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Manifestazioni politiche a Vada. Dal 1952 sino al 1954, furono pubblicati dai dieci ai quindici manifesti all’anno de “IL FARO”, di cui era direttore responsabile Emilio Lupichini: il giornale divenne il punto di riferimento di ogni iniziativa politica. (Per gentile concessione del C. di Frazione di Vada) |
![]() Vada, il Circolo Nel 1945-1946 iniziammo i lavori per darci un circolo dove passare il nostro tempo libero. Gli iscritti al P.C.I. di allora, insieme ad alcuni socialisti, ne furono gli artefici. Per collegare la strada da Vada a Rosignano gli Americani erano stati costretti a costruire un ponte sul fiume Fine per il quale impiegarono grandi tubi di cemento armato con tondini di ferro e di lamiere. Dopo il passaggio del fronte il ponte fu demolito perché era stato costruito per passaggi provvisori. Noi vadesi, operai della Solvay ci facemmo prestare, dal reparto montaggi della società, dei paranchi ed altri attrezzi. Riuscimmo a liberare questi grandi tubi dal greto del fiume: il cemento fu separato dal tondino di ferro e dalla lamiera; furono mobilitati muratori, disegnatori, elettricisti, tubisti, capimastro. La famiglia Bernini Saul e Leone ci avevano permesso di costruire sul terreno di loro proprietà. Vendemmo le lamiere e aprimmo una sottoscrizione nel paese alla quale aderirono moltissimi cittadini. Riuscimmo a costruire il nostro circolo in forma cooperativa della quale divennero soci tutti coloro che avevano contribuito in danaro o prestando manodopera. (Vedi "Ricordi di un operaio" di Emilio Lupichini scaricabile dal sito) Successivamente, la gestione delle attività fu data all’Arci (con la presenza di due distinti consigli: per la struttura, e per le attività. Oggi il circolo conta circa 300 soci, ma a questi poi vanno aggiunti tutti coloro che sotto l’Uisp fanno sport, giocando a pallone, a pallavolo, a bocce o corrono in bicicletta. Nel 2011 stop all’attività del circolo Arci Arena del Popolo. È quanto scritto nel cartello affisso all’ingresso dello storico e glorioso locale di Vada. Ma la saracinesca abbassata dovrebbe essere una situazione provvisoria. I soci, infatti, sono al lavoro per formare un nuovo direttivo capace di risolvere i problemi finanziaria e riaprire i battenti al più presto. Questa è anche la speranza dei cittadini vadesi. «Passare davanti all’ingresso del Circolo Arena del Popolo e vedere un cartello con scritto “Chiusura del circolo per cessata attivita” desta sorpresa e sgomento in quanti hanno vissuto la storia, l’utilizzo e il ruolo che questo ente ha avuto nel paese nei suoi oltre sessanta anni di esistenza». Ripercorrendone la storia. «Negli anni dell’insediamento della Repubblica in Italia e della ricostruzione morale ![]() Guai con la Finanza: storico circolo Arci azzera il consiglio Fine di una storia lunga sessant’anni. Dopo tre assemblee straordinarie, organizzate dal consiglio dei soci del circolo Arci Arena del Popolo di Vada, martedì scorso alla presenza di altri cinquanta soci è stato fatto il primo passo verso una soluzione della controversia che attanaglia da tempo il circolo vadese e che ne sta condizionando l’attività e il futuro. L’assemblea. Il presidente dell’assemblea Moreno Sandrini e il segretario Walter Chesi hanno relazionato sulla decisione di cessare l’attività del circolo per poi ricostruirlo sulle basi solide di esperienze passate, che prevedono il cambiamento del nome (almeno in parte), il rinnovo del consiglio e una nuova partita iva. Lo stesso consiglio dovrebbe poi lavorare per eliminare il contenzioso economico che lo condiziona da tempo, magari ottenendo dilazioni ed eventuali rateizzazioni della cifra che pare sia in sospeso verso l’erario statale. Perciò l’assemblea ha approvato all’unanimità la cessazione dell’attività del circolo Arci Arena del Popolo. A breve una nuova assemblea straordinaria darà il mandato ad un gruppo responsabile per un esercizio provvisorio, per la chiusura del bilancio ed iniziare la nuova attività. I guai con la Finanza. Queste peripezie sono nate da un’irruzione della Finanza che una sera trovò, nei locali del circolo, quattro clienti senza la regolare tessera di socio. Da qui scaturì un contenzioso che con il passare del tempo si è ampliato fino a divenire un problema tributario molto grosso per il circolo. A questo punto si è fatto ricorso agli avvocati, che hanno cercato di attenuare le ripercussioni, fino ad obbligare gli oltre 200 soci a ricorrere alla cessazione dell’attività. Un circolo storico. Questo circolo Arci è forse il più vecchio della Toscana. Fu costruito nell’immediato dopoguerra su un terreno regalato dai fratelli Bernini. Gran parte dei cittadini vadesi (soprattutto quelli legati alla sinistra) partecipò, dando tempo e denaro, alla sua costruzione. Con la pista da ballo al centro del complesso richiamò nel periodo estivo molte persone, parenti dei soci, per passare le serate al suono dell’orchestra. Poi nacque il “pallaio” per il gioco delle bocce, la sala biliardi, la sala delle carte e delle riunioni e infine il grande gazebo per le feste di compleanno. ANGELO MENGOZZI 28/2/2011 Vada, l'asilo Negli ultimi anni del '40 i comunisti di Vada, insieme a larga parte del cittadini, dopo aver costruito il circolo ricreativo, iniziano la raccolta di fondi per costruire un asilo. I fratelli Saul e Leone Bernini ancora una volta aiutano concedendo di rialzare la struttura che era stata utilizzata come cinema. Un lavoro volontario e inoltre molti si impegnarono a versare 500 lire al mese per costruire l'opera, quando la paga mensile non superava 20.000 lire! L'asilo viene ultimato con il solo contributo del cittadini vadesi e la gestione è affidata all'Unione Donne Italiane di Vada. E' il primo asilo del Comune non diretto dalla Chiesa, ma dal contributo del cittadini che se ne fanno carico per molti anni, fino a quando il Comune ha potuto costruire un asilo comunale. (Vedi "Ricordi di un operaio" di Emilio Lupichini scaricabile dal sito) Vada, la COOP Anni 40. Comunisti e socialisti di Vada si ritrovano uniti per costruire insieme un locale dove collocare il negozio che sarà poi la COOP. In paese non c'è un fondo, nella piazza non vi sono disponibilità, allora il Comune da permesso di costruire in un angolo della piazza Garibaldi finché non si troverà un altro luogo. In poco tempo, operai e impresari locali, gratuitamente, prestano manodopera e aiuto. I mezzadri di Vada si distinguono in modo particolare in questa gara di emulazione e con i loro carri, trainati da buoi, portano i1 materiale per la costruzione in breve tempo. Gli abitanti, con entusiasmo, contributi, e lavoro volontario, in un anno realizzano così i locali del circolo, dell'asilo, della cooperativa, che hanno gestito autonomamente. (Vedi "Ricordi di un operaio" di Emilio Lupichini scaricabile dal sito) |
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