70mila euro sono serviti per mettere a disposizione dei cavalieri i
primi quaranta chilometri. L’ippovia è costituita da due diramazioni che
si estendono dal capoluogo comunale fino a Gabbro e Nibbiaia. Il resto
del percorso (cento chilometri in tutto) dovrebbe essere terminato entro
il 2006. Ogni tratto è segnalato da cartellonistica adeguata.
(Chiara Giannini da "Il
Tirreno" del 1-9-2005)
Il
percorso della salute fu inaugurato alcuni anni fa. Ci sono attrezzi di
legno assai ben costruiti, che potrebbero essere utilizzati da chiunque.
Il fatto è che alcuni di questi non si possono neanche vedere perché
completamente ricoperti da rovi ed erba alta. Così sono diventati il
simbolo di uno spreco di risorse veramente inutile.
(Chiara.Giannini da "Il
Tirreno" del 1-9-2005)
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