Rosignano S. ieri/Scuole   

1923 - Le nuove scuole inaugurate a ottobre. Sul fondo la casa colonica 'Sardegna'
1923 - Muratori e manovali donne alla costruzione delle scuole. 1923 - Il fabbricato ad un solo piano delle elementari 1925 - Il fabbricato ad un solo piano delle elementari 1925 - Il fabbricato ad un solo piano delle elementari 1926 - Viale E. Solvay con le nuove scuole elementari 1923 - Le nuove elementari vista dal teatro. Le scuole elementari nel 1934 Scuole Solvay a Rosignano Assistenza all'infanzia Una delle aule 1935 - Corridoio delle elementari 1935 - Corridoio e aula delle elementari 1935 - Aula delle elementari 1935 - Aule. Si impara a scrivere DUCE con i cubetti Le medie, l'Ist. Professionale e Tecnico Industriale Anni '30 -  Istituto di Avviamento al Lavoro Anni 50 - Istituto di Avviamento al Lavoro 1957 - La classe del maestro Giovanni Salvestrini assiste al Consiglio Comunale. 1957 - La classe del maestro Giovanni Salvestrini assiste al Consiglio Comunale. 1957 - Maestro Salvestrini, prof. Benincasa, sig.ra Marchi, sindaco D. Marchi 1957 - Alunni e genitori Le maestre Alessandra Capriotti e Angela Chionsini 1957 - Il maestro Salvestrini e sig.ra Marchi premiano gli alunni 2 apr. 1968 - Visita di Vittorio G. Rossi (arch. Cassigoli) Gruppo maestri elementari Solvay: Amantea, Giovanni Salvestrini, Renzo Cassigoli, Neri, Vittoria Salvestrini, prof. Benincasa, Alessandra Capriotti, Angela Chionsini. (arch. Cassigoli) Gruppo maestri elementari Solvay (arch. Cassigoli) Gruppo maestri elementari Solvay: si riconoscono Giuseppe Danesin, Giampiero Celati, Renzo Cassigoli, A. Capriotti, Magretti, Amantea. (arch. Cassigoli) Gruppo maestri elementari Solvay con il direttore Corsini. Si riconoscono Capriotti, Neri, Cassigoli, Salvestrini, Chionsini (arch. Cassigoli). 18 feb. '97 - Scuole gemellate - 40 alunni della media di Give in Danimarca in visita alle Dante
 

1923 - Le nuove scuole elementari inaugurate nell'ottobre (foto 1-15)
1957 - Classe elementare in Consiglio Comunale (foto 19-23)
(Arch. Solvay, A.Pastacaldi, R.Pardini, C.Cassigoli)

                                          1915 - Urge una scuola
Campi brulli e desolati, su cui si innalzano le tamerici dai bianchi fiori, circondano la Casa Morgantini ed il Lillatro. La villa, con adiacente casa acquistata dalla Soc. Solvay dal sig. Ugo Morgantini alla fine del 1912, è adibita a direzione dei lavori dello stabilimento sino al 1° maggio 1915, data in cui l'ing. Tricot comunica a Monsieur Chardin che detta direzione verrà trasferita negli uffici provvisori della casa Santa Rosa, all'interno dello stabilimento. Nell’ottobre del 1916 la casa padronale è proposta momentaneamente come scuola per i figli dei dipendenti e dei ragazzi della borgata; tale scelta è comunicata nella lettera del 25 ottobre 1916:
"I nostri operai dimoranti nella cites e nella borgata hanno chiesto una scuola per i loro ragazzi. La scuola è obbligatoria da 6 a 12 anni. Le scuole, attualmente, sono: a Rosignano, a più di 4 chilometri; a Vada, a più di 4 chilometri; a Castiglioncello, a più di 3 chilometri. Dunque è impossibile mandarvi i loro figli senza disagio. I nostri operai in questione hanno in totale 37 ragazzi dei due sessi dai 6 ai 12 anni, che arrivano a 50 con i ragazzi degli altri abitanti della borgata. Dopo la guerra, dovremo creare una scuola e nominare dei maestri; se noi vogliamo fare qualcosa, sarà tutto a nostre spese. Abbiamo un fabbricato che potrebbe servire da scuola, è stato il nostro ufficio: vi sono due grandi sale che potrebbero servire per le classi e quattro stanze e una cucina che potrebbero essere l'alloggio per il maestro." La scuola sarà approntata ad ottobre del 1923.
(Da "Quella chiesina del mare" di C.Mancini scaricabile dal sito),
1923 - In questo anno numerose opere sociali vengono portate a compimento e messe a disposizione del personale. Il 22 settembre l'Amministrazione Centrale di Bruxelles invia in Italia "a titre d'indication" le planimetrie relative alla scuola elementare, con prevista anche una zona adibita a scuola materna utilizzando il progetto di Saline di Giraud dell'arch. Brunfaut, adattato alle esigenze locali. Alla fine del 1923 si completa la costruzione dell’edificio scolastico, con 6 vani e nel 1926 si amplia raggiungendo complessivamente 17 vani. La scuola Ernesto Solvay con aule luminose e ben arredate, disposte lungo un grande corridoio a U è quanto di più razionale si possa chiedere (foto 4-8). Inizialmente accoglie le prime cinque classi elementari. Agli inizi del 1924, anche l’Asilo Infantile con le stesse caratteristiche. Ben presto la Società Solvay ottenne l’autorizzazione per completare i corsi di studio fino all’VIII classe e risultò necessario ampliare l’edificio nel 1939 realizzando il fabbricato quadrato posto all'estremità sud, simile a quello costruito sull'ala nord nel 1934. Chiude così la precedente sede di Villa Morgantini al Lillatro (prima direzione Solvay, prima chiesa, prima scuola). Nel 1948 si procede alla costruzione del piano superiore consentendo di ospitare anche la Scuola Media al primo piano dal 1952.
1929 - Il Comune, al fine di agevolare gli ampliamenti, esentò la Società Solvay dalle tasse sui materiali come risulta dalla seguente deliberazione del 18 settembre 1929:
Oggetto: Edifici Scolastici della Società Solvay; esenzione dal dazio sui materiali da costruzione.
                                                  Il podestà
Udito che la spettabile Società Solvay chiede la esenzione dal dazio sui materiali da costruzione per l’ampliamento della scuola della frazione di Solvay Rosignano e per gli eventuali lavori di riparazione o di nuova costruzione dei locali scolastici; considerato che la predetta Società ha costruito la scuola a tutte sue spese e che anche l’importo dei nuovi lavori graverà completamente su di essa; ritenuto quindi che sia doveroso da parte dell’Amministrazione Comunale incoraggiare l’iniziativa tanto utile per il miglioramento della cultura popolare di quella frazione in gran parte abitata dal ceto operaio;
                                                  Delibera
Di esentare dal dazio sui materiali le nuove costruzioni o riparazioni di locali scolastici da eseguirsi dalla Società Solvay.

                     1929 - Corsi professionali offerti dalla Solvay
 
Consiglio Comunale - Deliberazione presa dal Podestà in data 25 febbraio 1929
Oggetto: Corso di avviamento professionale in Solvay Rosignano
                                              Il podestà
Veduto che per disposizione governativa i corsi integrativi delle scuole elementari debbono essere aboliti e trasformati in corsi di avviamento professionale;
considerato che in Solvay-Rosignano, dove esiste lo stabilimento Solvay, e che si avvia ad essere il centro più importante del Comune, tale trasformazione si impone;
veduto l’importantissimo contributo che la Ditta Solvay stessa dà a questo corso;
considerando che durante il medesimo il Comune non spende nulla nei primi sette anni, e la scuola entra a suo carico gradatamente in tre anni;
ritenuto ciò convenientissimo, nella certezza che tra dieci anni le finanze civiche permetteranno anche quest’aggravio
                                                delibera
1°di proporre la istituzione del corso di avviamento professionale in Solvay-Rosignano, stanziando nel bilancio la somma necessaria fino a lire quarantamila;
2°di ridurre lo stanziamento proporzionalmente se non vengono subito istituite le tre classi;
3°di accettare l’offerta della Ditta Solvay contenuta nella lettera 22 febbraio pp. la quale consente nel rimborso al Comune di L.40.000 per sette anni diminuendo di L.10.000 per ognuno dei tre successivi, fino a giungere la spesa a completo carico dell’Amministrazione Comunale.

                                1942-43 Refezione scolastica

Durante il periodo bellico la Società Solvay concede contributi straordinari per l’organizzazione e somministrazione della refezione a vari asili e scuole del territorio ed organizzazioni del Partito Fascista:
Asilo San Giuseppe a Caletta di Castiglioncello; Giardino d’infanzia a Rosignano Marittimo; Asilo Infantile a San Vincenzo; Asilo Infantile Maria Filippi, Luca Bini, Rosina Ambrogi a Sassetta; Fascio di Combattimento a Castelnuovo della Misericordia; Fascio di combattimento a Rosignano Marittimo; Fascio di combattimento a Rosignano Solvay; Fascio di combattimento a Vada; Gruppo rionale fascista di San Carlo-Solvay; Fascio di combattimento di San Vincenzo; Fascio di combattimento di Donoratico.


                                   Il titolo di studio nel Ventennio

Il titolo di studio assicurava un impiego adeguato. Gli ingegneri e i tecnici specializzati trovavano facilmente lavoro. Il fascismo aveva istituito il liceo scientifico, le scuole tecniche e d’avviamento professionale per il commercio, l’industria e l’artigianato, e la nuova facoltà di scienze politiche (oggi decaduta), sulla preesistente scuola di scienze politiche d’epoca liberale, per preparare non solo gli alti funzionari dell’amministrazione pubblica, ma anche i dirigenti per le organizzazioni di partito e sindacali e per i mezzi di comunicazione di massa (giornali e radio).

Il direttore tecnico dello stabilimento era un’autorità e godeva di grande considerazione. Ma
al di sopra di tutti, della stessa direzione e della dirigenza di fabbrica, c’erano i rappresentanti del partito e fascisti di provata fede
(Carlo Leoni per la fabbrica Solvay ndr). Non sempre la tessera era sufficiente per farsi assumere se non venivano riconosciute doti di sicura capacità (anche perché non esisteva il pericolo che qualcuno si rivolgesse ad altro partito). Il fascismo aveva il culto del lavoro «lieto e operoso» e l’architetto Gio Ponti aveva esaltato la qualità del lavoro italiano e «l’Italia che lavora all’italiana». Nelle industrie siderurgiche e meccaniche il rumore era in sopportabile, tra il sibilo dei laminatoi e i colpi dei magli e delle presse. Il fumo denso e giallo che si sprigionava dalle cokerie e dalle ciminiere degli altiforni invadeva e appestava gli squallidi quartieri operai costruiti a ridosso delle fabbriche e gran parte dei quartieri cittadini. Gli stabilimenti erano in città. Non esisteva alcuna prevenzione, nessun accorgimento a tutela della salute dei dipendenti, le garanzie sul lavoro erano scarse o inesistenti; gli incidenti mortali erano all’ordine del giorno e nessun sindacato corporativo protestava. Dopo trenta-quarant’anni e anche più di lavoro — giacché in fabbrica si entrava da bambini — gli operai andavano in pensione con i polmoni distrutti dalla silicosi. (Sintesi da: "Otto milioni di biciclette" di Romano Bracalini)


(Arch. Solvay - Da "Guerra a Castiglioncello" di Gabriele Milani)

1936-1941 - Si procede alla modifica dell'ingresso posteriore del giardino delle scuole elementari ed alla costruzione di un fabbricato per l'asilo. Viene ampliato anche il fabbricato delle scuole elementari con vari lavori di modifica. Si progetta anche la costruzione di due cunicoli-rifugio per 400 bambini delle  elementari, costruiti durante la guerra nei cortili interni della scuola stessa. Due tunnel tubolari dal diametro interno di m.2,20, sul modello di quello indicato in sezione nel disegno a destra, con pianta circolare visibile a sinistra. L’incarico venne affidato allo studio dell’ingegner Mario Gucci di Castiglioncello con una somma stanziata di Lire 125.267 di cui l’amministrazione comunale e la Solvay si fecero rispettivamente carico per Lire 27.750, mentre le restanti Lire 69.767 furono a carico del Ministero dell’Interno. Dopo successive ulteriori perizie la somma stanziata lievitò però a Lire 163.640, pur rimanendo invariate le cifre a carico del Comune e Solvay. Questi rifugi furono terminati nei primi mesi del 1943. Parimenti rifugi furono costruiti nelle cantine di molte abitazioni dei dipendenti nel rispetto della norma che imponeva la costruzione di rifugi e protezioni per un raggio di 600 m. intorno alle  fabbriche. Non risulta la costruzione di rifugi da parte comunale, con l’eccezione di quello sopracitato presso le scuole Ernesto Solvay di Rosignano. Su sollecitazione del Prefetto di Livorno, che il 2 dicembre 1940 aveva inviato una nota al Podestà, fu progettata la costruzione di un rifugio anche presso la scuola di avviamento professionale “Duca degli Abruzzi” di Rosignano Solvay. Esso doveva essere costituito da due torri in cemento armato provviste di tutti quei servizi indispensabili a ospitare un totale di circa 300/360 persone. Alla fine di dicembre del 1942, tuttavia, i lavori di costruzione non erano ancora iniziati perché il Prefetto non aveva dato istruzioni per l’appalto e l’inizio dei lavori. Questi rifugi non vennero mai costruiti. Quindi solo il rifugio alle scuole Ernesto Solvay cadeva sotto la giurisdizione delle autorità comunali che, in seguito a un ordine del Prefetto, avevano incaricato la custode della scuola di aprirlo, in caso di allarme aereo e in orario extrascolastico, anche ai civili esterni. La custode fu, inoltre, incaricata di sorvegliarlo e custodirlo. Il tutto dietro ad un corrispettivo straordinario. (Da "Guerra a Castiglioncello" di Gabriele Milani)

1931 - Richiesta di ampliamento scuole per il "Corso di Avviamento al Lavoro".


1932 - Solvay rifiuta l'alloggio al custode della "Scuola di Avviamento al Lavoro".


1932 - Sistemazione locali Scuola di Avviamento al Lavoro.


1939 - Solvay acquista dai Visconti Grandi il terreno per la Scuola di Avviamento.

1943 - Disposizioni per i rifugi antiaerei.


1943 - Spese per i rifugi alle Elementari Solvay

1944 - Decentramento scuola causa guerra.

1942-1944 - Inizia la costruzione del fabbricato officina della scuola Professionale su modello della scuola “C. Ciano” di Livorno. Estate 1944 - Dopo il passaggio del fronte, ed il rientro degli "sfollati", si pensò di istituire una scuola media a Rosignano Solvay. Il professor Danilo Toni, se ne fece attivo promotore, con l'appoggio dalla Società Solvay e dall'Amministrazione Comunale. Nel 1944, pertanto, furono istituite cinque classi medie, sezione distaccata della "Giosuè Borsi" di Livorno, presso i locali del fabbricato "servizi pubblici", nell'allora Via Re Alberto (oggi Via A. Moro), sopra la Dispensa, di proprietà dell'azienda. Ma l'anno successivo, ai primi del 1945, le lezioni si svolsero in Via Piave, a "Villa Seni", già abitata dall'ex direttore dello stabilimento(3a villa a est del cancello della fabbrica, lato Vada). Qui, oltre alla scuola media, anche quattro famiglie di dipendenti, ex sfollati. Da quell'anno sino al 1947, la scuola passava dalla dipendenza Borsi di Livorno a quella delle medie di Cecina. Intanto nel 1946, con delibera comunale, (sindaco Dardo Dardini), fu chiesto al Ministero della P. Istruzione, l'OK per una scuola autonoma in considerazione del costante aumento della popolazione. L'amministrazione avrebbe provveduto a quanto necessario per il funzionamento, mentre la Solvay avrebbe garantito i locali. Dopo varie discussioni sul progetto di sopraelevazione dell'edificio scolastico, prevalse la tesi dell'azienda che dette inizio ai lavori d'ampliamento dell'immobile sottostante adibito a Scuola Elementare e Materna. La sopraelevazione del fabbricato, fu portata a termine nel corso del 1947. Dall'anno scolastico 1947/48 la scuola, che successivamente assunse la denominazione "Dante Alighieri", comincia a funzionare - questa volta autonomamente - nei locali che occupa tutt'ora. Il professor Danilo Toni, ne assunse la presidenza sino alla morte, avvenuta nel dicembre 1963. Un sensibile aumento di studenti medi si verifica nel Comune dal 1956, ed è dovuto particolarmente all'accesso alle scuole Medie dei numerosi nati nell'immediato dopoguerra, anche se le evasioni all'obbligo scolastico per i ragazzi dagli 11 ai 14 anni erano approssimativamente, fino al 1960, le seguenti:
—     Rosignano M.mo 53%

—     Castelnuovo 16%

—     Gabbro 67%

—     Nibbiaia 32%

—     Rosignano S. 16%

—     Castiglioncello 30%

—     Vada 40%

La media nazionale del medesimo anno fu del 55% circa.
La scuola, raggiunse le 27 classi degli anni '80. Ad un certo momento le aule si rivelarono ancora insufficienti perciò si dovette ricorrere a succursali, prima sul Lungomare Colombo, poi ai Palazzoni, finchè nel 1981, un ulteriore ampliamento consentì la riunione degli alunni in un'unica sede. Con l’anno scolastico 1999-2000 in applicazione del programma ministeriale di ristrutturazione e accorpamento, la scuola media “Dante Alighieri” ha cessato di essere autonoma ed è stata incorporata dalla scuola media Giovanni Fattori di Rosignano Solvay diventandone succursale a tutti gli effetti.
(Per saperne di più puoi scaricare dal sito: "I cinquant'anni della scuola media Dante Alighieri a Rosignano Solvay")
1947-1948
- Viene demolita e rialzata l'ala nord-ovest delle elementari, ampliato lo scantinato e relative sottofondazioni del corpo centrale delle scuole e costruita la scala esterna del corpo centrale. Rialzata anche l'ala sud-est del fabbricato e costruita la scala dell’ala sud lato stabilimento.

4 ottobre 1953
- Finalmente la palestra della scuola di Avviamento Industriale è stata liberata dalle famiglie di sfollati che vi avevano preso posto fin dal 1949. L'Amministrazione Comunale ha provveduto ad una diversa sistemazione. Ci si augura che quanto prima la palestra possa essere rimessa in efficienza.
2 giugno 1955
- Il prof. Artidoro Dell'Agnello direttore dell'Istituto Tecnico Industriale lascia la scuola dopo 48 anni di insegnamento. Giunto a Rosignano nel 1932, con già 30 anni di insegnamento, ha salutato colleghi ed allievi con una simpatica cerimonia al termine della quale ha salutato tutti abbracciando simbolicamente il professore più anziano Guido Guideri.
1 maggio 1956
                      
Consegna del tricolore alle scuole elementari
Si è svolta al teatro Ernesto Solvay una suggestiva cerimonia con la "consegna della bandiera nazionale" alle Scuole Elementari Solvay. La semplice, ma significativa offerto è stata iniziativa di un gruppo di madri degli alunni le quali con il simbolico dono del vessillo tricolore hanno voluto ricordare ai nostri ragazzi (ma anche noi grandi siamo stati lieti di ricordarlo) quell'insieme di supremi valori morali che legano ogni buon cittadino allo Stato. Numerosi alunni e genitori erano presenti nella platea del teatro, mentre sul palco avevano preso posto le maggiori autorità della provincia e del comune con il coro delle voci bianche. La cerimonia si è aperta con l'inno di Mameli quindi la signora Frattali Amalia presidentessa del Comitato Promotore ha offerto alle scuole elementari il Tricolore d'Italia. Il professor Benincasa Direttore del Circolo Ddidattico di Rosignano ha espresso commosse parole di ringraziamento esaltando il significato dell'offerta. Sua eccellenza il Vescovo coadiutore Monsignor Pancrazio ha impartito la benedizione al vessillo, commentandone e dimostrandone il valore morale e religioso. Alcuni alunni si sono quindi ottimamente esibiti al microfono declamando poesie, cantando canzoni esaltando il nostro "tricolore". Papetti Valeria ha declamato con passione "Il saluto alla bandiera" di Giosuè Carducci. E' seguito poi il coro "La bandiere dei tre colori". Gli alunni Cortesi, Bini e Giuliani hanno detto "La nostra bandiera" Le alunne Vanzi Anna Rosa, Meoli Paola, Paladini Giuliana e Elena Bini hanno raccontato "La leggenda della bandiera". Antonio Seul ha declamato la poesia "I tre colori" di F. Castellino. Il coro col solista Ferretti ha cantato "Quando la bella mia mi ha salutato". Bottai Paola ha declamato "La bandiera" e Pierluigi Giubbilini "La preghiera per la bandiera italiana". L'inno di Mameli chiudeva quindi la cerimonia. Le autorità intervenute, dopo un breve rinfresco, si sono recati a visitare le Scuole Elementari accompagnati dal Direttore didattico professor Benincasa e da alcuni componenti  del corpo insegnante. Fra esse abbiano notato Sua Eccellenza il Vescovo Coadiutore Monsignor Pancrazio, il vice prefetto di Livorno dottor Grieco, il sindaco di Rosignano dottor Marchi, il Direttore dello stabilimento ing. Van Weyenbergh, il provveditore agli Studi di Livorno prof. Lombrassa, gli ispettori scolastici professori Bencini e Fontanelli, il Preside della Scuola Media professor Toni, il Direttore della Scuola Tecnica Industriale professor Cerisani, il parroco di Rosignano don Ezio Rivera, il commissario di Pubblica sicurezza Dott. Panebianco, il comandante la sezione dei C.C. maresciallo Pepe, il comandante la stazione dei C.C maresciallo Luciani, l'ingegner Michetti, l'ingegner Azzali, il dottor Vestrini, il signor Granucci. Il comitato "Pro bandiera" era composto dalle signore Ada Therese, Agnesi Marcella, Argenta Maria Cristina, Azzali Matilde, Benocci Ilva, Bingen Jeanne, Bini Nada, Cantini Elda, Delabye Martha, Frattali Amalia, Galeotti Elda, Guideri Dalia, Marchi Riva, Paladini Mazzolina, Papetti Ornella, Picco Sara, Scabbia Gianna, Scateni Angela, Tozzi Elda e Vecchi Flora.

               27 settembre 1956 - Prima assegnazione delle borse di studio Giovanni Serredi
Sono state assegnate le due borse di studio Giovanni Serredi per l'anno scolastico 1955/56. Il comitato d'assegnazione. esaminate le domande presentate dei candidati, ha deciso di destinare il premio agli alunni Angeli Maria Grazia di Rosignano Solvay per il proseguimento alla scuola alla Scuola Media. Lenzi Pier Luigi di Gabbro e Anichini Sara di Rosignano Marittimo (ex aequo) per il proseguimento alla Scuola di Avviamento Professionale. Le due borse di studio sono state istituite per onorare la memoria del compianto concittadino Giovanni Serredi venuto improvvisamente a mancare lo scorso gennaio. L'istituzione promossa nell'ambito comunale di Rosignano dalla ditta S. Serredi e figli di Caletta avrà la durata di 10 anni consecutivi. Sarà riservata agli alunni meritevoli e bisognosi. Le due borse di studio sono costituite dalla somma di lire 50.000 ciascuna, una per gli alunni delle elementari che passano la Scuola Media ed una per gli alunni delle elementari che passano alla Scuola di Avviamento Professionale. Agli alunni Angeli Maria Grazia, Lenzi Pierluigi e Anichini Sara, vincitori di questa prima assegnazione delle borse ed alle rispettive famiglie giunga  in questa occasione il sincero compiacimento di tutta una cittadinanza.
(Il Tirreno 29/9/1956)
                  28 novembre 1956 - È uscito "Sei rose" il giornalino delle elementari
E' uscito il primo numero di "Sei rose" il giornalino scolastico del circolo di Rosignano, una interessante iniziativa di cui si è fatto promotore e organizzatore il valente e dinamico Direttore dottor Aldo Benincasa. Sorto ad uso e consumo degli alunni delle scuole elementari di tutta la nostra zona, il giornalino si apre con una presentazione del dottor Benincasa a cui seguono le cortesi lettere di saluto e di augurio inviate agli scolari all'ispettore scolastico professor Fermo Fontanelli e dal Sindaco dottor Demiro Marchi. Il giornale contiene inoltre una rubrica dal titolo "Per l'educazione al senso mondiale", una monografia di una quarta classe "I vari Castelnuovo d'Italia", "Scrivono i ragazzi" e notizie vari, poesie, curiosità.
(Il Tirreno 30/10/1956)
   Consegnate medaglie d'oro ai maestri Vittoria e Giovanni Salvestrini e alla maestra Angela Chionsini.

8 marzo 1973 - Nei locali della Direzione Didattica del 1° Circolo di Rosignano Solvay, ha avuto luogo la cerimonia per festeggiare i maestri Vittoria e Giovanni Salvestrini e la maestra Angela Bartorelli Chionsini, recentemente collocati a riposo, tre nobili figure di valenti educatori, che hanno dedicato con passione la loro intera esistenza all’insegnamento scolastico nel nostro centro cittadino. Hanno fatto degna cornice alla cerimonia di cui trattasi diverse Autorità e personalità locali, tra cui il Direttore della Società Solvay Jacques Schreurs, numerosi insegnanti e l’Ispettrice scolastica prof.ssa Tevenè in rappresentanza anche del Provveditore agli Studi di Livorno. Per l’Amministrazione Comunale erano presenti l’Assessore alla Pubblica Istruzione sig.ra Alessandra Monti Benini e l’Assessore anziano geom. Mauro Petracchi. Nella circostanza è stato il Direttore Didattico prof. Aldo Benincasa ad aprire la serie degli interventi, illustrando ampiamente le notevoli capacità ed i meriti della maestra Chionsini e dei maestri Vittoria e Giovanni Salvestrini, che in verità hanno prestato lunghi anni di vita in una preziosa e intelligente attività in favore della pubblica istruzione. Ha preso poi la parola l’Assessore Petracchi il quale ha spiegato l’intervento dell’Amministrazione Comunale alla cerimonia quale sincera riconoscenza ai tre educatori collocati in pensione ed ai quali molti nostri cittadini, anche delle passate generazioni, debbono molto. L’Assessore, infine, tra molti applausi, ha con segnato ai tre maestri una medaglia d’oro, offerta dal Comune, a ricordo della loro solerte e preziosa opera educativa.
24 aprile 1974
- SALUTO DEL SINDACO LENO CARMIGNOLI IN OCCASIONE DELLA CERIMONIA DI INTITOLAZIONE DELL’ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE E. MATTEI.
Nel porgere il saluto dell’Amministrazione Comunale alle Autorità ed agli studenti presenti a questa cerimonia, per dare il nome di Enrico Mattei all’Istituto Tecnico Industriale di Rosignano Solvay, mi preme sottolineare che si e voluto collegare la cerimonia alle manifestazioni celebrative del 30.mo della Resistenza e della Liberazione.
Questo fa onore alla scuola, in un momento particolarmente travagliato della vita politica, culturale e sociale del nostro Paese aggravato in questi giorni dal ripetersi di molteplici e gravissimi episodi di criminalità politica che lasciano preoccupato ed indignato tutto il Paese.
Da questi fatti criminosi, che fanno parte di una trama eversiva ideata per colpire a morte le istituzioni democratiche, vengono ad assumere nuova attualità La Resistenza e la guerra di Liberazione, che dettero al nostro Paese la Repubblica e la Costituzione.
E' in quel contesto di storia vissuta, combattuta e sofferta che assume spicco e maggior valore il nome di Enrico Mattei, dirigente e comandante della gloriosa Resistenza italiana.
Uomini di cultura e studenti parteciparono alla lotta contro il nazifascismo, per liberare il nostro Paese, nel nome di ideali che accumunarono ed unirono uomini ed idee diverse, ma vi parteciparono anche perché uscisse dalla vittoria popolare una scuola nuova, libera e democratica, educatrice di nuove leve di giovani, futuri dirigenti delle attività produttive e della società.
Questi uomini e questi giovani parteciparono alla guerra di Liberazione raccogliendo il messaggio del Prof. Concetto Marchesi, contenuto nel discorso inaugurale dell’anno accademico all’Università di Padova, il 28 Novembre 1943, e che fu il manifesto della riscossa della cultura italiana.
Nel campo della scuola e dell’istruzione la Resistenza non è ancora compiuta; molto c’e ancora da fare per non vanificare le speranze di tutti coloro, uomini di cultura, studenti, operai e contadini, che nella lotta antifascista dettero il meglio di loro stessi per la conquista di una società nuova, democratica e progressista. Saremmo stati tutti quanti più soddisfatti se a nome di Enrico Mattei antifascista e dirigente del C.N.L.A.I. fosse stato intitolato, non questo Istituto Tecnico Industriale, ma quello che da tempo è stato programmato dall’Amministrazione Provinciale di Livorno.
Il nuovo istituto, progettato nell’area già appositamente acquistata sotto via 2 Giugno è ancora mancante del finanziamento che fu già compreso nelle scelte provinciali per l’edilizia scolastica prevista con la Legge dello Stato n. 641 del 28 Luglio 1967.
Nel rinnovare il saluto dell’Amministrazione Comunale agli studenti, alle Autorità, all’On. Sottosegretario, desidero indirizzare un vivo interessamento a tutti coloro che hanno a cuore un miglior funzionamento della scuola, perché la realizzazione del nuovo Istituto Tecnico Industriale possa divenire una prossima realtà.                                            

Scuola Media - Si sono succeduti:

I PRESIDI TITOLARI

Toni Danilo

Benini Ugo

Virgone Enrico

Arrighi Adelmo

Monteleone Giuseppe

Furetta Frida

Cioni Gioetta

Campanile Maria

Parlavecchia Francesco

Viti Dolores
Giancarlo Bolognesi
Franco Turini
Bini Elena
 

I PRESIDENTI D'ISTITUTO 

Parrini Sergio

Lenzi Manrico

Bruni Giulio

Lazzeri Luciano

Frascini Francesco

Barontini Marcello

Francalacci Katia

Somarova Vera

Pini Carlo

Giaconi Giovanni

I SEGRETARI 

Schiano Frida

Salvatori Vanna

Rega Quirino

Ruggeri Anna

Caccavale Franca

 

I CINQUANT’ANNI DELLA SCUOLA MEDIA «DANTE ALIGHIERI" A ROSIGNANO SOLVAY
(Per saperne di più puoi scaricare dal sito: "I cinquant'anni della scuola media Dante Alighieri a Rosignano Solvay")
(Concessa dalla Prof. Caroti Graziella insegnante presso la scuola)

1923-1924/2023-2024 - CENTO ANNI DI SCUOLA, CENTO ANNI DI VITA

La scuola elementare Ernesto Solvay ha festeggiato cento anni di attività. Sulla porta principale dell’edificio è stato sistemato uno striscione “Cento anni di scuola, cento anni di vita”. Per condividere con i cittadini questo importantissimo traguardo, la scuola ha organizzato una serie di attività. Prima di tutto alcune mostre di foto e documenti d’epoca, in parte appartenenti all’archivio della scuola e in parte inviati dai cittadini, che la dirigente e lo staff della scuola hanno invitato a prendere parte in modo attivo alle celebrazioni per i cento anni di attività. Le esposizioni nei locali della scuola, aperte a tutta la cittadinanza, sono state inaugurate lunedì 20 maggio alle 17 e sono rimaste visitabili tutti i pomeriggi fino a giovedì 23 maggio, fino alle 19. Il 23 maggio è stato inoltre organizzato un appuntamento riservato esclusivamente agli attuali alunni della scuola primaria Ernesto Solvay e della secondaria di primo grado Dante Alighieri, insieme alle loro famiglie al teatro Solvay con il programma “Ricordi”, un pomeriggio fatto di storia, aneddoti e tanta musica con le classi della scuola.  Tuttigiorninfo

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Rosignano Solvay ieri