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I
Macchiaioli a Castiglioncello, Giuseppe Abbati (1836 - 1868)
È con lo spirito della continuità, ma anche dell' esplorazione,
che il Centro Diego Martelli, inaugurato nel giugno 2000 con una deliziosa
mostra dedicata al mondo e all' opera quasi inedita di Guido Spadolini, si
apre a un secondo appuntamento: un' antologica di Giuseppe Abbati.
La breve vita di questo artista, seppur densa di opere, di viaggi e di
esperienze, non ha infatti permesso un completo approfondimento e un'
adeguata analisi critica del lavoro di un personaggio unico, originale
quanto lungimirante, anche per la sua conoscenza del mondo, e proprio per
questo molto legato a Diego Martelli, che ne intuì subito la genialità.
La scelta si presenta quindi come un' operazione culturale piuttosto
complessa per le implicazioni storiche, le connessioni documentarie e
letterarie sottese, oltre che per l'ampio respiro della produzione
artistica, la quale sarà ospitata, per l'occasione, nelle stanze del
Castello Pasquini. Essa tenderà a segnare le tappe cronologiche e
artistiche più significative del percorso di un pittore la cui poesia
descrittiva e cromatica, nel ritrarre paesaggi della campagna di
Castelnuovo o immagini della marina di Castiglioncello, evoca nel fruitore
sensazioni di sinestesia e comunica un' idea di arte quasi totale.
Il centro per l'arte accoglierà invece una rassegna, la più completa
possibile, dell'editoria sull'opera dei Macchiaioli, nell'intento di
consegnare a Castiglioncello, ma noi speriamo anche al mondo un ambito di
ricerca, di studio e di approfondimento scientifico di una parte di storia
che le appartiene di diritto. Il tutto con l'impegno alla compilazione di
quaderni annuali che ne scandiscano le cadenze, in primo luogo per non
dimenticare che quello dell' arte risulta uno degli ambiti privilegiati
della comunicazione.
NICOLETTA CREATINI
Assessore alla Promozione della Cultura e
Formazione del Comune di Rosignano Marittimo
Castiglioncello (2001) - Il giorno 14 luglio, nei
suggestivi spazi di Castello Pasquini, a Castiglioncello, verrà aperta al
pubblico la mostra antologica I Macchiaioli a Castiglioncello. Giuseppe
Abbati (1836-1868), che il Comune di Rosignano Marittimo, grazie al
Centro per l'Arte "Diego Martelli", promuove in collaborazione con la
Galleria d'arte moderna di Palazzo Pitti.
Curata da
Francesca Dini, storica dell'arte e studiosa dei Macchiaioli e da Carlo
Sisi, direttore della Galleria d'arte moderna di Palazzo Pitti,
l'esposizione, comprendente circa settanta opere, ripercorre per la
prima volta nella sua interezza la straordinaria vicenda artistica di
Giuseppe Abbati.
Le opere di Abbati si sono sinora viste soltanto nel contesto di mostre
più genericamente dedicate ai Macchiaioli e del resto la vicenda
umanamente triste e sfortunata di Abbati registra almeno un fatto
positivo: l'aver vissuto da protagonista il momento aureo della storia
dei pittori realisti toscani, quello che ebbe per teatro Castiglioncello
e la campagna fiorentina di Piagentina tra il 1861 e il 1869; momento di
altissima poesia in virtù della quale Abbati e compagni (ossia Telemaco
Signorini, Giovanni Fattori, Odoardo Borrani, Raffaello Sernesi,
Silvestro Lega ed altri) si sono collettivamente consegnati alla Storia
dell'Arte Universale.
Straordinaria figura di pittore-soldato, certamente non unica nel
contesto di quell'epoca eroica che fu il nostro Risorgimento, l'Abbati,
alternò l'impegno patriottico all'attività artistica, producendo, con
una densità che stupisce se rapportata agli anni effettivi della sua
operatività, capolavori che non soltanto la letteratura specifica ma
anche i manuali scolastici hanno consegnato ormai alla memoria
collettiva: il Chiostro di Santa Croce a Firenze (Firenze, Galleria
d'Arte Moderna di Palazzo Pitti), con le sagome candide e riverberanti
di luce dei marmi accatastati per i restauri; le piccole assolate strade
che, come in L'ombrellino e Stradina al sole, s'inerpicano sulle dolci
colline dei dintorni di Firenze, con le caratteristiche quinte di muro
che aprono a squarci di cielo di straordinaria intensità; l'Arno alla
Casaccia, con il barcaiolo che, eretto sulla prua, pare immergere il
remo nelle trasparenze argentate e immobili di un'alba da sogno.
La mostra si articola in quattro Sezioni
Prima sezione. Interni monumentali. Il rinnovamento della
pittura di genere.
Nato a Napoli dal noto pittore di interni monumentali Vincenzo, attivo
alla corte della Duchessa di Berry, Giuseppe si forma presso il padre,
frequentando poi l'Accademia di Belle Arti di Venezia (1850-1853), città
nella quale risiede con la famiglia fino al 1859.
Quell'anno
esordisce pubblicamente con un interno della Chiesa di San Domenico
Maggiore a Napoli (attualmente disperso) e dunque cimentandosi nel
genere paterno per eccellenza. Ma i rapporti con il padre, acquiescente
alla società conservatrice in cui vive, sono destinati ad una brusca e
definitiva rottura, motivata - lo si intuisce - dalle idee liberali e
dall'attività patriottica del giovane pittore che nel 1860 è a Genova
tra i volontari garibaldini.
La prima Sezione
documenta il persistere dell'interesse per la veduta d'interno,
profondamente rinnovata tuttavia attraverso una sobrietà formale e
tonale che può dirsi sin d'ora caratterizzante della poetica abbatiana.
Sono esposti in particolare i due Interni della Chiesa di San Miniato al
Monte con i quali Giuseppe meritò la medaglia (naturalmente ricusata)
alla Prima Esposizione Nazionale di Firenze del 1861; nonché il
giovanile Autoritratto che ci mostra l'artista prima della perdita
dell'occhio destro: immagine inconsueta rispetto a quella che ci è stata
consegnata dalle tre fotografie di Abbati esistenti e dal magnifico
ritratto che ne eseguì Giovanni Boldini nel 1865.
Giunto a Firenze
nel dicembre del 1860 e subito legatosi in fraterna amicizia al critico
Diego Martelli, Abbati fa proprie le istanze estetiche dei pittori
progressisti che si riuniscono al Caffè Michelangiolo: la rivoluzione
che i Macchiaioli attuano a partire da quel momento è all'insegna del
rinnovamento sia della forma (con l'adozione della "macchia" e la
momentanea estromissione del disegno) sia dei contenuti pittorici, con
l'abbandono del genere storico e l'adozione del plein-air. Ragion per
cui Abbati lascia a più riprese la penombra delle chiese monumentali
fiorentine ed, uscendo negli attigui chiostri, ne coglie la solarità
tersa che investe indistintamente architetture, oggetti e astanti, siano
essi gli addetti al restauro e alla manutenzione, o eleganti signore in
preghiera, o semplici turisti.
Seconda sezione. Poesia dei chiostri. Scenari fiorentini.
La seconda Sezione propone straordinari capolavori, eseguiti tra il 1861
ed il 1866, come il già citato Chiostro di Santa Croce di Palazzo Pitti,
Le Porte Sante, nonché la Cripta con figura di signora del Legato
Gagliardini.
Da quel momento Abbati lavora indefessamente dal vero, muovendosi tra la
villa Martelli di Castiglioncello, colà attratto dalla generosa
ospitalità dell'amico e dal fascino di quella natura selvaggia e
incontaminata alle porte della Maremma; e i dintorni di Firenze, siano
essi le rive dell'Arno alle Cascine e a Bellariva, o la natura domestica
della semi-urbana Piagentina, o le colline amene di Bellosguardo: è il
momento di capolavori quali Lungo l'Arno alle Cascine, L'Arno alla
Casaccia, Stradina al sole, Via di campagna con cipressi, Via di
Montughi, Il lattaio di Piagentina, Il Mugnone alle Cure.
Terza sezione. Castiglioncello. La terza Sezione raccoglie la
produzione ispirata da questo litorale, dall'epoca del primo documentato
soggiorno del 1861 al 1866: Martelli che di Abbati fu il primo biografo,
rivendicava del resto a questi luoghi il merito di aver indotto nel
pittore napoletano l'amore per la pura pittura di paesaggio.
E' inconfutabile comunque che a Castiglioncello Abbati realizzò
autentiche gemme, quali Marina a Castiglioncello, La casa di Diego
Martelli a Castiglioncello, Bimbi a Castiglioncello, L'ora del riposo,
Casa sul botro, Il pittore Stanislao Pointeau che dipinge, Lido con bovi
al pascolo.
Quarta sezione. Da Firenze a Castelnuovo: il sodalizio con
Fattori. Guardando al Naturalismo europeo. Nel 1866, dopo aver preso
parte, volontario, alla Terza Guerra d'Indipendenza e reduce dalla
prigionia in Croazia, Abbati accetta l'ospitalità di Martelli e si
rifugia, per dedicarsi con serenità al lavoro, in un rustico di
proprietà dell'amico, a Castelnuovo della Misericordia, località
dell'entroterra di Castiglioncello.
La quarta Sezione presenta lo straordinario documento della vita
solitaria e francescanamente dimessa che il pittore ha condotto in
questo luogo, il suggestivo dipinto raffigurante la camera del pittore,
Interno di camera rustica: in quel letto Abbati ebbe il presagio della
sua tragica fine, presagio che confidò in una commovente lettera al
pittore Borrani il 9 marzo 1867. Nel 1968, infatti, sarebbe sopraggiunta
la morte, a causa dell'idrofobia contratta dal fedele cane Cennino,
unica compagnia al suo romitaggio di Castelnuovo. In questa sezione
conclusiva trovano posto opere straordinarie quali L'orazione (Galleria
d'arte moderna di Palazzo Pitti) per il quale posò la compagna di Diego
Martelli, Teresa, il Ritratto del Contadino Zini, La casa del
tagliaboschi, Buttero a cavallo nella tenuta di Diego Martelli; nonché
il frutto del sodalizio con Giovanni Fattori che risale all'estate 1867,
ossia il Carro con bovi nella Maremma toscana nelle diverse versioni e
misure. La mostra comprende, inoltre, un'ampia Sezione di disegni per lo
più provenienti dal Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi. (F.D.)
Scheda tecnica
I Macchiaioli a Castiglioncello.
GIUSEPPE ABBATI (1836 - 1868)
Organizzazione Comune di Rosignano M.mo - Assessorato alla Cultura
Centro per l'arte Diego Martelli
Con la collaborazione della Galleria d'arte moderna di Palazzo Pitti in
Firenze
Coordinamento: Vincenzo Brogi; Valeria Tesi - Comune di Rosignano M.mo
A cura di Francesca Dini, Storica dell'arte; Carlo Sisi, Direttore della
Galleria d'arte moderna di Palazzo Pitti in Firenze
Catalogo - Testi di: Francesca Dini, Piero Dini e Carlo Sisi; tavole a
colori |