Dino è nato a
Roma il 21 agosto 1931, all’età di 3 anni si è trasferito con la famiglia a
Genova e a 8 anni a Rosignano Solvay.
Dopo la scuola d’obbligo ha frequentato il liceo scientifico di Cecina e la
facoltà di ingegneria a Pisa.
Nel 1945 è stato fra i fondatori dei boy-scout organizzando anche una recita
per raccogliere fondi.
Ha collaborato con il giornale “Il Tarlo” ed ha fatto parte di giurie per
premi letterari nel comune.
Ha fatto parte di comitati per la divulgazione della cultura nel territorio
organizzando e dirigendo incontri culturali sia presso la sala della cultura
del comune, sia presso l’Università Popolare.
Ha fondato e diretto per alcuni anni la compagnia filodrammatica “Remo
Lotti” presso il teatrino di S.Teresa. Tante le commedie messe in scena. La
più rappresentata è stata “Marcellino pane e vino”.
Ha fondato e organizzato il premio internazionale “Calafuria” con il poeta e
scrittore livornese Riccardo Marchi e Leonardo Nardi (proprietario del
ristorante Calafuria).
E’ stato per anni collaboratore de Il Tirreno curando la cronaca di
Rosignano.
A Castiglioncello negli anni d’oro 1950-60 ha conosciuto i più grandi
attori, musicisti e politici dei quali ha riportato su Il Tirreno la
personalità e la carriera. Famosa la foto di Pino Perrone (Nick Vampata) con
Indro Montanelli riportata su numerosi giornali e riviste.
Si è messo in proprio fondando la “D&D Communication” collaborando con quasi
tutti i quotidiani italiani e in special modo diventando il rappresentante
de Il Sole 24 Ore per le province di Livorno, Pisa, Lucca, Massa Carrara e
Grosseto.
E’ stato dirigente di una grossa società pubblicitaria.
Nel 1992 ha fondato e diretto il premio letterario “Città di Rosignano”
e sempre nel 1992 ha ricevuto il premio Ginori a Castiglioncello.
Ha ricevuto a Firenze nel Salone dei Cinquecento il premio “Accademia delle
Muse”.
Ha scritto le parole della canzone “Mascagni”
cantata da Bocelli.
Ha fatto parte per anni della giuria del premio letterario Olinto Dini a
Castelnuovo Garfagnana.
E’ stato un editore e con la casa editrice “Il Gabbiano” ha pubblicato molte
decine di libri di poesia e romanzi. Per la C.R.Li (per la quale ha fatto
anche il logo), il libro strenna “Le ville di Montenero”.
Ha pubblicato il volume sull’opera di Mascagni con parole di D’Annunzio “La
parisina” scritto da Carlo Botteghi che è stato presentato alla Piccola
Scala di Milano e “Una vita per il teatro” che racconta la storia del Teatro
Solvay diretto da Dino Lessi.
Per la maestra Salvestrini il libro “Il formicaio” racconti sulla vita di
campagna negli anni 30 distribuito poi nelle scuole elementari della zona.
Ha scritto un centinaio fra poesie e racconti ed ha pubblicato una piccola
raccolta di poesie.
Nel 2015 è stato l’ideatore e conduttore insieme a Walter Botti, Massimo
Paganelli e Carlo Rotelli, presso il teatro Solvay di un incontro con il
pubblico per ricordare la figura di Dino Lessi, sollecitando sia il Sindaco
che i massimi dirigenti della Solvay che erano presenti a far tornare il
teatro ai vecchi splendori.
Nel 2017 l’Università Popolare insieme all’Ufficio Cultura del comune gli
hanno consegnato il premio “Per una vita dedicata alla cultura”.
Buon giocatore di bridge ha organizzato tornei nazionali presso il castello
Pasquini e poi al Tennis di Castiglioncello.
Amante della musica jazz e sinfonica.
Dino è deceduto improvvisamente all’ospedale di Cecina il 6 agosto 2018 a 87
anni. (Gisa Dini)
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Addio
a Dino Dini giornalista esperto di letteratura e teatro - Era anche un
profondo conoscitore della storia del posto.
Dino Dini, giornalista ed editore, è morto nella notte di lunedì,
all'ospedale di Cecina. Stamani alle 10 sarà celebrato il funerale nella
chiesa di Santa Teresa a Rosignano Solvay. Alla moglie Gisa e al figlio
Claudio le condoglianze e l'affetto della redazione del Tirreno. Dino amava
soprattutto la letteratura e il teatro. Ma era anche un notevole giocatore
di bridge e non disdegnava di occuparsi anche di storia, di politica, di
religione. Però è pensabile che uno dei suoi giorni più felici fu quando,
erano gli anni '80, fu chiamato a ricevere la nomina ad accademico a Palazzo
Vecchio in Firenze. Era l'Accademia internazionale delle Muse che lo
nominava in un contesto prestigioso per il suo impegno nell'ambito della
cultura e delle lettere. Difatti erano gli anni in cui Dini dirigeva il
premio letterario di Calafuria e quello di Rosignano, promuoveva letture di
poesia e di teatro tra Livorno, Castiglioncello, Rosignano, non mancava mai
ad un dibattito in cui si discutesse di cinema o di teatro. In lui la
propensione professionale del giornalista, era stato a lungo corrispondente
de Il Tirreno da Rosignano, alla ricerca della notizia si univa bene con la
passione per le vicende culturali. Infatti fin dalla giovinezza Dino si
connetteva sia al piccolo teatro delle Acli vicino alla chiesa rosignanese,
dove realizzava anche significative regie, sia alla nascita e sviluppo della
biblioteca comunale partecipando anche alla promozione dei gemellaggi tra
Rosignano e le città europee, collaborando così col sindaco del tempo,
Demiro Marchi, alla presentazione di libri e di opere teatrali.
Indimenticabile una lettura che organizzò alla Biscondola di
Castiglioncello, giovandosi anche della voce di Annamaria Caprai, sull'opera
di Carlo Emilio Gadda "Il guerriero, l'amazzone, lo spirito della poesia nel
verso immortale del Foscolo" in cui interpretava con rara efficacia il
polemista De Linguagi. Diresse anche la regia dell'edizione locale di
"Marcellino pane e vino" ottenendo il plauso dello sceneggiatore per la tv
italiana, don Lavagna, venuto appositamente da Roma per assistere alla
prima. E in "Inquisizione" di Diego Fabbri diresse interpreti del valore di
Sandro Signorini. E poi era un frequentatore assiduo delle sale teatrali
della zona. In particolare si sentiva legato al teatro Solvay, tanto che uno
dei meriti non minori di quest'ultima parte della sua vita è stato quello di
aver dato vita ad una iniziativa che nel commemorare la figura di Dino
Lessi, fondatore della sala Solvay, stimolasse i dirigenti della società e
gli amministratori locali verso un pieno recupero del teatro.
Carlo Rotelli Il Tirreno 8/agosto/2018
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DINO, ERI IL PIÙ GRANDE, LA NOSTRA MEMORIA SUL
CINEMA PIÙ AMATO.
Dino Dini era un grande amico del Centro Studi: il suo socio più anziano e
uno dei più vivaci suoi sostenitori. Dino era, prima di tutto, un uomo pieno
di idee: "Massimone (mi chiamava), nel 2019 Castiglioncello deve diventare
location della Commedia all'italiana" - "Location? Vuoi dire... la città, il
paese?" - "Non so: città mi pare troppo grande; paese troppo piccolo". Così
prospettava pochi giorni fa al telefono, parlando del decennale
dell'associazione. Dino amava molto il cinema, moltissimo il teatro. E,
soprattutto, questo luogo. "Un altro vecchio amico di Castiglioncello se n'è
andato": è l'attacco del suo articolo su Paolo Ferrari, scomparso nel maggio
scorso. E più o meno avrebbe detto così, pochi giorni più tardi, per Anna
Maria Ferrero. Non erano i soliti coccodrilli, ma una sorta di album di
ricordi, che lui riusciva a ravvivare e proiettare sul nostro presente. E se
qualche giovane, domani, volesse rileggersi i suoi articoli, vedrebbe
restituito l'affresco di un'epoca stupenda che ritraeva anche lui, sempre
molto elegante e distinto, a parlare con Enzo Trapani o con Mario Luzi, a
giocare a bridge al Tennis Club, a conversare sugli scogli con Indro
Montanelli. Certo, Dino aveva un carattere forte: si poteva anche non essere
d'accordo con lui. Colto, intelligente, assertivo e pungente, quando doveva
esserlo. Onesto: talvolta critico verso l'amministrazione comunale, sapeva
però rimettere anche i fatti al loro giusto posto. "Il Comune, cari
concittadini, ha riaperto un cinema. Ora sta a noi andarci". E nelle fredde
sere d'inverno, con i suoi acciacchi, dava il buon esempio. Arrivati Dino e
Gisa, potevamo iniziare. "Location è più cinematografico, ma fate voi. Ciao,
Massimone". "Ciao, Dino. Grazie di tutto". Inutile dirlo: nonostante i nomi,
tra noi due il più grande eri tu.
MASSIMO GHIRLANDA (presidente Centro Studi Commedia all'italiana) Il
Tirreno 8/agosto/2018
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Di
Dino vorrei ricordare, oggi pochi lo sanno, il Dini regista e animatore di
uno dei processi culturali più significativi nel mondo dello spettacolo
teatrale a Rosignano: Dino davvero credeva in una forma di cultura popolare
aperta e comprensibile a tutti. Il Dino che ho conosciuto al Piccolo Teatro
delle Acli, regista della " Remo Lotti", che ci insegnò ad amare il teatro,
a viverlo, a capirlo, a farne parte della nostra quotidianità, è il Dino che
ho conosciuto come membro di una ampia famiglia, insieme a Carlo ed ad una
generazione di uomini e donne di Rosignano appassionati di teatro e di
letteratura. Senza l'esperienza del Piccolo Teatro delle Acli a Rosignano
non si comprende il grande successo che, nel dopoguerra, anche il teatro
Solvay ha avuto. Di questo Dino dobbiamo conservare gelosa memoria.
Paolo Rotelli
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Messaggio di
Alessandro Franchi «Era un riferimento per la comunità»
Appresa la notizia della scomparsa di Dino Dini, il sindaco e la giunta
comunale hanno manifestato il proprio cordoglio alla famiglia. «Dino Dini -
ricorda il sindaco Alessandro Franchi - è stato un punto di riferimento per
la nostra comunità, partecipando attivamente alla vita sociale del
territorio e facendosi promotore di numerose e qualificate attività
culturali. Nato a Roma nel 1931 ha amato profondamente i nostri luoghi,
diventando un attento conoscitore della storia locale e mettendo sempre a
disposizione dell'amministrazione comunale le sue competenze. Assiduo
frequentatore degli incontri letterari alla Limonaia, appassionato di cinema
e teatro, editore e fondatore della casa editrice Il Gabbiano, a lui si
deve, tra le altre, la pubblicazione del volume di Antonia Pizzi "Villa
Celestina dalle origini a oggi" e del libro "Castiglioncello '62: il nostro
Sorpasso" di Castaldi e Ciucchi, pubblicato nel 2003 e ristampato nel 2012
in occasione del cinquantenario del film di Dino Risi con il patrocinio del
Comune. Attivo nell'ambito dell'Università Popolare, nel 1992 fu tra i
fondatori del "Premio letterario nazionale città di Rosignano" e nel 2015 è
stato tra gli amici che mi hanno proposto di realizzare un evento al Teatro
Solvay per ricordare lo storico direttore artistico Dino Lessi. In questo
momento a nome di tutta la comunità che rappresento mi stringo intorno alla
moglie Gisa e al figlio Claudio, condividendo il dolore di tutti coloro che
hanno avuto la fortuna di conoscerlo». Dino Dini è stato anche dirigente di
un'importante agenzia pubblicitaria e corrispondente storico de Il Tirreno;
autore di libri di poesie e di una delle più belle canzoni di Andrea
Bocelli, "Mascagni", oltre che regista teatrale. Una vita dedicata alla
promozione della cultura che l'amministrazione comunale ricorderà sempre con
affetto. Come con grande affetto lo ricordano Gianfranco Martino e tutta
l'associazione Amici del bridge. Gli piaceva il mare, frequentava le nostre
spiagge e scogliere, da quelle dei Canottieri ai locali della Perla, dove
era conosciuto dai personaggi più noti del mondo del cinema. Da qui la
giusta premiazione che Dini ebbe nel '93 nell'ambito del premio Ginori.
Nell'ampia piazza Vittoria di Castiglioncello, trasformata in grande platea
per il pubblico, intervistato da Carlo Rotelli, Dino raccontò vari episodi
della sua frequentazione della Perla. Tra cui l'incontro ormai mitico con
Indro Montanelli sugli scogli. Il Tirreno 8/agosto/2018 |