Nibbiaia ieri

LA FAVOLA DEL NATALE 1957
 

Non c'era una volta un ponte...no, no, non sono pazzo, voglio solo raccontare una dolcissima favola che accadde quarant'anni fa...!

Era proprio il 1957 a Rosignano e nonostante l'insediamento industriale della società Solvay l'agricoltura era ancora molto fiorente. Le famiglie, sempre molto numerose, vivevano nei poderi che sorgevano qua e là su tutto il territorio comunale e spesso molto distanti dai centri abitati. Per andare a scuola i bambini dovevano alzarsi all'alba e camminare per ore su per le colline, attraversando i campi e le macchie per poi fare ritorno al tramonto... era certamente una vita molto dura! 

In quell'anno il circolo didattico di Rosignano diretto dal dott. Aldo Benincasa pubblicava un giornalino per gli alunni delle scuole elementari sul quale principalmente scrivevano i ragazzi stessi, e fu proprio su questa pubblicazione dal nome "Sei Rose" che apparve una raccolta di scritti riguardanti "i piccoli marciatori di ogni giorno". Storie spontanee scritte dai bambini che dovevano affrontate quotidianamente lunghi tragitti per poter istruirsi, storie che destarono ammirazione e commozione come quella della piccola Marisa Leonzio che chiedeva in regalo un ponte, "un ponte vero" per poter attraversare il torrente Chioma che nella cattiva stagione aveva troppa acqua per essere guadato.

Marisa era una bambina di nove anni figlia di agricoltori ed abitava a Gorgo, una località all'estremo limite del comune di Livorno proprio sul torrente Chioma che ne delimita il confine con il comune di Rosignano Marittimo. La bambina frequentava la quarta classe delle scuole elementari di Nibbiaia, essendo questo il centro abitato più vicino, e tutti i giorni affrontava mille difficoltà nel traversare le macchie che erano sul tragitto. E l'insidia maggiore era proprio rappresentata dalle acque impetuose del torrente che durante la stagione delle piogge poteva essere guadato soltanto con l'aiuto del carro del babbo.

"... il mio babbo ha detto - A novembre ci faccio il ponte così ci passi meglio. - ...delle volte corro per arrivare a casa prima, specialmente quando piove o se no quando viene giù da Mantenero quel vento ghiaccio..."; queste erano le semplici parole scritte da Marisa e che vari quotidiani riportarono parlando del giornalino "Sei Rose".

"Ha chiesto alla Befana un ponte per andare a scuola "scrissero i quotidiani, ed il caso volle che la Befana esaudisse il desiderio. Era una Befana un pò strana, moderna, che invece di stare a cavalcioni sulla scopa magica, guidava comodamente una Alfa Romeo targata Roma. Arrivò all'improvviso a Nibbiaia cercando di Marisa e con lei volle percorrere il lungo sentiero fino al torrente accompagnato ovviamente dai compagni di classe. "Ti regalerò il ponte! " furono le sue parole.

La strana Befana non era altri che un distinto signore con baffi di nome Enzo De Bernart, capo dell'ufficio stampa della CEIAD Columbia, una casa cinematografica che in quel periodo stava girando un film, ormai famosissimo, dal titolo"Il ponte sul fiume Kwai". L'interesse della casa cinematografica era ovviamente mirato a pubblicizzare l'imminente uscita del film e la storia della bambina di Gorgo giungeva a proposito. Fu ordinato l'immediato inizio dei lavori per poter consegnare alla bambina un ponte identico a quello del film nel giorno della Befana trasformando così una storia di sacrifìci e sofferenze in una dolce favola di Natale.

In pochi giorni la sperduta collinetta di Gorgo fu meta di un continuo pellegrinaggio da parte di giornalisti e fotografi inviati da quotidiani e settimanali. Volevano conoscere nuovi particolari e fotografavano tutto e tutti. Gorgo e la piccola Marisa diventarono famosi e tutta Italia si commosse leggendo la storia di una coraggiosa scolaretta che per raggiungere l'aula di una lontana scuola di campagna affrontava quotidianamente delle difficoltà che sembravano troppo grosse per una bambina così piccola.

La costruzione del ponte risultò più difficoltosa del previsto; era lungo diciotto metri, largo quattro e poggiava su grosse basi di cemento armato. Era interamente in legno e perfettamente somigliante a quello del film diretto da David Lean ed interpretato da William Holden.

Il ponte fu inaugurato ufficialmente domenica 19 gennaio 1958 anche se Marisa lo attraversava già da quanto erano state posate le prime tavole. La cerimonia attirò a Gorgo moltissimi giornalisti, fotografi, operatori televisivi e cineasti e risultò riuscitissima anche se impegni di lavoro impedirono la partecipazione di William Holden che fino a pochi giorni prima era data per certa. C'era la banda che suonava Thè River Kwai March, c'era la scolaresca di Nibbiaia e dintorni, l'affezionatissima maestra Rossana Cecconi, il Sindaco, il Direttore delle scuole, i funzionari della casa cinematografica, le forze dell'ordine e tanti tanti curiosi. La favola è finita. Niente affatto. Era solo agli inizi...

Un'altro ponte lungo qualche migliaio di chilometri era in costruzione per la piccola Marisa. Avrebbe unito la sperduta collina di Gorgo con gli Stati Uniti, Washington, New York e le altre metropoli americane. Questo grazie all'Organizzazione studentesca per gli scambi internazionali con sede a Washington. Marisa volò così in America con il babbo e la Befana con i baffi, ma senza la maestra alla quale il Provveditore non concesse il permesso nonostante il benestare del Ministero.

In America Marisa fu ricevuta dall'Organizzazione studentesca che l'aveva invitata, fu presentata alla signora Eisenhower, intervenne alla "prima" di gala del film "Il ponte sul fiume Kwai" come ospite d'onore, partecipò a numerose trasmissioni televisive e fu intervistata da centinaia di giornalisti. Conobbe alte personalità e uomini illustri, giocò con i figli del vicepresidente Nixon, vide la Casa Bianca e milioni di altre cose fantastiche.

Al rientro in Italia, Marisa fu accolta da una piacevole sorpresa. Grazie all 'interessamento di Donna Carla Gronchi, che già prima della partenza aveva provveduto ad un corredo di vestiario adeguato per la bambina ed il suo babbo, Marisa potè proseguire gli studi dopo le elementari.   Dal periodico del Circolo “Il Domesticheto” Hobby e collezionismo 

Il ponte di Marisa porta a Hollywood

 

Come una bambina di 9 anni fu ricevuta da ambasciatori e presidenti


 «Cara befana, vorrei un ponte». Era questo il desiderio espresso da una bambina di 9 anni, Marisa Leonzio, figlia di contadini di Gorgo. Era il 1957 e Marisa ogni mattina camminava per 3 km, attraversando i campi e i boschi per arrivare a scuola. Tra la casa e la classe della quarta elementare che frequentava a Nibbiaia scorreva un piccolo torrente, il Chioma, che in inverno diventava un ostacolo difficile da superare, specialmente quando si gonfiava per la troppa pioggia.
 A volte Marisa e il fratello Pantaleone restavano bloccati dall’altra parte e non potevano tornare a casa da scuola, altre volte il padre, quando c’era, la prendeva sulle spalle per farla passare o la faceva salire sul carro trainato dai buoi.
 Il tema galeotto. «Un giorno costruirò io un ponte tutto per te», le diceva scherzando. Un giorno la maestra diede ai bambini un tema da fare e Marisa raccontò il proprio viaggio quotidiano per arrivare a scuola: «Quando vengo a scuola e piove la maestra mi dice “Povera Marisa! Vai ad asciugarti alla stufa. Sei la bambina più brava e coraggiosa perchè devi fare tutta quella strada da sola”». Poi arrivò una grande macchina al podere paterno. Ne uscì fuori un signore elegante con il completo nero. Si mise davanti al padre di Marisa, gli tese sorridendo una mano. «Sono qui perchè vorremmo costruire noi il ponte a sua figlia». Il padre rimase attonito. Era alto, molto magro, con i baffetti neri. «Ma chi è lei, chi le ha detto del ponte? Io non posso aiutarvi a costruirlo, non ho soldi». Ma l’elegante messaggero non si lasciò scomporre: «Abbiamo letto il tema di sua figlia e penseremo noi a tutto». Il tema scritto dalla bambina era infatti stato pubblicato nel giornale didattico e da lì era riuscito a incuriosire un giornalista di Firenze.
 Cammina cammina.. La storia di Marisa, costretta a camminare così tanto ogni mattina, si diffuse fino a raggiungere gli eleganti studi di una casa cinematografica, la Ceiad Columbia occupata in quei giorni a pubblicizzare l’uscita di un nuovo film di guerra hollywoodiano, «Il ponte sul fiume Kwai». Marisa divenne il centro di una grande propaganda mediatica: la Columbia si incaricò di costruire sul torrente Chioma un ponte di legno identico a quello ideato nel film e gli venne dato il nome della bambina.
 Nelle foto si vede l’inaugurazione del ponte, lungo 16 metri e largo 5: al centro dell’immagine la bambina dagli occhi azzurri e spalancati, con i capelli sciolti e i calzettoni bianchi tirati su fino alle ginocchia, lo attraversava timidamente per la prima volta. Divenne l’inizio di una storia esemplare, di quelle che le nonne raccontano la sera ai nipoti per farli addormentare. Marisa fu travolta da un vortice che la rese famosa in Italia e nel mondo, e che la portò non soltanto a casa del presidente italiano Gronchi, ma anche alla Casa Bianca, dalla nuora di Eisenhower a Washington.
Giocò con i figli di Nixon, fu ricevuta da ambasciatori e presidenti, venne contesa da programmi radiofonici e televisivi. Parlarono di lei giornali americani, spagnoli, francesi, fu invitata alla prima visione americana e italiana del film. In una foto compare in braccio all’attore William Holden; in un’altra donna Carla, moglie del presidente Gronchi, che comprò a lei e a suo padre i vestiti per andare in America, le accarezza i capelli; in una terza un sorridente senatore americano la invita a bere il latte che non le piace e lei lo guarda perplessa.
 Bambini da ogni parte del mondo iniziarono a mandarle fiumi di lettere: «Alla proprietaria del ponte- scrivevano-come siamo fortunati noi rispetto a te che devi camminare così tanto». Ma cosa pensava Marisa, catapultata all’improvviso dalla sua casa di Gorgo senza elettricità alle luci sfavillanti di New York?
 «Guardavo tutto con gli occhi di una bambina - ricorda - non capivo perchè mio nonno si commuovesse così tanto, “Ma cosa avrà da piangere?”, mi chiedevo. Tutta quell’attenzione su di me alla fine mi stancava, senza considerare che il film di cui divenni il manifesto pubblicitario parlava di guerra con i giapponesi e lo dovetti vedere sia in inglese, senza capirci niente, sia in italiano. Che noia!».
 L’attore, che noia! Per non parlare di quando William Holden, il protagonista del film, venne da lei, porgendole galantemente un mazzo di viole. «Volevo buttarle via: a Gorgo ne raccoglievo tantissimi mazzi e non capivo perchè le sue dovessero essere speciali. Ma mio padre mi fermò». Tuttavia la storia di Marisa rimase una bella favola che le permise di avere i soldi per iscriversi alle magistrali e diplomarsi.
 «Ogni tanto, specialmente nel periodo di Befana i giornalisti continuano a cercarmi per raccontare la mia storia e a me piace farlo». E un giorno una nipotina telefonò a casa da Benevento: «Zia, c’è la tua storia sul mio libro di italiano».
 La vicenda reale della bambina di Gorgo diventò così ufficialmente la bella fiaba della bimba povera che, ottenuta la considerazione del mondo, scelse volontariamente di tornare a casa. E anni dopo la scomparsa del ponte di Marisa la storia della bambina non è stata ancora dimenticata.
(Foto e testo di Roberta Giaconi "Il Tirreno" 7-1-2007)

                      Si inaugura oggi il ponte chiesto da una bimba alla Befana
Per raggiungere la scuola, la piccola doveva guadare un torrente - Il desiderio, espresso in un tema, esaudito da una casa cinematografica.
Domani, domenica, Marisa Leonzio, una bimba di nove anni, avrà il ponte che aveva sognato e che aveva chiesto in dono alla Befana: il desiderio della piccola di Gorgo, una frazione di Rosignano Solvay, sarà realizzato. Marisa vive insieme al babbo, la mamma, il nonno e un fratellino, Pantaleone, più grande di lei di due anni, in una vecchia casa colonica in una zona semideserta dove si giunge non attraverso strade asfaltate ma seguendo stretti sentieri circondati da boscaglia. A sei anni, cominciò a frequentare la scuola di Nibbiaia: una stanzetta che accoglie quattordici bimbi della quarta elementare e altre sedici della terza, ai quali insegna un'esile ragazza blonda, Rossana Cecconi. Ma quanto cammino prima d'arrivare a scuola, sotto la pioggia, la neve e il vento gelido d'inverno! E mattina e sera il guado del torrente Chioma, quasi in secca d'estate, ma minaccioso e pauroso nei mesi invernali. Un'ora e mezzo all'andata e un'ora e mezzo al ritorno. Fu così che quando la maestrina di Nibbiaia dette a Marisa per tema: «Seimila passi da scuola
», tanti diceva la bimba di doverne compiere mattina e sera, essa trovò subito cosa dire: espresse il desiderio che la Befana le portasse in dono non bambole e balocchi, ma un ponticello vero, che l'avesse aiutata a superare il torrente, senza correre rischi e senza aver paura. Lo svolgimento del tema di Marisa fu pubblicato dal giornaletto scolastico di Rosignano Solvay, che ha per titolo «Sei rose». Poi la storia fu conosciuta dai giornali e cadde sotto gli occhi di qualcuno della casa cinematografica Columbia Pictures. Commossi dall'ingenuo desiderio espresso da Marisa, i dirigenti della Pictures inviarono a Marisa un loro incaricato che disse alla bimba che avrebbe avuto il ponte desiderato. Una ditta specializzata di Rosignano Solvay fu incaricata della costruzione. Così è nato il ponte, in legno e muratura, che traversa da sponda a sponda il torrente Chioma e che porterà il nome di chi l'aveva sognato. Alla inaugurazione che avverrà domattina saranno presenti tutti gli scolaretti di Nibbiaia con la maestrina, schierati sulla sponda sinistra del torrente: Marisa, insieme al fratellino e al nonno, arriverà dalla sponda destra, traverserà il ponticello e l'inaugurazione sarà cosa fatta. Ci saranno anche i rappresentanti della Columbia Pictures, giornalisti, fotoreporters, macchine da presa cinematografiche e le telecamere della TV. E ancora autorità civili e religiose e la banda musicale. (La Stampa 18/1/1958)
 

Il ponte e la favola bella: Marisa Leonzio, la bambina di Hollywood, oggi fa la nonna
Sessantanove anni ma non li dimostra, nata da una famiglia di contadini a Gorgo, località sperduta nelle campagne di Nibbiaia, oggi è residente a Collesalvetti, sposata, due figli e cinque nipoti. Lei si chiama Marisa Leonzio ed è un po’diversa dalle donne della sua età perché ha un passato favoloso, anzi la sua storia è davvero una favola. Tutto cominciò esattamente 60 anni fa quando di anni ne aveva solo 9. Nell’anno scolastico 1957-1958 frequentava la quarta elementare a Nibbiaia e la sua maestra era la signorina Rossana Cecconi diplomatasi da poco. In quel dicembre del 1957 la maestra dette agli alunni il compito di descrivere quali doni desideravano per le feste natalizie. Molti ragazzi scrissero che la loro aspirazione era di ottenere un trenino o un fucile, mentre per le ragazze l’oggetto del desiderio era in genere una bambola. Bisogna dire che Marisa, abitando in campagna a tre chilometri dalla scuola, ogni mattina doveva anche attraversare quasi a guado il torrente Chioma. E allora nella sua letterina alla Befana scrisse che il dono per lei più bello sarebbe stato un ponte su quel torrente in modo che il suo viaggio giornaliero fosse un po’più agevole.
L’allora direttore del Circolo didattico del comune di Rosignano prof. Benincasa, colpito dall’originalità di quel desiderio, pubblicò la lettera alla Befana sul giornalino scolastico “Sei Rose” da lui creato. Subito dopo sulle cronache locali uscirono articoli che riprendevano integralmente ciò che aveva scritto Marisa. La notizia rimbalzò poi sulle pagine di alcuni quotidiani nazionali e dopo qualche giorno la favola della bambina di Gorgo ebbe inizio. Un grosso dirigente della casa cinematografica americana Columbia, che stava per lanciare nel mondo il film “Il ponte sul fiume Kwai” con Alec Guinness e William Holden, per la regia di David Lean, chiese il permesso al comune di Rosignano di costruire un ponte sul torrente Chioma identico a quello del film per regalarlo a Marisa Leonzio. In tempo di record il ponte in legno lungo 16 metri e largo 5 fu realizzato e, il 19 gennaio 1958, quel fantastico dono fu ufficialmente “consegnato” all’alunna di Gorgo. Alla cerimonia erano presenti il prof. Demiro Marchi sindaco di Rosignano con la fascia tricolore, il provveditore agli studi della provincia di Livorno, alcuni dirigenti della Columbia, una quantità di giornalisti dei quotidiani nazionali e quasi tutti gli abitanti di Nibbiaia. Ancora oggi Marisa ricorda che mentre attraversava il ponte molti di loro piangevano e lei a quel tempo non riuscì a comprendere perché. «Solo qualche anno dopo – dice – ho capito il significato di quelle lacrime». Fu comunque una festa meravigliosa che scintillava negli occhi stupefatti e anche un po’increduli della piccola Marisa bersagliata dai flash e dalle domande. Quel ponte era destinato a segnare una svolta radicale nella vita di quella bambina. Lei, cresciuta in modo semplice nella campagna di Gorgo fra le galline che razzolavano nell’aia e i buoi che tiravano l’aratro nei campi, venne catapultata in un mondo che non era il suo. Infatti dopo l’inaugurazione Marisa fu ricevuta al Quirinale da donna Carla, moglie di Giovanni Gronchi a quel tempo presidente della Repubblica. Lei si presentò con due regali: il giornalino scolastico “Sei Rose” dove era pubblica la sua lettera alla Befana e un mazzo di sei rose che sono il simbolo del comune di Rosignano Marittimo.
Il 2 febbraio del 1958 Marisa conquistò addirittura la pagina della copertina della Domenica del Corriere che in un grande disegno a colori la rappresentava mentre attraversava il ponte seguita dalla banda musicale. Anche i giornali americani pubblicarono foto e articoli della vicenda di “Marisa del ponte” . Una vicenda che a questo punto divenne ancora più favolosa perché l’Associazione Americana Scambi Studenteschi Internazionali con sede a Washington, la cui presidentessa onoraria era Mamy Eisenhower, consorte del presidente degli Stati Uniti, la invitò per una visita di dieci giorni in quel Paese.
Marisa Leonzio con suo padre Alberto il 19 marzo partirono da Roma alla volta di New York. Il viaggio di andata e ritorno fu offerto dall’Alitalia. Con loro era un interprete messo a disposizione dalla Columbia che li avrebbe accompagnati durante tutta l’avventura americana. Su quell’aereo salì anche l’attore William Holden che prese posto accanto a Marisa e che scese a Parigi dove aveva impegni di lavoro. Lei racconta che durante il viaggio lui fu molto gentile e le regalò perfino un mazzolino di violette.
Poi ci fu il gran salto Parigi-New York e Marisa arrivò nella Grande Mela dove rimase 5 giorni. Fu sottoposta a una lunga serie di interviste televisive, filmati, foto... La portarono sull’Empire State Building, a quel tempo il più alto grattacielo della città, e in cima alla Statua della Libertà. Partecipò poi alla prima del film in uno dei più famosi cinema della metropoli. Gli altri cinque giorni di questa straordinaria vacanza li trascorse a Washington dove fu accolta alla Casa Bianca dalla nuora di Eisenhower. Poi fu ospite dell’allora vicepresidente Nixon che aveva due figlie quasi coetanee dell’alunna di Nibbiaia e finalmente ebbe occasione di trascorrere qualche giorno divertendosi molto a giocare con loro. Ricorda che nel giardino di casa Nixon faceva le pallate di neve con le due nuove amichette. Un giorno la portarono in giro per negozi di giocattoli e le regalarono due bambole. I Leonzio, padre e figlia, rientrarono in Italia il 19 marzo ma la favola di Marisa non era finita. Fu invitata a Milano alla prima nazionale del film e poi fu ospite nella trasmissione di Mike Bongiorno “Lascia o raddoppia” e qualche giorno dopo in quella dello “Zecchino d’oro” condotta dal Mago Zurlì Cino Tortorella.
La favola si concluse in bellezza perché la Croce Rossa Italiana comunicò ufficialmente che dopo le elementari avrebbe completamente mantenuto agli studi Marisa fino alla maturità. Un anno dopo i Leonzio si trasferirono da Gorgo al Castellaccio vicino a Montenero. Marisa frequentò le medie all’Istituto Santo Spirito di Livorno. Poi scelse le magistrali e allora, sempre a spese della Croce Rossa, entrò in collegio all’Istituto Sacro Cuore di Cecina, dove si diplomò maestra.
Qualche anno dopo si fidanzò e poi sposò Angelo Antonio Olivola che era un dipendente della CMF di Guasticce e si trasferì quindi a Collesalvetti. Nel 1988 Marisa partecipò alla trasmissione televisiva “Trent’anni della nostra storia” condotta da Paolo Fraiese su Raiuno ed ebbe modo di raccontare la sua straordinaria vicenda. Nel 1997 il Comune di Rosignano la festeggiò in una manifestazione al Castello Pasquini di Castiglioncello durante la quale le fu consegnata una targa. I suoi due figli Andrea e Davide le hanno regalato cinque nipoti: Benedetta, Edoardo e Filippo il primo, Alberto e Alice il secondo.
Oggi Marisa Leonzio fa la nonna a tempo pieno ed è felicissima di questo suo ruolo. Dice che quando racconta ai nipoti la sua storia, quasi non le credono e allora lei gliela racconta come se fosse davvero una favola. Il ponte sul torrente Chioma non esiste più. Sono rimasti soltanto i 4 pali piantati in terra che lo sostenevano ma la favola che nacque da quel ponte forse non sarà mai dimenticata.
Dino Dini  per Il Tirreno

L'inaugurazione del ponte
 domenica 19 gennaio 1958

La riproduzione di Walter Molino sulla copertina della "Domenica del Corriere"
del 2 febbraio 1958

La signora Marisa oggi
 

Con l’attore William Holden
 

Con Mike Bongiorno a "Lascia o Raddoppia?"
 

Cartolina con il ponte di Marisa nel 1958
(Arch. Corrado Palomba)

I resti del ponte nel 1997

Recentemente ho visto una foto del ponte della piccola Marisa e`mi ha colpito molto la bella storia cosi`ho deciso di dipingere il ponte. Invio questa foto del mio dipinto " Nibbiaia il ponte della piccola Marisa" olio su tavoletta di pioppo 9 cm di altezza per 10 di larghezza uno dei tanti dipinti con soggetti di tutto il mondo che montati uno accanto all'altro andranno a formare un mosaico raffigurante la statua della liberta` di New york. Io mi chiamo Franco Puliti nato a Livorno, ma residente negli Stati Uniti di America da oltre trenta anni. Tanti saluti a tutti  (21 gennaio 2010)
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Nella sezione Scaricolibri del sito, puoi trovare i seguenti documenti relativi alla frazione:
Nibbiaia di Aldo Gabbani
La valle del Chioma I°  studio e monitoraggio ambientale
La valle del Chioma II° 
dallo studio alle proposte operative

Nibbiaia  ieri