1900 - Marina di Vada. Sullo sfondo
i mucchi del carbone nella zona dell'attuale asilo, che veniva imballato e
caricato a spalla dai portuali detti "cavallini", sulle barche minori, per il trasferimento sulle navi a largo.
Il porto, classificato di 4a classe
e di seconda categoria,
fino all'apertura della nuova rete viaria, attuata da Leopoldo II, ha
costituito una realtà di notevole importanza per l'economia della zona,
quale punto di raccolta dei prodotti agricoli diretti a Livorno. Infatti
il trasporto delle merci più deteriorabili veniva fatto preferibilmente
via mare, perchè la via marittima dava maggiori garanzie di sicurezza e
comportava minori rischi di deterioramento che il trasferimento delle
derrate sulle dissestate strade che conducevano alla città. Al porto
confluivano le principali arterie della zona: la via dei Cavalleggeri e la
via comunitativa di S. Antonio che, come abbiamo visto, raccoglieva il
traffico proveniente dalle comunità a nord di Rosignano diretto sia al sud
che al porto di Vada. Oltre al porto vero e proprio, localizzato
immediatamente a sud della Torre di Vada, esisteva una serie di ancoraggi
al largo della costa che erano ad uso dei bastimenti di maggiore stazza,
più capaci e adatti a lunghe percorrenze, i quali, non potendo entrare nel
porto per le loro dimensioni, si ancoravano al largo. Esso fu molto attivo
fino a tutta la prima metà del 1800 per decadere dal momento in cui i
commerci si trasferiscono sulla rete viaria rinnovata.
(Da "Rosignano, una comunità della Toscana lorenese" di S. Rossi e
P. L. Ferri scaricabile dal sito)
1901-
Gli amministratori di Rosignano si battono, lodevolmente, affinchè venga riconosciuto di prima categoria, al fine di
usufruire delle sovvenzioni statali. Allo scopo viene
predisposta un'ampia documentazione, corredata dai pareri
favorevoli di tutti gli enti provinciali e regionali ed anche
di quelli della Capitaneria e del Genio Civile di Livorno. Con
tali referenze il carteggio giunge a Roma e prima riscuote
l'assenso di massima del Ministero della Marina (nota n° 2379
del 17 maggio 1900) eppoi anche l'esame interlocutorio e
positivo del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici,
formulato in data 15 aprile 1901.
Relatore ufficiale della proposta è l'on. Francesco Niccolini,
coadiuvato dai colleghi prof. Emilio Bianchi, Principe Piero
Ginori Conti ed Ettore Socci. La perorazione è appassionata,
ma non raggiunge lo scopo prefisso. Non serve neppure
l'indagine statistica presentata che attesta come nei due
ultimi decenni dell'Ottocento, si siano rifugiate nella rada,
con attracco forzato, circa venti navi all'anno, di varia
stazza.
Vada deve ridimensionare le sue prospettive, e dispiace.
Anche perché, nell'occasione, il Consiglio Comunale, con piena
unità di intenti, aveva istruito e propugnato una iniziativa
di stampo moderno. Sintesi da: "Quando la luna
sorrise al lampionaio" di Celati-Gattini |
Vada la torre, il
porto, il fanale |
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