Vada ieri/Piazza Garibaldi   
Fine '800 - I platani sul lato nord della piazza sono lo stand della fiera bovina La piazza a inizio '900, dominata dall'imponenza della chiesa Ancora la piazza in una cartolina simile alla precedente La piazza vista dall'inizio di Via della Torre. (Foto Bernini) 1912 
1914 - La piazza vista dalla chiesa. A sx la fontana,  sullo sfondo il 'Vione' come lo chiamava Leopoldo II La piazza lato Livorno con il doppio filare di platani, le logge e la fontana a dx.(Arch. P. Pagnini) Anni '30 - Le logge da sud. A sxinistra i grandi platani ora scomparsi. Una parte della piazza 1930 - La fontana della piazza. (Foto Bernini) La fontana ghiacciata 1933 - Piazza Garibaldi ancora a prato. A sx la Casa del Fascio rialzata nel 1929.  (Arch.C.R.M.) Anno '40 1950 - La guerra è passata, c'è ancora il pozzo, ma tutto è cambiato, lo ricorda il monumento dell'eccidio sulla dx. 1954 - Piazza Garibaldi con viali e giardini (Arch.C.R.M.) Anni '50 L'edicola dell'Adalgisa sotto i platani. La Topolino giardinetta è dei primi anni '50. La piazza fine anni '50 La vasca in mattoni anni '60 Anni '60 Anni '60 Anni '70 Anni '70 Anni '70 Anni '70 1971 - La piazza con la vasca in mattoni (Arch. A. Orsini) 1973 - Arrivo in piazza da Cecina (Arch. A. Orsini)
 
Piazza Garibaldi, la più grande e la più bella del Comune

  19 ottobre 1867. Approda Giuseppe Garibaldi in località Bonaposta (fra la torre ed il pontile del Lamberti), proveniente da Caprera. Pernotta nella camera più grande della Dogana e il macellaio vadese David Morelli lo porta a Livorno col barroccio presso gli Sgarallino dove viene organizzata la spedizione a Mentana per preparare l'insurrezione di Roma. Erano con lui altri quattro compagni fra i quali Stefano Canzio e Agostino Bertagni. Incontrano difficoltà perchè nel tratto di costa interessata all'approdo, ci sono ancora le sabbie mobili.
- 1882. Per iniziativa di Diego Martelli viene realizzato nella piazza del paese il monumento a Garibaldi, opera dello scultore Fantacchiotti di Firenze. Il busto, la lastra con l'epigrafe di Giosuè Carducci e gli ornamenti vengono fusi nei forni della fonderia Tardy in via Aurelia sud per essere posti sul monumento in piazza. Martelli dovette insistere oltre un anno con Carducci perchè scrivesse l'epigrafe. Il poeta tentava di giustificarsi con scuse del tipo: "ancora una, ne ho fatte a centinaia per Garibaldi..." ma alla fine scrisse:
"Giuseppe Garibaldi - qui il 19 ottobre 1867 - prendeva terra - fuggitivo occulto dalla Caprera - alla volta di Roma - che egli rivendicò all'Italia - a viso aperto".
Intorno al monumento quattro colonnette in pietra ed una ringhiera metallica più tardi eliminati.
(Sintesi da: Quaderni Vadesi 4 di Maria Di Paco Gattai)
 
Il monumento a Garibaldi con stele a prisma triangolare in pietra arenaria, risentì presto dell’usura del salmastro tant’è che ebbe bisogno di essere restaurato una prima volta dopo pochi anni. Saggini il 26 Giugno 1906 chiedeva al Sindaco, il rimborso per spese da lui anticipate al pittore Sandro Pampana di Cecina per il restauro effettuato al monumento di Garibaldi in piazza di Vada. (A.S.C.R.M.) (da: Quaderni vadesi 10 a cura di Gianfranco Vallini)
Adunanza 13 febbraio 1911 - Il Sindaco dona piante e panchine per strada e piazza
Assentasi il Sindaco Sig. Baracchini Caputi Nobile Alberto, assume la presidenza l'assessore anziano Sig. Boschi Leonardo Luigi il quale propone il seguente partito
                                                                   Il Consiglio
Udito che il nobil uomo Sig. Baracchini Caputi Alberto ha dichiarato di voler far piantare, a sue spese, della piante arboree lungo la strada che da Vada conduce alla stazione omonima, che ha annunziato pure di voler dotare, sempre a sue spese, la piazza di Vada di alcune panchine e di altri alberi, mentre ringrazia sentitamente del munifico dono volto alla migliore viabilità ed all'abbellimento dell'importante Frazione di Vada
                                                                    Delibera
alla unanimità di accettarlo alle seguenti condizioni:
1° Che le piante da ombra siano scelte della natura e qualità adatte a vivere nel luogo
2° Che siano piantate alla distanza uniforme l'una dall'altra di metri 7 e ad un metro dal ciglio della fossa stradale
3° Che compia a sue spese l'annaffiatura delle piante fino all'anno successivo al piantamento e le provveda di palo e fermi
4° Che le panchine siano collocate nei punti più ombreggiati fra una pianta e l'altra, disposte simmetricamente su i due lati della piazza
Il Consigliere Petrucci e il Consigliere Silvestri fanno sentiti elogi al sindaco per questo suo atto dimostrante l'attaccamento alla Frazione di Vada e sentono di doverlo ringraziare del dono cospicuo.
Altri consiglieri parlano nello stesso senso ed infine viene dato incarico al Consigliere Silvestri di esprimere al Sindaco i sentimenti del Consiglio.

Foto 1 - Fiera bovina - Sullo sfondo il palazzo Saggini ed i pagliai sempre vicini alle case coloniche. E' chiaramente visibile il fondo erboso, nel quale si racconta che per molti anni abbiano brucato le pecore. La donna in primo piano indossa un abito dalla lunga gonna secondo la moda degli ultimi anni dell'800. Ha appena attinto acqua dal pozzo presente nell'altro lato della piazza e la porta a casa con la mezzina (brocca di rame da 10-12 litri). Sulla destra la fiera del bestiame, con la partecipazione delle fattorie e dei mezzadri che avevano bonificato tutta la piana vadese, è continuata per decenni, finché il fattore igienico ha prevalso sull'aspetto fieristico-commerciale. Cavalli, tori, mucche, vacche, vitelli, maiali stazionavano per un giorno intero sotto i platani lasciando (in estate) l'area ricoperta da escrementi con un cattivo odore che durava mesi non essendo prevista alcuna rimozione.
Foto 2
- A destra il palazzo Saggini e pochi i fabbricati fra la chiesa e la torre della quale è visibile il tetto, la situazione non è molto diversa dal momento dell'inaugurazione della chiesa 50 anni prima. Sul timbro, la provincia sarà Pisa fino al 1925.
Foto 7
- Panni stesi ad asciugare nell'erba come si usava prima dell'era dei fili e stenditoi. La cartolina è certamente precedente al 17 novembre 1925 data nella quale il Comune di Rosignano Marittimo è passato dalla provincia di Pisa a quella di Livorno.
(Arch. P. Pagnini)
Foto 8 - Anni '20 - Il centro della frazione è rimasto, con il trascorrere degli anni, pressoché uguale. Magari ai giorni in cui la foto è stata scattata, intorno al 1920, c'era molto più verde e, percorrendo viale Italia con direzione monti-mare, ci si trovava immersi nella natura. Nell'immagine, la piazza, da sempre considerata il vero e proprio cuore della frazione, probabilmente in una giornata di festa. Sotto le logge numerose persone, alcune sedute sui gradini, seguono con curiosità le «manovre» del fotografo armato di quello strano «marchingegno». (Sintesi da: Quaderni Vadesi 4 di Maria Di Paco Gattai)
                                         Quella fontana leopoldina!
Foto 10 - Al margine interno della piazza, la vasca: un basso cerchio murario che conteneva l'acqua a un livello di nemmeno mezzo metro. In un secondo tempo il cerchio murario fu arricchito, anche per sicurezza, da un perimetrale tondino di ferro, circonvoluto e murato sopra, nella sua mezzeria. Nel centro della vasca una specie di calice lavorato in pietra, alto circa due metri, da cui l'acqua zampillava. Era una struttura, seppure semplice, ma con una piacevole caratteristica. La sua scomparsa è stata una perdita. Nei primi decenni del secolo XX° dentro quella vasca le "gramignaie" di Vada andavano a sostare, chiacchierare mentre stavano lavando l'erba che avevano strappato nei campi, nel padule, e farne fasci da vendersi ai barrocciai nostrani e a quelli di passaggio.
(Sintesi da: Quaderni Vadesi 11 di Vinicio Bernini)

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