Rosignano Marittimo ieri

                                   L'origine dello Stemma Civico     
       Relazione del comm. Pietro Nencini incaricato di far confezionare la bandiera del Comune.

Ill.mo signor sindaco
In seguito al verbale incarico della S.V. di occuparmi della rinnovazione della bandiera del Comune, in modo che la sua forma ed i suoi colori rispondessero a criteri storici, tradizionali ed anche artistici, e nei limiti di una spesa modica, mi credo obbligato, ora che la bandiera è compiuta, di esporre alla S.V. i criteri che mi hanno guidato nella ordinazione della bandiera stessa, non tanto per mia giustificazione personale, quanto anche perché rimanga memoria che la bandiera non fu determinata a caso.
E' noto che l'origine di Rosignano si perde nei secoli lontani, ma è noto ancora che la sua storia scritta e documentata si parte dai Longobardi e via via acquista importanza maggiore nei successivi secoli del dominio feudale, repubblicano e granducale.
Diversi similari di stemmi che si vedono tuttora scolpiti nel collo della cisterna di castello e in una lastra di pietra a fianco della porta d'ingresso della vecchia chiesa, stemmi che non sono posteriori al 1300, ci danno un sicuro punto di partenza per la scelta della forma dello stendardo e fermandomi pertanto a questa epoca, ho proposto la bandiera con asta di legno guarnita con punte metalliche e terminata con alabarda, e col rettangolo di stoffa dentato nel lato minore opposto all'asta, come una bandiera di stile medievale.
Sulla forma e sul contenuto dello stemma centrale non vi poteva essere dubbio di sorta, perché il campione è scolpito, come ho detto, nel collo della cisterna di castello, in mezzo a due altri stemmi.
E quel campione è stato precisamente riportato sulla bandiera; scudo ovale, con sei rose stilizzate, disposte in serie di tre in alto, poi due, e una.
Nella scritta intorno allo stemma ho messo “Comunità “ in luogo di “Municipio” per mantenere il carattere dell'epoca e per la stessa ragione, le lettere sono di forma gotica pura.
La scelta dei colori non era altrettanto certa, anzi piuttosto controversa per queste ragioni:
Nell'opera del Passerini “Le armi dei Municipi Toscani” pubblicata nel 1864, lo stemma di Rosignano è rappresentato da uno scudo d'argento con sei rose rosse. Il Passerini dice di averlo rilevato da uno stemma appeso nella porta di una chiesa del paese e datato dal 1608.
L'affermazione non è esatta, perché un'arme del Comune sulla porta di una chiesa ed in un'epoca recente come quella del 1864, nessuno l'ha mai veduta, come testimoniano i vecchi alcuni dei quali a quell'epoca avevano anche venti anni e più. Non si può nemmeno supporre che lo stemma fosse dipinto su legno o su tela, perché dal 1608 non si sarebbe potuto conservare.
La data del 1608 non è stata però presa a caso, perché è quella incisa su uno stemma in marmo posto sopra uno sportello della cisterna della piazza delle Logge.
E' probabile pertanto che il Passerini abbia veduto, od abbia avuto notizia di questo stemma e siccome il campo e le rose dello stemma non hanno alcuna striatura convenzionale, così può supporsi che il Passerini abbia ritenuto il campo, bianco, perché appunto nella pietra non vi erano striature e le rose, rosse, perché in generale, quando si vede una rosa rappresentata sulla pietra od in una stampa, il pensiero corre alla rosa rossa.
E' noto che in araldica i colori graficamente sono rappresentati con striature, così per esempio la striatura a linee verticali rappresenta il colore rosso, quella a linee orizzontali, l'azzurro, quella a linee diagonali verso destra il verde, e così via. Lo scudo privo di striature rappresenta il bianco, o l'argento.
Non sempre però il convenzionalismo delle striature è stato osservato, ed infatti nessuno dei tre stemmi della cisterna di castello ha striature, e sarebbe assurdo vedere da ciò che campo e [imprese] di quegli stemmi dovessero essere tutti bianchi.
Che l'affermazione del Passerini non sia esatta, si deduce anche dal fatto che, dovendo il Comune nel 1865 recare una bandiera a Firenze per la celebrazione del 6° centenario di Dante, fece fare una bandiera azzurra, con scudo azzurro e sei rose rosse.
Se sulla porta di una chiesa ci fosse stato uno stemma del Comune, come afferma il Passerini, con campo in argento il Comune lo avrebbe certamente adottato.
E poi nessuna chiesa era di proprietà del Comune e quindi non si spiega perché sulla porta di una chiesa avrebbe dovuto esserci uno stemma comunale.
Dal Passerini però, tutti hanno attinto la convinzione che lo stemma di Rosignano debba essere in campo bianco e rose rosse, come risulta dalle carte della deputazione sulla nobiltà toscana, e come ci è stato comunicato dalla R. Commissione araldica toscana di Firenze.
Dimostrata la inesattezza delle affermazioni del Passerini, ho seguito un'altra via.
Premetto che molte ricerche fatte negli Archivi di Stato di Pisa e di Firenze per rintracciare sulle copertine, sui frontespizi, o nelle pagine degli Statuti del Comune qualche stemma a colori, come in antico si usava, riuscirono infruttuose.
Quando io ed altri miei coetanei eravamo giovani, nella sala del Consiglio Comunale c'era un piccolo dipinto in cornice che rappresentava lo stemma del Comune e ci ricordiamo benissimo che era col fondo turchino e con le sei rose bianche.
Uno stemma che stava sopra la porta dell'Archivio Comunale e che tutt'ora si conserva, ha il campo turchino con le sei rose bianche, e questo stemma fu rifatto nel 1829 dal pittore Raffaello Petrini di Livorno, per incarico del Console Signor Teodoro Tausch, in sostituzione di altro stemma consumato, il quale naturalmente doveva avere gli stessi colori.
C'è quindi una tradizione almeno di qualche secolo sui colori dello stemma e quindi della bandiera: cioè il turchino del fondo e il bianco delle rose, le quali essendo nello stemma antico della cisterna a cinque petali, corrispondono alle rose selvatiche delle siepi che sono bianche, sono frequenti nei nostri contorni, e sono sicuramente quelle che i primi ideatori prescelsero per lo stemma del Comune nei secoli lontani, come quelle che spontaneamente qui prosperavano, e dalle quali forse il nostro paese attinse il suo nome.
Tra l'affermazione inesatta del Passerini che assegna allo stemma di Rosignano il campo bianco e le rose rosse, e le argomentazioni e la tradizione di almeno due secoli, che ci indicano lo stemma col campo turchino e le rose bianche, io non ho avuto titubanza ad attenermi a questi ultimi colori e mi lusingo che la S.V. approverà i miei criteri.

Rosignano Marittimo giugno 1925                                           
                                                                                   Con ossequio
                                                                                   Devotissimo
                                                                                    P. Nencini

P.S.

In un volume sulla “Statistica della Provincia di Pisa” pubblicato a cura del R. Prefetto Luigi Torelli in data 30 luglio 1863 alla pag.45, a maggior conforto di quanto ho esposto, trovo scritto per Rosignano: “lo stemma di questo Comune rappresenta sei rose in campo turchino.”
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Oggetto: STEMMA CIVICO

REGNO D'ITALIA

Il Capo del Governo – Primo Ministro Segretario di Stato

Veduta la domanda del Commissario Prefettizio di Rosignano Marittimo diretta ad ottenere il riconoscimento dello stemma civico e la iscrizione di quel Comune nel Libro Araldico degli Enti Morali;
Veduti gli atti presentati a corredo di questa domanda;
Udito il Commissario del Re presso la Consulta Araldica, nelle sue conclusioni;
Udita la Giunta Permanente Araldica;
Veduto l'articolo 32 del regolamento sulla Consulta Araldica approvato con regio Decreto 5 luglio 1896, n.314;
Salvi sempre eventuali diritti di terzi interessati;

DICHIARA

spettare al Comune di Rosignano Marittimo (Livorno) il diritto di fare uso dello stemma civico miniato nel foglio qui annesso, che è: D'azzurro a sei rose araldiche d'argento bottonate d'oro, poste 3, 2, 1 – Corona ed ornamenti del Comune.

Doversi prendere nota del presente provvedimento nel Libro Araldico degli Enti Morali.

Roma, addì 20 ottobre 1927 – Anno V

                                                                                        Il Capo del Governo

                                                                                              f/to Mussolini

Trascritto nei Registri della Consulta Araldica oggi 21 ottobre millenovecentoventisette

                                                              Il Cancelliere della Consulta Araldica

                                                                              f/to illeggibile
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                                                                                                     (Dai manoscritti originali a cura della dr.ssa Barbara Rossi di Microstoria, per gentile concessione)

...la storia continua nelle didascalie delle foto con ...

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