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Il nome Rosignano deriva dalla famiglia romana dei Rasinii che si ritiene ebbe proprietà in questa zona.

Si hanno notizie risalenti all' VIII secolo, perchè Rasinianus è citato in alcuni documenti che riportano proprietà di ricche famiglie di Lucca. Il primo documento con scritto Rosignano è del 762 in piena epoca longobarda. E' un contratto fra il Vescovo di Lucca e suo nipote per la divisione di territori a Rosignano lungo il fiume Fine.  Si ha conoscenza di una "sala" - parola longobarda - cioè una casa a due piani con oliveta, vigna e bosco di sughere, intorno al 783. Quasi un secolo e mezzo di buio e nel 1020 si parla dei possessi di due monasteri S. Felice di Vada e S. Quirico a Moxi (Le Badie).  Mezzo secolo dopo nel 1071 si parla del castello di Rosignano, che dall'alto domina la costa e la foce del Fine.

Dopo il 900 Rosignano passa al Marchesato di Toscana e alcuni decenni dopo sotto Pisa. La Chiesa  pisana viene in possesso di vasti beni nella zona di Rosignano mediante lasciti ereditari, permute e acquisizioni, ma sarà soprattutto l'arcivescovo Ruggero di Pisa che saprà per impadronirsi dei diritti pubblici esercitati dai marchesi, diritti che saranno confermati al presule dall'imperatore Corrado II nel 1139.

Nel 1371 Pisa autorizza la fortificazione del Castello, costruendo alloggiamenti per le truppe ed i torrioni.

Anche i Conti della Gherardesca avevano possedimenti sul territorio.

Il comune rurale di Rosignano appare ancora ricordato nella documentazione più tarda e manterrà la dignità di comunità giuridicamente riconosciuta per tutto il Medioevo e l'Età Moderna, modificandosi insieme col mutare delle istituzioni centrali, prima dello stato pisano, poi di quello fiorentino ed infine del Granducato di Toscana.

Man mano che Pisa estende il suo dominio, afferma anche nuovi criteri di organizzazione del territorio: Rosignano nel corso del XIII secolo diventa una delle capitanie del Comune di Pisa, cioè le circoscrizioni amministrative per la gestione del territorio rurale sottomesso.

Nel 1406 alla dominazione pisana seguì quella fiorentina, che assunse presto caratteristiche opprimenti. Rosignano passa da capitania pisana a podesteria "di Rosignano" (e non più Rosignano e Vada). I capitani pisani vengono sostituiti da governanti fiorentini, con maggiori competenze politiche e giuridiche.

Per trenta anni di soggezione a Firenze, Rosignano conosce un periodo di dura stabilità politica, finché si presenta l' occasione per ribellarsi ai fiorentini. Nel 1431 Rosignano ed altri comuni della Val di Fine approfittano del passaggio delle milizie di Niccolò Piccinino del Ducato di Milano retto da Filippo Maria Visconti, in guerra con Firenze. I castelli insorgono, ma nel 1433 sono già stati tutti riconquistati e nel caso di Rosignano e Vada rasi al suolo (non sappiamo in che misura). Rosignano, viene privata del rango di capoluogo amministrativo, abolita la podesteria. La Val di Fine e la Val di Cecina vengono spartite tra Lari e Peccioli. Questo significava perdita di potere politico e diminuzione dell'importanza militare del suo castello oltre ad una perdita di controllo sul territorio circostante.

Piegata dalla potenza fiorentina, ma non domata, alla fine del secolo, con la calata di Carlo VIII in Italia, Pisa si ribella ai fiorentini ed il castello è ancora una volta in prima fila. Nel 1494 con il crollo della signoria medicea, Pisa ed il suo contado si proclamano nuovamente indipendenti e questo fervore si espande ben presto anche in Val di Cecina e in Val di Fine. I castelli di Castellina, Riparbella e Rosignano insorgono nel gennaio 1495 e subito i Pisani mandano dei soldati per impedire ai Fiorentini di riprendere i castelli. La lotta assai aspra e si protrasse fino al 1507, quando i fiorentini radunatisi alle Casacce fra Rosignano e S. Luce guidati dall'alto Commissario Nicolò Machiavelli bruciarono il grano e le biade a Rosignano e devastarono le campagne della Val di Fine. Era il presupposto alla imminente ripresa di Pisa da parte dei Fiorentini (1509), che cadde definitivamente, mentre Rosignano ne seguiva le sorti. 

Firenze fin dal 1434 si era trasformata in Signoria con al potere la famiglia dei Medici, che fecero spesso  visite a Rosignano, in particolare Lorenzo il Magnifico ed il figlio Piero venivano ad abitare nel castello di Rosignano per praticare la caccia ai cinghiali e caprioli di cui erano ricchi i boschi ed il padule di Vada.
Anche Francesco Ferrucci nel luglio del 1530 sostò a Rosignano con le sue truppe, pochi giorni prima dell'eroico sacrificio a Gavinana. Dopo questa fase il processo di costituzione dello stato regionale proseguì senza ulteriori scossoni. Nella prima metà del '500 il borgo aveva assunto dimensioni di tutto rispetto, ma  poiché la rocca era stata distrutta circa un secolo prima e restavano solo le mura perimetrali del castello a proteggere le abitazioni, era esposto alle incursioni ed agli assalti. Il pericolo maggiore in questo primo scorcio del '500 era rappresentato dalle navi dei Mori che razziavano le coste tirreniche con assalti rapidi e improvvisi. Toponimi locali quali "Saracino",  "Barbaresco" e altri, non sono casuali, ma precisi riferimenti storici. Fu così che il duca Cosimo nel 1562 ordinò che fosse ricostruita la rocca di Rosignano e la torre di Castiglioncello, mentre quella di Vada esisteva dal 1279. 

Dopo i Medici, governarono i Lorena con Francesco II poi imperatore d'Austria, al quale successe Pietro Leopoldo che nel 1772 riformò i tribunali mantenendo a Rosignano il giudicente col titolo di potestà anche se con più limitata giurisdizione. Durante il periodo napoleonico (1808-1814) Rosignano divenne Mairie ed appartenne prima al Regno di Etruria e poi all'Impero. Dopo la sconfitta di Napoleone divenne Granduca Leopoldo II.

Nel 1860, costituito il Regno d'Italia, Rosignano, assegnato alla provincia di Pisa fu capoluogo del Mandamento comprendente i comuni di Orciano, Castellina e Riparbella. 

L’epiteto di "Marittimo" risale al 1862, per distinguere il paese da Rosignano Monferrato in provincia di Alessandria.

Con il '900 arrivano le prime importanti realizzazioni, come la ferrovia Livorno-Vada nel 1910, e la prima grande industria sul territorio nel 1912.

Nel 1925 il comune fu assegnato alla provincia di Livorno anche per espressa volontà popolare.

Tragico e pesante il bilancio del passaggio del fronte durante la seconda guerra mondiale.
E' importante anche  ricordare che l’area del Comune di Rosignano Mo. è di ben 120,82 km2. Di questi poco più di 50 sono “mo
ntani” , poco meno di 35 sono collinari e circa 35 sono pianeggianti. E' il 3° comune della provincia dopo Castagneto C. (142) e Piombino (130).
Seguono alcune notazioni storiche anni 1700/1800:
Viaggio di Pietro Leopoldo nella maremma pisana 1770-1771 - Per descrivere alla meglio la maremma pisana, che comincia propriamente dalla schiena dei monti di Montenero che sono accanto a Livorno, si può dire che subito sceso Montenero dalla parte di qua si trova la pianura lungo il litorale che è larga da 2 a 3 miglia e anche 5 in vari luoghi. Questa pianura contiene subito Campolecciano...sopra una collina a 5 miglia di la vi è Castelnuovo che è la fattoria della Misericordia...poi viene il territorio di Rosignano il quale nella pianura non è che seminato a grano e biade; i terreni dei rosignanesi sono coltivati a vino e vi saranno 14 o 16 case sparse; il castello fa da 700 anime.
Relazione di S.A.R. nel suo viaggio verso la provincia inferiore a Siena nel 1787 - Il maggior male di tutta la maremma pisana è le troppe boscaglie, la mancanza delle case, i troppi vasti possessori che erano lo Scrittoio delle possessioni per le macchie di Montenero che ora allivellate si ridurranno a cultura...ed i troppo vasti beni comunali ed in specie i boschi che non potendo coltivarli tutti li tengono alla maremmana e a semente, solo a terratico in qua e in la e a pascolo comune per bestie brade...per l'aria i mali maggiori sono le troppe boscaglie, il padule di Vada sotto Rosignano.
Giovanni Mariti 1797-1798 - ...queste strade adunque che sono per questi monti e colli livornesi ad altro non servivano, e in parte servono ancora adesso, se non per l'oggetto di avere comunicazione fra di loro i tanti castelli che qui erano, ogniuno dei quali aveva poi la sua particolare comunicazione coll'Emilia e quelle poche strade che son restate praticabili, giacchè non son più curate sono diventate tanti botri e dirupi. Tutti questi monti livornesi che restano a levante verso la via Emilia, come ancora quei che sono nella parte opposta e che guardano il ponente, erano ricoperti di foltissimi boschi, ed in parte lo sono ancora, ma dopo la riforma delle Comunità, alcuni sono stati ridotti a macchia cedua ed altri coltivati.
F. Fontani, A. Terreni 1801-1803 - Nella giogaia dei monti di Livorno, la quale si estende fin quasi a Vada, in un risalto staccato dalle sue pendici che guardano il mare, fra la torre di Castiglioncello e la bocca di Cecina, è situato Rosignano, castello assai ragguardevole un tempo, e non dispregevole ancora non ostante che le molte vicende alle quali in diversi tempi la varia fortuna lo espose, lo abbian fatto cangiare e stato ed aspetto.

A.Zuccagni Orlandini 1832 - Le ben coltivate pendici del colle in cui siede, la fertile pianura adiacente, la magnifica veduta del vicino mare, ne rendono amenissima la situazione; per l'asciugamento del padule di Vada ne diverrebbe oltremodo delizioso il soggiorno.
Emanuele Repetti 1833-1841 - Rosignano in pochi anni ha cambiato aspetto nel materiale, nel fisico e nell'economico...ha veduto ricoprirsi di viti, di olmi, di gelsi i colli testè occupati da boschi immensi di quasi nuno frutto...cambiare aspetto e ridurre a cultura una pianura ingombra di paduli, di cannucce, di macchia bassa e di sterpeti...dirigere meglio i corsi di acque di botri tortuosi...e codesta metamorfosi è accaduta nel periodo di mezzo secolo.

Video di Ilvano Barlettani 2010 (5:45)

La storia di Rosignano Marittimo continua nelle pagine fatografiche cliccando sulle foto con l'indicazione   Vai alle immagini dal menu a sinistra

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