La fabbrica/Insediamento   

1914 - La sodiera in costruzione 1914 - Dalle incastellature visibili le riserve salamoia. Al centro casa S.Rosa ancora con i pagliai nell'aia 1914 - La ciminiera è terminata 1914 - Il fabbricato della sodiera Costruzione della sala macchine 1915 - Vista da nord 1915 - Lo stabilimento visto dalla stazione La sala macchine 1916 - Vista da nord, la produzione di soda caustica è iniziata 1917 - Il viale E.Solvay che porta allo stabilimento

 

17 settembre 1913 - Inizia la costruzione della fabbrica. All'inizio del 1916 comincia la produzione
di soda causa uso militare 
(Foto Arch. Solvay, G. Marliani, Volpi-Capriotti)

                               La scelta della valle del Cecina
Una volta presa la decisione di costruire una sodiera in Italia, era necessario scegliere il luogo più adatto. E bisognava tenere conto dell’ubicazione di materie prime, infrastrutture e clienti.
- Materie prime: principalmente sale e calcare. Sotto questo aspetto la Sicilia era la regione più ricca di giacimenti di salgemma, oltre a ciò era circondata da acque salate, ma il trasporto dei prodotti finiti verso la clientela si presentava molto oneroso. E poi il calcare non era disponibile nei pressi delle coste. Inoltre sarebbe stato difficile approvvigionare di carbone una sodiera situata all’interno della regione, vicino ai giacimenti di sale, a causa della mancanza d'adeguati mezzi di trasporto. La Sardegna era meglio piazzata dal punto di vista dell’economia nei trasporti, ma il sale era carente e di prezzo elevato. Le altre saline della penisola non erano in grado di alimentare una sodiera e quindi la scelta cadde sull’unica zona in grado di soddisfare tutti i requisiti: la valle del Cecina. La zona scelta presentava diversi vantaggi, anche per quanto riguardava le altre materie prime necessarie alla sodiera. Innanzi tutto si trovava a poca distanza dai grossi giacimenti di sale, nei pressi di Volterra. Inoltre il calcare era disponibile in diverse località: ad esempio a Rosignano Marittimo, in una cava che alimenterà lo stabilimento fino al 1929, ed a San Carlo, la cava ancor oggi attiva. Ma per le sintesi chimiche occorre anche molta acqua, ed in zona vi era anche una buona disponibilità d’acqua dolce ed ovviamente pure salata, vista la vicinanza al mare. Per quanto riguardava i combustibili solidi, la Toscana, con i suoi giacimenti di ligniti, rappresentava il 34% del totale italiano, seppur nel quadro di un panorama nazionale non certo esaltante. Ed infatti la Solvay si approvvigionò di carbone dall’estero, seppur non esclusivamente, in quanto nel corso degli anni anche le miniere italiane fornirono una parte del fabbisogno energetico richiesto dal processo chimico. Dati i suoi limitati consumi, l’ammoniaca non costituiva un grosso problema. In ogni caso era disponibile il prodotto proveniente dalla vicina Larderello. L’industria italiana d’ammoniaca sintetica ebbe poi un ottimo sviluppo tra le due guerre, ed anche non lontanissimo da Rosignano Solvay sorsero diversi impianti di questa produzione.
- Le vie d’accesso erano buone. Rosignano si trovava in una posizione privilegiata in quanto servita dall’importante arteria ferroviaria Pisa-Roma, a quell’epoca da poco terminata, e dalla Via Aurelia, strada carrozzabile di grande comunicazione. Il porto di Livorno, a soli 25 chilometri, assicurava un ottimo collegamento marittimo.
- Infine i clienti. Il fatto di trovarsi decentrati, rispetto al triangolo industriale Milano-Torino-Genova, non deve trarre in inganno, in quanto per il carbonato di sodio il mercato di riferimento era, e continua ad essere, quello del vetro. Prendendo in considerazione questo settore, ancora nel 1911 il panorama produttivo si presentava molto frammentato, ad esclusione d’alcune grosse imprese. Fra queste eccezioni vi era l’impianto di vetro piano della Saint Gobain, industria leader del settore, che decise di insediarsi in Italia nel 1889, per sfuggire alla guerra sui dazi che si era scatenata tra le differenti nazioni in quel periodo. La località prescelta fu Pisa, e la decisione si rivelò particolarmente felice, in quanto nel 1913 lo stabilimento si presentava già come una delle più potenti unità di fabbricazione europee. La produzione di vetro piano ha sempre rappresentato il settore più importante del comparto. Ma anche altre lavorazioni vetrarie non erano distanti da Rosignano. Ci riferiamo ad esempio a diverse fabbriche di vetro cavo per bottiglie, ed a tutta la fabbricazione dei fiaschi, che era concentrata in Toscana.
(Da: "Il gruppo Solvay in Italia nei primi anni del novecento" Tesi di Laurea di: Rodolfo Lollini scaricabile dal sito)

Adunanza 24 febbraio 1916 - Permuta di suolo stradale con la ditta Solvay
Il Presidente a nome della giunta Municipale propone:
                                                                       Il Consiglio

Veduta la propria deliberazione 9 agosto p.p. approvata dalla Giunta Provinciale...il 4 ottobre successivo, con cui si stabiliva eseguire alcune permute di terreno con la Ditta Solvay,
Veduto che questa in cambio del suolo della via della Quercioleta, a seconda di tale deliberazione, deve cedere al Comune la nuova via che dalla stazione di Rosignano giunge al confine Solvay-Grandi,
Ritenuto che nel fissare tale confine si è caduti in errore perchè la strada da cedersi al Comune non principia dalla stazione e nemmeno dal piazzale della medesima, sebbene dal passaggio a livello della ferrovia.
Ritenuto necessario correggere in tal senso e di aggiungere che la Solvay si impegna a mantenere sempre in buono stato detto piazzale e la via che immette in quella da cedersi al Comune permettendovi il pubblico transito.
                                                                         Delibera
Di modificare la suddetta deliberazione 9 agosto p.p. nel senso che in cambio della proprietà del suolo della via della Quercioleta il Comune accetterebbe dalla ditta Solvay il tratto di strada che dal passo a livello prossimo alla nuova stazione ferroviaria di Rosignano giunge al confine Solvay-Grandi della superficie di mq. 7000 o quanto sia a corpo non a misura con le indicazioni catastali già date e con l'impegno da parte della Ditta Solvay a permettere il pubblico transito nel piazzale della nuova stazione e sulla via che conduce da essa a quella oggi ceduta, mantenendo sempre l'una e l'altra in buono stato.
Nessuno domandando la parola, il deliberato che sopra viene posto ai voti dal Presidente e risulta approvato con voti 19 favorevoli, nessuno contrario, resi per alzata e seduta.

Difficile è reperire personale generico ancora fortemente legato all'attività tradizionale agricola, impossibile trovarne in zona di tecnicamente preparato.

1913 - A dicembre si legge nella «Relazione annuale del Comune di Rosignano Marittimo alla Camera di Commercio e Industria di Pisa», per un'inchiesta sulla situazione economica (agricoltura, industria e commercio). Risulta che sono iniziati i lavori per la costruzione dello stabilimento Solvay e C. il quale sarà pronto, si dice, fra sei-sette anni e servirà per la produzione della soda con il sistema Solvay. «... detta Società ha acquistato una vistosa parte di territorio in pianura e fertilissimo, che viene così sottratto ad ogni possibile attività agricola...». Chiaro quindi che anche l'Amministrazione (gestita da sempre dalle famiglie dei proprietari terrieri locali), ha forti riserve nell'accettare la nuova presenza industriale.
La fascia litoranea del comune, attraversata dalla linea ferroviaria Livorno-Vada, parallela alla S.S. n. 1 Aurelia, si chiamava a quell'epoca Castinglioncello-Mondiglio. Mondiglio consisteva in un piccolo nucleo di case lungo la strada che da Rosignano M.mo portava alla punta del Lillatro. Esistevano in quell'epoca nella zona, poche altre abitazioni isolate ad uso agricolo, in località Lillatro e Lo Scoglietto.
 La popolazione del Comune di Rosignano al 31/12/1913 è di 11.019 abitanti. Con questo numero si chiude un epoca storica perchè questa landa desolata, già macchia di caccia ai cinghiali per i Medici ed ora alle lepri e allodole, dall'estate del 1913 diventa un immenso cantiere...Non c'è più disoccupazione nel comune e nemmeno in quelli vicini. Flotte di lavoratori in bicicletta ed a piedi giungono ogni mattina da Cecina e da tutti i paesi collinari del circondario...

1914
- Il 18 luglio l'officina ha già le porte e le apparecchiature sono montate...La ciminiera è a 6m. e 40. In corso il montaggio della carpenteria del fabbricato caldaie. La stazione è a 1,20 m. di altezza...


1915
- A marzo la ditta Santoni lavora alla ciminiera che supera i 50 m... Ma il 24 maggio anche l'Italia entra in guerra...a giugno la stazione è finita ed entra in servizio solo la parte merci, la ciminiera è 100 m.
L'ing. Chardin fa domanda al Ministero per istallare un impianto provvisorio per la fabbricazione di soda caustica ad uso esplosivi, domanda subito accolta. A dicembre Lo stabilimento viene dichiarato "ausiliario" all'attività militare per decreto ministeriale e potenziato al massimo per affrontare la produzione bellica. Arrivano con grandi difficoltà e tempi lunghi, macchinari dagli Stati Uniti...Il 13 settembre 1915 L'ing.Herzen invia un rapporto a Bruxelles: si trovano gli operai conduttori, ma non abituati al lavoro in fabbrica, tornitori, aggiustatori, carpentieri sono quasi tutti andati militari.

1915
- 4 marzo.
Il rapporto Solvay a Bruxelles sottolinea: raccordo ferroviario inaugurato, alla stazione mancano solo le finestre, ultimate varie case tipo sette (bifamiliari per impiegati in via Dante), teleferica da Acquabona arrivata la carpenteria. La fabbrica avanza: ciminiera finita, forni a calce struttura ultimata. Per seguire meglio i lavori gli uffici della Direzione vengono spostati dalla villa Morgantini al Lillatro alla casa colonica Santa Rosa interna allo stabilimento. I lavori proseguono alacremente fino alla metà dell'anno, ma ad agosto scoppia la guerra mondiale nel nord Europa, ed il personale specializzato francese viene richiamato in patria, inevitabili i ritardi ai quali si cerca di rimediare dando la precedenza alle opere edili e di montaggio della carpenteria che arriva pronta, sperando che la guerra sia breve. Arrivano tonnellate di carpenterie da montare, la teleferica dall'Acquabona è in allestimento. Nell'ottica di una "economia di guerra" che va prendendo piede, viene data precedenza assoluta alla produzione di caustica per uso esplosivi lavorando con ritmi obbligatori di 12 ore per 6 giorni. Lavorano in fabbrica 327 operai con 50 donne.

1916
- Nonostante la guerra in corso, è annata eccezionale fin dai primi mesi. Si deve completare la costruzione ed avviare la produzione...Si superano ostacoli di tutti i tipi...il carbon coke per i forni a calce arriva dall'Inghilterra perchè scarseggia la lignite da Ribolla...l'energia elettrica manca di frequente...e manca il personale causa la guerra. Anche alle cave dell'Acquabona mancano braccia...ma in autunno la fabbrica è attiva con una squadra di esperti operai francesi. Alla fine dell'anno si fanno già 20 ton/giorno di soda caustica con un totale di 531 ton delle quali 486 avviate alle fabbriche di esplosivi...

ROSIGNANO NUOVO è il nome provvisorio del paese che sta sorgendo dall'8 giugno 1914, ma è un nome che non entra nell'uso comune. Successivamente su pressioni della società Solvay viene revocato e stabilito che la zona Mondiglio, Monte alla Rena, Paese Nuovo e Lillatro deve chiamarsi ROSIGNANO, ma genera confusione con il capoluogo. Solo il 20 agosto del 1917 si decide, per fare chiarezza e venire incontro alle ovvie pressioni aziendali di passare a ROSIGNANO SOLVAY, ma il problema del nome si concluderà in via definitiva solo con la Deliberazione del 9 ottobre 1936 "Cambiamento di denominazione". (Vedi la storia del nome)
Alcune citazioni storiche sono brevi sintesi ricavate da "Sale e pietra" di Celati - Gattini e da altri documenti.

Rosignano Solvay la fabbrica