La storia della ferrovia inizia nel 1900 con il "Comitatone"...
Un
secolo fa il nostro viandante poteva camminare lungo la strada
del Littorale senza dover sobbalzare all'arrivo di una
sbuffante vaporiera volgendo il capo a mirare la natura aspra
e selvatica o scambiando un cenno di saluto con qualche raro
barrocciaio assonnato sotto lo scuro cappello. Tra tutti i
cambiamenti avvenuti in un secolo nessuno ha
sconvolto il paesaggio più della costruzione della ferrovia
voluta per incrementare lo sviluppo turistico. Nei primi anni
del secolo un lungo solco viene scavato ai piedi e tra le
colline, le parti più elevate vengono traforate dalle
gallerie e i botri vengono attraversati da ponti e viadotti.
Cambiano i corsi della strada del Littorale e un nuovo
panorama si disegna lungo la costa. Si gettano le fondamenta
della stazione, che prenderà le forme del castello, si
stendono i binari disturbando il sonno bimillenario di tanti
Etruschi che tra il Quercetano e Vada avevano trovato
silente sepoltura e si ridisegna il paesaggio della costa...Nel 1871 Pisa ottiene il collegamento ferroviario con
Collesalvetti che dal 1862 è collegato a Vada e quindi a Roma.
Livorno resta tagliata fuori e seguono anni di inutili
proteste, finchè dopo
l'articolo del 25 gennaio 1900 sul Tirreno "Livorno abbandonata e
segregata", parte la costituzione di
un "Comitatone" per la richiesta della Viareggio-Livorno-Vada,
nel comune partecipano il barone Patrone con 500 lire ed il
cav. Grandi con 200, ma dopo pochi mesi, il 2 maggio 1902 il "Comitatone" abbandona la soluzione da
Viareggio che appare futuristica e punta sulla tratta Livorno-Vada per
togliere la città dall'isolamento. Il
Comune nel settembre 1903 pur essendosi estraniato dal progetto ferrovia chiede una
stazione a Caletta, mentre il progetto la prevede al Quercetano. Anche
l'anno successivo il 10 giugno 1904
viene
ribadita in Consiglio comunale la richiesta di realizzare una stazione ferroviaria a
Caletta. Il 4 settembre dello stesso anno a
Livorno viene firmato l'appalto per la costruzione della ferrovia
litoranea a binario unico e subito si programmano lavori e lotti.
Il 4 novembre
1904 viene firmato l'appalto per il tronco ferroviario di 27,5
km della Livorno-Vada ad un solo binario...Il
24 febbraio 1905 in Consiglio Comunale continuano le accese
discussioni
per ottenere la conferma della stazione a Caletta, mentre il
sindaco informa che il barone Patrone ha già in tasca la
designazione per una stazione davanti al suo castello. Nel
1907 il nuovo sindaco Ettore Simoncini
rettifica la posizione comunale chiedendo la stazione
fra Caletta e la località Monte alla Rena, ma intanto l'ing. De Montel
che costruisce la ferrovia, ha
quasi terminato la stazione di Castiglioncello a immagine del castello...il 12 settembre 1907 viene aggiunta una
variante importante ed attesa: doppio binario, il "Comitatone"
esulta...partono
subito i lavori...mentre continuano le dispute per
accaparrarsi le stazioni secondo gli interessi presenti
in Consiglio Comunale. Salta Caletta e si
candida Monte alla Rena - Mondiglio, ma anche qui mancano le strade...Nel
1914 ci
penserà la Solvay ad ottenere il suo raccordo industriale con
stazione annessa, pronta nel 1916...Vada invece ha già la sua
per la preesistente linea per Collesalvetti fin dal
1862...
18
aprile 1902 - Il Comitatone Pro-Ferrovia invita il sindaco
di Rosignano alla manifestazione del 22 aprile.
1902 - Il Comitatone
Pro-Ferrovia indice una seconda manifestazione per il 27
aprile.
1° maggio 1902 -
L'Associazione Industriali e Commercianti pro ferrovia
invita i cittadini a non accettare uffici pubblici.
18
giugno 1902 -
Il Comitato Pro Ferrovia indice un comizio.
18
giugno 1902 - Invito per il Comune di Rosignano per il
Comizio al Politeama
Giugno
1902 - Relazione della Commissione inviata a Roma dal
Comitato Popolare.
Da
GAZZETTA LIVORNESE del 3-4 luglio 1910
L'Inaugurazione
della ferrovia Livorno-Cecina
Il viaggio
da Livorno a Castiglioncello
Malgrado
l'ora mattutina
da tutte le cose
coloniche che
lungo
il percorso avviciniamo,
numerose
persone ci
attendono applaudendo
il nostro passaggio.
Dalle finestre,
molte delle quali tappezzate, facce sorridenti
di uomini,
donne, vecchi e fanciulli
lanciano
su di noi i loro sguardi curiosi. Ma
noi abbiamo fretta,
e via,
senza nemmeno lievemente
soffermarci, proseguiamo
il nostro
cammino, solo rispondendo agli
applausi ai sorrisi ed ai saluti con pari sentito
entusiasmo. Abbiamo traversato l'Ardenza, Antignano:
eccoci al Boccale,
a Calafuria, imbocchiamo il tunnel del Telegrafo.
Il viaggio che sino a questo
punto erasi effettuato senza alcun incidente
e prometteva di riuscire
veramente incantevole, ha avuto un arresto
nella sua marcia meravigliosa. Mentre la testa
del convoglio stava per uscire
dal tunnel, e si accingeva
a attraversare
il Ponte di Calignaia per imboccare la galleria del Sassone,
il convoglio ha avuto uno strano rallentamento, sè udito
indistintamente uno strano rumore come quello
di vetri infranti ed il treno è
arrestato improvvisamente.
Per la rottura di un ganci il treno si è diviso nettamente
in due parti, e prima di poter ripartire
il convoglio ha subito una buona mezz'ora di ritardo.
Riprendiamo il nostro viaggio, e per le gallerie del Sassone
e del Romito eccoci a Quercianella. Alla stazione di questo
piccolo paese una imponente dimostrazione ci attende:
tutti quei buoni paesani, i villeggianti con
a capo la musica di Montenero, ci attendono per manifestarci
il loro giubilo. E si applaude, si grida fra uno sventolio
di bandiere e di fazzoletti nervosamente agitati.
Più in giù, in un prato, appoggiate alla cancellata che
divide la ferrovia dai campi, stanno appoggiate
un nugolo di vispe fanciulle guidate da alcune monache,
sono le componenti di qualche collegio, in villeggiatura a
Quercianella: tutte ci salutano sorridenti, guide comprese, e
noi...rispondiamo ancora. Eccoci sul torrente Chioma, sul
Fortulla, eccoci inoltrati nella galleria del Quercetano, in
quella del Castello, eccoci a Castiglioncello.
Castiglioncello
la placida costiera
ove rombo non è di cateratte
fragoroso ci attende!
I villaggianti nelle chiare vesti estive,
le signore nelle
loro eleganti
toilette mattutine, i
paesani vestiti
a festa, ci attendono.
Da Rosignano, da Castelnuovo
della Misericordia,
da tutti i paesi vicini la folla
è accorsa a portare il suo
saluto entusiasta a noi,
il reverente omaggio a S. M. il Re
d'Italia
che fra breve deve giungere. Sul
piazzale interno della stazione
trovansi schierate la Filarmonica di Castelnuovo della Misericordia,
la Società di Mutuo Soccorso
dello paese, i veterani di Castiglioncello,
il Comitato locale per i festeggiamenti
tutti con bandiera. Le
autorità discendono perché
ormai non proseguiremo più
per
Cecina; il treno reale è già
partito da Cecina
e quindi a Castiglioncello terminiamo il nostro viaggio.
Giunge
la macchina staffetta
che annuncia il prossimo arrivo
del treno inaugurale: si mette
in testa al treno inaugurale e questo riprende la via del
ritorno.
L'arrivo
del Re
a Castiglioncello
Sul
piazzale della stazione si trovavano ad attendere S.M. il sindaco di
Livorno comm. Giuseppe Malenchini, il
Prefetto comm, Doneddu, il
senatore Panizzardi,
il comm. Galeotti,
il signor Francesco Ardisson,
gli onorevoli Orlando, Cassuto
e Bianchi, l'ammiraglio Baggio-Dacarne,
i tenenti generali Viganò e Samminiatelli,
il maggior generale Turletti,
gli ingegneri comm. Saverio Parisi
e Piero Lorenzo
Parisi (titolari dell'impresa costruttrice
ndr). All'arrivo
del treno reale la folla prorompe
in applausi mentre
la musica intona la Marcia reale. Le
autorità si apprestano al vagone ove trovati
il Re o salgono sopra
onde continuare seco
Lui il viaggio inaugurale. Poco dopo
il treno si mette
in movimento
e lascia Castiglioncello
per Livorno acclamato entusiasticamente dalla
folla ancor
più fattasi numerosa.
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