Franco Mauro Franchi - biografia

Franco Mauro Franchi è nato a Castiglioncello nel 1951. Risiede e lavora a Rosignano Solvay. Scopre in età giovanile la propria vocazione per l'arte, che gli viene sollecitata dallo scultore Rolando Filidei, (vedi biografia) suo insegnante di educazione artistica alle scuole medie. Nel 1966 si iscrive all'istituto d'arte a Lucca, compiendo una scelta decisiva per la scultura, ma continuerà a dipingere e ad esporre quadri in personali e rassegne, ricevendo anche importanti riconoscimenti. A Lucca avrà come insegnante lo scultore Vitaliano De Angelis, una presenza fondamentale nella sua formazione linguistica e tecnica. Si iscrive all'Accademia di Belle Arti di Firenze, alla scuola di Oscar Gallo. Presso la Scuola di incisione di Domenico Viaggiano compie le prime esperienze incisorie. Intanto,a Cecina, frequenta il pittore Sirio Bandini, nella cui galleria espone ripetutamente e conosce numerosi artisti. Dopo il diploma, nel 1976 entra all'Accademia di Firenze come assistente di scultura di Oscar Gallo. Nel 1989 vince la cattedra di Scultura e insegna per un anno all'Accademia di Belle Arti di Foggia. L'anno successivo gli viene assegnata quella di Bologna dove insegna fino al 2000, quando passa alla cattedra di scultura all’Accademia di Belle Arti di Carrara, dove insegna attualmente. Ha partecipato a importanti rassegne e allestito personali in Italia e all'estero. Ha eseguito sculture monumentali collocate in spazi pubblici e privati. Lavora con eguale partecipazione la pietra e il bronzo, esprimendo un senso della forma ampia e solare, che aspira a rappresentare nell'immagine predominante della donna la forza vitale che pervade l'universo. Conosciuto da tutta la critica internazionale è uno dei più apprezzati scultori contemporanei. A Firenze è notissimo per il bronzo "Inquieto risveglio" in piazza Francia. Numerose le sue personali in Italia e all’estero. Ha eseguito, inoltre, sculture monumentali collocate in spazi pubblici e privati: alcuni suoi lavori sono a Martigny (Svizzera), Bre (Svizzera), Mine Yamaguchi (Giappone). Scrive Nicola Micieli, critico d’arte: «… Franchi diventa amabile e intrigante quando si abbandona al piacere dell’invenzione formale, sciorinando una teoria di fanciulle recitanti che sono piccoli miracoli di equilibrio nella inusitata abnormità delle fattezze corporali. Le più curiose e paradossali sono le figure enfiate a mo’ di palloncini, non già alla Botero, beninteso, ma con una loro garbatissima naturalezza delle movenze e delle posizioni in verità spericolate e improbabili a quel grado di pinguetudine...A raccoglierle tutte le opere degli ultimi anni, comporremmo uno straordinario gineceo, non già segreto e iniziatico da harem orientale o da bagno ingresiano che dir si voglia, sibbene campestre o marino e accessibile a chiunque, intendente d’amore, sappia gustarne le gioie segrete...Loro evidente peculiarità è difatti lo sviluppo e l’articolazione grandiosa dei volumi dilatati oltre ogni credibilità anatomica, direi estroflessi con una potenza espansiva che presuppone l’azione di una forza endogena sulla forma, cui imprime un respiro profondo che la rende, per analogia, equivalente a più ampie conformazioni naturali, traslato e metafora di un “paesaggio” saldo e solenne, nel luogo corporale celebrato in chiave sacrale. » (dalla monografia Franchi. Mater scultura, ediz. Bandecchi & Vivaldi, Pontedera, 1994).(Sintesi da: ww.statuariamarmi.it e www.teknemedia.net)
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"Ogni materia ha un linguaggio. E' compito dello scultore capire il linguaggio della materia, anche se la scultura obbliga a tempi lunghi". Sono i materiali caldi i prediletti da Franchi, dove la mano dell'autore lascia visibile "i segni dell'agire". Indelebile segno dello stato d'animo, di quel "gesto del fare che pulsa di vita".
A Rosignano l'opera di Franchi è visibile in Piazza Pardubice
(vedi), con la quale ha partecipato al "Simposio di scultura" che si è tenuto nel luglio 1981 nel parco del castello Pasquini (vedi)

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