La costruzione
iniziata nella primavera del 1889 e finita nel 91 realizzata dalla famiglia di
costruttori di Castelnuovo di Leonildo Luparini, secondo un
originale progetto in stile "Palazzo Vecchio" fiorentino, voluto
dai Patrone è interamente addossata alla
vecchia casa di
Martelli che viene letteralmente inglobata nelle fondamenta del castello.
Ci rimarrà per poco. Con la villa di
Martelli vengono distrutti tutti gli edifici agricoli
annessi comprese le recinzioni e costruzioni che la
circondavano, mentre gli adiacenti terreni agricoli
vengono riconvertiti a parco secondo i gusti romantici
dell’epoca per abbellire e proteggere la privacy della
nuova esclusiva residenza.
Nel castello abitavano il barone Fausto Patrone con la
moglie Nerina, figlia del generale
Conte
Alberto
Costa Reghini
(vedi), la
cameriera Maria e il cuoco Pacione. Nella vecchia casa
di Diego Martelli, fino alla demolizione abitavano il
fattore Ceccanti, la guardia Vittorio Giubbilini e i
coloni Tognotti e Orazzini.
(Da: "Castiglioncello: un secolo di immagini" di C. Castaldi e G. Marianelli scaricabile
dalla sezione Scaricolibri del sito)
Il
Castello Patrone, con la sua tozza struttura dominata da una
torre centrale (“quel gran casone” come lo definisce in una
lettera il pittore Cabianca all’amico Martelli) viene eretto sui
muri perimetrali della villa, di cui ingloba le strutture,
distruggendone comunque ogni caratteristica, al punto da non
riuscire più a cogliere la diversità rispetto alla parte
costruita ex-novo. Articolato su tre piani, il Castello è
costruito a facciavista con blocchetti più o meno regolari dì
pietra locale, a prevalenza panchina, alternati in alto a filari
di laterizi come anche i merli che lo orlano su tutti i lati; in
pietra tenera locale di tonalità giallastra ed in contrasto con
il resto della muratura, a predominante colore grigio, sono
invece i due ordini di bifore ad arco acuto con colonnetta
centrale. L’ingresso principale, sul lato nord, è costituito da
una rampa di scale in pietra serena che, attraverso un
semiloggiato con vista sul mare, dà accesso alla sala centrale
del primo piano. L’interno (con l’eccezione dei locali di
servizio situati nell’ala Sud del piano terreno e del terzo
piano adibito ad alloggi per la servitù) presenta decorazioni
paretali, eseguite principalmente a rullo, in stile Coppedé.
(Da "Il parco del castello
Paquini a Castiglioncello. Tesi di laurea del dott.
Cristiano Bertini) |