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      Cronaca 2004

Venerdi 3 gennaio 2004

Un mese di tempo per la Venus  

ROSIGNANO - Ha trovato finalmente una soluzione il caso della motonave Venus, che dal 24 ottobre 2002 si trova incagliata a Castiglioncello. All'Albo Pretorio del comune di Rosignano è stato infatti pubblicato il bando di gara per l'individuazione della ditta che dovrà provvedere alla rimozione del traghetto dalla scogliera dei Pungenti. La pubblicazione del bando rappresenta un importante passo avanti per la risoluzione del grave problema ambientale e di sicurezza rappresentato dalla Venus. Dopo la dichiarazione dello stato di emergenza da parte della Presidenza del consiglio, l'individuazione delle risorse per le operazioni di rimozione e la nomina del Commissario, prendono il via le procedure che porteranno al disincagliarnento della nave. Il bando, emesso dall'ammiraglio Brusco, comandante della Capitaneria di Porto di Livorno e Commissario delegato per l'emergenza Venus, servirà per affidare mediante appalto l'intervento di rimozione e demolizione e per l'acquisto del materiale, ferroso derivante dalla demolizione. Le ditte interessate potranno presentare le offerte fino al 10 febbraio.                                                                                                                                            *****

L'atto sotto elencato, è pubblicato all’albo pretorio del Comune, posto presso la sede del Comune via dei Lavoratori n. 21, Rosignano Marittimo, e può essere consultato dal lunedì al venerdì dalle ore 8 alle ore 13 e limitatamente al martedì e giovedì dalle ore 15.15 alle ore 17.45.

N° Progr.vo

801

Ufficio Richiedente

CAPITANERIA DI PORTO DI LIVORNO

Tipo Atto

BANDO DI GARA

Data Atto

19/12/2003

Inizio Affissione

19/12/2003

Scadenza Affissione

09/02/2004

Oggetto:

Appalto intervento di rimozione e demolizione, anche in sito, della motonave Venus incagliatasi in località i Pungenti a Castiglioncello.

Il bando è anche scaricabile dal sito della Regione Toscana: http://www.rete.toscana.it/gar/idxbandi.htm dove riporta il seguente titolo:

Bando di gara:
Intervento di rimozione e demolizione, anche in sito, della motonave Venus incagliatasi in località “I Pungenti” sulla scogliera di Castiglioncello nel Comune di Rosignano Marittimo nonché acquisto del materiale ferroso derivante dalla demolizione da conferire al demolitore (Scadenza 10/02/2004 ore 12:00)
Modulistica: - Bando di gara (file .pdf)

Sabato 17 gennaio 2004

Tre ditte per la Venus 

ROSIGNANO - Scade il prossimo 10 febbraio, alle 12, il bando per partecipare all'appalto-coincorso per la rimozione e demolizione della motonave Venus, incagliatasi nell'ottobre 2002 sulla scogliera di Castiglioncello. Per l'operazione è stato stanziato un milione di euro. Intanto, l'ammiraglio Brusco, commissario straordinario per la rimozione della Venus, rende noto che fino ad oggi, sono tre le imprese che hanno compiuto il sopraluogo della nave, obbligatorio per partecipare all'appalto. E nei prossimi giorni sono programmate altre tre ispezioni.   

Mercoledi 21 gennaio 2004 (da Il Tirreno)

Venus, cresce la preoccupazione sull'impatto dei lavori di rimozione

CASTIGLIONCELLO.  «Novità sulla Venus? Ce la faremo a toglierla di lì prima dell'estate? E se decidono di toglierla in loco, che fine farà la scogliera? Scomparirà sotto cemento e impalcature?». La Venus, il mercantile che si trova incagliato sugli scogli dei Pungenti, è l'argomento del giorno da oltre un anno e mezzo. Da quando una notte d'ottobre di 15 mesi fa, le onde di libeccio spinsero la nave battente bandiera libanese su una delle ultime scogliere rimaste illese dal cemento della costa castiglioncellese.

Adesso il relitto appare ancora più ingombrante; soprattutto da quando si è saputo che le tre ditte che per il momento hanno presentato un progetto, prevedono la demolizione della nave in loco. La paura è quella di vedere nascere un grosso cantiere in riva al mare i cui lavori possono slittare fino a stagione turistica iniziata; una paura che si aggiunge a quella di vedere compromessa, una volta per tutte, una delle ultime scogliere rimaste salve da moli e superfici in cemento.

Domande e dubbi che vengono avanzati dal fruttivendolo come dal proprietario alberghiero, dal negoziante che vende abbigliamento o dal semplice cittadino che sente il territorio anche suo.

Gianfranco Simoncini, ancora per alcuni mesi sindaco di Rosignano, è chiaro: «un procedimento del bando per rimuovere la Venus scadrà il 10 febbraio; solo allora potremo vagliare i progetti pervenuti». Intanto è ricomparsa la scaletta di corda e legno che oggi penzola dalla fiancata del relitto; una scaletta tolta alcuni mesi fa per scongiurare la possibilità che alcuni curiosi, di notte, potessero salire sulla nave. «Una scaletta che oggi dimostra i sopralluoghi che le ditte specializzate stanno compiendo sullo scafo; sopralluoghi necessari - dice Simoncini - proprio perché il progetto di rimozione non è di tipo economico, ma complessivo». Un progetto, dunque, che non si dovrà basare solo sui costi di rimozione «ma vogliamo conoscere la soluzione, come si arriva alla rimozione e la destinazione del materiale tolto dallo scafo».

Tre le soluzione prospettate: lo smantellamento in loco, soluzione che per il momento sembra essere la più gettonata dalle ditte che hanno partecipato al bando della Capitaneria di porto; l'alleggerimento del mercantile e quindi lo spostamento dello stesso; e infine la soluzione ritenuta la meno impattante, il solo spostamento della Venus. «Oltre alla commissione giudicatrice dei progetti - continua Simoncini -vi sarà anche una commissione di controllo». Una commissione composta dal commissario, dal prefetto, dall'assessore regionale all'ambiente, dal sindaco, da un rappresentante del Consiglio dei ministri e da un rappresentante del Ministero dell'ambiente. «Questo gruppo affiancherà la commissione giudicatrice per la verifica dei progetti».

Ma se la Venus verrà demolita in loco, che fine farà la scogliera? «I progetti debbono garantire tre punti - sottolinea Simoncini - il pieno rispetto della situazione ambientale senza ricadute negative sul territorio: anche i manufatti eventualmente necessari sulla scogliera dovranno essere fatti in maniera tale da essere rimossi a lavori ultimati. Tant'è - continua il primo cittadino - che la Soprintendenza è stata messa a conoscenza di ogni atto e quindi anche del bando, un secondo punto è ovviamente la rimozione della nave; infine c'è il problema relativo ai costi. Ogni ditta che presenterà il progetto, dovrà sottostare a questi tre requisiti». Il bando per la presentazione dei progetti ha la scadenza del 10 febbraio e c'è la paura che i lavori di rimozione vadano a coincidere con i mesi estivi, quando un cantiere di simile portata potrebbe provocare disagi alle attività turistiche. «Anche su questo abbiamo voluto garanzie - risponde Simoncini - nel bando sono stati indicati 60 giorni come tempo massimo per toglire la Venus, altrimenti 1a ditta dovrà sobbarcarsi il costo della penale». Da segnalare però, che all'interno del progrtto di rimozione, la ditta dovrà presentare un ulteriore progetto, quello di bonifica, data senza di amianto in alcuni settori del mercantile. «E' bene ricordare - conclude il primo cittadino - che lavoriamo a stretto contatto con il commissario ammiraglio Brusco».      Al.Be.

Giovedi 12 febbraio 2004  

Venus, tre mesi di fuoco - Pronti quattro progetti per rimuovere il relitto: l'operazione dovrà concludersi entro maggio

ROSIGNANO — E' cominciata la corsa contro il tempo per cancellare la «Venus» dal panorama dei Pungenti. Il termine per eliminare il relitto rimane la fine di maggio. Tra oggi e giovedì prossimo l'apposita commissione tecnica coordinata dal direttore marittimo della Toscana contrammiraglio Marco Brusco dovrà decidere quale dei quattro concorrenti alla gara indetta dal ministero avrà presentato il progetto più adatto. Secondo la tabella di marcia di Brusco e dei suoi, già sabato dovrebbe essere chiaro quale dei quattro progetti sarà accettato: il resto del tempo servirà per gli adempimenti. Si confrontano non solo quattro imprese più o meno specializzate, ma anche quattro diverse metodologie per eliminare l'ingombrante ed ormai pericoloso relitto. La gara peraltro ammette diversi sistemi, definibili nell'ambito di tecniche mare-mare, oppure terra-terra, oppure ancora terra-mare. Vuoi dire, per parlar semplice, che il risultato di eliminare la "Venus" dai Pungenti può essere ottenuto sia agendo da terra, cioè smantellando il relitto in loco e portandone via pezzo per pezzo via terra, sia smantellandolo in loco e portando via i pezzi via mare, sia infine portando via il relitto tutto in una volta dal mare per andarlo poi a smantellare altrove. Per ciascuna delle soluzioni i tecnici dovranno valutare le proposte concorrenti, considerandone l'efficacia, il costo globale, l'impatto sull'ambiente e naturalmente i tempi richiesti. A parità di punteggio, saranno preferite le proposte che non creano disagio alla circolazione stradale e non rischiano di danneggiare la scogliera e le vie di accesso, come del resto più volte auspicato dal sindaco Gianfranco Simoncini, che si è sempre detto contrario a un intervento terra-terra. La commissione dovrà però anche considerare i rischi connessi a un eventuale intervento mare-mare, cioè al tentativo di rimettere in galleggiamento il relitto per andare a demolirlo altrove; nelle condizioni di degrado in cui si trova lo scafo della "Venus" - con l'opera viva ormai preda della ruggine e la carena sfondata in più punti- il galleggiamento e il rimorchio altrove si presentano almeno teoricamente ad alto rischio e andrà valutato se è opportuno accettare la possibilità che il relitto affondi poco oltre la battigia o a mezza strada, moltiplicando i problemi invece che risolverli.

Comunque vada la scelta tecnica, i tempi ormai stringono: tre mesi operativi sono davvero una sfida per cancellare la "Venus", ma almeno sulla carta tutti i concorrenti ritengono di potercela fare. Maltempo e imprevisti permettendo. Antonio Fulvi

Sabato 14 febbraio 2004

La Venus è ancora in emergenza -  Intanto si decide oggi la gara d'appalto per la rimozione 

CASTIGLIONCELLO - Il Consiglio dei Ministri, alla presenza di Silvio Berlusconi, ieri ha deliberato la        proroga dello stato di emergenza nel Comune di Rosignano Marittimo in relazione all'incagliamento della motonave Venus, incagliata nella Baia del Quercetano dall'ottobre 2002, quando in una notte di tempesta il comandante della nave molto probabilmente per mettersi al riparo fece una manovra con la quale la nave è rimasta «prigioniera»     degli scogli.- L'equipaggio fu messo in salvo dai vigili del fuoco che approntarono una sorta di teleferica. Da quella notte (vai alla cronaca del naufragio) è iniziato il conto alla rovescia per la rimozione. Nei giorni scorsi è iniziata la corsa contro il tempo per cancellare la Venus dal panorama dei Pungenti. E entro oggi la commissione, presieduta dal contrammiraglio Marco Brusco deciderà quale dei quattro concorrenti alla gara per la rimozione avrà presentato il progetto più adatto. Entro giovedì saranno terminati gli adempirnenti necessari per procedere alla rimozione. 

Venerdi 20 febbraio 2004

La Venus sarà demolita - Individuata la ditta che eseguirà i lavori di rimozione del relitto dalla scogliera dei Pungenti

ROSIGNANO — Definita, una volta per tutte, la sorte del relitto della Venus: la commissione tecnica della Capitaneria di porto ha completato l'analisi delle propo­te presentate dalle quattro ditte che si sono offerte di ri­muovere la nave dalle scogliere dei Pungenti ed ha scelto la soluzione di demolire il relitto sul posto, portandone via progressivamente i vari pezzi. Oggi la scelta della commissione sarà ufficializzata anche con il nome dell'impresa vincitrice. Ieri a Rosignano circolava già l'indiscrezione che a vincere sia stata la Teseco di Ospedaletto (Pisa), impresa ambientale già nota per le bonifiche effettuate e per quelle in corso, in particolare una spettacolare operazione in una ex raffineria triestina. Condizione "sine qua non" stabilita dal bando di gara gestito dalla Capitaneria è che la Venus — o meglio, quello che ne è rimasto sulla scogliera del lungomare di Rosignano — sia fatta sparire senza lasciar traccia prima dell'inizio della stagione balneare, cioè non oltre la fine di maggio.

Una condizione che tutte le imprese che hanno offerto la propria soluzione si sono impegnate comunque a rispettare, anche se i tempi sono evidentemente strettissimi. Anche le prescrizioni fomite dal ministero dell'Ambiente, che terrà sotto costante monitoraggio l'impresa, sono categoriche: non saranno tollerati inquinamenti nemmeno minimi, sia in mare che sulle scogliere.

E a conclusione della bonifica, gli scogli dei Pungenti dovranno tornare come erano prima del sinistro, anche per la parte sott'acqua dove ci sarebbero ancora oggi pezzi di lamiera strappati dalla carena. La parte più delicata dell' operazione sarà il trasporto via terra dei vari brandelli del relitto.  Antonio Fulvi

Venerdi 20 febbraio 2004

II cantiere Teseco aprirà a marzo -Una diga per «tenere» lo scafo  

ROSIGNANO — La Teseco avrà 50 giorni di tempo dall'inizio dei lavori (previsto intorno al 10 marzo) per liberare la costa davanti a Castiglioncello e restituire la sicurezza a quel tratto di mare che si trova a poche centinaia di metri dal porto turistico di Crepatura. Il costo dell'intervento sarà di circa 960 mila euro e l'azienda pisana provvedere a bonificare tutti i serbatoi della nave e l'amianto che si trova in alcuni rivestimenti della stessa. Successivamente sarà messo in sicurezza lo scafo con una diga di massi posizionati sotto di esso. Poi la Teseco toglierà la nave: la parte più grande sarà caricata su un pontone e trasferita nel porto di Crepatura dove verrà scaricata e demolita a terra.

20 febbraio 2004

LA TESECO

 ROSIGNANO. Da vent’anni nel settore dell’economia ambientale e dell’ecologia (la sede si trova in via Monasterio a Pisa), la Teseco è nota per essere l’impresa che alcuni anni fa ha sollevato dallo scavo della pineta di San Rossore a Pisa la nave augustea.  Teseco (che opera nell’ambito della bonifica di sisti contaminati, oltre che nella raccolta e trattamento rifiuti; ha al suo interno anche un laboratorio di analisi chimiche) già prima di ieri, quando si è aggiudicata l’appalto da un milione di euro per la demolizione della Venus, aveva un legame con Rosignano. Legame nato con la partecipazione di Teseco alla società Marina Cala de’ Medici, che ha costruito il porto di Crepatura.  Del gruppo Teseco, oltre alla società Marina Cala de’ Medici, fanno parte anche la fondazione Teseco per l’arte e la Tenuta di Poggio, società agroalimentare specializzata in coltivazioni biologiche e biodinamiche applicate alla produzione di vino e olio.

21 febbraio 2004 Il Tirreno

La società si è occupata anche della Karin B. Il progetto della Teseco - La demolizione punto per punto

 ROSIGNANO. Teseco si è aggiudicata la gara per la demolizione della Venus. Il progetto della società pisana, leader nel trattamento dei rifiuti industriali e delle bonifiche ambientali, è stato giudicato il più idoneo tra quelli presentati alla Capitaneria anche dal punto di vista del rispetto dell’ambiente. All’indomani dell’assegnazione dei lavori, è il presidente di Teseco, l’ing. Masini. ad entrare nei dettagli.  Le ipotesi per la demolizione della Venus erano sostanzialmente due: demolizione in loco e rimozione progressiva delle parti della nave oppure trasporto della nave via mare ad altra località in cui effettuare la demolizione. Il progetto Teseco si basa sulla prima ipotesi, fa notare la società, in quanto le valutazioni effettuate sull’alternativa di spostare il relitto hanno evidenziato rischi ambientali e l’antieconomicità dell’operazione.  Teseco è nota come società leader nel trattamento di rifiuti industriali e speciali e in opere di carattere ambientale: l’esperienza del gruppo pisano quindi è risultata particolarmente idonea alla realizzazione del progetto in questione. Inoltre fa capo a Gruppo Teseco anche la società Marina Cala de’ Medici, concessionaria del porto turistico Cala de’ Medici (distante 400 metri dal relitto): questa “fortunata combinazione” fa sì che Teseco possa avvalersi delle strutture di Cala de’ Medici (banchina e area adiacente) per l’allestimento del cantiere necessario alla demolizione della motonave.  La demolizione in loco sarà effettuata realizzando opere provvisionali a mare e un piano di calpestio tra la scogliera emersa e la zona di incagliamento. Particolare attenzione dovrà essere posta all’impatto ambientale: clima acustico, qualità dell’aria, dell’acqua e del suolo. Per questo motivo Teseco adotterà una serie di strumenti di mitigazione, tra cui una barriera fonoassorbente per la protezione acustica.  La movimentazione dei mezzi e il trasporto delle parti della nave saranno effettuati via mare.  Le operazioni prevedono la bonifica amianto e la bonifica serbatoi del relitto (le sostanze inquinanti ad oggi ancora presenti sulla nave).  Tutto il cantiere e le opere a mare saranno rimossi al termine dei lavori.  «Dopo molti anni torniamo ad occuparci di un problema ambientale legato ad una nave - afferma l’ingegner Masini, presidente Teseco, ricordando la vicenda della Karin B, la nave dei veleni di cui Teseco si occupò ormai più di dieci anni fa. - In questo caso il problema non è tanto il carico, quanto il relitto stesso, che tra l’altro nei mesi di permanenza sulle coste di Castiglioncello si è spostato di diversi metri. Per affrontare un progetto come questo, rispettando i livelli di qualità e sicurezza necessari, occorrono forti competenze sia in ambito ambientale e sia in ambito di ingegneria navale. Teseco ha maturato grande esperienza in entrambi i settori - conclude Masini - ed è in grado di allestire il cantiere, svolgere i lavori e portare a termine l’operazione in tempi molto rapidi e soprattutto evitando ogni ulteriore danno ambientale».

Martedi 24 febbraio 2004
Venus, assegnato l’appalto. Sarà la Teseco a rimuovere il relitto 

ROSIGNANO - Avverrà nei prossimi giorni la consegna dei lavori per lo smantellamento del relitto della motonave Venus da molto troppo tempo incagliato nello specchio di mare dei Pungenti. E' la Capitaneria di Porto ad annunciare che i lavori sono stati affidati alla ditta Teseco di Pisa. L'azienda toglierà il relitto smantellandolo e procedendo quindi alla demolizione, tanto attesa da enti locali e abitanti. La scelta della Teseco è avvenuta su indicazione della commissione tecnica che era stata nominata proprio per scegliere la ditta a cui affidare i lavori, oltre che il comitato consultivo delle istituzioni interessate (Comune di Rosignano, Prefettura di Livorno, Regione, Ministero dell'ambiente, Protezione Civile). Della commissione fanno invece parte professori universitari, oltre a un dirigente del Genio civile. A breve dunque, espletate le formalità di legge, la consegna dei lavori. Su proposta del sindaco Simoncini i lavori saranno illustrati dal commissario e dai membri della commissione tecnica ai capi-gruppo consiliari e ai rappresentanti di quartiere in una riunione in Comune il 4 marzo.

Martedi 2 marzo 2004

Il progetto per la Venus 

ROSIGNANO - Occorre ranno circa due mesi per la ri mozione della motonave Venus e parte della demolizione sarà fatta sul posto. Un intervento complesso che giovedì, alle 16,30, sarà presentato nella sala del consiglio comunale di Rosignano Marittimo, alla presenza dell'ammiraglio Brusco, Commissario straordinario per l'emergenza. La nave è incagliata a Caletta, alla Scogliera dei Pungenti, dal 2002. Per arrivare alla definizione dell'intervento è stato necessaria una gara d'appalto.

I lavori di rottamazione e rimozione inizieranno nel mese di marzo per concludersi prima dell'inizio della stagione balneare.  

6 marzo 2004 Il Tirreno

Il 10 marzo Teseco dovrà consegnare il progetto definitivo -Venus, 4 giorni per il piano sicurezza -

Le offerte scartate dagli esperti: Fdm aveva proposto il trasporto dei pezzi di nave con un elicottero;

  ROSIGNANO. Ha tempo fino al 10 marzo Teseco per presentare il progetto di sicurezza aggiuntiva per le opere di demolizione della Venus, mercantile battente bandiera libanese incagliato nella scogliera dei Pungenti (Castiglioncello) dalla notte del 24 ottobre 2002. Teseco è la holding pisana che realizzerà l’intervento di smantellamento del cargo, 1.200 tonnellate per 90 metri di lunghezza, arrugginito e fragile. Pericoloso, tanto da richiedere misure ulteriori di sicurezza, come riporta (insieme al termine ultimo per il progetto) l’ordinanza numero 9 del 2 marzo emessa dal commissario straordinario (e ammiraglio della Capitaneria livornese) Marco Brusco. Teseco è stata selezionata fra quattro offerte; finora, le altre erano sconosciute. «Tre soluzioni suggestive», così definite da Vincenzo Ruggiero, ingegnere navale, superesperto della commissione nominata da Brusco a vagliare i progetti. Tutte meno costose del progetto di Teseco, già legata a Rosignano per aver costruito il porto turistico di Cala de’ Medici.   Trasporto in elicottero. Di sicuro la più curiosa la soluzione proposta dalla Fdm di Frosinone: demolizione della nave in sito; la rimozione dei pezzi di nave verso la destinazione finale (dove effettuare lo smaltimento) sarebbe dovuta avvenire con 1.200 voli di elicottero. Il rischio previsto della fuoriuscita di olii dal serbatoio sarebbe stato evitato con una precedente aspirazione degli stessi; l’amianto a bordo del cargo doveva essere smaltito secondo la normativa di settore. Il rovesciamento della nave (evento prevedibile con la progressiva diminuzione di peso) sarebbe stato tamponato con tagli a V per ridurre l’effetto vela e con fori per consentire il flusso e riflusso del mare ((tempo previsto: 60 giorni; costo: 876.892,80 euro).   Un pontone verso Livorno. Era l’idea di Baraldi (impresa di Modena che demolì la torre di raffreddamento della Solvay). Lo smantellamento della Venus doveva avvenire asportando parti e trasportandole via mare su un pontone a basso pescaggio, dotato di gru a traliccio o in alternativa autogru vincolata. Il pontone si sarebbe avvicinato al relitto per caricare i rottami. Lo stazionamento sarebbe stato garantito da un battello di appoggio. Il pontone doveva trasportare il carico di rottami al porto di Livorno (cala Magnale). Tempo previsto: 50 giorni; costo dell’opera: 650.235,84 euro.   Ghiaia sulla scogliera. Secondo la Metalmeccanica Agrigentina (di Porto Empedocle) il cantiere per la demolizione della Venus doveva essere allestito direttamente sulla scogliera dei Pungenti, previa ricopertura della stessa con un manto di ghiaia che sarebbe stato rimosso a fine lavori. La nave sarebbe stata smantellata tagliando le lamiere, iniziando dalle parti sporgenti, dall’alto verso il basso e simmetricamente lungo l’asse longitudinale. La nave sarebbe stata tagliata a pezzi sostenuti da due autogru che li avrebbero trasportati nell’area cantiere dove sarebbe stati tagliati la seconda volta (tempo previsto: 58 giorni; costo: 729.408 euro).   Invece, Teseco. Tempi velocissimi (49 giorni) e costo più alto (907.085,73 euro). Ma già in sede di presentazione a stampa e consiglio comunale l’ingegner Masini ha affermato di sapere la data di inizio dei lavori (l’indomani delle feste di Pasqua) ma non quella di ultimazione («dipenderà dal meteo e dal mare»). Intanto, Teseco dovrà progettare la diga di inerti richiesta come aggiunta di sicurezza (costo presunto: 100mila euro per ora senza ente finanziatore).

11 marzo 2004 Il Tirreno

Una cintura di massi impedirà alla Venus di rompersi

  ROSIGNANO. Sarà una cintura di grossi massi, distanti dieci metri dalla Venus, ad assicurare la stabilità del mercantile incagliato nella scogliera dei Pungenti durante le operazioni di demolizione. E’ il progetto di sicurezza aggiuntiva che Teseco (impresa pisana che eseguirà lo smantellamento del cargo battente bandiera libanese) ha sottoposto ieri all’esame della Capitaneria di Porto di Livorno. L’intervento è stato richiesto sia dalla commissione di esperti che ha valutato le offerte delle imprese che si erano candidate alla demolizione, sia dallo stesso ammiraglio Marco Brusco, nominato (dal massimo responsabile della Protezione civile, l’ingegner Bertolaso) commissario straordinario per le opere di distruzione della nave.  La sicurezza aggiuntiva al progetto di Teseco (vincitore fra i quattro pervenuti) è stata ordinata perché la nave, bloccata ai Pungenti da un anno mezzo, è arrugginita; lo scafo è fragile e in queste condizioni potrebbe spezzarsi durante lo smantellamento (e al suo interno c’è sia una quantità di amianto).  La Capitaneria fa sapere che la tabella di marcia sarà rispettata: il 19 marzo ci sarà la consegna ufficiale dei lavori a Teseco; lavori che inizieranno subito dopo Pasqua. Rimane la questione dei soldi in più (100mila euro oltre il milione stanziato) che si rendono ora necessari. Maggiore sensibilità a sanare il problema economico - aggiunge la Capitaneria - è stata dimostrata dall’amministrazione comunale e dallo stesso ingegner Bertolaso. B.A.

Venerdi 12 marzo 2004

Altri 100.000 € per la «Venus»

ROSIGNANO - Serviranno altri 100 mila euro per la rimozione della motonave Venus arenata sugli scogli di Crepatura dall'ottobre 2002. L'integrazione alla spesa di un milione di euro è stata richiesta per la realizzazione di ulteriori opere prescritte dalla commissione tecnica a maggior tutela sul luogo dei lavoro, dell'ambiente e della collettività. Lo rende noto il commissario ad acta, contrammiraglio Marco Brusco, comandante della Capitaneria di Porto di Livorno il quale ha disposto ieri l'aggiudicazione definitiva alla ditta Teseco di Pisa dei lavori di rimozione e demolizione della motonave. Il 19 marzo si procederà alla stipula dei contratto di servizio e alla successiva consegna dei lavori. 

14 marzo 2004 Il Tirreno

Impressionati dal caso Venus

ROSIGNANO. Il fatto di cronaca che li ha più colpiti è stato il naufragio e l’incagliamento della Venus ai Pungenti. Lo dicono chiaramente, gli alunni della 2ª F, nei pensieri scritti dopo aver visitato “Un titolo lungo vent’anni”.  «Gli articoli che mi hanno colpito di più sono stati pochi perché la maggior parte degli avvenimenti li conoscevo per averne sentito parlare dai miei genitori e nonni - scrive Marco Setti -. Mi è piaciuto scoprire di più sul naufragio della Venus nel 2002 incagliatosi a Castiglioncello e che si trova ancora lì. Questa mostra è stata molto interessante perché mi ha fatto conoscere nuovi fatti».  «Nella mostra ho scoperto molte cose che mi sono servite a capire cosa è successo negli ultimi vent’anni - è il pensiero di Ettore Catoni -. Un evento che mi ha colpito è il grande nubifragio che colpì Rosignano. Oppure un episodio molto più recente è la nave Venus incagliata il 25 ottobre 2002 davanti ai Pungenti. Questa nave ha procurato molti danni anche al turismo, perché non credo che i turisti vadano a fare il bagno vicino la nave. Spero che questa nave sia rimossa al più presto perché sono passati due anni e ancora la nave è lì. Guardando gli articoli, ho imparato la storia degli ultimi vent’anni che fino a qualche giorno fa non sapevo».  «La mostra è stata molto utile e interessante perché mi ha permesso di conoscere avvenimenti recenti ma anche passati dal nostro territorio, che non conoscevo - scrive Cristiana Gallorini -. Il nostro territorio, in questi venti anni, è cambiato, è più umanizzato e progredito, rispetto al passato. L’avvenimento più recente da cui sono rimasta colpita è stato il naufragio della nave Venus, accaduto nel 2002. Questo fatto mi ha colpito perché secondo me questa nave dovrebbe essere rimossa, perché inquina il mare. Mi auguro che venga fatto in breve tempo».  «Questa mostra trattava, con articoli di Tirreno, gli avvenimenti più importanti dal 1984 a oggi. L’ultimo fatto successo è la Venus incagliata ai Pungenti - dice Serena Villani -. Questa nave però dovrebbe essere rimossa a causa del continuo inquinamento delle acque vicine. Questa mostra secondo me è stata molto interessante perché ci ha fatto capire l’importanza degli avvenimenti e ci ha fatto scoprire più il nostro passato».

Sabato 20 marzo 2004 - Il Tirreno

Naufragio Venus, conclusa l'indagine 

Il magistrato ha indagato il comandante della nave e l'armatore

 LIVORNO. Due indagati per il naufragio della motonave Venus. Il magistrato che segue il caso, il sostituto 

procuratore Massimo Mannucci, ha concluso le indagini preliminari sull'incidente: dovranno rispondere di

naufragio colposo il comandante della nave e l'armatore di fatto della motonave. Ma nel fascicolo del magistrtato figura anche il nome dell'armatore di diritto, a lungo ricercato dagli uffici della Procura della Repubblica livornese anche con l'aiuto dell'Interpool. Uno degli ultimi tentativi di contatto con la sede dell'armatore libanese risale ad agosto scorso, proprio per volontà della magistratura livornese, che ieri ha definitivamente chiuso l'indagine.

La Venus, il cargo di 86 metri e di circa 1.800 tonnellate incagliato dal 24 ottobre del 2002 sulla scogliera dei Pungenti tra Solvay e Castiglioncello, è rimasta fmo ad oggi «parcheggiata» in questo tratto di litorale tanto che solo recentemente è stato approvato il progetto e trovata la ditta che dovrà demolire e rimuovere lo scheletro. Ma tutta la vicenda di questo naufragio ha avuto una lunga serie di vicissitudini.

Dal fallimento del sequestro chiesto dopo ricorso presentato dai marittimi della Venus, ridotti senza lavoro e stipendio. Al grido d'allarme per il pericolo amianto e le difficoltà di rimozione dell'ingombrante scheletro dalla scogliera dei Pungenti

Un aspetto però più íncredibile di questa faccenda è stato proprio quello dell'armatore misterioso. Gli uffici di via Falcone e Borsellino, hanno sempre saputo ben poco di lui: solo che è un egiziano di mezza età, nato ad Alessandria d'Egitto e residente in Libano sotto la cui bandiera naviga la Venus, partita da Port Said per fare scalo a Vasto e da qui procedere verso Carrara per caricare marmo destinato al mercato mediorientale. Sull'indagine, ora giunta a termine, ha sempre pesato l'incognita di un indagato fantasma. Ora, a fascicolo chiuso, in attesa che sui due indagati si pronunci il giudice c'è la certezza di due nomi e due indagati.

Mercoledi 24 marzo 2004 - Il Tirreno

 Venus, arriva la lettera ai residenti sui disagi 

 ROSIGNANO. È pronta la lettera firmata dal sindaco Gianfranco Simoncini e dal commissario delegato per l’emergenza Marco Brusco, che comunica ai cittadini l’avvio dei lavori per lo smantellamento della motonave Venus. La lettera, che preannuncia disagi durante l’opera di demolizione, sarà consegnata porta a porta a tutte le famiglie che abitano nelle zone adiacenti il relitto e il porto turistico di Crepatura. Inoltre, con il consiglio di frazione di Castiglioncello, il Comune pubblicizzerà l’assemblea pubblica sui lavori in programma lunedì 19 aprile al Castello Pasquini. Nella lettera, Simoncini e Brusco spiegano come, dall’incagliamento della Venus ai Pungenti (24 ottobre 2002) siamo giunti alla demolizione (250mila euro ciascuno stanziati da Comune, Regione, Ministero dell’Ambiente, Protezione Civile). Li eseguirà Teseco spa di Pisa, a cui fa capo la Marina Cala de’ Medici, concessionaria del porto di Crepatura.
 Il progetto. Quello scelto prevede la demolizione in loco della nave; le valutazioni sull’alternativa di spostare il relitto hanno evidenziato rischi ambientali rilevanti.
 Inizio lavori. E’ previsto subito dopo le feste di Pasqua. In prima battuta, sarà eseguito un riempimento di stabilizzazione che protegga e immobilizzi la nave e posta una barriera antirumore lungo la passeggiata. Seguiranno interventi di messa in sicurezza per la demolizione del relitto: rimozione dei materiali di rifiuto non ferrosi, bonifica dall’amianto e dei serbatoi.
 Demolizione. Inizierà quindi lo smantellamento e la demolizione progressiva di tutte le parti in ferro del relitto, che avverrà dall’alto, tagliando la nave per piani verticali e orizzontali. La movimentazione dei mezzi e il trasporto delle parti della nave saranno effettuati via mare, tramite caricamento con gru da un pontone e il trasferimento, sempre con pontone, al vicino porto di Cala de’ Medici dove i materiali saranno ricaricati su mezzi gommati per il relativo recupero o smaltimento. I lavori dovrebbero concludersi per inizio estate.
 Ambiente. La salvaguardia dell’ambiente è un aspetto molto importante. Sono previste particolari forme di tutela per acque, aria e scogliera. Si tenterà di ridurre al massimo l’impatto dei lavori sull’ambiente circostante, con barriere antirumore e antipolvere. Tuttavia non saranno eliminabili completamente i disagi per i cittadini che abitano vicino.
 Collaborazione. Simoncini e Brusco sono consapevoli dei disagi che nasceranno, ma spiegano che «siamo anche certi che la cittadinanza offrirà la massima comprensione, data l’eccezionalità della situazione e la evidente necessità della rimozione della nave. Amministrazione comunale e commissario si impegnano a garantire il massimo della tutela per i cittadini e l’ambiente».
 Informazione. Una serie di pannelli illustrativi posizionati nelle vicinanze del cantiere illustreranno la realizzazione dell’intervento.

Giovedi 1 aprile 2004

Venus, via ai divieti di navigazione - Un’ordinanza fissa le aree proibite: ecco le regole per i diportisti

Le imbarcazioni non devono intralciare le operazioni del pontone. Teseco: «Lavori dal 13 aprile»

 ROSIGNANO. Sono pronti all’apertura i cantieri per la rimozione della motonave Venus dalla scogliera dei Pungenti. L’intervento, eseguito dalla Teseco Spa, sarà realizzato secondo questo schema: dapprima la preparazione dell’area di cantiere adiacente al relitto della Venus. Quindi l’operazione di bonifica, demolizione e rimozione del relitto. Poi la rimozione completa delle opere realizzate per la demolizione della nave.
 Ieri il comandante della Capitaneria di Porto di Livorno - l’ammiraglio Marco Brusco - ha emanato un’ordinanza nella quale si stabiliscono le zone interdette al traffico marittimo e quelle regolamentate e l’organizzazione del cantiere di lavoro. La delimitazione dell’area inizierà già inquesti giorni ma il cantiere vero e proprio, come conferma Teseco, partirà il 13 aprile.
 Zone regolamentate
 E’ prevista una zona regolamentata, interna al Marina Cala de’ Medici sulla cui rotta sarà posizionato il pontone utilizzato per il trasporto delle parti di lavorazione del relitto (vedi piantina), ed una zona interdetta al traffico, segnalata con apposite boe, intorno alla Venus e che si estende per 110 metri da terra verso il mare, della lunghezza di 150. Il pontone - scrive l’ammiraglio Brusco - quando inoperoso, stazionerà all’interno del porto turistico.
 Da oggi fino al termine dei lavori la zona interdetta indicata in pianta come A sarà così regolata: vietata la navigazione, lo stazionamento e l’ormeggio di mezzi nautici non autorizzati dalla Teseco Spa nonché qualsiasi altra attività marittima. La zona sarà segnalata da boe di colore arancione e boette di allineamento bianche.
 L’altra zona, quella compresa tra l’area interdetta ed il porto di Crepatura, sarà così regolamentata per i mezzi in transito e quelli in entrata-uscita da Crepatura: 1) qualunque sia il loro mezzo di propulsione dovranno evitare di intralciare la manovra del pontone impiegato dalla ditta dando a quest’ultimo la precedenza di rotta e tenendosi a debita distanza. 2) contattare preventivamente il pontone via radio sul canale 9Vhf per accordarsi sulle modalità di traffico. Qualora sia impossibile si dovrà navigare prestando attenzione. Informazioni sui movimenti del pontone potranno essere richiesti all’assistenza all’ormeggio del porto Cala de’ Medici. 3) tenere velocità minima di sicurezza chenon crei movimenti ondosi di disturbo alle operazioni. 4) rispettare le indicazioni fornite dal personale di vigilanza sul pontone.
 Teseco dovrà inoltre assicurare una «procedura interna» per le comunicazioni radio tra pontone ad assistenza all’ormeggio e per la regolamentazionedel traffico delle imbarcazioni in ingresso-uscita dal porto.
 Divieto di balneazione
 Da oggi fino a fine dei lavori è stabilito il divieto di balneazione dentro la zona interdetta A e nella zona regolamentata B.
 Obblighi della ditta
 I lavori dovranno svolgersi nel rispetto di tutte le norme di sicurezza. La Teseco dovrà assicurare il corretto posizionamento ed il mantenimento in opera delle boe di segnalazione della zona interdetta A, provvedendo al ripristino qualora queste risultassero fuori posizione e/o mancanti. La ditta dovrà comunicare l’andamento dei lavori e le eventuali sospensioni e riprese all’ufficio locale marittimo di Castiglioncello.
 I comandante del pontone dovrà assicurare adeguato servizio di vedetta a bordo (con personale munito di radio e megafono) con funzione di controllo e avviso nei confronti di terzi nel corso di movimenti da/per il porto e durante le operazioni di posa e recupero dei materiali da parte del pontone. La ditta naturalmente dovrà attenersi a disposizioni integrative che potrebbero venire dall’ufficio locale marittimo di Castiglioncello.
Sotto, la zona interessata dai divieti fra il porto ed i Pungenti:

Venerdi 2 aprile 2004

Demolizione Venus, Caletta si ribella -Petizione e raccolta di firme per rinviare i lavori a dopo l’estate

 CASTIGLIONCELLO. Gli operatori commerciali di Caletta stanno promuovendo una raccolta di firme per chiedere al sindaco e alla Capitaneria di Porto di rimandare i lavori di smantellamento del mercantile Venus (previsti a partire dal 13 aprile) al mese di settembre. «La stagione turistica - dicono i commercianti di Caletta - per noi inizia a Pasqua e siamo fortemente preoccupati per i disagi che il cantiere per la demolizione della Venus, con il suo impatto paesaggistico ed ambientale, avrà sull’afflusso turistico. Se ci sono problemi di sicurezza per la nave, sia pure costruita la diga di massi intorno, ma chiediamo che i lavori inizino a fine estate. Abbiamo atteso due anni, e pochi mesi in più non saranno certamente quelli determinanti».
 Da alcuni giorni - per l’esattezza da quando a Caletta è arrivata la lettera firmata dal sindaco Gianfranco Simoncini e dall’ammiraglio Marco Brusco, commissario delegato per l’emergenza Venus, che invita i residenti a partecipare all’assemblea pubblica del 19 aprile al Castello Pasquini - residenti e commercianti sono in apprensione per l’inizio imminente delle operazioni di smantellamento in loco della Venus.
 Nell’invito è precisato che i lavori partiranno subito dopo Pasqua. Dopo la messa in sicurezza del relitto incagliato nella scogliera dei Pungenti, inizierà la rimozione del materiale non ferroso, la bonifica dall’amianto e quindi lo smantellamento progressivo di tutte le parti di ferro del relitto che sarà tagliato direttamente sulla scogliera. La movimentazione dei mezzi e il trasporto delle parti della nave avverrà via mare. I lavori «dovrebbero concludersi per l’inizio dell’estate», è riportato nella lettera. Il verbo usato al condizionale ha rafforzato i dubbi, già presenti, negli operatori di Caletta, la cui economia (negozi, affitti estivi e seconde case) è improntata storicamente sull’accoglienza turistica.  E così i commercianti, con il passaparola tra i negozi, hanno dato vita a riunioni estemporanee, che hanno avuto come risultato l’esternazione di forti preoccupazioni. Ed è nata la raccolta di firme, in calce a una petizione che sarà fatta circolare nei prossimi giorni.  «Siamo sicuri - dicono gli operatori - che entro giugno i lavori di smantellamento della nave non saranno terminati; la stagione turistica per noi inizia già a Pasqua. Come sempre Caletta è stata ignorata dall’amministrazione comunale, sia dal punto di vista estetico che architettonico. Avevamo richiesto fioriere, lampioni e nuovi abbellimenti: non solo nulla è stato fatto, adesso ci penalizzano anche con gli interventi di smantellamento della nave, che oltre a creare disagi per la balneazione e il transito dei natanti, creerà un degrado ambientale notevole, difficilmente risolvibile nel giro di un’estate con conseguente compromissione della stagione turistica».  Gli operatori turistici e commerciali ricordano come abbiano già dovuto sopportare i disagi creati dal cantiere del porto turistico: acqua di mare color marrone, caos durante i lavori di costruzione, massi rovesciati da camion, che hanno reso difficoltosa la vita ai turisti della zona. «Quest’anno che la situazione poteva essere migliore, la stagione sarà compromessa con un cantiere di grandi proporzioni che renderà impraticabile un tratto di costa», spiegano gli operatori. E avanzano la proposta di iniziare i lavori a settembr. «Se è a rischio la sicurezza per il mercantile, per mareggiate che possono spezzare in due lo scafo della nave - dicono - sia pure costruita la diga a protezione della Venus. Ma la demolizione inizi a fine estate; i disagi saranno minori». Già dai prossimi giorni, la petizione sarà sottoposta ai cittadini; appena raccolte le firme, sarà consegnata nelle mani del sindaco.

Sabato 3 aprile 2004

La Venus sarà distrutta nei tempi previsti - Impossibile il rinvio a settembre, scrive il sindaco in una lettera aperta

 ROSIGNANO. Impossibile il rinvio delle opere di demolizione della Venus. Lo dice a chiare lettere il sindaco Gianfranco Simoncini, che per rispondere ai commercianti e agli operatori turistici di Caletta (i quali hanno chiesto di iniziare i lavori a settembre e stanno preparando una petizione con raccolta di firme) ha scritto una lettera aperta. Il rinvio delle opere, spiega Simoncini, potrebbe significare il ritiro della dichiarazione di stato di emergenza e dei finanziamenti collegati, pregiudicando la rimozione del relitto, un pericolo per l’incolumità pubblica e l’ambiente circostante.  Simoncini vuole precisare i contorni della questione. «Ritengo opportuno intervenire per chiarire ai cittadini l’inopportunità di sottoscrivere la petizione, che non potrebbe in alcun modo essere accolta né dall’amministrazione comunale, né dal commissario delegato per l’emergenza - scrive il sindaco nella lettera aperta -. Due le ragioni dell’impossibilità di rinviare l’intervento. La prima è legata alla necessità di risolvere quanto prima i rischi per sicurezza pubblica e ambiente rappresentati dal relitto sulla scogliera. Rischi acuiti dal susseguirsi dei marosi che, così come evidenziato anche nel corso della presentazione del progetto il 4 marzo scorso, potrebbero portare ad una destabilizzazione della nave. Vorrei ricordare come le mareggiate dell’ultimo anno abbiano causato uno spostamento significativo del relitto rispetto alla posizione iniziale. Anche per questo è incomprensibile la proposta di attendere oltre, proprio ora che, dopo mesi e mesi, con un lavoro di pressione continua siamo riusciti ad avere i finanziamenti necessari per la rimozione».  «In secondo luogo l’ipotesi di uno slittamento - continua Simoncini - dei lavori potrebbe far saltare l’intervento, essendo i finanziamenti legati a una dichiarazione di stato d’emergenza che è incompatibile con la richiesta di non intervenire subito. La petizione potrebbe determinare il rischio di perdere i finanziamenti e la revoca del commissario, lasciando sine die il relitto sul nostro territorio, con tutte le conseguenze che ne deriverebbero per la sicurezza dei frequentatori della costa, cittadini e non, per l’ambiente e per le imprese turistiche di Castiglioncello».  «Per queste ragioni - conclude il sindaco -, a nome dell’amministrazione comunale, invito a riflettere i promotori di questa petizione, assicurando pieno impegno affinché lo smantellamento della motonave avvenga senza ricadute negative sul territorio e sulle attività turistiche, nel rispetto dei tempi previsti e per la conclusione dell’intervento prima dell’inizio dell’estate. Approfondiremo ulteriormente la conoscenza del progetto e di registrare suggerimenti nel corso dell’assemblea pubblica organizzata al castello Pasquini di Castiglioncello per 19 aprile, a cui saranno presenti, oltre agli amministratori rosignanesi, anche il commissario delegato Brusco e i rappresentanti dell’impresa Teseco incaricata dei lavori».

Domenica 4 aprile 2004

Venus: petizione al sindaco -  Già 300 firme per rinviare l’intervento

 CASTIGLIONCELLO. Sono circa trecento le firme raccolte solo a Caletta, in calce ad una petizione che verrà inviata al sindaco ed alla capitaneria di Porto di Livorno; documento che chiede di rinviare la completa demolizione della Venus al mese di settembre. Ma la raccolta di firme si sta espandendo a Portovecchio e Castiglioncello; intanto la Confcommercio sta organizzando, per la prossima settimana un’assemblea alla quale saranno invitati tutti i gestori ed i proprietari degli stabilimenti balneari di Castiglioncello. Nella petizione si chiede al sindaco ed alla capitaneria di rinviare i lavori di smantellamento del mercantile a settembre». Infatti «procedere con i lavori - recita il documento - prima di tale data comporterebbe un danno con l’economia commerciale e turistica di questa località che ha dovuto sopportare anche i disagi durante la costruzione del porto turistico». I commercianti ed i firmatari propongono, per la messa in sicurezza della nave, che venga effettuata la diga atta a proteggere il mercantile. Al.Be.

Mercoledi 7 Aprile 2004

Venus, lavori da eseguire nei tempi previsti -  Assemblea il 19 aprile

 ROSIGNANO. Interpreta le preoccupazioni di cittadini e operatori turistici per la rimozione della Venus, ma la demolizione dovrà essere fatta nei tempi previsti. E’ la posizione che assume il consiglio di frazione di Castiglioncello, attraverso la presidente Silvia Cerri. E che fa seguito anche alla raccolta di firme organizzata dai commercianti di Caletta per rinviare le opere di demolizione a dopo l’estate. Il Cdf è per la «rimozione con urgenza, consapevole che alcuni cittadini di Caletta, quando ancora la questione non si era definita, hanno inviato al sindaco una raccolta di firme per la rimozione di urgenza della nave, raccolta mai apparsa sulla stampa», spiega Cerri.  «Dopo tutto l’impegno speso dal sindaco e da questa amministrazione, il 4 marzo membri del Cdf, capigruppo consiliari e presidente del consiglio comunale sono stati invitati in Comune per la presentazione del progetto di rimozione - continua Cerri -. Ci fu apprezzamento del progetto e i consiglieri di frazione chiesero al sindaco e all’ammiraglio Brusco di concordare la data di un’assemblea pubblica per rendere più trasparente l’operazione ed evitare per quanto possibile disagi alla popolazione».  L’assemblea ci sarà il 19 aprile e chiunque potrà partecipare. «Sono stati invitati, con lettere portate casa per casa, residenti o dimoranti nelle zone limitrofe ai lavori in modo da coinvolgere il più possibile la popolazione e poter gestire insieme i disagi che inevitabilmente si creeranno - spiega Cerri -. L’operazione si basa sull’urgenza di togliere un rischio per l’incolumità dei cittadini e quindi occorre fare presto e ridare a questo tratto di costa il suo aspetto originario».

Sabato, 10 aprile 2004 

I balneari chiedono il rinvio dei lavori -  Propongono di allestire il cantiere a stagione turistica finita. Il timore è che i tempi siano superiori alle previsioni.

CASTIGLIONCELLO. I gestori di stabilimenti balneari situati per lo più tra Caletta e Portovecchio si sono riuniti nella sede di Confcommercio per parlare dei problemi derivati dalla demolizione del mercantile Venus. I lavori per la messa in posa del cantiere partiranno martedì; il sindaco Simoncini e il commissario delegato per l’emergenza Brusco hanno indetto un’assemblea pubblica per lunedì 19 aprile, alle 21,30, al castello Pasquini. La preoccupazione dei balneari è che, allestito il cantiere, l’inizio dello smantellamento del relitto incagliato ai Pungenti vada a coincidere con la stagione turistica. Per questo propongono di iniziare i lavori a stagione terminata. E vogliono capire se, in effetti, sia possibile rimandare questa operazione.  Dall’assemblea - riporta Daniele Borghesi della Confcommercio - non è emerso alcuno spirito polemico. Piuttosto i partecipanti alla riunione, soprattutto coloro che sono proprietari di stabilimenti balneari nel tratto compreso fra Caletta e Portovecchio (in pratica i più interessati dai lavori di distruzione della nave), hanno mostrato preoccupazione per alcuni provvedimenti. In particolare per l’interruzione della passeggiata a mare e per i disagi prodotti dal divieto di transito dei natanti e dal divieto di balneazione, in quel tratto di mare compreso appunto tra la scogliera dei Pungenti e il porto di Crepatura. Per questo motivo i gestori degli stabilimenti avanzano la proposta di effettuare tutte quelle operazioni necessarie per mettere in sicurezza la nave, ma di iniziare con le opere di smantellamento vere e proprie a settembre».  Allo stesso tempo però, gli stessi gestori «vorrebbero comprendere - continua la spiegazione di Borghesi - quali problemi potrebbe incontrare l’amministrazione comunale, nel caso in cui decidesse di rimandare i lavori di una cinquantina di giorni».  Infatti sono in pochi a credere che lo smantellamento della Venus possa essere terminato prima dell’inizio dell’estate (secondo il progetto di Teseco i lavori dovrebbero durare 59 giorni), che ormai è alle porte. «Tutti questi quesiti - continua Borghesi - che verranno posti direttamente al sindaco nel corso della riunione del 19 aprile prossimo al Pasquini».  Ma se da un lato gli operatori sono preoccupati dai disagi derivati dalla demolizione del mercantile, dall’altro «non vogliamo fermare un procedimento che abbiamo voluto - dice Carlo Pellegrini, presidente della Confcommercio -. Comprendiamo chiaramente che la demolizione è legata a un iter burocratico ai cui passaggi è interessato anche dal governo, e da tranche di finanziamento straordinario data l’emergenza creata dal relitto. Noi abbiamo voluto raccogliere le preoccupazioni dei gestori degli stabilimenti balneari, avanzare delle proposte sul tavolo operativo così da apportare migliorie per non danneggiare gli operatori turistici. Potremmo pensare, ad esempio - propone Pellegrini - ad alleggerire i lavori del cantiere o ad alcuni momenti di blocco durante il maggior afflusso turistico così da tamponare i disagi».   A. B.

Sabato, 10 aprile 2004
LA SCHEDA. -
Una cintura di massi impedirà al mercantile di spezzarsi

 ROSIGNANO. Al via martedì 13 aprile i lavori di smantellamento della Venus. Sono stati assegnati, al termine di un bando pubblico, a Teseco spa di Pisa, azienda leader nel settore dei servizi di ingegneria ambientale, al cui gruppo fa capo anche la società Marina Cala de’ Medici, concessionaria del porto di Crepatura.
 I lavori (importo iniziale un milione di euro, ma ne saranno necessari altri 150mila circa) cominceranno con l’allestimento del cantiere. Sopralluoghi recenti sul mercantile incagliato hanno fatto emergere il rischio che lo stesso possa spezzarsi durante le opere di smantellamento. Prima di iniziare la demolizione, la Venus sarà puntellata da una cintura di grossi massi per evitare che lo scafo, già usurato e reso fragile dal movimento del mare, si rompa durante i lavori. Intorno al cantiere saranno montate barriere antirumore e antipolvere per ridurre l’impatto ambientale e i disagi dei residenti. I pezzi di nave saranno trasportati, su un pontone, al porto di Crepatura. E da qui portati a smaltire in Germania.

MARTEDÌ, 13 APRILE 2004 

Parte oggi l’allestimento del cantiere per demolire la Venus

 ROSIGNANO. Prenderà il via stamani l’allestimento del cantiere di Teseco ai Pungenti, per la demolizione del mercantile Venus. Tutto secondo i piani: la conferma arriva dal sindaco Gianfranco Simoncini. A breve sarà eseguito un sopralluogo congiunto da parte delle autorità sul punto della scogliera dove la nave battente bandiera libanese si incagliò la notte tra il 23 e il 24 ottobre 2002.  La data del sopralluogo sarà resa nota nei prossimi giorni. Del gruppo di autorità faranno parte, oltre al sindaco Simoncini, il prefetto di Livorno Giancarlo Trevisone, il commissario straordinario delegato alle opere di demolizione (l’ammiraglio Marco Brusco, comandante della Capitaneria di porto di Livorno) e il ministro per l’ambiente Altero Matteoli.  Intanto, sono già iniziati i lavori per la costruzione della passerella che dalla scogliera condurrà alla nave incagliata; si sono dovuti interrompere a causa delle avverse condizioni atmosferiche.  Secondo il progetto da Teseco (giudicato il migliore dei quattro esaminati dalle commissioni preposte alla selezione), l’intervento di smantellamento della Venus non dovrebbe protrarsi oltre due mesi. Commercianti e balneari avevano chiesto che i lavori fossero spostati a dopo l’estate. Questa mattina in Comune saranno presentate le firme raccolte per chiedere il rinvio.

MERCOLEDÌ, 14 APRILE 2004

L’ingegner Rossi spiega il progetto: sarà sezionata e rimossa a tempo record. Ma qualcuno dubita

 «Smonteremo quella nave in 49 giorni»  - Amianto e petrolio i rischi maggiori, il timore di una mareggiata 

 ROSIGNANO. Si staglia maliconica su un orizzonte grigio, lo scafo lambito da onde appena accennate. E’ quasi malinconico il mercantile Venus nel giorno che suggella l’inizio della sua fine. In un anno e mezzo di stazionamento ai Pungenti, dove si incagliò una notte d’autunno e tempesta, l’hanno attaccata salsedine e ruggine. Ma è un ospite troppo pericoloso: nelle 1.798 tonnellate di peso, su una lunghezza di 86 metri, ci stanno carburante residuo nei serbatoi e amianto coibentato nei tubi della sala macchine. Ieri, per la Venus, è iniziato il conto alla rovescia. In 49 giorni le squadre di Teseco la faranno sparire. L’accerchieranno con una diga di sassi, l’attaccheranno su ogni fronte, la sezioneranno in parallelepipedi giganti di sei metri per sei per tre. La bellezza naturale dei Pungenti non rischia, «così come l’abbiamo avuta, così la lasceremo», tranquillizza l’ingegner Giulio Sbocchelli, dello staff di tecnici di Teseco che ha partorito il progetto con cui la spa pisana (attiva in smaltimento e recupero ambientale) ha partecipato al bando europeo per la demolizione della Venus e se l’è aggiudicato. Per quello staff Teseco ha voluto gli uomini migliori. Ha voluto l’ingegnere navale Stefano Rossi, viareggino, progettista di mega yachts e imbarcazioni utilizzate come set cinematografico.
 A chiamare Rossi (titolare dello studio Reds, in via Vetraia a Viareggio, autore di progetti per mega yachts realizzati nei cantieri Benetti e Perini, ha firmato anche quelli del sottomarino del film “U-571” e per la corazzata ottocentesca di “Sahara”, in uscita a fine 2004) è stato il patron di Teseco in persona, Gualtiero Masini.
 Per il progetto di smantellamento della Venus, Teseco si è imposta due diktat: rispetto dell’ambiente e velocità di esecuzione. Ne è risultata l’offerta più costosa (907.085 euro), ma anche quella (su quattro pervenute) che ha convinto la commissione di superesperti deputati alla selezione dei progetti (nominati dall’ammiraglio Marco Brusco, comissario straordinario per le opere di demolizione).
 Ingegner Rossi, come ha potuto il progetto più costoso risultare vincitore della gara e quindi dell’appalto?
 
«Perché era il più esteso e completo. Credo che abbia trovato consensi la soluzione di non attaccare il mercantile da terra ma dal mare. Utilizzeremo un pontone, cioè una piattaforma da trasporto della superficie di quaranta metri per diciotto. Dopo le fasi preliminari, l’intera opera di demolizione avverrà dal pontone e dalle due gru cingolate che arriveranno in questi giorni e saranno montate su una base di tu venant, sassi di diversa dimensione».
 Qual è stata la maggiore difficoltà nell’elaborazione del progetto?
 
«Quella di mettere insieme diverse esigenze richieste dalla demolizione di materiali ferrosi e non ferrosi. In sala macchine c’è dell’amianto, che sarà messo in sacchi. Sotto le gru saranno installate intercapedini in plastica per impedire percolamenti dei materiali estratti».
 Prima ancora di cominciare, i lavori hanno suscitato proteste. C’è scetticismo sui tempi previsti per la demolizione. In realtà, 49 giorni non sono poi tanti.
 
«Ma sono ben organizzati. Prima di esprimere una previsione sono state condotte analisi precise delle tempistiche. Appena entreranno in azione per il taglio della nave, i demolitori lavoreranno senza interruzione, in tutte le ore di luce del giorno, senza sabati o domeniche».
 Come si svolgerà il taglio?
 
«Intanto i demolitori potranno operare solo con l’assistenza delle gru. Abbiamo preparato uno schema di taglio. Cominceremo dall’alto, per garantire la sicurezza, in primo luogo delle persone che lavorano sulla nave. I demolitori seguiranno due processi diversi, a freddo a con fiamma a ossigeno a seconda del materiale trattato. Manterremo comunque il doppio fondo della nave, cioè la parte bassa, che rimarrà integra fino all’ultimo per garantire stabilità».
 I superesperti della commissione che ha vagliato le offerte hanno espresso dubbi sulla fragilità della Venus. Hanno detto che potrebbe spezzarsi durante i lavori.
 
«Su questo non sono d’accordo. Abbiamo pensato di praticare aperture nella fiancata della Venus sul lato mare, in modo che sia permeabile, annullando così l’impatto delle onde».
 E poi le sezioni di nave saranno portate nel porto di Crepatura.
 
«Sì, sul porto avranno minor impatto ambientale. Ma vi rimarranno solo poco tempo».

MERCOLEDÌ, 14 APRILE 2004

VENUS, LA SCHEDA -Incagliata dall’ottobre 2002

 ROSIGNANO. La Venus, nave da carico battente bandiera libanese, si incaglia ai Pungenti la notte tra il 23 e il 24 ottobre 2002, mentre è diretta a Carrara per caricare marmo. Subito dopo il naufragio, il sindaco Gianfranco Simoncini si attiva per chiedere lo stato di emergenza, che viene decretato dal consiglio dei ministri a luglio del 2003. Intanto, con 250mila euro ciascuno, Comune di Rosignano, Regione Toscana, Ministero per l’Ambiente e Protezione civile mettono insieme il finanziamento giudicato necessario a coprire le opere di smantellamento del mercantile (un milione di euro). Il 29 dicembre 2003 viene pubblicato il bando di gara, emesso dall’ammiraglio Brusco, con scadenza il 10 febbraio 2004. Tra le quattro imprese in lizza - Fdm di Frosinone, Fratelli Baraldi di Modena, Metalmeccanica Agrigentina di Porto Empedocle, Teseco spa di Pisa - è quest’ultima ad aggiudicarsi l’appalto.

GIOVEDÌ, 15 APRILE 2004 

Nella Venus 36 metri di tubi all’amianto  - Come sarà eseguita la bonifica delle sostanze tossiche nel cargo 

L’Asl chiede a Teseco di incaricare solo ditte esperte in smaltimento  BARBARA ANTONI

 ROSIGNANO. Nella Venus c’è amianto su trentasei metri di tubi, nelle fibre di una quantità di coperte ignifughe (lasciate dall’equipaggio che naufragò ai Pungenti nell’ottobre 2002) nel locale plancia coperta, amianto in nastri e guarnizioni stoccati nel magazzino della sala macchine. Amianto classificato come crisotilo, che non spolvera ma è friabile. Sarà asportato pezzo per pezzo con la tecnica del glove bag: i tubi coibentati con l’amianto (si trovano soprattutto nella sala macchine della nave) saranno avvolti in sacchi di polietilene in cui si infilerà un braccio meccanico che agguanta la fascia di amianto, la insacchetta e la sigilla. In questo modo, con il glove (guanto) tenuto in depressione da aspiratori, le fibre non si disperdono nell’aria. Dove non sarà possibile asportare le fasce (o corde) di amianto che rivestono i tubi, questi saranno asportati, confezionati e trasferiti a Pisa, nella camera di decontaminazione di Teseco. Ieri è iniziata la bonifica dei materiali non ferrosi a bordo della Venus, preliminare alla demolizione. Sono stati trattati i serbatoi, svuotati del combustibile e lavati all’interno per evitare che durante il taglio della nave vapori in fuoriuscita prendano fuoco a contatto con fiamma ossidrica.
 La mappa. Il censimento dell’amianto e delle altre sostanze tossiche a bordo della Venus è stato redatto dal chimico di porto della Capitaneria livornese. Sulla base di questa mappatura, Teseco ha calibrato il piano di bonifica. L’amianto si trova nella coibentazione di tubi di diverso diametro (oscillante tra mezzo pollice e otto) per una lunghezza totale di 36 metri (di cui due nei pannelli del controsoffitto) e un peso che fonti bene informate ritengono molto inferiore alla tonnellata (l’esatta quantificazione sarà resa nota solo a lavoro finito). In prevalenza, i tubi rivestiti in amianto si trovano tra sala macchine e locali attigui (6 metri nel locale del motore principale; 25, la quantità maggiore, nella condotta del primo scarico di gas dei motori principali e dei gruppi elettrogeni; 3 metri nella cala del nostromo). Per il resto, l’amianto si ritrova nelle coperte ignifughe e nei rotoli di guarnizioni di scorta lasciati in magazzino dai naufraghi.
 Bonificate anche le tute. Gli operai delle squadre di bonifica indosseranno tute bianche monouso e maschere. Quando il lavoro sarà terminato, anche le tute diventeranno materiale da smaltire.
 Vigili sulla sicurezza. Ci sarà l’occhio attento dei tecnici del dipartimento della sicurezza sui luoghi di lavoro dell’Asl 6 sui lavori di bonifica e demolizione della Venus. «Ci deve essere ancora comunicato - spiegano i tecnici Monari e Bichisecchi - come sarà trasportato a terra l’amianto rimosso. Secondo gli accordi, non sarà utilizzata la passerella. Il materiale dovrebbe essere caricato sul pontone e trasferito in un’area ancora in costruzione del porto di Cala de’ Medici».
 Trasparenza nelle opere. I due tecnici della prevenzione lo dicono chiaro: se in corso d’opera fossero scoperte nuove tubazioni coibentate con amianto «dovremmo fermare i lavori, i tempi si allungherebbero». Quanto alle condizioni di lavoro sul cantiere nelle fasi di taglio, l’Asl ha chiesto formalmente che per le opere di taglio Teseco scelga soltanto ditte con operatori esperti nel settone. In tutto comunque, secondo stime preventive sulle presenze in cantiere, gli operai coinvolti nei diversi tipi di intervento non dovrebbero superare i 25.

GIOVEDÌ, 15 APRILE 2004 

AMIANTO  La scheda 

 La struttura chimica del crisotilo (il tipo di amianto riscontrato nella Venus) è quella di un silicato di magnesio idrato contenente tracce non trascurabili di metalli (nichel, cromo, cobalto, manganese) la cui concentrazione varia secondo l’origine geologica del minerale. All’interno del crisotilo si trovano la crocidolite, l’amosite, la tremolite e l’actinolite. La caratteristica specifica della crocidolite e dell’amosite è la resistenza alle alte temperature. Hanno basso peso specifico allo stato nativo e sono particolarmente idonee per materiali destinati all’isolamento tecnico. Caratteristica di tutti i tipi di amianto sono incombustibilità, resistenza alle temperature, alle sostanze chimiche aggressive, ai microrganismi, all’usura meccanica.

GIOVEDÌ, 15 APRILE 2004
AL CANTIERE
E’ arrivato il pontone 

 ROSIGNANO. Da Genova, è arrivato il pontone, la piattaforma di 40 metri per 18 che farà la spola tra il cantiere della Venus e il porto di Crepatura per trasportare via via le parti della Venus che verranno tagliate. E’ arrivato a pieno carico. Sul pontone infatti si trovano le basi delle piattaforme su cui saranno collocate le due gru cingolate che sposteranno i pezzi di Venus.
 E’ già cominciato il montaggio delle barriere antirumore lungo la passeggiata. In tutto formeranno uno schermo di 90 metri (tre metri di altezza), lungo in pratica tutto il perimetro di lavoro intorno al mercantile. Le barriere sono in materiale di alluminio, bucherellato, con all’interno lana di roccia.
 Riguardo i tempi di lavoro, gli operatori sono ottimisti. Se le condizioni metereologiche saranno favorevoli, già nei prossimi giorni il pontone dovrebbe essere in grado di mettersi all’opera.
 In tutto, gli interventi che porteranno alla demolizione della Venus non dovranno superare, secondo il progetto di Teseco spa che li esegue, il termine di 49 giorni. Intorno alla nave sarà creata una barriera frangiglutti di massi di varia dimensione. Servirà, oltre che come piattaforma per le gru, anche per arginare la forza delle onde che potrebbero mettere a rischio le condizioni già precarie dello scafo.

GIOVEDÌ, 15 APRILE 2004 

Depositate cinquecento firme per il rinvio dei lavori

 CASTIGLIONCELLO. Ieri mattina alcuni rappresentanti degli operatori commerciali di Caletta, hanno consegnato, all’ufficio protocollo del Comune la petizione con la quale viene richiesto al sindaco di rimandare i lavori di demolizione della Venus a settembre. Uguale petizione verrà consegnata, in questi giorni, anche alla Capitaneria di Porto di Livorno. «Le firme allegate al documento - dicono alcuni operatori - hanno superato la quota di 500». Operatori e alcuni gestori di stabilimenti balneari della zona, compresa tra Caletta e Portovecchio, hanno così esternato la loro preoccupazione circa il fatto che la demolizione del mercantile possa avvenire contemporaneamente all’inizio della stagione turistica con danni economici per le attività e disagi a villeggianti e residenti. Da qui la richiesta di messa in sicurezza della nave e lo slittamento dei lavori a settembre. Intanto però, gli interventi per la messa in posa del cantiere sono già iniziati e lunedì 19 si terrà l’assemblea pubblica indetta dal sindaco e dal Commissario per l’emergenza Marco Brusco. Assemblea alla quale presumibilmente parteciperanno molti operatori per esternare preoccupazioni e ricevere informazioni. Al.Be.

MERCOLEDÌ, 21 APRILE 2004 

Via alla bonifica, ma i tempi slittano -  Venus, scomparsa di nave e cantiere assicurata per il 14 luglio      A. BE.
 CASTIGLIONCELLO. Sono già iniziati i lavori di bonifica dei 51 chilogrammi di amianto presenti all’interno della Venus; 51 chili concentrati principalmente nei rivestimenti di alcune tubazioni presenti all’interno del relitto. L’assemblea pubblica, svoltasi lunedì sera al castello Pasquini, è servita a snocciolare alcuni numeri, ad illustrare il cronoprogramma degli interventi, a rendere noto il termine ultimo della rimozione di tutto il cantiere (comprese le opere in mare) stabilito per il 14 luglio. Una data che ha provocato mugugni e proteste tra gli operatori commerciali e turistici di Caletta e dintorni, anche perché le date di fine lavori annunciate in precedenza non andavano oltre la metà di giugno. A illustrare il progetto e lo stato di avanzamento dei lavori, oltre al sindaco Giancarlo Simoncini, c’erano il comandante Alessandro Porciani, gli ingegneri Masini e Sbocchelli della Teseco spa di Pisa (che si è aggiudicata i lavori di rimozione), l’ingegner Daniele Ievolella del Genio Civile Opere Marittime di Roma. Non è possibile rimandare i lavori di smantellamento del relitto. Lo hanno detto a chiare lettere il sindaco e l’ingegner Ievolella. Due le ragioni. La prima sta nella dichiarazione dello stato di emergenza. «Far slittare i lavori a settembre - ha detto Simoncini - vuol dire mettere in discussione lo smantellamento della Venus perché corriamo il rischio di perdere i finanziamenti».
 La seconda motivazione sta nel pessimo stato di conservazione della nave, che può spezzarsi. «C’è il rischio di danni seri e irreversibili» ha detto Ievolella dopo il sopralluogo sul relitto. Ha ricordato Masini di Teseco che «questo è l’unico periodo dell’anno adatto per questo tipo di lavori in mare».
 Stato dei lavori. Già partiti i lavori di bonifica per la rimozione dell’amianto. Per il pontone che staziona nel Marina Cala de’ Medici è stato realizzato un punto d’attracco a pochi metri dalla nave, al cui interno sono state isolate circa 60 tonnellate di rifiuti non ferrosi.
 Cronoprogramma. Nella prossima settimana si svolgerà la raccolta di rifiuti non ferrosi e la bonifica dall’amianto. Per la scogliera, necessaria per la messa in sicurezza della nave, occorreranno 3mila tonnellate di massi e due settimane di tempo. Altre due settimane per la pista carrabile (una sorta di piazza) che sarà costruita su un lato della diga. Quindi verrà sbarcata la gru e inizieranno le vere e proprie opere di demolizione che dureranno 28 giorni. L’intera operazione, compresa la rimozione del cantiere, dovrà concludersi entro il 14 luglio.
 Proteste. La platea del Pasquini (in prevalenza operatori commerciali e turistici, balneari), ha esternato preoccupazioni. «Quando inizia per lei, sindaco, la stagione turistica? A Caletta non si affittano le case per l’estate; lei la prenderebbe una casa in affitto sopra i Pungenti? Noi viviamo di turismo, la verità è che la nave rimarrà qui fino a settembre, questa assemblea andava fatta prima». Questo il tono di alcuni interventi. Gli operatori hanno chiesto di interrompere i lavori se questi slittassero nel tempo.
 Lettera. Intanto 508 cittadini riuniti in comitato hanno consegnato a sindaco, Capitaneria e Autorità portuale una lettera in cui annunciano che se saranno danneggiati dai lavori di demolizione della Venus ricorreranno in sede legale.

VENERDÌ, 23 APRILE 2004

Venus, diga rimossa a spese del Comune. -Massi tolti dopo l’estate se i tempi slittano

 ROSIGNANO. La demolizione della Venus proseguirà secondo tempi e modi prestabiliti, fa sapere la Capitaneria di Porto di Livorno dopo la riunione con il comitato consultivo, sollecitata dall’esposto del comitato cittadino che chiede di procrastinare i lavori a dopo l’estate. A seguito di un ulteriore sopralluogo sul cantiere della motonave incagliata ai Pungenti, il sindaco Gianfranco Simoncini annuncia: «Valuteremo a giugno l’opportunità di rinviare lo smantellamento della diga di protezione per non creare troppi disagi nel periodo balneare. Se il rinvio fosse necessario, il Comune potrà accollarsi i costi di un eventuale slittamento della rimozione della diga. In stretta collaborazione con il Commissario per l’Emergenza Marco Brusco - continua il sindaco - porteremo avanti un controllo continuo e pressante sulla ditta che esegue l’intervento affinché non si verifichino ritardi nei lavori. E’ nostra volontà ridurre al minimo i disagi per operatori commerciali e abitanti. Ci impegnamo a informare in modo costante il Consiglio di Frazione e i cittadini».  Dalla Capitaneria arrivano rassicurazioni che i lavori saranno eseguiti con la massima urgenza, ma è escluso il rinvio a dopo l’estate chiesto dal comitato cittadino. «Il comitato consultivo - spiega la Capitaneria in una nota - concorda sulle valutazioni della commissione di esperti riunita in via di urgenza, confermando la necessità di procedere con ogni urgenza e senza soluzione di continuità alla rimozione e demolizione della Venus, considerato lo stato di degrado in cui la nave versa. Le operazioni di demolizione e rimozione sono iniziate il 13 aprile con la predisposizione della barriera antirumore, l’asportazione dei rifiuti non ferrosi e la bonifica dei liquidi a bordo. Sono iniziate i lavori per le opere a mare e la bonifica dell’amianto rinvenuto a bordo secondo le prescrizioni dell’Asl di Cecina. Al termine della bonifica dall’amianto, proseguiranno le ulteriori lavorazioni, in base al programma dei lavori finora pienamente rispettato».  Tutti gli enti che seguono in prima persona le opere di smantellamento del mercantile sottolineano che i lavori procedono secondo i tempi previsti e vengono costantemente sorvegliati. Secondo i programmi, la nave dovrà scomparire entro il 20 giugno; il 14 luglio è la data indicata per la rimozione della diga di protezione che la circonda e previene possibili rischi che la nave, arrugginita e in degrado, possa spezzarsi nel corso dei lavori.  C’è però da tenere in conto che possano verificarsi condizioni avverse del mare; in questo caso, i lavori sarebbero temporaneamente interrotti e slitterebbe la data della loro conclusione. Ne risentirebbero le attività commerciali e turistiche della zona; per evitare danni particolarmente ingenti, derivanti dallo smantellamento della diga durante la stagione turistica, il sindaco ha prospettato l’eventualità di rinviarlo, anche a spese del Comune, a dopo l’estate.

GIOVEDÌ, 29 APRILE 2004 

IL CASO VENUS  - Finita la bonifica dell’amianto, presto arriverà la gru.

 ROSIGNANO. L’amianto non c’è più a bordo della Venus. I 57 chilogrammi di asbesto individuati - secondo la mappatura del Chimico di porto - nelle coibentazioni dei tubi della sala macchine (oltre alle coperte ignifughe trovate in uno dei locali all’interno) sono già stati asportati e messi in cassoni per essere portati a smaltire. E’ terminata quindi la prima parte della bonifica di quelli che gli addetti ai lavori di demolizione della Venus hanno definito come “materiali non ferrosi” (olii e altri liquidi residui nel motore, amianto). La bonifica prosegue con l’asportazione dal mercantile di altri residui non metallici.  Secondo la Capitaneria di Porto di Livorno, i lavori procedono nel rispetto dei tempi previsti, in stretta osservanza del cronogramma stilato, con le fasi che si avvicendano. Terminata la bonifica delle parti non metalliche, comincerà lo smantellamento vero e proprio della motonave incagliata ai Pungenti dal 23 ottobre 2002.
 Nei prossimi giorni sarà realizzata la pista per la gru che, vicino alla motonave, sarà impiegata per collocare intorno alla Venus grossi massi con cui sarà realizzata una diga di protezione (la diga scongiurerà il rischio che la motonave si spezzi durante le opere e servirà anche come base di appoggio per i lavori).

LUNEDÌ, 03 MAGGIO 2004 

Venus: il 10 maggio ci sarà Matteoli

 CASTIGLIONCELLO. Si svolgerà il 10 maggio prossimo il sopralluogo delle autorità alla motonave Venus. In questa occasione, oltre al sindaco di Rosignano ed i rappresentanti della Capitaneria di Porto, sarà presente anche il ministro dell’Ambiente onorevole Altero Matteoli. Politici e tecnici faranno il punto dei lavori per lo smaltimento della nave e sulle problematiche varie del cantiere aperto dopo le festività pasquali.   

MARTEDÌ, 04 MAGGIO 2004 

Trovati i soldi in più per demolire la Venus
 ROSIGNANO. Saranno intanto il Ministero per l’ambiente e il Comune di Rosignano a versare parti della cifra aggiuntiva necessaria alla demolizione del mercantile Venus. Hanno assicurato un contributo aggiuntivo di cinquantamila euro il dicastero (dell’ambiente) guidato dal ministro Altero Matteoli, di venticinquemila l’amministrazione comunale rosignanese. Per i venticinquemila che ancora mancano a colmare il deficit di centomila (in aggiunta al milione già stanziato) «abbiamo interpellato il Ministero per le infrastrutture», fa sapere la Capitaneria di Porto di Livorno, il cui comandante - l’ammiraglio Marco Brusco - ricopre l’incarico di commissario straordinario per l’emergenza.  Mentre si attende (per lunedì prossimo), il sopralluogo sul cantiere del ministro Matteoli, proseguono sul cantiere allestito ai Pungenti le opere di smantellamento del cargo battente bandiera libanese, incagliato nella scogliera di Caletta dalla notte fra il 23 e il 24 ottobre 2002. E’ stata completata la bonifica dei 51 chilogrammi di amianto rilevati a bordo della nave. Ora il materiale tossico è sigillato in sacchi, stoccato in una parte bassa della nave in attesa di essere portato via e smaltito. Quasi completata la bonifica del materiale non ferroso (le ultime parti riguardano il legno presente negli alloggi dei marinai).  Ieri, intanto, le squadre di Teseco hanno ultimato la realizzazione della scogliera di protezione, intorno alla nave, per scongiurare il pericolo che si spezzi durante la demolizione. Nei prossimi giorni, fa sapere l’ingegnere comunale Serena Talamucci, sono iniziate le opere per la costruzione della pista parallela alla nave; sarà la base su cui si muoverà la gru che asporterà dalla nave i pezzi via via tagliati. All’interno della Venus, Teseco ha già dato il via alle operazioni preparatorie per il taglio della nave. «Al cantiere stanno avviando la seconda fase dei lavori - spiega Giuseppe D’Onofrio, responsabile del dipartimento sicurezza e prevenzione dell’Asl 6 -, stanno operando nello scafo, in base al programma di lavori stilato». «Lavori in linea con i tempi», conferma anche l’ingegner Giulio Sbocchelli di Teseco.  BARBARA ANTONI

DOMENICA, 09 MAGGIO 2004 

Pontone fermo per il mare agitato, ma il taglio della Venus è già partito

 ROSIGNANO. Il mare agitato ha bloccato il pontone, il traghetto piatto di quaranta metri per venti che sarà utilizzato per trasportare dal cantiere di demolizione della Venus al porto di Cala de’ Medici i pezzi di motonave via via tagliati dalle squadre di Teseco. «Il pontone è fermo - spiegano dalla Capitaneria di Porto di Livorno - ma proseguono velocemente le operazioni di smantellamento». Né il moto ondoso dei giorni scorsi, né la mareggiata della notte fra venerdì e sabato, hanno messo in pericolo lo scafo, giudicato molto fragile dai tecnici ancora in fase preliminare all’allestimento del cantiere. Non si è spezzato, spiegano gli addetti ai lavori, grazie al prolungamento della diga di massi intorno la Venus.
 Taglio avviato. Se il pontone si è dovuto fermare, non si sono interrotte le opere di demolizione all’interno del cargo. «E’ già cominciato il taglio di pezzi di nave nella parte del cassero, la poppa alta dove si trovano gli alloggi. Sono ancora legati, basterà un ulteriore piccolo taglio e potranno essere asportati. Appena il mare lo permetterà, potremo portare la gru. Quando le parti superiori di nave saranno asportati, la Venus apparirà come un’enorme scodella», spiega l’ingegner Giulio Sbocchelli di Teseco.
 Tempi. A pieno regime, sulla nave non possono lavorare più di 12 persone, a causa degli spazi angusti in cui gli operai devono lavorare. Nonostante che le condizioni atmosferiche e del mare abbiano determinato un cambiamento nell’avvicendarsi delle fasi di lavorazione, sia la Capitaneria che Teseco assicurano che le opere si sviluppano in linea con i tempi previsti.
 Previsioni metereologiche. Un filo diretto continuo, tra operatori e i supervisori del cantiere con il sito dell’aeronautica e i bollettini del meteo mare. «Ma i più attendibili sulle previsioni atmosferiche sono indubbiamente i pescatori della zona», dice Sbocchelli.

LUNEDÌ, 10 MAGGIO 2004

Il ministro Matteoli alla Venus

 ROSIGNANO. Stamani alle 10, il ministro Altero Matteoli, titolare del dicastero dell’ambiente e tutela del territorio, eseguirà un sopralluogo al cantiere dove sono in corso le opere di smantellamento del mercantile Venus.  L’appuntamento - fa sapere la Capitaneria di Porto di Livorno in una nota - è fissato per stamani alle 10 ai Pungenti.
 «Il ministro - spiega ancora la Capitaneria - che ha destinato le maggiori risorse economiche necessarie per eliminare lo stato di emergenza, intende verificare direttamente lo stato di avanzamento dei lavori di demolizione e rimozione della motonave Venus».  La Venus naufragò e si incagliò ai Pungenti la notte fra il 23 e 24 ottobre 2002. La distruzione del cargo è iniziata il 13 aprile scorso. In base al progetto di Teseco (l’azienda pisana che esegue l’intervento), i lavori dovrebbero protrarsi per 49 giorni (costo dell’opera un milione 100mila euro).

MARTEDÌ, 11 MAGGIO 2004 

Entro giugno la Venus scomparirà 

Lo ha ribadito il ministro Matteoli durante il sopralluogo al cantiere - Mancano 25mila euro: «Li scucirà il dicastero delle Infrastrutture» BARBARA ANTONI

 ROSIGNANO. «I venticinquemila euro che mancano a coprire i costi di smantellamento della Venus? Mi impegno a farli scucire al ministero delle Infrastrutture». Parola di Altero Matteoli, ministro dell’Ambiente, che ieri mattina ha concluso a Rosignano la due giorni toscana. Ha visitato la nave, ridotta ormai a un tristissimo guscio rugginoso e vuoto; l’ammasso di rottami di legno nella stiva è quel che rimane degli alloggi dell’equipaggio. «L’opera di demolizione si concluderà in tempi brevi - rassicura Matteoli -. Un caso unico tenuto conto delle lungaggini della burocrazia italiana. Grazie anche alla collaborazione fattiva di tutte le istituzioni coinvolte: aver lavorato in sintonia permetterà che il relitto sia rimosso entro giugno».
 «La prossima stagione turistica, quella che sta per aprirsi, i cittadini potranno viverla senza intralci», dice ancora il ministro, mentre ripercorre, a memoria, quell’odissea che è stata il caso Venus. «Il sindaco fu molto bravo - tesse gli elogi Matteoli di Gianfranco Simoncini -: mi informò del naufragio e subito fu attivato un tavolo presso il mio ministero per coordinare le operazioni che avrebbero portato alla rimozione della nave».
 Il sopralluogo. Ieri, ai Pungenti, il sopralluogo ha coinvolto i rappresentanti di tutte le istituzioni che hanno collaborato alla soluzione del problema Venus: oltre al sindaco Gianfranco Simoncini e al ministro Matteoli, il commissario delegato per l’emergenza Venus ammiraglio Marco Brusco, il prefetto Giancarlo Trevisone, il presidente di Teseco Gualtiero Masini, l’ingegner Sassu e il professor Cinelli dell’Università di Pisa, forze dell’ordine.
 Lo stato dei lavori. Le condizioni metereologiche avverse delle ultime settimane hanno impedito il completamento della diga di sicurezza intorno la Venus e della pista sulla quale si muoverà la gru cingolata che asporterà i pezzi di nave e li depositerà sul pontone sul quale verranno trasportati nel porto di Cala de’ Medici. Le squadre ne hanno approfittato per lavorare all’interno della nave e procedere con il taglio. Sono ben visibili tre incisioni profonde: sotto le scialuppe, sopra e sotto gli oblò di poppa.
 Un guscio vuoto. Desolante lo scenario che si apre all’entrata nella Venus. Della quale è rimasto poco più che lo scheletro e l’involucro mangiato dal mare, la ruggine e la salsedine. Un ammasso di detriti di legno, ferro e quant’altro si trovava nelle cabine all’interno. Ovunque, sul pavimento, pozze di acqua sporca. I rifiuti non ferrosi sono ancora lì, stoccati in buste sigillate e fusti blu, sui quali qualche lavoratore distratto ha lasciato bocconi di pane e companatico. C’è freddo nella stiva della Venus, c’è un’aria spettrale, un’atmosfera rossastra per il riverbero del ferro arrugginito del pavimento.
 L’unione fa la forza. In estrema sintesi, è il messaggio che Matteoli, Simoncini e Brusco hanno lanciato a margine del sopralluogo: la collaborazione tra livelli istituzionali consente di risolvere al meglio i problemi. «L’impegno finora profuso in direzione e controllo dei lavori - commenta Brusco - insieme agli altri enti competenti sta dando frutti. Nonostante il cattivo tempo che ha fatto temere rallentamenti, sono soddisfacenti i risultati della demolizione degli interni dello scafo».

 E poi a villa Celestina. Seconda tappa del sopralluogo, il cantiere di villa Celestina nella pineta Marradi. «Questi due cantieri - dice Simoncini - sono esempi di positiva collaborazione tra livelli istituzionali. Per villa Celestina è stata risolta una questione che si trascinava da tre decenni». «Anche in questo caso - precisa Matteoli - provo soddisfazione doppia, da ministro e uomo della strada. In questo edificio ho ballato quando ospitava una discoteca. Dopo ci sono stati trent’anni di polemiche per l’abbandono in cui ha cominciato a versare. Grazie a un vero lavoro di squadra, abbiamo avviato il recupero della villa, che diventerà un centro di biologia marina».

MARTEDÌ, 25 MAGGIO 2004

VENUS Rimosse alcune parti

 CASTIGLIONCELLO. Proseguono i lavori di demolizione della motonave Venus incagliata ai Pungenti. Come si vede nella foto, una parte (quella superiore) dello scafo è già stata tagliata e rimossa. I lavori di smantellamento, eseguiti da Teseco spa, dovranno essere ultimati entro giugno. Per il 14 luglio, invece, è previsto di rimuovere l’intero cantiere. Le parti asportate dalla Venus sono caricate su un pontone e trasportate al vicino porto di Crepatura.

SABATO, 29 MAGGIO 2004

Venus, polveri ovunque   Esplode la rabbia dei cittadini che abitano vicino al luogo del taglio 

 CASTIGLIONCELLO. Le proteste per i disagi derivati dai lavori di rimozione della Venus stavolta arrivano direttamente dai cittadini. E, per l’esattezza, dai proprietari delle case di fronte al porto turistico Marina Cala de’ Medici. È lì, infatti, che vanno a finire i pezzi del mercantile; tubi, lamiere arrugginite tagliate dal relitto e trasportate con il pontone dai Pungenti fino al cantiere del porto. Qui, lamiere e pezzi vengono ammassati in un’area adiacente a quella che diventerà la porta d’ingresso principale della struttura turistica. Infine, con la fiamma ossidrica, sono ridotti in pezzi più piccoli.  La procedura sta provocando disagi a chi abita nelle case lungo il viale Trieste, specie ai proprietari di case vicine al cantiere. In alcuni momenti del giorno, passeggiando sul viale Trieste, si può essere investiti da un odore acre, come di olio o gomma bruciata.  «Durante il taglio del materiale - dice una famiglia di Firenze proprietaria di una casa sul viale Trieste - sale un odore acre e pungente che arriva direttamente nelle nostre abitazioni che distano solo pochi metri dal cantiere. Ma va peggio quando ad essere tagliati sono tubazioni o altri pezzi di nave; ci sono stati momenti in cui, durante queste operazioni, si è prodotta una nuvola nera di fumo che ha reso l’aria irrespirabile. Abbiamo già chiamato in Comune, all’ufficio dei diritti del cittadino». Le proteste sono passate di porta in porta «e siamo in tanti ad aver deciso - dice una signora anch’essa proprietaria di una casa fronte porto - di mettere al corrente l’Asl di ciò che sta succedendo. Pensiamo che questi fumi siano cancerogeni». Ma ciò che non riescono a spiegarsi questi cittadini è perché «il Comune e la Teseco abbiano provveduto a mettere alcuni metri di pannelli sul lungomare dei Pungenti proprio per attutire il rumore e le polveri e non abbiano pensato a fare la stessa cosa lungo le abitazioni sul porto. In fin dei conti è qui che sminuzzano il relitto e siamo noi i più colpiti da rumori, fumi e polveri che si creano dal taglio delle lamiere. Siamo quelli che di più abbiamo sopportato tutti i disagi durante la costruzione della struttura portuale; ora abbiamo anche il problema Venus».  Intanto i lavori per la rimozione del mercantile stanno andando avanti; in questi giorni è stata completata la rimozione della parte superiore della nave ma è stata demolita anche una parte della poppa. A. Be.

GIOVEDÌ, 10 GIUGNO 2004
Venus, via il cantiere a metà luglio. -
I lavori sono nei tempi. Rimane l’incognita delle mareggiate
ROSIGNANO. «Procedono secondo i tempi stabiliti i lavori per la rimozione del relitto della Venus. Il sessanta per cento dell’intera motonave è già stato smantellato. Escludendo il verificarsi di mareggiate, i lavori di demolizione dello scafo si concluderanno prima del mese prossimo ed entro il 15 luglio la nave e il cantiere altro non saranno che un brutto ricordo». Lo ha dichiarato ieri mattina, con toni di piena soddisfazione, il sindaco Gianfranco Simoncini, intervistato nel corso della trasmissione di Rai Radio 1 “La Radio a colori”. Il noto programma radiofonico, condotto dal giornalista Oliviero Beha, si era già occupato del caso Venus il 26 settembre scorso, quando la demolizione era ancora lontana.  Simoncini ha ripercorso velocemente le tappe della tormentata questione della Venus. Dal naufragio ai Pungenti, avvenuto la notte fra il 22 e il 23 ottobre 2002, alla svolta del 31 luglio 2003, quando a il ministero dell’Ambiente e l’Agenzia nazionale di protezione civile proclamarono lo stato di emergenza che poi ha portato alla nomina del commissario delegato, il contrammiraglio Marco Brusco (comandante della Capitaneria di Porto di Livorno).  «Abbiamo realizzato un importante lavoro di squadra - ha spiegato il sindaco -, portato avanti tra i diversi livelli dello Stato, insieme al ministero dell’Ambiente e alla Capitaneria di Porto». Lavorare in squadra ha anche facilitato il percorso per mettere insieme le risorse economiche, in totale un milione di euro (a cui più tardi se ne sono dovuti aggiungere altri centomila), per arrivare alla gara per l’affidamento dei lavori. Il cantiere, poi, è stato allestito il 22 marzo scorso. «Questa collaborazione - continua Simoncini - a mio avviso, dovrebbe essere presa ad esempio. Condizioni atmosferiche permettendo, dopo il 15 luglio riavremo la nostra scogliera dei Pungenti libera da quel relitto, che rappresentava anche un serio pericolo ambientale». In primo luogo gli olii contenuti nei serbatoi, in secondo la quantità di amianto nei tubi coibentati della sala macchine, costituivano una minaccia per la salute dei cittadini.
 Domani alle 16, in sede pubblica, il sindaco Simoncini traccerà un quadro aggiornato dei lavori di demolizione della Venus. L’incontro, previsto nella sede centrale del municipio a Rosignano Marittimo, è stato infatti organizzato per illustrare lo stato di avanzamento dei lavori al Consiglio di frazione di Castiglioncello.
VENERDÌ, 11 GIUGNO 2004
Motonave smantellata entro il 15
-  Della Venus rimarranno solo ancora, oblò, bitta
 CASTIGLIONCELLO. Un’ancora, un oblò e una bitta. Ecco cosa rimarrà della Venus: tre oggetti chiesti in ricordo di questa avventura, dall’amministrazione comunale e dal Consiglio di frazione, che ieri si sono incontrati per verificare lo stato di avanzamento dei lavori. «Lavori - come ha detto il sindaco Gianfranco Simoncini - in linea con le previsioni. Della nave è rimasto solo il vano motori e un pezzo di prua. Ora l’intervento più delicato riguarda la rimozione dei motori data la possibile presenza, al loro interno, di olii residui». Per questi motivi, la ditta incaricata (Teseco spa, ieri rappresentata dall’ingegner Petrucciani), sta valutando la possibilità di fasciare i motori con materiale assorbente, per garantire che eventuali residui di olio non finiscano in mare. Intanto, già otto autotreni hanno trasportato il materiale ferroso (tagliato) alle acciaierie. «Dalle verifiche - ha detto Simoncini - la rimozione non ha creato grossi disagi». Il relitto sarà rimosso entro il 15 giugno ma «a questo punto - ha concluso - credo non vi saranno problemi neanche per la rimozione della diga». Il presidenti del Cdf Silvia Cerri ha lanciato anche l’idea, una volta chiuso il cantiere, di una festa da organizzare sui Pungenti. Al.Be.
DOMENICA, 27 GIUGNO 2004
Venus, esplode la rabbia dei residenti in viale Trieste
-  Rumori incessanti e fumi: partono esposti a giudice di pace, carabinieri e sindaco
 ROSIGNANO. Adesso i cittadini che risiedono sul viale Trieste, non ne possono proprio più del taglio della Venus. I fumi dall’odore acre, i rumori delle attrezzature che segano il metallo e che non lasciano scampo, stanno esasperando chi abita nelle vicinanze del cantiere aperto proprio per ridurre in piccoli pezzi lo scafo del mercantile smantellato poco più in là, sulla scogliera dei Pungenti.  Ieri mattina è stato contattato anche il difensore civico del Comune di Rosignano; alcuni giorni fa c’è anche chi si è rivolto ai carabinieri. E c’è chi intende fare un esposto al nuovo sindaco, e in queste ore alcune famiglie pensano di contattare direttamente l’ammiraglio Brusco, responsabile dello smantellamento del relitto affinché venga effettuato un sopralluogo, nonché la stessa Asl.  «Non è più possibile - dicono alcuni residenti e proprietari delle abitazioni più vicine al cantiere -: quando il materiale portato via dal mercantile attraverso il pontone viene ridotto in piccoli pezzi, l’aria diventa irrespirabile. Inoltre il rumore non ha interruzioni, perché si lavora dalla mattina alla sera. Anche nelle fabbriche vige una legge che protegge gli operai dai fumi, ci sono ordinanze per il rispetto della quiete. Qui niente, vige solo un’assoluta mancanza di rispetto. Perché questi lavori non vengono fatti in inverno? Perché nessuno controlla nonostante le nostre richieste di intervento? Chiederemo all’ammiraglio Brusco di venire sul cantiere, di fare un sopralluogo, perché così è davvero impossibile continuare». Al.Be.

VENERDÌ, 2 LUGLIO 2004 

VENUS  Fine lavori a metà luglio

 CASTIGLIONCELLO. Pochi giorni e della Venus, la motonave battente bandiera libanese incagliata ai Pungenti dall’ottobre 2002, rimarrà solo un ricordo. La Teseco di Pisa, incaricata della demolizione del cargo, sta ultimando i lavori, ed entro metà luglio la zona sarà restituita agli abitanti e ai turisti della zona. Rispetto alle previsioni, la demolizione della motonave richiederà un paio di settimane in aggiunta. Secondo un primo calcolo, infatti, la nave doveva essere rimossa per fine giugno.  Lo scafo della Venus è ormai stato demolito quasi per intero. «Manca soltanto di sollevare il motore, di portare via i doppifondi della nave. Il lavoro di bonifica delle morchie e delle materie oleose è già stato eseguito per intero nelle scorse settimane», dice l’ingegner Giulio Sbocchelli, di Teseco, responsabile dei lavori, che da metà marzo segue giorno per giorno il cantiere.  Prima scomparirà la Venus, subito dopo toccherà alla diga di massi costruita intorno allo scafo per assicurare lo spazio di movimento per gru e altri macchinari necessari alla demolizione. «Cercheremo di salvare qualche blocco - continua l’ingegner Sbocchelli -. Non aspetteremo settembre per sgombrare la diga dal mare, sarebbe troppo rischioso. Eventuali mareggiate disperderebbero il materiale inerte in mare, sulla striscia compresa tra Livorno a San Vincenzo».

SABATO, 03 LUGLIO 2004 

I detriti causati dai lavori alla Venus scatenano rabbia e proteste. Fango in mare, la rivolta dei balneari  

Dalle 9 alle 15 chiazza marrone in acqua Chiamata l’Arpat. La Capitaneria assicura: «Oggi l’ultimo giorno per tagliare il relitto»

 CASTIGLIONCELLO. Rabbia e proteste, forse il primo vero giorno di indignazione dei balneari da quando sono iniziati i lavori per la demolizione della Venus. E’ bastato recarsi sulle spiagge a nord di Crepatura, sul lungomare Colombo, per notare già dalle 9 di ieri mattina una gigantesca chiazza di fango e detriti stazionare nello specchio d’acqua a ridosso degli ombrelloni tra i bagni Salvadori, Belvedere, fino ai Tre Scogli. Quanto bastava perché i titolari dei bagni chiamassero subito Arpat e Capitaneria per segnalare l’accaduto.
 «Ma non abbiamo visto nessuno - protestano dai Bagni Tre Scogli -, forse perché quando li abbiamo contattati era già tardi».  Il problema di ieri - la presenza di detriti di terra in mare in un giorno in cui le spiagge erano affollate di bagnanti - sembra sia stato causato dalla rimozione di alcuni massi e dall’acqua del mare che è filtrata sul terrapieno realizzato per consentire la presenza di ruspe e mezzi per tagliare lo scafo. Il mare ha smosso la terra che è finita, come una grossa chiazza giallastra e marrone, fino a pochi metri dalla riva.  «Ma come - protesta il titolare dei Bagni Belvedere - uno viene qui per fare il mare è paga oltre 2mila euro al mese tra casa, vitto ed altro, e poi si trova la spiaggia col mare pieno di questi detriti?». Le prime preoccupazioni dei gestori degli stabilimenti, di fronte al mare sporco, sono state ovviamente per il contenuto. Di che cosa si trattava? Cosa era finitro in mare? Qualcuno ha contattato il delegato di spiaggia che avrebbe dato rassicurazioni sull’accaduto, spiegando che non c’era niente di inquinante in acqua. Ma lo spettacolo che si è sprigionato davanti agli occhi di decine di bagnanti dalle 9 del mattino fin verso il primo pomeriggio non è stato dei più gradevoli. Affatto. Tante sono state le proteste. Anche se c’è stato qualcuno che ha invitato un po’ tutti (balneari compresi) a pazientare: «Quella carretta dal mare la devono pur levare, no?», diceva un altro gestore di uno stabilimento più a nord. «E allora un po’ di pazienza...»  Del resto quella di questi giorni è la fase più delicata dei lavori. Si sta tagliando lo scafo a «pelo d’acqua» e ciò può provocare qualche problema sul cantiere legato proprio alla possibile movimentazione di detriti (comunque terrosi). Lo confermano dalla Capitaneria di Porto di Livorno: «Siamo alla fase finale - dice il comandante Porciani - e con oggi finiremo di tagliare lo scafo del relitto. Contiamo di aver completamente rimosso lo scafo della Venus dai Pungenti entro la metà della prossima settimana.  I materiali, stoccati nell’area del porto di Crepatura, subiranno dei trattamenti (almeno quelli da bonificare ulteriormente): poi prenderanno la strada della fonderia o della discarica speciale.  Quella odierna, dunque, potrebbe essere un’altra giornata difficile. Poi dell’ingombrante relitto che ha tormentato le notti di tante persone non dovrebbe rimanere traccia. Anche se i balneari stanno maledicendo giornate come quella, terribile, di ieri. di Barbara Antoni

DOMENICA, 04 LUGLIO 2004 

 Venus, altri cinque giorni di lavoro  - Non si escludono nuovi episodi di acqua torbida per la terraNella scogliera, i chiodi della passerella lasceranno alcuni piccoli fori

 CASTIGLIONCELLO. Il vento lieve dà tregua al caldo, il mare continua a incresparsi. Dolce, ma quanto basta per fare da bastian contrario. Eccoci ai Pungenti, primo sabato di luglio. Aldo Barbieri, direttore della General works srl - impresa viareggina che per 170mila euro, in subappalto da Teseco, ha avuto l’incarico di sezionare, smontare e cancellare la Venus dallo specchio di mare di fronte alla scogliera lavica -, lo dice chiaro: cinque giorni effettivi di lavoro, cinque soli, davvero, mancano per ultimare le operazioni di taglio e sgombero di quel che rimane del relitto Venus. Cinque, sperando però che il mare e le condizioni atmosferiche siano dalla parte dei lavoratori. Dopodiché via, via tutto. Unici segni della Venus sulla scogliera saranno piccoli fori, causati dagli stopper, parte finale dei tiranti che reggono i tubi di ferro della passerella.  E’ il giorno dopo l’ennesima sommossa, scatenata stavolta dall’onda torbida (intorbata di terra) che ha messo in allarme bagnanti e balneari. L’onda torbida potrebbe ripetersi, non escludono gli addetti ai lavori, ma scongiurano qualsiasi tipo di allarme: era solo terra, briciole dei massi inerti finite in acqua e poi sollevate, rimescolate dal mare agitato. «E’ stato un inconveniente - spiega l’ingegner Giulio Sbocchelli, di Teseco, direttore del cantiere -: c’era un po’ di mare mosso durante la lavorazione, del pulviscolo si era depositato sul fondo. E’ la stessa cosa che succede alle Spiagge Bianche. Il mare agitato smuove la soda dal fondo e l’acqua diventa di color bianco latte».
 Diciotto metri già tolti.Della Venus sono già stati rimosse una porzione di prua e due di doppiofondo: in tutto diciotto metri. «Una volta tolti i pezzi - dice Barbieri - dobbiamo togliere la massicciata, si lavora in parallelo. Se non la possiamo togliere subito e arriva una mareggiata, succedono episodi come quello di venerdì».
 Ritardi causa mare agitato. «Non avessimo avuto dieci giorni di mare agitato - continua il direttore della General works - la Venus sarebbe già scomparsa. Inoltre, quando siamo arrivati abbiamo dovuto provvedere alla bonifica dei doppifondi. Abbiamo impiegato altri dieci giorni. Ora sotto la Venus il mare è pulito, si vedono passare i pesci».
 La priorità: l’ambiente. Tutte le opere sul cantiere, sottolinea Barbieri, sono state svolte «al limite delle possibilità tecniche, esasperando il valore dell’ambiente rispetto a quello del lavoro. Abbiamo impiegato tante ore per scongiurare qualsiasi rischio».
 Parliamo di tempi. Una settimana per ultimare le opere di taglio e smontaggio del relitto - quello che rimane sembrano la spina dorsale e le interiora di una balena meccanica - altri sette, otto giorni per trasportare i pezzi, da venti tonnellate circa ciascuno, al porto Cala de’ Medici caricati sopra il pontone. Anche questo fermo, da giorni, a causa delle avverse condizioni del mare.
 Smaltimento. In prima battuta, la parte ferrosa della Venus viene ridotta, ancora nel porto, in grossi coriandoli, poi portati alle acciaierie a Piombino. I rifiuti speciali, invece, sono trasportati a Ospedaletto, dove Teseco ha l’impianto di trattamento, e da qui inviati in discariche ad hoc (in Germania). Da quando tutti i pezzi della Venus saranno trasferiti al porto, il loro sminuzzamento comporterà un’ulteriore settimana di lavoro.
 Disco verde dall’Arpat. Ispezioni ministeriale appena due settimane fa e campionamenti Arpat continui, della colonna d’acqua e del fondale. «Mai nessun valore è risultato alterato - è la Capitaneria di Livorno che parla -, il rischio era la produzione eccessiva di fumi, cioè cascami di saldature e vernici».
 E i buchi? Qualche foro nella scogliera rimarrà dopo la rimozione della passerella che dai Pungenti conduce alla Venus. I tubi di ferro, tengono a sottolineare gli addetti ai lavori, «non sono piantati ma appoggiati sulla scogliera». Ma le viti dei tiranti che sostengono la passerella, quelle sì, sono piantate. I buchi saranno colmati, con detriti di roccia e cemento. L’ingegner Sbocchelli si sente di lanciare la sfida: «Mille euro a chi, tolta la passerella, riuscirà a trovare un danno alla scogliera».

DOMENICA, 04 LUGLIO 2004 

DAL RISTORANTE  «Macchie marroni in mare, è scattata la psicosi collettiva»

 CASTIGLIONCELLO. Di certo, per due anni, è stato il soggetto più fotografato dai “fiorentini” (leggi: villeggianti). Lui stesso, Giuliano Goffredi, proprietario del bar I Pungenti, ha ancora a casa due rullini di istantanee della Venus da sviluppare. «Ma ora la folla di curiosi che venivano a vedere la nave è finita - dice Goffredi -. I lavori potevano cominciare prima, ma la burocrazia... L’importante è che ora siano quasi arrivati alla fine. E la prossima estate tornerà definitivamente tutto come prima».
 Cosa dice della rivolta di venerdì e dell’allarme generalizzato per l’acqua di mare intorbata di terra? «E’ stata solo una psicosi generale - risponde Goffredi -. Era solo terra, e tutto quel clamore era davvero spropositato. I lavoratori sono tutti i giorni sul cantiere, non c’è certo da biasimarli. E poi ci si è messo il mare avverso».

GIOVEDÌ, 8 LUGLIO 2004 

Venus, la rimozione slitta al 12 luglio. Via la diga il 31

 ROSIGNANO. Slitta al 12 luglio la rimozione delle ultime parti della motonave Venus incagliata ai Pungenti. Del relitto resta solo una porzione del fondo e del motore, dove sono già stati eseguiti tagli preparatori. Entro una settimana anche le ultime parti del relitto saranno tolte dalla scogliera, poi saranno rimosse la pista carrabile e la scogliera di massi. La scogliera sarà sgombra, dicono dal Comune, dal prossimo 31 luglio.
 Il mese di giugno non è stato favorevole quanto a condizioni metereologiche. Per questo, spiegano dall’amministrazione comunale, i lavori si sono prolungati di circa quindici giorni rispetto al programma. Entro il 12 luglio saranno completati i tagli e la rimozione delle ultime porzioni di motonave rimaste sui Pungenti. Dal 13 al 30 sarà rimossa la pista carrabile di inerti, poi la scogliera.
 Per prima sarà tolta la pista lato terra. La pista è costituita da una base di inerti di grossa pezzatura, colmati con materiale più fine. E’ indispensabile rimuovere quanto prima questa pista perché, tolto l’ultimo pezzo di nave, l’unica protezione dal mare resterà la diga di massi; una mareggiata violenta potrebbe disperdere lungo la costa il materiale di cui la pista è composta. Subito dopo sarà rimossa la diga di massi e dei quattro blocchi di banchina. La movimentazione sarà eseguita con il pontone, dai Pungenti al porto, dove sarà caricata e portata via. Saranno fondamentali, per rispettare i tempi, le condizioni di mare calmo.
 Dal 13 al 25 luglio le lavorazioni procederanno nel cantiere al porto Cala de’ Medici, dove si faranno i tagli secondari. Le operazioni potranno produrre inconvenienti: fumi e odori sgradevoli dovuti al taglio delle lamiere ricoperte da vernice, e rumori dovuti al funzionamento della presso-cesoia.

SABATO, 17 LUGLIO 2004

CASO VENUS Il Comitato teme che i detriti restino fino a settembre

 CASTIGLIONCELLO. “I Pungenti, l’unica scogliera di valore rimasta nella zona, devono tornare come erano prima”; questo lo sfogo di una turista che fa parte del comitato dei Pungenti costituitosi il giorno successivo a quello in cui la motonave Venus finì la sua navigazione contro i bassi scogli del luogo. Adesso del mercantile non resta più nessuna traccia, se non una diga costituita di massi e detriti che doveva proteggere il relitto dalle mareggiate e permettere ai mezzi meccanici il suo smantellamento. Ed è proprio sulla diga che adesso sono puntati gli occhi del comitato; soprattutto da quando è circolata la voce che i massi verranno tolti a settembre. Una voce che si è sparsa nella giornata di ieri, quando una pala meccanica ha iniziato a smuovere i detriti:”Li hanno gettati fin quasi a riva - dice la donna - allungando di qualche metro il tratto della diga interna. Così abbiamo iniziato a chiedere delucidazioni su ciò che stava accadendo e ci è stato riferito che comunque i massi non sarebbero stati tolti prima di settembre”. Il timore espresso è che per “qualche motivo si vada per le lunghe e che questa diga alla fine non venga più tolta”. Timore immediatamente fugato dalle parole del sindaco: “Tutto sarà tolto entro il mese - ha dichiarato Alessandro Nenci - sarà rimossa sia la parte degli inerti a terra dove transitavano i mezzi, sia i massi a protezione della diga”. Intanto curiosità tra i cittadini ed i turisti che frequentano i Pungenti lo hanno destato i mezzi della Rai posteggiati nel piccolo parco retrostante la scogliere; Rai, i cui giornalisti, stamani registreranno alcune riprese relative non solo alla Venus ma anche a Castiglioncello e dintorni.

LUNEDÌ, 19 LUGLIO 2004

VENUS  Si rimuovono i detriti dai Pungenti  - Iniziati da due giorni i lavori: entro la fine del mese tutto a posto

 CASTIGLIONCELLO. Un grosso pontone affianca ora la diga costruita per proteggere la Venus durante i lavori di smantellamento. Una benna, comandata da operai, sta procedendo a rimuovere i detriti ed i massi della barriera, che vengono depositati sopra una grossa chiatta. Sono iniziati da due giorni gli interventi per rimuovere i massi della diga, ultima testimonianza della presenza del relitto, incagliatosi nella scogliera dei Pungenti in una ventosa notte di ottobre del 2002. “Stiamo lavorando a pieno ritmo”, dicono gli operai della ditta incaricata da Teseco di smantellare la Venus e oggi di rimuovere la diga. “Se le condizioni del mare lo permetteranno e salvo imprevisti, tutto sarà pronto entro la fine di luglio”. Parole che rassicureranno i tanti turisti che anche quest’anno, nonostante i disagi del cantiere e le acque non propriamente limpide di questi giorni, intorbidite proprio dal movimento dei massi, non hanno rinunciato a prendere il sole ai Pungenti. Anche sabato camion e ruspe erano a lavoro sopra la diga a terra per togliere gli inerti. A.B.

VENERDÌ, 23 LUGLIO 2004

Sopralluogo alla Venus  - Lunedì arrivano Matteoli e Bertolaso per la verifica alla fine dei lavori

 ROSIGNANO. E’ l’ultimo atto per la vicenda della Venus. Del cargo battente bandiera libanese non rimane più niente, solo una parte della diga creata per eseguire le opere di demolizione, documentate e raccolte in un video. Lunedì 26 luglio, alle ore 11,30, il ministro dell’Ambiente e della Tutela del territorio, onorevole Altero Matteoli, e il capo del dipartimento della Protezione Civile, il dottor Guido Bertolaso - ricevuti dal prefetto di Livorno Giancarlo Trevisone, dal sindaco di Rosignano Marittimo Alessandro Nenci e dall’ammiraglio Marco Brusco, commissario ad acta per l’emergenza Venus - effettueranno un sopralluogo congiunto in località I Pungenti sulla scogliera di Castiglioncello, territorio comunale di Rosignano, dove nella notte tra il 23 e il 24 ottbre 2002 si era incagliata la motonave Venus. Il sopralluogo, fanno sapere dalla Capitaneria di porto di Livorno, è la «testimonianza della particolare attenzione con cui il ministro Matteoli e il dottor Bertolaso hanno seguito la vicenda». Le due altre cariche dello Stato - continua la nota della Capitaneria -, che hanno creato le condizioni perché si potesse operare per la rimozione dello stato di emergenza -, verificheranno direttamente lo stato di avanzamento dei lavori di demolizione, che saranno completati entro la fine del mese corrente. Nel corso della visita sarà verificato lo smantellamento delle ultime opere provvisionali per la rimozione della Venus. Alle 12,15, le autorità si dirigeranno al vicino porto turistico di Crepatura, dove saranno presentati video e documentazione cartacea dell’operazione effettuata.

LUNEDI, 26 LUGLIO 2004

Matteoli oggi alla Venus

 ROSIGNANO. Il ministro per l’Ambiente Altero Matteoli e il capo del dipartimento della Protezione civile Guido Bertolaso sono attesi stamani alle 11,30 ai Pungenti per un sopralluogo al cantiere della Venus al termine delle opere di smantellamento.  Saranno ricevuti dal sindaco Alessandro Nenci, dal prefetto Giancarlo Trevisone, dal commissario straordinario per l’emergenza Venus ammiraglio Marco Brusco. Dopodiché il gruppo di autorità si dirigerà verso il vicino porto di Crepatura, dove sarà presentata la documentazione, anche in video, dell’opera svolta.

MARTEDÌ, 27 LUGLIO 2004 

Finiti i lavori, la Venus non c’è più 

Tra pochi giorni nel mare intorno ai Pungenti si potrà fare il bagno - Bertolaso: «Per noi la parola “insuperabile” non è mai esistita» 

 ROSIGNANO. Quattro mesi e mezzo dopo l’inizio dei lavori, è sembrata una riunione di vecchi amici. I volti finalmente rilassati, l’atmosfera pure, la tensione scomparsa. Infatti. E’ scomparsa anche la Venus, la motonave battente bandiera libanese che si incagliò nella scogliera dei Pungenti la notte tempestosa tra 23 e 24 ottobre del 2002. Della chiatta - in cui a fine demolizione è stato scoperto un doppiofondo utilizzato per il contrabbando di prodotti petroliferi - ieri si è celebrato una specie di funerale. In piena allegria.  La fine di un incubo, insomma. E Gualtiero Masini, presidente di Teseco (l’impresa che ha eseguito la demolizione), mentre annuncia che a giorni i bagnanti potranno riappropriarsi della scogliera (sono da rimuovere alcuni massi) per le loro immersioni, dall’altra parte svela il perché dei ritardi sulla fine dei lavori: «Quando tutto sembrava finito, nella Venus sono stati scoperti doppifondi usati per il contrabbando di prodotti petroliferi. Li abbiamo dovuti bonificare rapidamente». Partendo dalla Venus, Masini sottolinea come «questa carretta dimostri i problemi delle vie del mare. Il traffico commerciale e le imbarcazioni da diporto sono in aumento. Le rotte saranno molto trafficate e ci saranno problemi di sicurezza per chi naviga». Più tardi il ministro Matteoli sulle carrette del mare dirà che «è un problema da risolvere a livello internazionale».
 Le autorità. Ieri la “festa” si è svolta con tutti i crismi dell’ufficialità, a partire dal dispiegamento di forze (polizia, carabinieri, guardia costiera, guardia di finanza, polizia municipale) che ha salutato l’arrivo in auto blu (una Bmw) del ministro per l’ambiente Altero Matteoli in completo blu a braccetto con la bella moglie Ginevra Giannetti, pantalone marrone e giacca rosa cipria. Una lunga lista di autorità: il capo della Protezione civile Guido Bertolaso, perfetto nella polo di rappresentanza del suo dipartimento, il prefetto Giancarlo Trevisone, il commissario per l’emergenza Venus ammiraglio Marco Brusco, l’assessore regionale Tommaso Franci, l’assessore provinciale Mario Lupi, il sindaco Alessandro Nenci e il vicesindaco Luca Arzilli, il sindaco di Cecina Paolo Pacini. Breve sopralluogo ai Pungenti e poi a Crepatura, nella palazzina del quasi ultimato porto turistico realizzato da Teseco spa di Pisa, rappresentata da un Gualtiero Masini mai visto così raggiante.
 «La collaborazione vince». «Il caso Venus - dichiara sull’impronta Matteoli - è la dimostrazione che quando le istituzioni collaborano i risultati si ottengono. Tutti insieme abbiamo trovato i soldi e fatto il lavoro. La Capitaneria di porto ha lavorato benissimo, l’impresa ha mantenuto gli impegni». A chi gli butta lì che i cittadini erano scettici sui tempi rapidi (quattro mesi e mezzo) della demolizione del mercantile in cui si nascondevano amianto e oli inquinanti, il ministro risponde a tono: «Mai prima d’ora c’era stato un governo di centrodestra». «Per noi - gli fa eco Bertolaso - la parola “insuperabile” non esiste. La forte collaborazione è vincente».  «Guidato dall’ottimismo». Ripercorre i giorni bui dell’emergenza Venus l’ammiraglio Brusco: «Quando fui nominato commissario ad acta, la cosa mi aveva messo in agitazione. Ma io sono un ottimista. Mancano pochi giorni alla fine delle opere provisionali, e devo dire che il risultato è merito di tutti, dal ministro Matteoli, al dottor Bertolaso, a Franci a Gianfranco Simoncini, ex sindaco di Rosignano, al prefetto. Ho sempre sentito l’appoggio di tutti. E’ stata molto brava la Teseco, che conoscevo perché nell’ ’86 avevamo lavorato insieme per la Karin B, la nave dei veleni a Livorno».
 «Una storia a lieto fine». Soddisfatto anche l’assessore Franci, che non nascondendo le perplessità iniziali («non c’era un quadro normativo chiaro»), dichiara che «come ha detto Matteoli, siamo in una regione in cui la coesione istituzionale funziona. Quella della Venus è una storia a lieto fine».
 «La collaborazione continuerà». Ammette di «aver raccolto i frutti di chi mi ha preceduto e ha lavorato bene» il sindaco Nenci, che, al “la” che gli lancia Matteoli («sono molto orgoglioso dei risultati ottenuti per villa Celestina; spero che con il sindaco attuale possa continuare questo modo di lavorare») ribatte che «il caso Venus è esemplare di buone relazioni. I rapporti con il precedente sindaco continueranno». BARBARA ANTONI  

La nave non c'è più ma...

VENERDÌ, 13 AGOSTO 2004
Scogli appiccicosi ai Pungenti -
 Proteste per i residui della Venus. Il Comune: «Non è tossica»
 CASTIGLIONCELLO. Sparite le recinzioni che delimitavano l’area del cantiere per demolire la Venus, i turisti si sono riappropriati della scogliera dei Pungenti. Da dire al fare sono stati tolti dalla passeggiata anche i pannelli fonoassorbenti e là, nello specchio d’acqua dove galleggiavano i residui ferrosi del mercantile libanese, sono tornati a sguazzare i bagnanti in cerca di refrigerio. A colpo d’occhio tutto sembra tornato alla normalità, se non fosse per le proteste di molti turisti per le condizioni in cui versano parte di scogliera e battigia rocciosa a pelo d’acqua, a tratti ricoperta di sassi e fango compattati.  I problemi maggiori si riscontrano sul lembo estremo della scogliera. Lì, brandelli bianchi di materiale simile a stracci assorbenti, è rimasto attaccato, sfilacciandosi, sui frastagliati scogli. «Si tratta - spiega il vice sindaco Luca Arzilli che ieri mattina ha effettuato un sopralluogo con i tecnici del Comune, Capitaneria di Porto e tecnici di Teseco per verificare lo stato dei lavori di ripulitura della scogliera - di cellulosa proveniente da una delle panne messe intorno al mercantile per assorbire, nelle operazioni di smantellamento, l’eventuale fuoriuscita di carburante. Sono straccetti sfilacciati, magari brutti a vedersi ma puliti che non comportano problemi igienico-sanitari. Abbiamo chiesto a Teseco che la scogliera venga ripulita, lavata e che il materiale sia aspirato con apposite pompe, in modo che i filamenti vengano quanto più possibile tolti». Più in là, a pelo d’acqua, numerosi sassi, ghiaia e fango compattati, hanno formato una sorta di spiaggetta innaturale che ha fatto andare su tutte le furie i turisti che da anni vengono in zona e che in questi giorni non hanno mancato di segnalare ai vigili la sporcizia lasciata sulla scogliera. «Si tratta di fango rimasto in contatto con il mercantile e quindi presumibilmente sporco. I sassi vanno tolti - hanno detto - la scogliera va protetta e deve tornare come prima».  Anche in questo caso l’amministrazione comunale ha chiesto a Teseco di provvedere a togliere la ghiaia. «La ditta - dice Arzilli - è consapevole dei lavori che debbono essere ancora effettuati per ripulire la zona; stanno andando avanti. Ma oltre a togliere il materiale rimasto a terra, in questi giorni alcuni subacquei si stanno immergendo nelle acque antistanti i Pungenti per togliere l’eventuale materiale ferroso che fosse rimasto sott’acqua a bassa superficie. Un modo per garantire la sicurezza ai villeggianti che altrimenti potrebbero ferirsi durante i bagni».  Anche se del cantiere non è rimasta più nessuna traccia, i lavori di Teseco non sono terminati. «Prima di chiudere in modo definitivo gli interventi, la zona deve essere completamente ripulita - dice Arzilli - perché la ditta ha l’obbligo del ripristino dello stato dei luoghi». I lavori sono seguiti passo passo da tanti turisti che si trovano nella zona. Per quanto riguarda le ordinanze di Comune e Capitaneria relative al divieto di balneazione e di transito dei natanti attorno alla Venus «non hanno più motivo di esistere - conclude Arzilli - dato che si riferivano alla presenza della nave». A. Be.

DOMENICA, 22 AGOSTO 2004
Pungenti coperti dai detriti della Venus
-  I sassi hanno formato una massicciata, petizione al sindaco
 CASTIGLIONCELLO. La protesta per la pulizia della scogliera dei Pungenti dopo la rimozione del relitto Venus si allarga. Le voci che si erano alzate nelle scorse settimane, hanno preso corpo e si sono concretizzate in una lettera firmata da un’ottantina di villeggianti rivolta direttamente al primo cittadino.  L’oggetto di tale missiva è chiaro: “situazione di pericolo e deturpamento paesaggio”. Nel documento gli ospiti e i bagnanti che si recano in località i Pungenti, chiedono ad Alessandro Nenci un suo diretto interessamento ed un suo intervento. Perché, scrivono, «esaurite le opere di rimozione della Venus sono rimasti sulla spiaggia in questione copiosi ammassi di inerti, taluni di grosse dimensioni, che sono stati altresì rimossi a seguito della recente mareggiata».  A prima vista la situazione in cui versa allo stato attuale una buona parte della scogliera dei Pungenti è peggiorata rispetto ad una decina di giorni fa. Gli scogli, gli ultimi rimasti sul litorale di tale conformazione ed ai quali evidentemente molti bagnanti non vogliono rinunciare proprio per le loro caratteristiche, sono punteggiati per alcune decine di metri di massi bianchi; una sorta di piccola cava dismessa i cui residui composti da pietre bianche e grigie di diverse dimensioni, sono sparsi qua e là per buona parte dei Pungenti. Ma non solo; dalla battigia rocciosa, sulla punta estrema della scogliera e poi più in là, verso Caletta, affiora a pelo d’acqua, una distesa di altri massi residui, evidentemente, delle dighe costruite per il transito dei mezzi meccanici e per proteggere dalle onde il mercantile. Con tutta probabilità, la mareggiata dei giorni scorsi, ha scaraventato alcuni di questi massi direttamente sulla scogliera. E la situazione potrebbe peggiorare in inverno, quando il vento di libeccio aumenta la sua forza. La zona è stata invece ripulita, dal materiale fuoriuscito dalle panne che dovevano assorbire l’eventuale sversamento di oli durante lo smantellamento della Venus.
 Ma a preoccupare i cittadini, sia da un punto di vista paesaggistico che di pericolosità («i sassi sono taglienti e scivolosi» - dice una turista) sono gli inerti.  «Inerti - continuano i bagnanti nella lettera - dalle fattezze grossolane e taglienti, rappresentano una situazione di pericolosità per tutti coloro che da anni frequentano la località oltre a deturpare vistosamente il paesaggio e lido marino, noto da sempre per ben altre caratteristiche». Per questo i turisti confidano in un «autorevole intervento» del sindaco affinché possa «una semper» ripristinare «lo stato dei luoghi ponendo fine alla vicenda Venus che da troppo tempo ha amareggiato anche gli ospiti». A.Be.
MERCOLEDÌ, 25 AGOSTO 2004
VENUS 
- Via alla ripulitura dei detriti ai Pungenti
 ROSIGNANO. Lunedì gli addetti degli uffici tecnici del settore Lavori Pubblici hanno effettuato un sopralluogo sulla scogliera dei Pungenti a Castiglioncello per mettere a punto un programma di pulizia dai detriti di pietra riportati dal mare. Il Comune intende ripulire i Pungenti anche da quelli che sono i piccoli ed innocui residui dei massi restituiti dalle onde. A seguito del sopralluogo sono state concordate le modalità di esecuzione dell’intervento: sulla scogliera saranno posizionati dei robusti tavoloni, per realizzare un piano abbastanza regolare e sicuro da essere percorso dagli operai con carriole a mano. La rimozione del materiale infatti potrà avvenire solamente a mano: i sassi più piccoli direttamente con secchi e badili, quelli più grandi saranno caricati su piccole carriole a mano o altri piccoli mezzi per essere poi caricati su un piccolo mezzo che stazionerà lungo la passeggiata. Sulla scogliera sono presenti anche massi del peso di vari quintali. Per questi l’ipotesi è quella di ridurli in pezzi più piccoli mediante frantumazione con martellino pneumatico: questa operazione, che sarà di maggiore disturbo per i bagnanti, potrebbe essere rimandata a settembre.
VENERDÌ, 27 AGOSTO 2004
VENUS-Marabotti (Arcobaleno) sollecita al sindaco la ripulitura dei Pungenti
 Quei detriti deturpano la scogliera
 ROSIGNANO. La situazione della scogliera dei Pungenti al termine della rimozione della Venus, è oggetto di una interpellanza presentata dal capogruppo Arcobaleno Marco Marabotti. Il consigliere comunale, dopo un sopralluogo sulla scogliera dice di aver constatato che «malgrado le assicurazioni fornite a più riprese dai responsabili della ditta incaricata dei lavori di rimozione della Venus, lo stato di quel tratto di mare appare fortemente compromesso».
 Oltre ai massi di diverse forme e dimensioni sparsi sugli scogli che «deturpano l’ultimo tratto di scogliera protetta con vincolo paesaggistico» sono presenti molti altri massi che appaiono «subito sotto il pelo dell’acqua nello specchio di mare circostante prossimi proiettili in occasione delle future libecciate e motivo di rischio per bagnanti e natanti».
 Marabotti chiede perciò di conoscere «il grado di consapevolezza della questione da parte dell’amministrazione comunale»; le intenzioni della stessa «per far rispettare alla ditta incaricata l’impegno di ripristinare la scogliera nello stato in cui si trovava prima del naufragio della Venus» nonché i tempi ed i modi individuati «per eliminare sia i massi sulla scogliera che quelli sotto il livello delle acque».  Infine il consigliere chiede se l’amministrazione era a conoscenza che «i massi di dimensioni maggiori, trasportati via con il pontone sono stati poi in discreta quantità gettati nuovamente in mare subito all’esterno della diga foranea del porto turistico e se questa modalità di eliminazione dei massi fosse stata concordata con la stessa amministrazione, al posto del trasporto in altra zona con i camion».
                                                             

MERCOLEDI, 27 OTTOBRE 2004 (Meglio tardi che mai...!)
ORDINANZE VENUS -
Il traffico via mare torna alla normalità
 CASTIGLIONCELLO.
Marco Brusco, contrammiraglio della Capitaneria di porto di Livorno, ha annullato tutte le ordinanze relative alla rimozione del relitto della motonave Venus, poi demolita (vedi aprile 2004). L’alto ufficiale, con l’ordinanza 140/2004, abroga la disciplina del traffico marittimo nello specchio acqueo antistante i Pungenti, zona di incaglio della Venus.

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