Rosignano S. ieri/Albergo Giardino   

Colombo Conforti e l'albergo anni '60 - Vedi testo sotto Angelo, padre di Colombo in posa da Foto Aringhieri in via Aurelia. Angelo, padre di Colombo militare a Sciacca. Angelo con il figlio Franco nei pressi del negozio Falchi a Castiglioncello. 1931 - Autografo custodito da Angelo, grande estimatore del tenore Beniamino Gigli. 2012 - L'Hotel Rosignano oggi. Agosto 1910- La domanda di Conforti Colombo per avere il porto d'armi per fucile, appena arrivato a Rosignano.
 

 1960 - Matrimonio all'albergo Giardino sulla via Aurelia. Nella foto 1 a dx in alto Colombo Conforti (1875-1973)
Sotto una delle lampade a petrolio che illuminava i tavoli della locanda "Paese Novo" ed il cannocchiale che usava per osservare il lavoro nei campi, quando in precedenza era fattore dei Mastiani-Brunacci. In basso la tomba nel cimitero di Vada. Seguono alcune foto di famiglia (2-5).
(Archivi Mario Marchetti, Franco Corsi, Alberto Conforti per gentile concessione)

                      Quando c’era la locanda, ma non il paese 
 Negli anni cinquanta, la famiglia Marchetti acquistò la storica locanda di Colombo Conforti e la adibì anche ad albergo ampliandola e conferendole più o meno l’aspetto odierno: l’edificio fu innalzato di tre piani (primo, secondo e soffitta), mentre sul retro fu realizzato un fabbricato con camere e servizi, (la struttura attualmente destinata a camere). L’area compresa fra questa costruzione e l‘albergo, tenuta come orto dai Conforti, fu trasformata in un giardino dotato di tavoli e sedie, dove i clienti venivano serviti nella bella stagione. Da qui il nome di “Albergo Giardino”. Nel 1976 i fratelli Marchetti (Bruno, Armando, Niccola, Spinello e Sestilia) cedettero la gestione a Tullio Cardinali, un imprenditore umbro che la gestì fino alla chiusura nel 1990. Nel 2007 l'albergo ristrutturato doveva riprendere l'attività con il nome di “Hotel Rosignano”, scelto perché non esiste un’altra struttura in paese che si identifichi così chiaramente con il posto, ed evoca inconsapevolmente l’antico nome del locale che sorgeva sulle stesse fondamenta: la trattoria “Paese Novo”; con questa espressione, infatti, gli abitanti di Marittimo e dei dintorni identificavano il pugno di case sorte lungo la via Aurelia, nel pezzo di pianura fra Vada e Castiglioncello, agli inizi del secolo scorso, in seguito all’insediamento della fabbrica Solvay. Il proprietario della locanda, Colombo Conforti (1875-1973), che di gestione di locali se ne intendeva, dato che aveva già portato avanti un’altra attività del genere, (la prima in assoluto nella zona), sempre sull’Aurelia, ma poco più a sud dove oggi è il bar "Maiorca" vicino all'angolo di "via della Nonna" oggi "Via del Monte alla Rena", (inizio lavori marzo 1912, apertura maggio 1913), quando l’unica fabbrica che c’era era la fornace lungo il fiume Fine, edificata per costruire i 50 milioni di mattoni necessari alla costruzione della "fabbrica”. Se Solvay trovò qui una parte importante della sua America, il nostro Colombo, che con lo scopritore del nuovo mondo non aveva in comune solo il nome, fiutò l’affare, intuendo che tutti gli operai che lavoravano alla fornace e alla realizzazione dello stabilimento, dovevano pur essere sfamanti dopo una giornata di duro lavoro. Il nipote di Colombo, Alberto Conforti che oggi ha sessantotto anni, riferisce, dai ricordi dei genitori, che questa primissima locanda, oltre a trattoria era uno spaccio dove si vendevano prodotti di vario genere, dal sale ai francobolli, al chinino, “perché” - spiega - “questa era ancora una zona malarica”. L’apertura della trattoria “Paese novo”, l’antenata del futuro “Albergo Giardino”, oggi “Hotel Rosignano”, invece, è successiva e il signor Conforti la fa risalire agli anni Trenta. Alberto, possiede ricordi personali di questo locale, che allora sorgeva su un solo piano, con una cucina e una sala pranzo, dove c’era una tavola di marmo e ghisa con lumi a petrolio. Anche qui si vendeva un po’ di tutto e nel dopoguerra anche le immagini e gli oggetti sacri che la mamma di Alberto portava da Montenero e che, secondo i suoi racconti, erano molto apprezzati dai soldati americani. Il signor Alberto ricorda anche che qui venivano a mangiare famosi artisti dell’epoca che si esibivano al Teatro Solvay; “per esempio, sono passati di qui Nanda Primavera, famosa attrice di operetta e Maura Dani, attrice di prosa”. 
(Sintesi da "Il Tirreno" del 1/12/2006 di Chiara Castaldi)
Dopo dieci anni di totale abbandono una struttura carica di storia nel centro di Rosignono Solvay torna a nuova vita. Silvano Polzella, in qualità di amministratore della Edilcar Srl di Rosignano Solvay è intervenuto con senso civico e imprenditoriale per garantire anche un'immagine più consona alla vocazione turistica del paese. La società diventata proprietaria dell'immobile dal 27 aprile 1999, inizia con grande impegno un percorso lungo e travagliato di restauro e riqualificazione di quello che era l’Albergo Giardino. Un lavoro che non è stato breve o neanche facile e si è protratto nel tempo. Finalmente il 2 luglio 2011 l’hotel Rosignano ho aperto i battenti.
Queste le principali caratteristiche della struttura che si sviluppa su tre piani serviti da ascensore. Dispone di 18 camere molto accoglienti, complete di tutti i moderni confort e insonorizzate per assicurare un perfetto riposo e un soggiorno piacevole. Molto accogliente anche lo reception che si affaccia sull'Aurelia ed è attigua alla sala Tv. Questa parte dell'hotel è completata dalla sola colazioni, con angolo bar.

                                              Ricordi

Racconta Franco Corsi, altro nipote di Colombo: quando era solo la "Trattoria da Colombo" ed era solamente un fabbricato con il solo piano terreno ed un tetto di tegole rosse, sul retro c'era un grande orto, curato pazientemente da mio nonno, e dal quale ricavava frutta ed ortaggi per la famiglia e per la trattoria. In questo orto esisteva una enorme pianta di fichi, testimone di grandi scorpacciate e conseguenti mal di pancia per noi nipoti. Sul bancone, vicino a quel famoso lume a petrolio, mio nonno teneva tre contenitori di vetro per la vendita del caffè in grani. Contenitori che riempiva tutti dallo stesso sacco fornito dalla Ditta Arcaffè di Livorno e che vendeva  a 4, 6, 10 centesimi all'etto. Mi ricordo che tutti i clienti pretendevano quello da 10, rifiutando quello da 4 perchè scadente, sotto il sorriso comprensivo, sotto i baffi, di mio nonno.

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