La campagna nel
medioevo...
Nel Medioevo le
attivitą economiche di Vada erano legate alle funzioni portuali, allo
sfruttamento delle saline e all'utilizzazione dei terreni coltivati ed
incolti.
- Il territorio circostante Vada era caratterizzato da ampie coltivazioni
prevalentemente a cereali e da aree incolte, lasciate al bosco o adibite a
pascolo per le pecore transumanti dalla Garfagnana che in queste campagne
venivano a svernare e per il bestiame degli abitanti.
- Vaste le estensioni di terreni coltivati, prevalentemente a cereali, ma
con notevole presenza di olivi, viti e fichi, e da aree incolte, dotate perņ
di un importante ruolo economico.
- A semicerchio intorno a Vada, da Rosignano fino al fiume Cecina, si
estendeva un'ampia zona boscosa, la selva di Asca, rammentata fin dall'840,
ai cui margini c'erano prati, adibiti a pascolo per le pecore transumanti
dall'Appennino Reggiano. Il bosco era sfruttato per la caccia e
l'allevamento brado dei suini e gli alberi erano usati per ricavarne
strumenti, legna da ardere e da costruzione, per produrre, nelle carbonaie,
carbone e carbonella che servivano per cucinare ed alimentare i bracieri.
- I coloni si servivano di attrezzi che costruivano artigianalmente; non
conoscevano l'aratro con le ruote e aravano spingendo un arnese rudimentale,
facendosi aiutare dai buoi. Coltivavano prevalentemente cereali, ma anche
olivi, viti e fichi. Trebbiavano i cereali con il correggiato (una lunga
asta alla quale era attaccato con una corda un bastone liscio) oppure
facendo calpestare i covoni ad asini o cavalli. Non conoscevano altro
concime che lo stallatico. Pigiavano l'uva con i piedi, sgranavano il
granturco a mano, trituravano con il falcetto il foraggio per le bestie.
Il podere aveva qua e lą, isolati, alberi di mele, noci e pere, per l'uso di
famiglia. Le case erano molto povere, a volte di una sola stanza; alle poche
e piccole finestre non c'erano vetri, ma solo carta oleata robusta; il
grande letto comune era un giaciglio ripieno di foglie secche di granturco.
Nelle zone boscose dell'entroterra vivevano animali selvatici come
cinghiali, cervi e lupi che venivano persistentemente cacciati, anche per
evitare che penetrassero nei piccoli centri abitati. Furono persino
stabiliti dei premi a chi riportava lupi ed altri animali pericolosi uccisi.
Pił tardi, per avere diritto al premio, bastava che uno o due testimoni ne
attestassero la cattura. Nell'archivio della Comunitą di Rosignano, agli
atti, esistono documenti dai quali risulta che il 25 giugno 1529 Sabatino di
lacopo da Rosignano ebbe il premio di lire 2 per aver ucciso una lupa nel
Ricavo di Vada, Domenico Orsini ricevette lire 60 per avere ucciso un lupo
nel Querciolo di Vada ed un certo Landi lire 120 per due lupi uccisi nella
macchia del Tripesce. Nello "Stradello del Lupo", in epoca pił recente,
venne ucciso un altro di questi animali e si ritiene che tale stradello
abbia preso il nome "del Lupo" in seguito a tale cattura.
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