Rosignano Marittimo ieri    

           Il primo cinematografo del comune  
L'avvio si ebbe con un tentativo di campagna promozionale, intrapresa in anticipo e condotta in modo frettoloso. Tutto, infatti, incominciò con una domanda in carta da bollo, stilata in data 4 agosto 1909 e indirizzata al Delegato di Pubblica Sicurezza di Rosignano Marittimo, alfine di ottenere l'autorizzazione per poter attaccare i... manifesti. Due giorni dopo, allo stesso Ufficio, pervenne la perizia dell'ing. Guerrini che assicurava la stabilità del locale da adibirsi a sede degli spettacoli cinematografici. Quando giunse la risposta della Questura - era l’11 agosto - allora, ma solo allora, il delegato pensò bene di riunire i documenti in una cartella così intestata:  “Cinematografo-Meini Olinto e Braccini Osvaldo”. Prime scene da film. La Questura specificò che il certificato tecnico inviato attestava la stabilità del locale, ma non provava l'adozione di misure atte a garantire l'incolumità pubblica. Inoltre dettava altre e precise disposizioni al riguardo “della pubblica igiene, curando altresì l'isolamento delle condutture elettriche”.
13 agosto 1909: con lettera indirizzata al Sindaco i signori Meini e Braccini chiesero (era l'ora!) licenza per dar corso alle proiezioni cinematografiche.
18 agosto 1909. - Il Sindaco scrisse al Prefetto della Provincia: “Il delegato chiede che apposita Commissione, come prescritto dalla legge riguardante i teatri, sia invitata a visitare il locale e a trarre le opportune decisioni. Non reputando, però, che per l'apertura di un cinematrografo occorra applicare le disposizioni vigenti per i teatri, chiedo sia lasciata facoltà alla commissione stessa di prescrivere i mezzi sufficienti a garantire l'incolumità pubblica. Ma non esistendo qui la persona adatta e cioè il tecnico sia per i motori a benzina sia per l'impianto elettrico, domando se esiste un funzionario governativo adatto e a chi spetti corrispondere l'indennità ad esso dovuta”. Giuseppe Comparini, primo cittadino del Comune, andò giù piuttosto duro nell'intento di favorire l'apertura del locale. La trama si fece più incalzante.
28 agosto 1909 - Altra lettera del Sindaco al Prefetto: “Si trasmette il verbale della visita fatta dalla Co­missione al locale dei sigg. Meini e Braccini, dove risulta che la commissione stessa ha ritenuto che la sala offre sufficienti garanzie per l'incolumità pubblica”. Rimasero insoluti i due piccoli misteri: il nome dell'esperto in disparati campi, figura preminente nella schiera dei collaudatori, e il nome dell'Ente che gli corrispose la dovuta mercede. Ma era un film dell'era pionieristica, dove parecchio veniva lasciato all'immaginazione.
Dissolvenza. 1 ottobre 1909 - Lettera della Questura di Pisa al Sindaco di Rosignano, nella quale si informa delle lamentele dei proprietari del fabbricato dove “si dovrebbe impiantare il cinema” dovute al grande rumore del motore a scoppio”. Quel “si dovrebbe impiantare” fu un poema, visto che proprio le programmazioni in atto procuravano il chiasso indiavolato.
5 ottobre 1909 - Risposta del Sindaco alla Prefettura di Pisa. “I sigg. Meini e Braccini fanno presente di aver acquistato un nuovo motore, molto più silenzioso, e di aver avuto il permesso di installarlo in un casotto dal Comune stesso autorizzato”.
E il cinema andò. Non ebbe il nome di “Splendor” o di “Paradiso”. Rosignano libertaria non si smentì ed anche il suo primo ed unico locale di svago volle dare un nome in perfetta linea con la sua fede popolare: Francisco Ferrer. Fu, questi, l'anarchico protagonista della “tragica settimana” di Barcellona, fucilato sui bastioni di Montjuch il 31 luglio 1909. Fine del primo tempo.                                          
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Secondo tempo. 9 marzo 1910. - Lettera del Prefetto di Pisa al Sindaco di Rosignano Marittimo: “In seguito all'infortunio di cui è stato passivo il 5 scorso l'operatore elcttricista Ferdinando Corsini, causato dall'incendio della pellicola in codesto cinematografo ed in seguito ad altri reclami pervenuti a questo Ufficio, ho disposto l'invio per domani stesso del vice-Questore Giuseppe Montmaspon per le relative indagini e per i provvedimenti del caso, tanto più che detto cinematografo è stato attivato senza il permesso di questo Ufficio. Prego la S. V. di voler assistere detto funzionario nel disimpegno dell'incarico ricevuto”.
Dunque ci fu anche il colpo di scena, l'incendio. Purtroppo il regista di questo film era alle prime armi e non riuscì ad inquadrarlo. Ce ne dette solo un minimo scorcio, di sbieco e in “campo lungo”.
Dissolvenza incrociata.
28 marzo 1910. - Lettera del Sindaco di Rosignano Marittimo al Questore di Pisa: “Le invio il verbale di visita redatto dalla Commissione incaricata di accertare le condizioni del cinematografo Menicagli”. Un clamoroso errore del primo cittadino nello scrivere un nome? Niente di tutto questo visto che la spiegazione dell'arcano seguì, chiara ed immediata. “Debbo significarle, signor Questore, che il Meini ha rifiutato di fare direttamente la domanda, inquantoché, egli dice, per i continui lavori fatti al cinematografo ha dovuto servirsi dei denari della moglie anticipatigli dal suocero. Questi ha voluto che alla figlia fosse intestato tutto il macchinario e l'impianto”.
Ultima dissolvenza. 5 aprile 1910: - Lettera del Prefetto di Pisa al Sindaco di Rosignano Marittimo: “Preso atto di quanto la S. V. riferisce, Le significo che nulla osta da parte mia perché a Menicagli Isolina sia rilasciato il permesso di esercizio del cinematografo sito costì in Piazza San Nicola, previo pagamento della tassa di concessione di lire 6, da applicarsi sulla licenza”. Fine.
  (Da "Quando la luna sorrise al lampionaio" di Celati-Gattini)

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1909 - Meini Olinto e Braccini Odoardo - Licenza per spettacoli cinematografici. 
Delegazione di Pubblica Sicurezza di Rosignano Marittimo - Addì 13 agosto 1909
I sottoscritti individui hanno domandato il permesso di dare un gran numero di rappresentazioni cinematografiche in un locale sito in piazza S.Nicola di questo paese. Tale locale come risulta dal certificato tecnico presentato a quest'ufficio dagli interessati, rilevansi le condizioni statiche della sala che si intende adibire per spettacoli cinematografici, ma non la prova che siano state adottate le necessarie garanzie a tutela dell'incolumità pubblica, essendo il locale in parola non adatto e quindi non suscettibile degli adattamenti necessari data la ristrettezza degli ambienti. Pertanto prego la S.V. Ill.ma compiacersi disporre, perché sotto questo riguardo siano dalla commissione incaricata della visita, giusto gli articoli 49 della legge di P.S. e 40 del relativo regolamento, predisposte tutte quelle garanzie che debbono esigersi per tutti i luoghi destinati a pubblico spettacolo a tutela della pubblica incolumità ed anche della pubblica igiene e che sia altresì curato l'isolamento della conduttura elettrica per prevenire incendi possibilissimi in casi di corti circuiti. La pregiata S.V. Ill.ma vorrà poi disporre perché mi siano inviate due copie del verbale relativo ai provvedimenti che la Commissione avrà adottato, dovendone spedire una copia alla superiore autorità e nel contempo farmi conoscere se gli interessati abbiano adempito agli obblighi di legge, sia per quanto riguarda la produzione elettrica, sia per l'esercizio del motore relativo, considerato come mestiere rumoroso. La ossequio Il Delegato.

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